Giovanni Paglia
La nostra Regione ha attraversato stagioni migliori.Non era mai successo che potessimo nutrire dubbi sulla moralità della nostra classe politica, soprattutto a sinistra, nè che vedessimo scomparire dall'orizzonte qualsiasi credibile progetto di indirizzo, se non di cambiamento, dell'esistente.
Viviamo giorni difficili, in cui la povertà, la disoccupazione, l'assenza di prospettive che dilagano in Italia non lasciano immune l'Emilia Romagna.
Viviamo giorni in cui guardiamo con trepidazione i fiumi, dopo aver conosciuto le inondazioni e il terremoto, senza poter credere fino in fondo a chiunque ci dica che è l'ultima volta.
Abbiamo problemi, ed è inutile nascondercelo.
Non serve a nulla dire che il PD è ormai un partito di centro che non guarda a sinistra, ma che forse da noi è un po' diverso, in nome della storia.
Forse non è neppure vero che noi riusciremo a fare argine, a trattenere almeno la frana delle conquiste fatte dalle generazioni di ieri.
Certamente non ce la faremo da soli.
E tuttavia non è vero neppure che la salvezza sia nella fuga, nell'affermazione di identità o coerenze che siano tali solo perché rifiutino il tema del governo o lo rimandino a dopodomani.
O peggio ancora l'astensione.
Noi abbiamo deciso di provarci.
Ancora una volta nel centrosinistra, ancora una volta per provare ad usare le leve a disposizione di chi governa.
Abbiamo idee, ma non spacciamo illusioni.
Sappiamo che sarà dura, che abbiamo a che fare con un alleato grande e con il fiato corto, che in questa stagione sta mutando pelle per assumerne una che non ci piace affatto.
Conosciamo tutte le critiche che ci vengono fatte, che assomigliano molto ai nostri dubbi.
Sappiamo tuttavia di avere idee che stanno dalla parte giusta, che è quella di chi lavora e di chi è stanco di vedere la propria terra offesa dal cemento e dall'assenza di cura.
Sappiamo di avere candidate e candidati competenti, generosi, vicini alle loro comunità, che non tradiranno mai il voto ricevuto.
Sappiamo che su di noi si può contare, perché non abbiamo mollato nei momenti di difficoltà e siamo insensibili al richiamo renziano.
Sappiamo soprattutto che abbiamo bisogno di tutte e tutti voi per il voto del 23 novembre, ma soprattutto per l'impegno che si apre dal 24, quando si tratterà di usare ogni spazio, ogni energia, ogni intelligenza per costruire in questo Paese un'alternativa di governo a Renzi e ai suoi.
Intanto io voto SEL.
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