martedì 26 maggio 2009

Sassi: uno sportello comunale per i migranti

E' mia convinzione che la storia politica che abbiamo alle spalle, spesso archiviata sotto la voce neo-liberismo, sia stata caratterizzata da una drastica ridefinizione dei confini, o meglio delle frontiere, della cittadinanza nella sua dimensione politica, civile e sociale. Sotto il profilo sociale è fin troppo evidente come l’ultimo ventennio abbia prodotto una serie di norme nazionali e sovranazionali combinate al fine di restringere sempre più i diritti sociali, le tutele del lavoro, la regolazione dell’economia a fini pubblici; nessuno, in sostanza, sarebbe oggi disposto ad affermare che le tutele e i diritti sociali sono più forti che nel passato.
Lo stato dei diritti civili, intesi quale componente fondamentale della cittadinanza democratica moderna, rappresenta forse il principale campanello d’allarme circa lo snaturamento del profilo laico e liberale del nostro paese; l’interventismo politico del Vaticano ha raggiunto l’apice con l’adozione, da parte del Parlamento, della legge contro la procreazione assistita e contro il testamento biologico, ovvero, in entrambi i casi, con la precisa negazione della libertà della singola persona di decidere liberamente del proprio corpo e della propria vita.
La componente politica della cittadinanza, vale a dire il diritto universale di elettorato attivo e passivo, rappresenta ancora - anche per coloro che manifestano una concezione unicamente procedurale e formale della democrazia - una sorta di tabù, qualcosa che non può oggi essere messo apertamente in discussione. E’ per questa ragione che assistiamo ad un investimento politico ed economico immenso sul controllo dei flussi informativi e del sistema mediatico nel suo complesso; nell’epoca dell’homo videns è fondamentale controllare i principali nodi della rete mediatica perché così facendo si controlla il pensiero, gli immaginari, ciò che resta della pubblica opinione. E’ evidente come il premier Silvio Berlusconi sia riuscito, da questo punto di vista, a compiere un vero capolavoro politico. Il sistema così ideato produce una merce preziosissima per i tecnici del consenso politico, vale a dire la passività di massa, l’ignavia politica, il dis-interesse collettivo. Non accadrà casualmente, alle prossime elezioni amministrative ed europee, che la soglia dei non-votanti sfiori il 40 per cento dell’elettorato. L’ordine post o extra-democratico che si va sempre più edificando, poggia le proprie basi sulla convinzione diffusa che non sia possibile, attraverso la politica, migliorare il proprio status o anche solo risolvere alcuni dei propri problemi. La sterilizzazione della politica produce la passivizzazione di massa, cancella la pubblica opinione sostituendola con una tonalità uniforme e grigia, incapace di indignazione, di speranza, di ribellione e passione civile.
Date le condizioni storiche, è compito della sinistra e di una nuova coalizione di centrosinistra rilanciare nel paese movimenti reali di opposizione alle destre e all’ordine postdemocratico che avanza. Non sarà un lavoro né semplice né lineare; di fronte a noi abbiamo una lunga strada e percorrerla sarà impresa dura e faticosa. Dobbiamo ri-cominciare questo nostro cammino dai territori dando vita a vere e proprie pratiche di resistenza. E’ necessario per questo allargare le frontiere della cittadinanza e smascherare i tanti inganni operati dalla Lega Nord e dal PDL in relazione ai fenomeni sociali del nostro tempo. Primo fra tutti quello dell’immigrazione; sfruttato biecamente dal governo a fini elettorali dopo aver irresponsabilmente prodotto insicurezza, clandestinità ed illegalità. Propongo che il centrosinistra, qualora vincesse le elezioni amministrative, istituisca a Reggio un apposito servizio il cui fine sia quello di assistere ed affiancare tutti i cittadini migranti che avanzano richiesta di cittadinanza, al fine di agevolarne il più possibile l’iter all’interno del farraginoso sistema burocratico. Rispetto al 2004 sono centinaia i cittadini migranti divenuti, a tutti gli effetti, cittadini italiani. Faccio appello affinché l’esercizio del loro diritto di voto rappresenti una significativa risposta alle destre, una prima occasione di resistenza contro l’ordine postdemocratico e, soprattutto, un messaggio di speranza per coloro che sono ancora costretti al di là dei confini della cittadinanza
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