Michele Bonforte
Non c’è tema come le politiche per l’occupazione, che riesca a rendere netto e percepibile il confine fra la destra e la sinistra. Secondo l’idea che ispira il jobs act gli imprenditori non assumono perché temono l’instaurarsi di un vincolo che poi sarebbe difficilmente rescindibile. La destra usa spesso la figura retorica del matrimonio: sarebbe più facile divorziare che licenziare un lavoratore fannullone. E dunque in forza di questa paura gli imprenditori si astengono dall'assumere. Questa tesi è falsificata da decenni di indagini sul campo, ma essa viene riproposta con fideistica sicumera. Ma non è difficile constatare che licenziare non deve essere poi così difficile, se ogni anno si continuano a perdere posti di lavoro.
Per far riprendere l’occupazione occorre far riprendere la domanda interna e soprattutto gli investimenti, pubblici e privati. I nuovi investimenti hanno l’effetto di creare direttamente lavoro, di fornire reddito a chi oggi non ne è ha proprio, e dunque lo impiegherebbe prevalentemente per il proprio sostentamento, facendo decollare la domanda interna.
Per tirarci fuori dai guai occorre la mano pubblica, un nuovo New Deal.
Gli 80 euro di Renzi, una misura che sa almeno di equità sociale, rischiano di coprire un jobs act dominato dalle ricette neoliberiste di sempre, responsabili di questa crisi, ed incapaci di lenire la disoccupazione, che continua ad aumentare.
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