martedì 4 novembre 2014

Piazze agli omofobi? Il Comune ci ripensi


Maria Emanuela Lazzerotti, Michele Bonforte
E’ inammissibile che proprio durante la pausa di silenzio elettorale (22 e 23 Novembre) il Comune di Reggio Emilia conceda la piazza al Moige, associazione che si è distinta per posizioni omofobe.
Il Comune di Reggio ha concesso Piazza Martiri 7 Luglio all'associazione Moige (movimento italiano genitori) il  22 e 23 novembre. L’associazione, dietro il paravento del ruolo genitoriale, si è da tempo distinta per posizione omofobe. Questa ad esempio una delle frasi riportate sul loro sito (fino al 2004) all'interno del corso di Educazione sessuale tenuto dalla docente di biologia Leda Galli Fiorillo: "Far rientrare la condizione omosessuale nella categoria della normalità porta innegabilmente alla caduta dell'interesse scientifico verso una reale soluzione del problema. Inoltre, se è vero, come gli studi dimostrano, che l'origine dell'omosessualità risiede sostanzialmente in fattori psicologici, è facile prevedere che questa condizione sia destinata ad aumentare continuamente sotto il nuovo influsso culturale della società attuale. Francamente questo è un aspetto che dovrebbe destare seria preoccupazione, sia pure a lunga scadenza, circa il mantenimento in vita della specie umana, o, quanto meno, della nostra civiltà!"
La piazza è stata richiesta da Maria Rita Munizzi (fondatrice e rappresentante legale del Moige) che da sempre lotta contro il riconoscimento dei matrimoni gay "un'offesa verso i genitori e un atto irresponsabile nei confronti dei minori". Eppure il nostro Consiglio Comunale si è espresso a favore del riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti all'estero.
Sarebbe incredibile che durante la pausa elettorale, quando tutte le manifestazione dei partiti sono sospese, si desse invece il via a iniziative offensive della dignità di altri cittadini. Chiediamo ai responsabili competenti di riconsiderare l’autorizzazione concessa. 
E traiamo da questi eventi l’urgenza di dare applicazione in Italia alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue, in cui sono elencati tutti i possibili motivi di discriminazione da mettere al bando: il sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le convinzioni personali, le convinzioni politiche, fino alla disabilità e all’orientamento sessuale. 

 Maria Emanuela LazzerottiMichele BonforteCandidati in consiglio Regionale per Sel

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