Clicca qui per vedere le donne candidate di Sinistra e Libertà http://www.flickr.com/photos/37884779@N07/sets/72157618513461762/show/
L’Unità di ieri ha dedicato la prima pagina all’”allarme rosa” per le elezioni europee: “le candidate sono poche e in posizione svantaggiata. Anche nel centrosinistra.”E leggendo: “Maglia rosa alla Sinistra di Vendola e al Prc, ma le due liste sono a rischio quorum. Nel Pd malumori delle donne: il partito l’aveva promesso, ma non ci sostiene”, è naturale ricordare le elezioni politiche dell’anno scorso. La Sinistra Arcobaleno rappresentava la lodevole eccezione rispetto agli altri partiti del centrosinistra per aver lasciato spazio alle candidature femminili. Questo elemento tuttavia non è stato apprezzato dagli elettori, e forse non è stato sufficientemente valorizzato. A più di un anno di distanza, bisogna dire che il clima culturale nel quale ci troviamo ha subito una fortissima involuzione. E non è solo il “ciarpame senza pudore” a cui ha fatto riferimento Veronica Lario. E’ l’affermarsi di un sentire maschilista, a tratti machista, che ha le sue manifestazioni più eclatanti negli attacchi sferrati da uomini della destra contro donne, con una vena di disprezzo, così come ricorda Emma Bonino per le accuse di La Russa alla Boldrini. Non a caso il cosiddetto “velinismo” è diventato uno dei principali modi di essere delle donne in politica, nel tentativo di emarginare le altre possibili espressioni di cui il “femminile” spesso è portatore, come, si diceva qualche anno fa, “agente di cambiamento” o di “possibile sovversione”. Così è accaduto in Argentina, mi veniva spiegato la scorsa settimana alla presentazione del libro “Memoria del buio”, costruito attraverso lettere e diari delle donne argentine imprigionate durante la dittatura. La loro esperienza ha rappresentato il principale nemico dei militari al governo, costituendo un soggetto “scomodo”. E mi ha fatto pensare vedere usato questo aggettivo, quando anch’io sono stata definita, dalla stampa locale, seppur in una posizione decisamente più comoda rispetto alle donne argentine, la “scomoda capogruppo”, nel confronto con il sindaco Sergio Chiamparino, i cui toni hanno talvolta tratti machisti. E credo che la Sinistra debba provare ad essere un po’ più scomoda, per stare vicina alle persone che vivono in modo scomodo, per portare avanti degli ideali, dei contenuti, che possono essere scomodi, alzando il livello del confronto e rivendicando una propria alterità. In questo senso, la scelta al femminile di Sinistra e Libertà non è orientata all’”abbellimento” delle liste, come sottolinea Simonetta Salacone, ma è la volontà di dare voce alla scomodità femminile, con candidate che identificano i temi centrali per la Sinistra: l’ambientalismo, il pacifismo, i diritti, il lavoro. Le tre donne capolista sulle cinque circoscrizioni sono, non a caso, l’europarlamentare verde Monica Frassoni, che è stata la protagonista di numerose battaglie ambientaliste, la pacifista americana Lisa Clark, ex vice presidente del Movimento cattolico “Beati i costruttori di pace”, e la giornalista Giuliana Sgrena. La scelta di Sinistra e Libertà non è dunque semplicemente quella di rispettare dei rapporti numerici rispetto alle candidature femminili, ma di segnare con la loro presenza il progetto politico che vogliamo costruire, una Sinistra autonoma e critica, che può anche essere scomoda.
Fonte: sito Sinistra Democratica
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