Eternit, pg Cassazione: "Reato prescritto, condanna da annullare"
In appello, il miliardario svizzero Schmidheiny aveva avuto 18 anni per le migliaia di morti da amianto. Durante il processo un testimone a dichiarato: “A Rubiera si moriva e si dava colpa al fumo”.
Uno schiaffo in faccia alla giustizia, ed alla dignità dei lavoratori. Un classico esempio di come i reati dei ricchi rimangono spesso impuniti. E’ questa la giustizia che andrebbe cambiata. Come è pensabile cancellare una simile responsabilità? Che messaggio viene dato a chi potrebbe in altri modi causare danni simili alla salute dei lavoratori che impiega nella propria impresa?
Si rischia ora di creare un precedente che potrà far scuola in altri processi.
Comprendo la rabbia dei familiari delle vittime, i figli e anche i nipoti di operai o semplici cittadini che sono morti di mesotelioma pleurico, il tumore provocato dall'inalazione di polveri d'amianto, nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale elvetico-belga, di cui uno a Rubiera.
Ne comprendo i sentimenti, perché la vita mi ha messo a diretto contatto con un tale dramma. Un mio amico che lavorava al ricondizionamento dei vagoni delle FS a Bologna è morto di questa malattia. Ed ha passato la parte finale della sua vita a battersi per il riconoscimento del nesso fra malattia ed amianto, e della responsabilità delle aziende che lo utilizzavano nei loro processi produttivi.
Oggi è un giorno triste per la giustizia ed il diritto.
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