

E’ stato il tema del lavoro al centro dei due incontri organizzati da Sinistra ecologia e libertà a Gualtieri e Sant’Ilario, alla vigilia della grande manifestazione Cgil in difesa dell’articolo 18. A Palazzo Bentivoglio, oltre alla dirigente nazionale Sel Betty Leone, sono intervenuti Enrico Ragni, coordinatore Sel a Gualtieri, e i candidati alle regionali del prossimo 28 e 29 marzo Nevino Marani e Franco Ferretti. Di fronte alla crisi e a come il governo italiano sta cercando di fronteggiarla serve un impegno per difendere il diritto al lavoro. Sì, perché l’ago della bilancia nel nostro Paese, come ha evidenziato Ragni durante la presentazione dell’incontro “Difendere il lavoro: il caso Tecnogas”, è spostato sugli interessi delle imprese. “La nostra – ricorda Ragni – è una repubblica fondata sul lavoro, eppure stiamo assistendo all’oscuramento dei diritti del lavoro. Ricordiamolo pure: se le conquiste cessano di essere tali ne va della democrazia. E la conseguenza è una sorta di “darwinismo sociale” in cui l’ultimo compete con il penultimo. Di fronte a tutto ciò la coscienza sociale è andata scemando e il lavoro ha perso il suo valore”. E allora che rimane?
Nessun controllo del capitale, nessuna regola e la gente perde fiducia. Lo dice più volte Nevino Marani, metalmeccanico Tecnogas da anni impegnato nella Fiom e in politica. “Solo la partecipazione può rafforzare i diritti. Tutti sono importanti e ora bisogna ricostruire un soggetto politico”. Si parla della crisi e pure di coloro che l’hanno fronteggiata nell’interesse di tutti. Nonostante la crisi del gruppo e la generale congiuntura economica Tecnogas rappresenta un importante esempio di lotta dei lavoratori. La storia dell’azienda e la mobilitazione degli operai hanno evitato il fallimento e lo smantellamento dello stabilimento di Gualtieri. Marani ha affrontato la discussione con lo sguardo di un operaio tra gli operai spiegando in maniera diretta le autentiche difficoltà dei lavoratori e ha distribuito una lettera aperta ai lavoratori colpiti dalla crisi, una lettera che è anche un appello alla politica. “I diritti – ha spiegato Marani – non hanno mai rappresentato un impedimento al progresso tecnico e allo sviluppo economico. Al contrario, quando gli stessi sono stati tolti, la situazione è sempre peggiorata. Ci hanno descritto la precarietà come un elemento di modernità, quasi fosse una scelta libera o un’opportunità per i giovani, in realtà ha bloccato le speranze per il futuro di milioni di ragazzi e ragazze, ha distrutto la possibilità di costruire reti familiari solide e non ha nemmeno impedito la crisi”. Avendo sotto gli occhi uno scenario di questo tipo, dove anche i diritti alla base della democrazia sembrano lesi, è necessario infondere nuova speranza. “Bisogna riaccenderla – spiega ancora Marani – facendo politica con la gente e tra la gente. Solo se sapremo spezzare la Babele che ci divide e se insieme sapremo riaffermare il valore dell’uguaglianza potremo costruire un mondo migliore ”. Betty Leone parla della “patologia” di un modello di sviluppo ormai sorpassato, asfittico, quello di accumulazione capitalistico e mette sul tavolo l’alternativa, o meglio un progetto alternativo capace di generare nuovo lavoro. “Stiamo assistendo alla svalorizzazione del lavoro, alla disgregazione dei diritti sociali sanciti dalla Costituzione. Oggi il lavoro è diventato una merce – dice la Leone a Palazzo Bentivoglio, ma lo ripeterà anche dopo a Sant’Ilario – La cosa grave è che si sancisce legalmente che il lavoratore non va più difeso. Conta solo l’impresa. I datori di lavoro con il decreto 1.167 potranno stipulare contratti individuali. Siamo di fronte al collasso di un modello economico e di fronte a questa crisi in Italia – in controtendenza rispetto ad altri paesi europei – si pensa a togliere i diritti al lavoro. Il governo pensa di uscire dalla congiuntura economica pensando solo all’impresa o al condono per i capitali portati all’estero. Oggi la battaglia sull’articolo 18 deve fondarsi sul cambiamento del modello di sviluppo. Ci sono tre parole che riassumono questo modello alternativo che Sinistra ecologia e libertà sostiene con forza: piena occupazione, ovvero la possibilità che tutti abbiano un lavoro e questo può avvenire investendo in nuove produzioni. Possiamo creare lavoro pensando di mettere in sicurezza il territorio, pensando anche alle energie rinnovabili. Il precariato è solo spreco di persone: invece di aumentare le occasioni di lavoro pubblico il governo le riduce. I nostri figli, per i colpi inferti sull’istruzione, avranno una cultura più bassa”. “Per raggiungere la piena occupazione – si dice – non ci sono i soldi. E’ vero che è un periodo di crisi – continua Betty Leone – ma si possono fare scelte di priorità: dove investiamo e quanto lavoro produciamo. La piena occupazione non è un’utopia! Piena occupazione dunque e lotta contro la precarietà. Per finire la terza parola è dignità perché bisogna combattere il lavoro servile. Abbiamo una grande ambizione perché forse così più gente vorrà far politica. Oggi, purtroppo, la politica non ha più collegamento con la vita reale”. Gli operai di Tecnogas, aggiunge Franco Ferretti, sono un esempio di come poter riconquistare fiducia e ci fanno dire: “Possiamo farcela!”. “Voi – continua rivolgendosi ai lavoratori raccolti nella sala di Palazzo Bentivoglio – siete un esempio di protagonismo degli operai, vi siete mossi in una situazione che non sembrava aver risposte e avete ottenuto risultati. Il nuovo modello di sviluppo deve essere ricostruito a partire dalla vostra lotta”. Nel corso dell’incontro “Meno tasse sul lavoro” il segretario provinciale della Cgil Mirto Bassoli cita un rapporto Ocse sulle prospettive di crescita dei paesi industrializzati. “Secondo l’Ocse – ricorda Bassoli – l’Italia avrà il ritardo più grande nell’uscire dalla crisi. Il divario tra il nostro Paese e gli altri in termini di Pil pro capite e produttività si è ampliato in modo sostanziale. Per questo l’organizzazione indica le priorità: la riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, con le raccomandazioni di «abbassare le aliquote marginali sui redditi e i contributi pensionistici e di ampliare il campo delle deduzioni dei costi della manodopera nell'Irap». Per finanziare i tagli alle tasse serve una maggiore lotta all'evasione. Stop, inoltre, ai condoni”. “Siamo però di fronte al tentativo – precisa Bassoli – di produrre l’effetto contrario: si punta all’abbassamento dei diritti dei lavoratori e alla disgregazione sociale. C’è un forte attacco alla contrattazione collettiva: l’accordo separato sul modello contrattuale e l’arbitrato sono due facce della stessa medaglia”.
(Tatiana Salsi)
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