
Primo Maggio: festa dei lavoratori. Giovani generazioni al microfono per urlare le difficoltà, i compromessi ma anche le speranze di chi non ce la fa più a tirare avanti, ma continua a lottare per urlare che il lavoro è un diritto,non un lusso, da vivere con gioia, rispetto, orgoglio.
Questa è l’unica epoca della storia in cui i figli stanno peggio dei padri. Che significato può avere, nell’era del lavoro nero, precario e sottopagato, la festa del Primo Maggio?
Beh, più che una festa io la definirei “ un momento dell’anno in cui si tenta di dare spazio alla voce dei lavoratori”, specie se giovani e specie se proiettati in una realtà impossibile come quella in cui viviamo. Forse potremmo rinominarla “ il giorno della speranza” che ogni anno si ripete con le solite parole, le solite grida di aiuto da parte chi non ce la fa più ad andare avanti, e che relaziona gli anni da vivere alle rate del mutuo. Il lavoro, oggi, è un lusso, una fortuna e non più un diritto sancito dalla nostra Costituzione.
Parlaci di te. Svolgi un tipo di lavoro coerente con il tuo percorso di studi?
Ovviamente no… Quando mi sono iscritta all’Università, avevo con me un bagaglio di sogni e di ambizioni che, certo, oggi non sono svaniti, ma si celano sotto il grigiore e la rassegnazione della quotidianità. Ho fatto una corsa tremenda per concludere gli studi in un tempo dignitoso, avendo due bambini, ed oggi, guardandomi indietro, a volte mi capita di pensare: “ Ma chi me l’ha fatto fare? Potevo prendermela con comodo!” Pensavo che con la mia Laurea in Scienze Politiche avrei potuto sfidare il mondo e realizzare il mio desiderio di diventare scrittrice…E invece oggi lavoro in un call center, e devo anche ringraziare il cielo di poterlo fare!!
Quali tipo di problemi deve affrontare una donna, tanto più se madre di famiglia, con una vita programmata “a tempo determinato”?
Beh, più che una festa io la definirei “ un momento dell’anno in cui si tenta di dare spazio alla voce dei lavoratori”, specie se giovani e specie se proiettati in una realtà impossibile come quella in cui viviamo. Forse potremmo rinominarla “ il giorno della speranza” che ogni anno si ripete con le solite parole, le solite grida di aiuto da parte chi non ce la fa più ad andare avanti, e che relaziona gli anni da vivere alle rate del mutuo. Il lavoro, oggi, è un lusso, una fortuna e non più un diritto sancito dalla nostra Costituzione.
Parlaci di te. Svolgi un tipo di lavoro coerente con il tuo percorso di studi?
Ovviamente no… Quando mi sono iscritta all’Università, avevo con me un bagaglio di sogni e di ambizioni che, certo, oggi non sono svaniti, ma si celano sotto il grigiore e la rassegnazione della quotidianità. Ho fatto una corsa tremenda per concludere gli studi in un tempo dignitoso, avendo due bambini, ed oggi, guardandomi indietro, a volte mi capita di pensare: “ Ma chi me l’ha fatto fare? Potevo prendermela con comodo!” Pensavo che con la mia Laurea in Scienze Politiche avrei potuto sfidare il mondo e realizzare il mio desiderio di diventare scrittrice…E invece oggi lavoro in un call center, e devo anche ringraziare il cielo di poterlo fare!!
Quali tipo di problemi deve affrontare una donna, tanto più se madre di famiglia, con una vita programmata “a tempo determinato”?
I problemi sono tanti, a cominciare da quelli economici. Con 700 euro al mese fai ben poco, specie se hai due bambini…Ma la cosa più triste è che ancora oggi, per una mamma, non è facile crescere professionalmente. Ci sono ancora aziende che non vedono di buon occhio il fatto che le loro potenziali impiegate abbiano una famiglia, dei figli.. Ci si sente discriminate, deluse, appiattite da un ambiente ostile e poco propenso a vedere che una mamma è anche altro. Spero davvero che prima o poi le cose possano cambiare, che ciascuno di noi possa dimostrare le proprie capacità, le proprie attitudini attraverso il lavoro che svolge, e, soprattutto, che si possa vivere la propria professione con gioia, rispetto ed orgoglio.
C.M. 29 anni (anonima per necessità)lavoratrice precaria call center, brillante ex-studentessa, donna, madre, persona
Fonte: sito di Sinistra e Libertà
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