Per il segretario Mora questa sfiducia nei partiti "viene da lontano" e, una delle cause principali, sarebbero "le larghe intese"."Finché c'era Berlusconi avevamo tutti un punto di riferimento esisteva 'l'altra parte' - spiega Mora -. Ma dal governo Monti in poi la percezione è che in Parlamento, alla fine, ci si metta d'accordo abbastanza facilmente anche tra forze diverse. E' cambiata la prospettiva". Non solo l'offuscamento di connotazioni politiche forti, ma responsabilità dirette. "Questi ultimi anni sono emblematici - prosegue Mora -, la politica, in questo momento di crisi profonda, non è vista come strumento utile per cambiare il corso delle cose, per contrastare la disoccupazione ad esempio. Non sa affrontare il dramma sociale del nostro tempo, questo percepiscono gli italiani. E' grave". Il segretario Cgil ha parlato anche di "effetto Renzi": "In molti hanno visto in lui il rottamatore giovane pronto a cambiare la politica italiana, molti lavoratori dipendenti e pensionati hanno creduto in Renzi. Ma dopo otto mesi si è aperta una profonda crepa tra le promesse strabilianti e i risultati ottenuti". E se un tempo era forte il rapporto tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica, oggi questa dinamica (soprattutto a sinistra) è venuta a mancare. Tenendo tuttavia sempre conto che la maggior parte degli iscritti alla Cgil ha votato Pd, sia alle europee che alle regionali. "La sinistra oggi non offre un'alternativa credibile - chiosa Mora -. In Grecia si parla di Syriza, in Spagna di Podemos ma in Italia, per vari motivi, non esiste una forza di sinistra unita. Finché saremo in questa situazione il tema dell'astensionismo sarà sempre presente". Oltre all'analisi cosa faranno di concreto i nuovi consiglieri regionali per ricostruire il legame fiduciario con il territorio? "Non bastano i social media, mi impegnerò per essere presente settimanalmente al Quarto Circolo Pd e relazionare su quello che sto facendo, per ascoltare e accettare consigli. La fiducia non si riconquista certo in poco tempo, per la politica sarà un processo lungo". Dello stesso parere Yuri Torri per il quale "sarà fondamentale far capire cosa è la Regione ai cittadini, farla sentire vicino ai bisogni reali, costruendo un rapporto stretto con i territori. Non dobbiamo solo portare le istanze dei cittadini in Regione, ma portare la Regione dai cittadini".
mercoledì 10 dicembre 2014
Fatto Secondario - Mora (Cgil): manca una Syriza italiana
Per il segretario Mora questa sfiducia nei partiti "viene da lontano" e, una delle cause principali, sarebbero "le larghe intese"."Finché c'era Berlusconi avevamo tutti un punto di riferimento esisteva 'l'altra parte' - spiega Mora -. Ma dal governo Monti in poi la percezione è che in Parlamento, alla fine, ci si metta d'accordo abbastanza facilmente anche tra forze diverse. E' cambiata la prospettiva". Non solo l'offuscamento di connotazioni politiche forti, ma responsabilità dirette. "Questi ultimi anni sono emblematici - prosegue Mora -, la politica, in questo momento di crisi profonda, non è vista come strumento utile per cambiare il corso delle cose, per contrastare la disoccupazione ad esempio. Non sa affrontare il dramma sociale del nostro tempo, questo percepiscono gli italiani. E' grave". Il segretario Cgil ha parlato anche di "effetto Renzi": "In molti hanno visto in lui il rottamatore giovane pronto a cambiare la politica italiana, molti lavoratori dipendenti e pensionati hanno creduto in Renzi. Ma dopo otto mesi si è aperta una profonda crepa tra le promesse strabilianti e i risultati ottenuti". E se un tempo era forte il rapporto tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica, oggi questa dinamica (soprattutto a sinistra) è venuta a mancare. Tenendo tuttavia sempre conto che la maggior parte degli iscritti alla Cgil ha votato Pd, sia alle europee che alle regionali. "La sinistra oggi non offre un'alternativa credibile - chiosa Mora -. In Grecia si parla di Syriza, in Spagna di Podemos ma in Italia, per vari motivi, non esiste una forza di sinistra unita. Finché saremo in questa situazione il tema dell'astensionismo sarà sempre presente". Oltre all'analisi cosa faranno di concreto i nuovi consiglieri regionali per ricostruire il legame fiduciario con il territorio? "Non bastano i social media, mi impegnerò per essere presente settimanalmente al Quarto Circolo Pd e relazionare su quello che sto facendo, per ascoltare e accettare consigli. La fiducia non si riconquista certo in poco tempo, per la politica sarà un processo lungo". Dello stesso parere Yuri Torri per il quale "sarà fondamentale far capire cosa è la Regione ai cittadini, farla sentire vicino ai bisogni reali, costruendo un rapporto stretto con i territori. Non dobbiamo solo portare le istanze dei cittadini in Regione, ma portare la Regione dai cittadini".
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