mercoledì 24 dicembre 2014

Natale 1914: la pace dal basso tra le trincee


di Pasquale Pugliese
“All’inizio c’è soltanto uno che canticchia Stille Nacht, heilige Nacht. La canzone della nascita di Gesù risuona lieve e si disperde lentamente nel paesaggio spettrale delle Fiandre. Poi, però, quel canto si diffonde lungo il fronte come un’ondata, <<da un riparo all’altro e dall’intera linea scura delle trincee risuonò: “Schlafe in himmlischer Ruh”>>. Dall’altra parte del fronte, a cento metri di distanza, nelle postazioni degli inglesi, rimane tutto tranquillo. Ma i soldati tedeschi sono in vena e, canzone dopo canzone, danno vita ad un concerto di <<migliaia di voci umane, da ogni dove>> fino a che, dopo Es ist ein Ros entsprungen, rimangono senza fiato. Svanita l’ultima nota, gli uomini che si trovavano dall’altra parte aspettano ancora un minuto, poi cominciano ad applaudire e a gridare: <<Good, old fritz>> e <<encore, encore>>, <<more, more>>. Bis, bis.”
E’ questo l’incipit del libro del giornalista tedesco Michael Jurgs che con il libroLa piccola pace nella Grande guerra (2003, edito in Italia nel 2005 da il Saggiatore, con successive ristampe) fa conoscere al grande pubblico la notizia della disobbedienza civile di massa compiuta la notte di Natale del 1914 dai soldati degli opposti eserciti lungo la linea del fronte della “grande guerra”, che sospesero le ostilità e fraternizzarono.

lunedì 15 dicembre 2014

La pretesa impossibile della minoranza Pd

Stefano Morselli


Diciamola chiara: la minoranza Pd pretende l'impossibile. Pretende che Renzi non sia Renzi. Pretende, addirittura, che il Pd sia un partito "di sinistra", nonostante siano passati ben sette anni da quando il primo segretario - Veltroni, mica Renzi - chiarì con apprezzabile ma largamente ignorata sincerità che il Pd doveva essere un "partito riformista MA NON di sinistra". Si può discutere se la prima enunciazione (riformista) abbia avuto concretamente un seguito adeguato, ma è indiscutibile che la seconda (non di sinistra) corrisponda a ciò che è accaduto, fino alle estreme conseguenze odierne, che forse vanno anche al di là di ciò che Veltroni immaginava e annunciava.

Dunque, che senso ha ripetere, un giorno si e l'altro pure, "saremo leali, ma pretendiamo autonomia" (Cuperlo); ""Basta nemici immaginari, segretario devi ringraziarc" (D'Attorre); "Stiamo cambiando idendità, stiamo cambiando funzione politica. Stiamo diventando il partito dell'establishment che mette in atto l'agenda della Troika" (Fassina); "Se Renzi si presenta con il jobs act... se Renzi continua così... si costituirà un partito a sinistra del Pd" (Civati). Eccetera, eccetera.

Non che si voglia rovinare la suspence attorno a tutti quei"se" e quei "ma". però non c'è bisogno di ricorrere al mago Otelma per prevedere che sì, Renzi continuerà ad essere Renzi, il Pd continuerà ad essere un partito "non di sinistra", le alleanze continueranno ad essere da una parte con Alfano, dall'altra con il Banana. Come ha ben chiarito lo stesso Renzi, anche lui con apprezzabile sincerità: il segretario sarò io fino al 2017, il governo sarà questo fino al 2018. Salvo che, ovviamente, i "dissidenti" non decidano di prendere atto della realtà e trarne le debite conseguenze. Altrimenti, bisognerà concludere con quel vecchio adagio popolare: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

giovedì 11 dicembre 2014

Lo sciopero e sacrosanto, ma non può sostituire la battaglia politica

 Stefano Morselli

Venerdì c'è lo sciopero generale. I motivi sono jobs act, legge di stabilità, politiche economiche e industriali, mancato rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Credo che lo sciopero e le manifestazioni andranno bene, avranno una grossa partecipazione. Ma, sinceramente, non so dire se e quanto incideranno concretamente, in senso migliorativo, sulle decisioni già adottate e sugli orientamenti generali del governo. Me lo auguro, naturalmente. Ma ne sono tutt'altro che sicuro.

Il problema, tutto politico, è che, da questo governo, è ben difficile attendersi una svolta: non su questa o quella legge, non su questo o quel comma - che pure sarebbe già qualcosa - ma proprio sul'insieme della "vision" e della "mission" che il governo si è dato e persegue. Sarebbe molto opportuno accantonare,una volta per tutte, le illusioni e le ingenuità, vere o simulate che siano. Non si tratta dell'atteggiamento, spesso sgradevole, del presidente del consiglio e segretario del Pd, o dell'enfasi fastidiosa con la quale i suoi più zelanti corifei recitano sempre le stesse formulette imparate a memoria. Si tratta di strategie, alleanze politiche e sociali, percorsi, che possono piacere o non piacere, ma che non si può fare finta di non vedere e di non capire. Se non piacciono, non si possono fronteggiare con piccoli mugugni, piccole manovre correntizie, piccoli accomodamenti alla giornata e alla "io speriamo che me la cavo".

Serve altro. Serve una battaglia alla luce del sole. Serve una alternativa possibile. Il che, ovviamente, non può e non deve essere il mestiere dei sindacati. E' (sarebbe) il mestiere di una forza politica della sinistra. Se esistesse. Se la si volesse costruire, invece di rinviare tutto e sempre alle calende greche. Espressione, quest'ultima, che si dovrebbe modificare in "calende italiane", dato che in Grecia una sinistra forte l'hanno ri-costruita e secondo i sondaggi è la prima forza politica di quel Paese. Ma questa è un'altra e tormentata storia. Intanto, facciamo in modo che venerdì, dai luoghi di lavoro e dalle piazze, arrivi al capo del governo e segretario del Pd un messaggio bello grosso. Un tweet, dato il personaggio: non in nostro nome.

mercoledì 10 dicembre 2014

ECONOMIA SOLIDALE, UNA RISPOSTA ALLA CRISI

di Katia Pizzetti
La Regione Emilia Romagna ha approvato una legge con cui riconosce il modello economico sociale di chi propone un nuovo modo di vivere il mercato
Con l’approvazione all’Assemblea Regionale del 22 luglio scorso del progetto di legge, “Norme per la promozione e il sostegno dell’economia solidale”, elaborato grazie alla collaborazione tra Amministrazione e Associazioni del territorio unite nel CRESER (Coordinamento Regionale dell’economia solidale), l’Emilia Romagna è la prima regione che riconosce e regola un modo diverso e nuovo di vivere il mercato. L’obiettivo della legge è di promuovere l’Economia Solidale e stimolarne la progettualità senza ricorrere a finanziamenti esclusivi, ma puntando invece ad introdurre nuovi strumenti  di gestione e misure di sostegno. E’ una tra le prime leggi italiane che norma il vasto settore dell’Economia Solidale, costituito da diverse organizzazioni, piccoli produttori, aziende sostenibili e consumatori consapevoli. La nuova legge regionale costituisce un formale riconoscimento dell’Economia Solidale come modello economico-sociale e culturale improntato a principi di eticità e giustizia, di equità e coesione sociale, di solidarietà e centralità della persona che promuove i beni comuni assicurandone l’utilizzo collettivo e sostenibile a beneficio delle comunità e delle generazioni future. Si pone come valida risposta alla crisi economica,proponendo un modo diverso di vivere il mercato, che rimetta al centro i beni comuni e la collettività che non rifiuta il profitto ma lo mette al servizio del bene comune.

Fatto Secondario - Mora (Cgil): manca una Syriza italiana

 Cosimo Pederzoli
"C'è chi ritiene che la partecipazione possa essere considerata un orpello e che siano altre le istanze in cui prendere decisioni, ad esempio gli organismi economici internazionali, questi ed altri atteggiamenti portano inevitabilmente ad una disaffezione verso la partecipazione democratica e quindi al voto". Senza tanti giri di parole il deputato Sel Franco Bordo apre l'incontro 'Fatto secondario', svolto martedì sera a Pieve Modolena, un momento di analisi sull'astensionismo che ha caratterizzato così fortemente l'ultima tornata elettorale regionale. Scontrini pazzi e manette per giochi erotici certo, ma non solo. Tra i relatori la neo consigliera del Pd Silvia Prodi con il (neo) collega Yuri Torri di Sel e il segretario provinciale Cgil Guido Mora. "La partita regionale è diversa dal quadro nazionale ma è certo che le tante promesse non mantenute da Renzi abbiano creato un clima di sfiducia tra i cittadini - sottolinea Bordo - Senza contare alcuni atteggiamenti del tutto contraddittori: il presidente Renzi prima si indigna per la sentenza di prescrizione al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, responsabile della strage eternit (centinaia le vittime anche a Reggio Emilia, ndr), poi qualche giorno dopo depenalizza i reati ambientali. Alla fine sembra che il messaggio sia: del tuo voto non ce ne frega niente".

martedì 9 dicembre 2014

La flat tax di Salvini e Berlusconi: togliere ai poveri per dare ai ricchi.

Michele Bonforte
coord. prov. SEL Reggio Emilia

Da alcune settimane Salvini fa notizia. Sull’onda dei sondaggi che lo danno in grande rimonta, cerca di darsi ora un tono da statista. Per evitare di parlare sempre e solo di immigrati a cui dare le colpe di ogni cosa, ora affronta di petto le soluzioni per tirar fuori il paese dalla crisi economica e sociale in cui versa da anni.
La proposta che più mi ha colpito è quella della cosiddetta flat tax, cioè l’idea che il prelievo fiscale sia fatto con una aliquota uguale per tutti. Mi sono fatto subito i conti in tasca: sul mio reddito lordo di 24.000 euro attualmente pago un’irpef totale (comprensiva di quella regionale e comunale) di 4.641. Con la flat tax del 20% ne pagherei altri 170. Quindi per me ci sarebbe un aumento della tassazione. Ciò accadrebbe a tutti coloro che hanno redditi sotto i 25.000, cioè la maggioranza dei contribuenti. Ci guadagnerebbero i contribuenti sopra quella soglia, soprattutto quelli molto sopra. Non è un caso che Berlusconi è entusiasta di questa proposta, e non solo perché personalmente ne avrebbe grande beneficio, ma perché il primo in Italia ad averla proposta è stato proprio lui, con una aliquota più prudente del 33%. In 10 anni di governo del centro destra, con la Lega Nord dentro, questa proposta non è stata messa in pratica, per la semplice ragione che già con il 33% non si riusciva a capire come sostenere la spesa pubblica.
Così come è proposta la flat tax in italia sarebbe un trasferimento dai poveri ai ricchi. Per evitare questo aggravio sui poveri occorrerebbe esentare una fascia iniziale di reddito. Così non sarebbe più una flat tax, ma una tassazione progressiva basata sulle detrazioni. I poveri non avrebbero un aggravio di tasse, ma subirebbero i tagli al welfare necessari per coprire la grande riduzione che comunque avrebbero i ricchi.
Rimane da dire che in Italia una forma di flat tax c’è già: la tassazione irpef regionale e comunale. Da quanto è stata introdotta, tutti gli studi hanno dimostrato come pesi di più sui redditi bassi che non su quelli alti.
Forse la flat tax più che introdurla, bisognerebbe eliminarla.

domenica 7 dicembre 2014

Il grande imbroglio del "partito della nazione"

Stefano Morselli

Mirko Coratti, chi era costui? Voi, a meno che non abitiate a Roma e non vi interessiate di politica, non lo sapete. Nemmeno io lo so. O meglio: non lo sapevamo, nè voi nè io, fino a qualche giorno fa. Cioè fino a quando il suo nome non è comparso tra i tanti coinvolti nella inchiesta Mafia Capitale. E dunque, abbiamo saputo che Mirko Coratti è (era, adesso si è dimesso) il presidente Pd del Consiglio comunale di Roma, e che risulta indagato per corruzione, precisamente per una mazzetta da 150.000 euro. Lui, più o meno come tutti gli altri, in particolare i politici, ovviamente si dichiara estraneo ai fatti. Vedremo. Almeno per qualche istante, facciamo finta di crederci.
Poniamo che Mirko Coratti sia una persona per bene, che non ha nulla da spartire con il malaffare. Se volessimo conoscere la sua carriera politica, consultando il suo sito ufficiale http://www.mirkocoratti.it/biografia/, nel quale parla benissimo di se stesso, saremmo indotti a pensare che tutte quelle belle cose le ha fatte nel e con il partito che lo ha designato al prestigioso incarico che ricopriva fino a pochi giorni fa. Invece no. Lui lo nasconde accuratamente, ma fino a qualche anno fa era - niente meno - capo di Forza Italia a Roma e appassionato fan del Banana. Poi si sarà redento, penserete voi. Infatti, in tempi più recenti, è rimasto folgorato sulla via di... Mastella. Ed è entrato nell'Udeur.
Forte di questo referenziato curriculum politico, il nostro è infine approdato al Pd, ricevendone immediati e meritati riconoscimenti. Secondo l''Espresso, era in predicato di entrare in giunta comunale (assessorato urbanistica o lavori pubblici), nel quadro delle manovre per ingabbiare il sindaco Marino e grazie al titolo di "vicinanza" al potente capo-corrente Enrico Gasbarra, ex democristiano di obbedienza andreottiana, ex popolare, ex rutelliano, ex bersaniano e (guarda caso) da qualche tempo renziano.E dunque. Anche ammesso - e tutt'altro che concesso - che il Coratti risulti penalmente candido come un giglio, voi trovate politicamente normale questa storia? Dite di no? Vi sbagliate. In Italia, nel grande "partito della nazione", è normale. Di più: è teorizzata e auspicata. Con buona pace di chi, ogni volta, si costerna, si indigna, si impegna. Poi getta la spugna con gran dignità (cit. Fabrizio De Andrè)

Se vuoi la pace difendi la pace

di Pasquale Pugliese


Le ragioni della Campagna “Un’altra difesa è possibile”
Il 10 dicembre – Giornata internazionale dei Diritti Umani – è la prima giornata di mobilitazione nazionale per la Campagna Un’altra difesa è possibile, per l’istituzione e le modalità di finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
E’ una proposta di legge di iniziativa popolare – uno dei due strumenti di democrazia diretta previsti dal nostro ordinamento (l’altro è il referendum) – che rappresenta un salto di qualità per il movimnto per la pace. Fino a non molto tempo fa, difronte alle diverse esplosioni belliche, “i pacifisti” si limitavano a fare appelli o mobilitazioni estemporanee che servivano forse più a sentirsi a posto con la coscienza, a dare sfogo alla giusta indignazione, che a fermare realmente le guerre. Neanche l’enorme mobilitazione internazionale di piazza del 2003, contro la seconda guerra nel Golfo, è riuscita a bloccare o a rimandare la partenza di un solo bombardiere. Oggi – insieme alla “Campagna Taglia le ali alle armi”contro gli F35 che incalza i governi con dati incontrovertibili obbligando i parlamenti a pronunciarsi sui tagli – il movimento per la pace italiano ha avviato un nuovo percorso condiviso, con lo scopo di mettere al centro della propria azione gli unici strumenti davvero efficaci per una lungimirante politica di pace: il disarmo e la costruzione delle alternative alla guerra. Agendo contemporaneamente sul piano organizzativo, politico e culturale.

sabato 6 dicembre 2014

Ordinanza same sex - In 90 giorni non è stato fatto niente


In queste ore le discussioni relative a Sentinelle in Piedi, 'teoria del gender' ed omosessualità, e posizioni della Curia si susseguono senza sosta. Il confronto aperto è sempre una buona cosa in una società democratica. Quello che però oggi, ci chiediamo noi è altro.
A quasi 90 giorni dall'approvazione della nostra mozione per la trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero nei registri del Comune di Reggio Emilia, ancora non c'è stata l'ordinanza del sindaco Luca Vecchi. Il 9 dicembre scadono i termini massimi per la presentazione dell’ordinanza. Alcune coppie, in questi mesi, sono andate negli uffici comunali per la trascrizione del proprio matrimonio ricevendo la solita risposta: “Non siamo pronti, venite il 9”. Ma ad oggi dell’ordinanza non se ne sa nulla. Le parole del sindaco Vecchi, in Sala del Tricolore, quel giorno ci avevano riempiti di speranza ed orgoglio. Le 1500 firme di cittadini e cittadine avevano dimostrato una volontà forte, la votazione favorevole da parte di quasi tutta la maggioranza e dalla totalità del Movimento 5 stelle aveva infine dimostrato che gli eletti in Consiglio comunale, che rappresentavano circa un 70% dei votanti reggiani, erano a favore e sostenevano con forza questo gesto politico.

sabato 29 novembre 2014

Un milione di euro per De Sanctis, un milione di dubbi per i cittadini


Un milione di euro per De Sanctis.
Un milione di dubbi per i cittadini.

L'Amministratore delegato dimissionario De Sanctis è stato scelto e approvato dall'assemblea soci di Iren. I Comuni, ed i sindaci quali legali rappresentanti, hanno oltre il 50% delle azioni di Iren, per cui l'incarico è stato affidato a questa persona dai nostri sindaci meno di un anno fa. Il buonuscita da 950mila euro è senza ombra di dubbio incoerente con il periodo di crisi che stiamo vivendo oltre ad offendere i lavoratori dell'azienda stessa, e non solo. Se esistono così ampie disponibilità economiche all'interno dell'azienda sarebbe bene che venissero utilizzate per migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti o per piani di manutenzione.

giovedì 27 novembre 2014

La Grande Astensione, un silenzio che parla

                                                                               Stefano Morselli

La percentuale di astensioni in Emilia Romagna - ma anche in Calabria la larga maggioranza non è andata a votare - dimostra che esiste un enorme bacino di elettori che si sono autoc-congelati. Per svariati motivi che, come si dice con formula di rito alquanto banale, dovranno essere oggetto di attenta riflessione. Ma il dato di fatto è quello: quasi due terzi degli elettori non hanno trovato una proposta convincente sul mercato elettorale. Una parte - certamente più ampia che nelle quote fisiologiche di astensionismo del passato - probabilmente non tornerà comunque a votare, quanto meno non tornerà in modo regolare. Un'altra parte, anche più ampia, è in stand by. In mezzo a quest'ultima, ci sono tanti (ex) elettori di sinistra, che hanno cominciato o hanno terminato) di capire dove è già arrivato e dove sta andando il Pd. Non specificamente in Emilia Romagna, ma verosimilmente anche in Emilia Romagna, se nessuno - dentro e fuori quel partito - farà una adeguata battaglia politica per contrastare quel percorso e indicarne un altro, verosimile e verificabile. Questi (ex) elettori della sinistra e del Pd si sono resi conto che così non va. Non vogliono votare a destra, non vedono o non si fidano dei pezzi sparsi della sinistra, quindi esprimono con l'astensione il loro malumore, il loro disorientamento, il loro dissenso.

Non a mio nome

All’attenzione di:
Titti Di Salvo, Luigi Lacquaniti, Fabio Lavagno, Gennaro Migliore, Martina Nardi, Ileana Cathia Piazzoni e Nazzareno Pilozzi


Michele Bonforte
caro/a compagno/a,
la tua scelta di lasciare Sinistra Ecologia Libertà, per aderire ad altri gruppi parlamentari, è stata per me fonte di profondo malessere.
Non sono fra quanti credono nell’idea di un mandato imperativo dato dagli elettori agli eletti, anche per il sol fatto che non si saprebbe chi dovrebbe giudicare e come il rispetto di tale mandato. Per questo penso che, malgrado non lo abbia condiviso, la tua scelta di condurre la tua battaglia politica da un’altra postazione stia all’interno della facoltà di ogni parlamentare ha di interpretare il mandato politico ricevuto.
Quello che invece non riesco ad accettare è l’aver sostenuto il jobs act, in modo, si apprende dai giornali, determinante per la sua approvazione alla camera dei deputati. Non riesco ad immagine come possa aver inteso il consenso ricevuto dagli elettori che hanno votato Sinistra Ecologia Libertà, in modo da renderlo compatibile con il sostegno all’abolizione dell’art. 18, al demansionamento coattivo, alla telesorveglianza dei lavoratori, ecc.
Avresti potuto, come altri del PD, segnalare il tuo dissenso nel merito del provvedimento. Hai invece scelto di permetterne l’approvazione.
Credo che in questo caso tu stia disattendendo la sostanza politica del consenso che hai ricevuto. Stai facendo l’esatto opposto di quello che hai detto, contribuendo così ad allargare il solco fra rappresentanti e rappresentati.
Voglio proprio che tu lo sappia: quando ho votato pensavo fosse chiaro cosa pensavamo dei diritti dei lavoratori. Tu ora stai agendo con la forza del mio consenso, ma contro la mia volontà.
Quello che fai non è a mio nome.

mercoledì 26 novembre 2014

La sinistra che vorrei, la sinistra che verrà.

Michele Bonforte

La mutazione genetica del PD di Renzi, apre alla sua sinistra spazi di speranza o di disperazione. Se prevarrà l’uno o l’altro scenario dipenderà da cosa farà nei prossimi mesi la sinistra rissosa e frantumata che ci ritroviamo.
La disperazione è quella che potrebbe portare milioni di cittadini, spesso lavoratori, precari e/o disoccupati, al disincanto, alla fuga dalla politica, a farsi coinvolgere in avventuristiche iniziative di stampo populista.
La speranza è quella di costruire uno spazio politico a sinistra che sia in grado, per idee e dimensioni, di condizionare il quadro politico, di condizionare cioè ciò che concretamente si fa.
Per realizzare tale speranza occorre rimuovere le scorie che hanno frantumato la sinistra in questi anni, superando due errori capitali che sono alla base della sua attuale inconcludenza: il minoritarismo ed il verticismo.

martedì 25 novembre 2014

Intervista a Yuri Torri (Reggionline) "Dobbiamo creare lavoro sul territorio"


REGGIO EMILIA - "E' stata una sorpresa, non me la aspettavo davvero". La prima sensazione di Yuri Torri, neoconsigliere regionale di Sel, è di stupore per l' elezione al consiglio regionale. Il candidato reggiano di Sinistra ecologia e libertà viene dalla montagna, da Casina, esattamente come l' altro consigliere regionale eletto, Igor Taruffi, diventato famoso perché sostenuto da Francesco Guccini, che viene dall' appennino bolognese. Yuri Torri è consigliere comunale a Casina dal 2006 eletto nei Ds, poi passato al Pd e infine a Sel. "Il secondo più votato", ci tiene a dire. Ha 33 anni e lavora agli sportelli commerciali di Iren a Formigine per conto di una società fornitrice di servizi. E' laureato in Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì e ha ricoperto anche il ruolo di assessore alle attività produttive a Casina. Racconta Torri a Reggionline: "La competenza principale che porterò in Regione è quella della mia esperienza amministrativa, anche se si tratta di un comune piccolo. Il tema su cui lavorerò è quello del presidio del territorio per evitare che, dalle zone periferiche, la gente se ne vada. Dobbiamo investire per creare lavoro sul territorio".

lunedì 24 novembre 2014

PAGLIA: STRAPPARE SCETTRO A PD E DESTRA

Giovanni Paglia
deputato SEL
Quando la campana suona, suona per tutti.
In Emilia Romagna non c'è chi possa festeggiare e chi deprimersi, dopo che i partiti hanno messo in scena se stessi davanti a una platea vuota.
Ci sarebbe piuttosto da recitare con umiltà un mea culpa corale, ma soprattutto da riattivare quell'intelligenza che ti consenta di capire le ragioni di questa fuga di massa dal voto, al di la dei piccoli e grandi scandali morali.
Per quanto mi riguarda, io dico da mesi che nell'astensione si trova oggi il motore possibile di quel cambiamento che sfugge al paese, e che non ha nulla a che fare con Renzi e i suoi. Per questo credo che nel rapporto con quel mondo, tanto vasto oggi nella mia Regione, possa costruirsi una sinistra in grado di strappare lo scettro a questo PD e alla destra.
Non c'è tuttavia nulla di automatico, ma piuttosto una sfida terribile, di quelle che affrontammo in altri tempi e non certo in questi ultimi.
Servono quel progetto e quel soggetto che non siamo riusciti a costruire negli anni della crisi, ma che restano possibili e necessari, come ci dimostrano i voti che arrivano e quelli che fuggono.
Ripartiamo dal nostro 3,2% e dai nostri due consiglieri regionali, ma anche dal 3,7% dei compagni di AER.
Nulla ci sarà regalato, ma nemmeno noi regaleremo nulla.

L’inefficacia del governo ad affrontare la crisi economica e sociale, allontana i cittadini dai seggi. SEL premiata per la sua proposta di alternativa, elegge Yuri Torri.


Michele Bonforte
coord. prov. SEL Reggio Emilia

Alcuni forse non lo sapevano, altri saranno rimasti colpiti dalla questione morale che ha investito la Regione. Ma i più avevano in mente la crisi, il lavoro che non c’è, i redditi che diminuiscono, le speranze che si affievoliscono.
Chi non ha votato, ed anche quelli che si sono recati alle urne, avevano in mente Roma, non tanto Bologna.
Sono state suscitate speranze di “cambiare verso”, ma questo cambiamento non si vede, o forse è nella direzione sbagliata. La crisi si acuisce ad anche il 2015 si annuncia come un anno di recessione. Le idee del governo Renzi sono sbagliate, e per molti versi dannose. C’è il rischio che questo governo realizzi le condizioni sociali per una pericolosa svolta a destra, che si intravvede nella primazia che la Lega Nord ha conquistato nello schieramento del centro destra.
Ci vogliono evidentemente altre idee. Sono quelle di chi, con la GCIL, è sceso in piazza in questi giorni. Sono quelle che in parte abbiamo introdotto nel programma comune del centro sinistra regionale: priorità al lavoro, manutenzione del territorio, nessun consumo del suolo, riciclo dei rifiuti, acqua pubblica.
Ora sta al centro sinistra fare sul serio.
Proponiamo a Bonacini di cominciare dal piano straordinario di manutenzione del territorio: si genera lavoro, si aumenta la sicurezza di tutti. Chiediamo a quanti condividono queste idee, all’Altra Emilia Romagna, al M5S, di lavorare per obiettivi, di non chiudersi nei ruoli governo/opposizione, ma di far prevalere la ragione e l’interesse comune.
La sinistra poteva essere unita. Avremmo avuto più forze per condizionare l’operato del governo regionale. Ci abbiamo provato, ma non ci siamo riusciti. Ora si tratta di non fare di un solco un baratro. Guardiamo ai temi che ci uniscono (che sono tanti) e lavoriamo per concretizzarli.
SEL elegge due consiglieri regionali. Yuri Torri è di Reggio Emilia. E’ una scelta di cui siamo orgogliosi, per le qualità umane e politiche di yuri. E’ un risultato che SEL per la prima volta consegue a reggio. Un riconoscimento del lavoro di squadra che abbiamo fatto in questi ultimi anni, del rinnovamento che siamo riusciti ad introdurre nelle candidature. Lo abbiamo fatto per le elezioni politiche, poi per le comunali, oggi con le regionali. Per mettere anche noi da Reggio Emilia, il nostro piccolo mattone alla casa della sinistra che verrà.

sabato 22 novembre 2014

Domani votiamo SEL

Giovanni Paglia
La nostra Regione ha attraversato stagioni migliori.
Non era mai successo che potessimo nutrire dubbi sulla moralità della nostra classe politica, soprattutto a sinistra, nè che vedessimo scomparire dall'orizzonte qualsiasi credibile progetto di indirizzo, se non di cambiamento, dell'esistente.
Viviamo giorni difficili, in cui la povertà, la disoccupazione, l'assenza di prospettive che dilagano in Italia non lasciano immune l'Emilia Romagna.
Viviamo giorni in cui guardiamo con trepidazione i fiumi, dopo aver conosciuto le inondazioni e il terremoto, senza poter credere fino in fondo a chiunque ci dica che è l'ultima volta.
Abbiamo problemi, ed è inutile nascondercelo.
Non serve a nulla dire che il PD è ormai un partito di centro che non guarda a sinistra, ma che forse da noi è un po' diverso, in nome della storia.
Forse non è neppure vero che noi riusciremo a fare argine, a trattenere almeno la frana delle conquiste fatte dalle generazioni di ieri.
Certamente non ce la faremo da soli.
E tuttavia non è vero neppure che la salvezza sia nella fuga, nell'affermazione di identità o coerenze che siano tali solo perché rifiutino il tema del governo o lo rimandino a dopodomani.
O peggio ancora l'astensione.
Noi abbiamo deciso di provarci.
Ancora una volta nel centrosinistra, ancora una volta per provare ad usare le leve a disposizione di chi governa.
Abbiamo idee, ma non spacciamo illusioni.

venerdì 21 novembre 2014

"Nei Comuni e nelle Regioni ricostruiamo il centrosinistra"


Intervista al vice sindaco Matteo Sassi.
Resto del Carlino - Venerdì 21 Novembre


Perché Sinistra Ecologia Libertà, e perché proprio io

 Michele Bonforte
Spiegare perché si accetti di candidarsi ti può portare a un complicato discorso politico, o a proporre vuoti slogan per rendere indispensabile la tua persona. Così non è. Io lo faccio per dare una risposta ai tempi cupi che viviamo. Come momento dell’impegno politico e sociale che ha caratterizzato la mia vita. Perché non sopporto di stare a guardare mentre tutto precipita verso un futuro ostile ed incerto. Perché sento la responsabilità verso le future generazioni (e i miei figli) di provare a lasciargli un mondo migliore.

giovedì 20 novembre 2014

I sindacati secondo il Renzi-pensiero: tessere false, operai vacanzieri, sindacalisti sfaccendati

 Stefano Morselli

Dopo le tessere false della Camusso e gli autobus pagati per le manifestazioni (secondo l'autorevole Picierno-pensiero) Dopo la calendarizzazione degli scioperi ad uso dei ponti vacanzieri degli operai (secondo il non meno autorevole pensiero di tale avvocato Carbone). Ecco i sindacalisti fancazzisti del Renzi-pensiero.

Secondo il parere radiofonico (Rtl 102.5) del segretario Pd, capo del governo e presidente di turno del consiglio dell'Unione Europea, i sindacalisti sono fastidiosi cazzari che - beati loro - non avendo altro da fare tutto il santo giorno, passano il tempo a inventare pretesti per organizzare gli scioperi.

In particolare, manco a dirlo, l'abominevole Camusso. Infatti, la segretaria della nota organizzazione di scioperati scioperanti denominata Cgil, è addirittura "l'altra faccia della medaglia" rispetto al leghista-lepenista Salvini: entrambi gufi, dediti alla protesta e al boicottaggio di chi - come il segretario Pd, capo del governo e presidente di turno dell'Unione Europea - lavora alacremente per il bene degli italiani.

Domenica, chi va a votare per le elezioni regionali, in Emilia Romagna e in Calabria, se lo ricordi.

Diritto a Sinistra, negli appalti pubblici

La scorsa settimana all'incontro sul Jobs act, il nostro deputato Giovanni Paglia, ha accennato ad un argomento a mio avviso molto interessante. Ho quindi voluto approfondirlo con lui e proporlo come impegno nel caso venissi eletto. Si tratta dell' inserimento di clausole nelle regolamentazioni degli appalti pubblici, mirate ad incentivare e tutelare il lavoro buono e a contrastare il precariato.

  • "Clausola Sociale", stabilisce che nel caso si cambi appaltatore, non potranno esserci peggioramenti delle condizioni di lavoro( orario, salario, integrazioni).
  • "Bilancio Lavoro", stima quanti posti di lavoro verranno impiegati per ciascun opera pubblica, così da dare a chi dovrà decidere, una più chiara visione dell'impatto occupazionale di tale decisione.
  • "Limite Precariato", si privilegiano nell'offerta economicamente più vantaggiosa, chi dimostra di avere lavoratori con maggiore anzianità di servizio, attestati di formazione e altri fattori che denotino una continuità di rapporto. 

Questa e le altre proposte di SEL, sono proposte concrete con le quali pensiamo di poter migliorare le condizioni lavorative nella nostra Regione. Il Lavoro è al centro del nostro programma, perchè il Lavoro è al centro della vita di ogni cittadino, famiglia e collettività, il Lavoro è uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Spetta a NOI difenderlo e promuoverlo. Buon voto a tutti.

Giornata vittime Transfobia: l'identità sessuale è un diritto

 Maria Emanuela Lazzerotti
Oggi, 20 novembre, è la Giornata Internazionale della memoria delle vittime di transfobia. La violenza non conosce barriere di genere, e nel solo 2014 sono state 226 le vittime di transfobia,ed anche se non si conosce con esattezza il dato italiano, Arcigay stima che possa essere tra i più alti d’Europa.
Questa giornata deve essere non solo un momento di memoria e celebrazione, ma occasione concreta per dare ulteriore visibilità ad una battaglia di civiltà, e cioè la riforma della legge 164/1982 sul cambiamento di sesso. Quando venne emanata, la 164 fu una grande opportunità per le persone trans, ma a 30 anni di distanza è diventata il più grande ostacolo per i transessuali di emanciparsi dalla discriminazione.

Sulle periferie in rivolta e sui fomentatori d'odio (vedi Lega Nord)

 Michele Bonforte
Sulle periferie in rivolta e sui fomentatori d’odio

E’ difficile immaginare come ci si possa sentire nei panni di quelle decine di ragazzi che sono fuggiti da zone di guerra, per finire come rifugiati in un CPA a Roma. Sono scappati dai loro paesi per paura di perdere la vita, e oggi rischiano la loro incolumità nel paese che dovrebbe difenderli. Mercanti di odio, squallidi sciacalli, come i fascisti di Casa Pound, ed il neonazionalista Salvini, soffiano sul fuoco, e indicano nella condizione dei migranti la causa dei problemi che vivono gli “ultimi” degli italiani. Problemi che sono veri, per la crisi economica, per il lavoro che non c’è, per l’insicurezza di vivere in balia della criminalità.
Ma questi problemi non sono causati dai migranti, bensì dalla classe dirigente europea ed italiana, che da anni per tutelare gli interessi dei ricchi, scarica sui lavoratori il peso di una crisi feroce che essi non hanno certo causato. In particolare la responsabilità della Lega Nord è grande e non si cancella versando un po' di sangue di immigrati. Per un decennio ha sostenuto i governi di Berlusconi che ha curato i propri interessi (giudiziari e della Fininvest) e le proprie voglie (con i festini a base di giovani prostitute) lasciando il paese ad affondare in una crisi nera. E mentre Berlusconi ballava il bunga bunga, i leghisti investivano in diamanti ed oro quei soldi pubblici che avrebbero dovuto usare per informare i cittadini.
Il clima che si vuole montare intorno alla condizione dei migranti riguarda tutti, perché se lasciamo operare i maestri dell’odio, prima o poi i migranti saremo noi.

mercoledì 19 novembre 2014

Processo Eternit: uno schiaffo in faccia alla dignità dei lavoratori

 Michele Bonforte
Eternit, pg Cassazione: "Reato prescritto, condanna da annullare"
In appello, il miliardario svizzero Schmidheiny aveva avuto 18 anni per le migliaia di morti da amianto. Durante il processo un testimone a dichiarato: “A Rubiera si moriva e si dava colpa al fumo”
Uno schiaffo in faccia alla giustizia, ed alla dignità dei lavoratori. Un classico esempio di come i reati dei ricchi rimangono spesso impuniti. E’ questa la giustizia che  andrebbe cambiata. Come è pensabile cancellare una simile responsabilità? Che messaggio viene dato a chi potrebbe in altri modi causare danni simili alla salute dei lavoratori che impiega nella propria impresa?

martedì 18 novembre 2014

Come si vota?


Non si nasce uguali,si diventa eguali

Michele Bonforte

C’è chi, con una certa faciloneria, sostiene che non esista più differenza fra sinistra e destra, e che anzi gli stessi concetti siano superati. La crisi economica e sociale che stiamo vivendo mi pare invece rafforzi il senso di questa distinzione. Sinistra e destra non differiscono semplicemente per la diversità degli interessi che rappresentano, ma per la stessa antropologia che suggeriscono.
La destra pensa che la diseguaglianza sociale serva a  stimolare la competizione fra individui, con benefici per la società intera. Per la sinistra la diseguaglianza sociale non solo è eticamente riprovevole, ma è causa della rovina delle società, perché disperde l’inventiva e la voglia di fare di chi, provenendo dai ceti popolari, non ha i mezzi per realizzare le proprie potenzialità. Mentre chi proviene dai ceti ricchi, e magari ha meno capacità, si ritrova ad ereditare ruoli dirigenziali che influiscono negativamente su tutti.

lunedì 17 novembre 2014

Cambiare la scuola? Basta alle 'classi pollaio'

 Michele Bonforte
Le classi pollaio a cui siamo abituati da anni impediscono una didattica personalizzata e mettono in percolo la sicurezza degli alunni.
Quando un governo dice di voler mettere al centro la scuola, in genere si riferisce al mirino del Ministro del Bilancio, che punta ad altri tagli.


Sono 8 i miliardi tolti al sistema scolastico negli ultimi anni, mentre aumentavano gli alunni. Oggi la scuola si regge sul volontariato e lo spirito di missione dei lavoratori della scuola.
Prima di parlare di altre riforme, partiamo dalla base: dal numero di alunni per classe. Occorre mettere un limite massimo, e non una media nazionale. Insegnare in classi da 30-34 alunni è praticamente impossibile. Tutti i modelli didattici attuali si basano sulla personalizzazione del percorso formativo, cosa impossibile da fare con questi numeri. Portare il limite massimo a 24 alunni per classe è la prima riforma da fare.
Ne avrebbe giovamento anche la sicurezza dei nostri figli, oggi costretti in aule e laboratori con spazi progettati quando le classi erano con meno alunni.

Cosa fare per favorire la permanenza in montagna dei giovani

Yuri Torri

Oggi vado a Castelnovo Monti. Di seguito un po’ di appunti su quel che penso potrebbe fare la Regione per favorire la permanenza in montagna come in altre zone ‘periferiche’ soprattutto dei più giovani. E’ parte di quel che abbiamo portato nel programma di coalizione e su cui lavoreremo.
I temi da affrontare, su cui discutere raccogliere critiche e suggerimenti sono diversi. A partire da un cambiamento nella logica di certe decisioni e nei metodi. Non è possibile usare sempre il criterio del numero degli abitanti per determinare le scelte amministrative. Può sembrare teoria, in realtà è una questione molto pratica.
Il tema dell’assistenza sanitaria ce lo dimostra. Il servizio che fornisce l’ospedale di Castelnovo Monti non vale solo per il numero di persone curate ma anche e soprattutto per il contesto in cui è fornito. Per il punto di riferimento che costituisce per un territorio esteso su quasi metà del territorio provinciale. Che non può essere messo in discussione.
Il problema non è che all’ospedale di Castelnovo ci sono poco nascite, ma perché ci sono poche nascite. Con una maggiore conoscenza del territorio e sforzandosi di cambiare logica le istituzioni possono dare risposta alle esigenze dei più giovani, che dai territori periferici non si vogliono spostare. 

sabato 15 novembre 2014

Le proposte di Sel per l'Emilia Romagna: lunedì 17 novembre incontro a Bagnolo in Piano

Lunedì 17 novembre, ore 20.30
Maki Pub, via Boiardo 4/4, Bagnolo in Piano  (vicino sede polizia municipale)



DIRITTO, a SINISTRA
Le proposte di SEL per l’Emilia Romagna

Incontro pubblico con:

Gian Guido Naldi, consigliere regionale uscente

Stefano Masia, candidato al consiglio regionale 

Mara Bertoldi, assessore comunale scuola, ambiente, attività produttive

Gian Guido Naldi                                         Stefano Masia                                         Mara Bertoldi     

Con Juncker la finanza è al governo in Europa

 Michele Bonforte
Per creare lavoro e favorire la crescita economica ci vuole una manovra espansiva europea. Ma mentre lavoratori (e imprese) ne avrebbero un benefecio, la finanza teme la svalutazione dei propri asset.
Grazie al giornalismo d’inchiesta dell'International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ), ora sappiamo quello che avevamo sempre sospettato: la finanza ha propri rifugi dentro l’Europa, dove allegramente violare le leggi degli altri stati. Mentre noi comuni mortali paghiamo tutte le tasse sulle nostre retribuzioni, la finanza europea ha usato il Luxemburgo per evadere legalmente il fisco. E mentre la tecnocrazia europea chiedeva di tassare i redditi bassi e tagliare i servizi sociali, garantiva l’impunità alle grandi ricchezze finanziarie.
Ora chi ha inventato questo meccanismo è passato a guidare l’Europa. Jean-Claude Juncker presidente della Commissione Europea, per 18 anni è stato Presidente del Consiglio del Lussemburgo. Finché costui rimarrà al suo posto difficilmente potranno esservi manovre economiche espansive promosse dall’Europa. I lavoratori e imprese ne avrebbero beneficio, ma i crediti della finanza (cioè gran parte del debito privato e pubblico europeo) sarebbe svalutato. Al rischio dell’investimento in attività produttive hanno preferito la certezza del rendimento sul debito. E’ proprio questa montagna di capitali dediti alla speculazione finanziaria che pesa come un macigno sulle nostre spalle.
Oggi Renzi chiede un cambio di passo delle scelte economiche europee. Ma solo un mese fa ha votato per Juncker, preferendo l’asse con la destra non solo in Italia ma anche in Europa. Non era una scelta obbligata. L’alternativa c’era e si basava sulla convergenza proposta da Tsipras fra socialisti, sinistra europea e liberali.

venerdì 14 novembre 2014

Se Rete collabora con Orfei

 Cosimo Pederzoli
Ci riempiamo la bocca di parole dal roboante sapore vittorioso e autocelebrativo come "La Città delle persone" la "casa internazionale dell'educazione mondiale" e tante belle filastrocche. Poi succede che l'Asp Reggio Emilia Terza Età (di cui sono soci i Comuni di Reggio, Albinea, Bagnolo, Cadelbosco di Sopra, Castelnovo Sotto, Quattro Castella e Vezzano) attivi una collaborazione con il circo Orfei (è poi l'Orfei??) per un apposito spettacolo convenzionato a 5 euro. Parliamo dello show con animali di domenica 16 alle 10,30. Il comunicato di Rete parla chiaro: "Il Circo è uno spettacolo capace di evocare i sentimenti più differenti, dallo stupore per i voli vertiginosi dei trapezisti, alla contrastante sensazione per gli animali che si esibiscono per il nostro divertimento, ma anche così vicini e affezionati alla famiglia circense...".

Nichi Vendola al Malaguzzi Domenica 16 Novembre alle ore 10


giovedì 13 novembre 2014

Software e libertà

Michele Bonforte
SEL propone l’adozione del software libero nella pubblica amministrazione come sinonimo di indipendenza dalle multinazionali, di difesa della privacy e dell’accesso ai dati, e perché no, di risparmio.
L’informatica e la comunicazione stanno rivoluzionando le nostre esistenze, ed il nostro lavoro. Ma cosa avviene sotto il cofano dei complessi sistemi che gestiscono i nostri dati, i nostri soldi, la nostra identità? Lo sanno solo le multinazionali del settore, che fanno dell’uso segreto dei nostri dati la fonte del loro business e del loro potere. Solo adottando software libero, controllabile e verificabile, nella gestione dei dati pubblici è possibile garantire riservatezza e tutela della privacy. In questo modo si stimola anche la nascita di giovani aziende locali di supporto all’uso del software libero, invece di foraggiare le posizioni di monopolio di grandi multinazionali.

martedì 11 novembre 2014

#risingeneration, il futuro siamo noi

di Stefano Masia
Ai candidati alle elezioni regionali è stato chiesto dai ragazzi della Rete studentesca dell'Emilia Romagna, di aderire alla campagna #risingeneration che si propone di concretizzare l'impegno delle forze politiche ad affrontare insieme alle rappresentanze degli Studenti una discussione sul futuro del sistema formativo dell'Emilia-Romagna. Con molto piacere ho accettato, perché prima che candidato sono anche uno studente universitario e penso che la loro proposta sia più che valida. Credo quindi che il prossimo consiglio regionale, debba affrontare la questione in modo serio e approfondito. Il diritto allo studio non è qualcosa di accessorio, è su quello che, una società civile e lungimirante, pone le proprie basi, perché è del futuro che si parla e #ilFuturosiamoNoi.

La cura del territorio

Michele Bonforte
SEL propone un piano straordinario di manutenzione idrogeologica del territorio, priorità alla riconversione delle aree dismesse.
Cura del territorio, zero consumo di suolo, beni comuni.
Una regione che cresce senza consumarsi, tutela il suolo e il paesaggio come beni comuni perseguendo l’obiettivo di piani urbanistici a impatto zero e di una legge quadro per il riuso e la riconversione delle aree dismesse. Che stanzia più risorse per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici. In buona parte della regione si è costruito senza norme antisismiche e il territorio mostra fragilità anche in occasione di eventi meteorologici non eccezionali, serve un piano che metta in cantiere tante piccole e decisive opere di messa in sicurezza. Una scelta, anche ai fini dell’occupazione, molto più utile di alcune grandi opere.

lunedì 10 novembre 2014

#jobsact il paradosso di creare lavoro licenziando


Più uguaglianza sociale per uscire dalla crisi

 Michele Bonforte
Per SEL i valori della sinistra sono il cuore dell’Emilia Romagna.
L’ingordigia dei ricchi è la causa della crisi. La diseguaglianza estrema instaurata in questi anni, erode la democrazia, diffonde paura e rancore. La sinistra è lotta per l’uguaglianza. Solo nel libero sviluppo delle capacità di tutti, poveri o ricchi che siano, si evolve l’intera società. La nostra regione ha costruito sul valore dell’uguaglianza e della solidarietà sociale la propria forza e la propria civiltà. Per questo mi impegno a sostenere le iniziative che concretamente la regione può intraprendere per avere più eguaglianza: nel lavoro, nello studio, nella salute, nella mobilità, nella vivibilità urbana.
Perché la sinistra e i suoi valori sono il cuore dell’Emilia Romagna.

sabato 8 novembre 2014

Finalmente si scopre il Re degli evasori fiscali

di Laura Vezzosi

Jean-Claude Junker presidente della Commissione Europea,
per 18 anni Presidente del Consiglio del Lussemburgo:
il secondo paradiso fiscale più grande al mondo.

Finalmente scoppia il caso Wikileaks per il Lussemburgo: Luxleaks.
Letteralmente: il Lussemburgo gocciola, fà acqua.

Ma si è scoperta solo l'acqua calda, ovvero che il Lussemburgo ha aiutato una marea di società (l'inchiesta ne cita 300) ad evadere i sistemi fiscali degli stati europei.

Salvini cerca la provocazione

 Michele Bonforte
Come i nazisti nella Notte dei Cristalli andarono a stanare gli ebrei dalle loro case e negozi, i leghisti di Salvini vanno nei campi nomadi a cercare lo scontro.
Cercano l’incidente e lo trovano. Aggrediscono e fanno finta di essere vittime. Promuovono la violenza e si dicono egalitari.
Per far dimenticare lo scandalo dei soldi del finanziamento pubblico percepito dalla Lega ed illegalmente trasformato in lingotti d’oro, Salvini cerca il sangue per ripulire la propria immagine. Prima volevano uscire dall’Italia per portare la Padania in Europa. Ora vogliono uscire dall’Europa per portare l’Italia nelle braccia di Putin. Si devono essere accorti che in Europa il razzismo è un reato. E noi in Italia fino a quando potremo sopportare chi sobilla all’odio e alla violenza? 

venerdì 7 novembre 2014

Elezioni regionali, perché votare SEL

                                                                                                            di Stefano Masia
Domenica 23 novembre si voterà in tutta l’Emilia Romagna per l’elezione del nuovo consiglio regionale. Su questo appuntamento non si nota una grande attenzione da parte dei cittadini, anche perché si tratta di elezioni anticipate (oltre che in Emilia Romagna, si voterà solo in Calabria) rispetto alla scadenza che riguarda la maggior parte delle Regioni, prevista nella primavera 2015. Però, è bene ricordare che il voto del 23 novembre sarà comunque importante, inciderà concretamente sul futuro della nostra comunità e di ciascuno di noi. La Regione, infatti, ha competenze e poteri su molti aspetti della nostra vita quotidiana: la sanità, l’ambiente, le politiche del lavoro e della formazione, i trasporti, la cultura e altro ancora. 

Sullo stato miserevole degli edifici scolastici

 Michele Bonforte
Pochi mesi fa mia moglie, che fa l’insegnante alle superiori, è stata in visita ad un istituto di formazione professionale inglese. Mi ha raccontato della sua meraviglia nel trovare un bel edificio e un decoro generale che non si aspettava, vittima anche lei dei pregiudizi derivanti dallo stato fatiscente degli edifici e delle aule in cui lavora.
Il direttore di quella scuola inglese, agli apprezzamenti, ha risposto che siamo noi italiani che abbiamo insegnato al mondo il ruolo che la bellezza può avere nella civiltà. Offrire luoghi belli e curati a ragazzi che magari vivono in quartieri marginali, è il primo passo della missione formatrice della scuola.
Se siamo stati noi italiani ad insegnarlo al mondo, dobbiamo averlo dimenticato.
La cura e la manutenzione degli edifici scolastici, ci parla della sicurezza dei nostri figli e della considerazione che abbiamo della scuola. Investire in questa direzione è urgente, e fra l’altro genere buona e nuova occupazione. 

Vogliamo un circo umano, basta animali


Michele Bonforte (coord. prov. SEL Reggio Emilia)
Lucia Lusenti (consigliera comunale SEL Reggio Emilia)
Il circo è una realtà che negli ultimi anni si è modificata radicalmente e in molti casi ha visto la 'dismissione' dell'utilizzo degli animali (parliamo in particolare di specie esotiche). Non abbiamo nulla contro l’attività circense, anzi pensiamo che sia da stimolare ed incentivare. Ma la sensibilità sul rapporto uomo-animale è molto cambiata negli ultimi anni ed il mondo circense ne deve tenere conto. Mostrare animali costretti in attività per loro innaturali e ripetitive non fa divertire, ed è altamente diseducativo per i bambini che assistano a tali spettacoli. Pensiamo sia utile che l'amministrazione comunale metta in campo campagne di sensibilizzazione per contrastare la spettacolarizzazione del dolore, celato dietro piroette e volteggi, e della vita in cattività di questi animali.

giovedì 6 novembre 2014

Papa Francesco muove il mondo cattolico

Michele Bonforte

L’attuale classe dirigente è ammalata di cinismo e di nichilismo. Ben pagati manager, superprotetti esponenti delle imprese e della finanza, giornalisti all’ombra del potere, discettano tutti i giorni delle conseguenze della crisi. Centinaia di migliaia di vite finite nel frullatore della crisi, vengono ridotte a numeri, a grafici. I sacerdoti della religione del liberismo, come antichi farisei, respingono ogni proposta eterodossa.
Chiusi nel fondamentalismo di una idea (la preminenza del mercato), sono disposti a calpestare le vite concrete delle persone. Pronti a scandalizzarsi se un urlo si leva a protesta della propria condizione, se un vetro viene infranto per rabbia, bellamente ignorano le vite spezzate, i sogni infranti, le speranze deluse dalle loro decisioni.In questo deserto morale, sola si leva la voce di un papa venuto da lontano, per dirci quello che sapevamo già, ma avevamo dimenticato. Papa Francesco ci richiama alla concretezza, alla vita delle persone, non alle idee imperiture. Per me la politica ha senso se si occupa della dignità delle persone. Sono questi i luoghi e le parole della sinistra, ora attraversati da una parte del mondo cattolico che si scongela ed entra in movimento.

Io, non credente, con questo papa mi sento a casa.