
A ognuno di voi
Non c'è controllo né etica per gli speculatori. Di conseguenza c'è stata la chiusura di aziende sane, il dissesto economico di interi territori mentre noi, spesso soli, dobbiamo salire sui tetti per difendere i siti produttivi e con essi il nostro lavoro. Si è depenalizzato il falso in bilancio e si è introdotto lo "scudo fiscale" facendo un mega sconto di tasse al 5% a banditi ed evasori. Si sono incoraggiati comportamenti illeciti a partire dall'evasione fiscale e dal riciclaggio di denaro sporco invece di tutelare il lavoro come bene sociale. Si sta usando la crisi per scardinare i diritti acquisiti da noi e dai nostri padri. Il governo Berlusconi e dei sindacati di minoranza pretendono di riscrivere anche le regole dei rapporti di lavoro senza il consenso dei lavoratori.
I diritti non hanno mai rappresentato un impedimento al progresso tecnico e allo sviluppo economico, anzi quando si tolgono la situazione è peggiorata sempre. Prima la precarietà descritta spesso, e troppo, come elemento di modernità, quasi fosse una scelta libera, un'opportunità data ai giovani. In realtà ha bloccato le speranze per il futuro di milioni di ragazze e ragazzi, ha distrutto la possibilità di costruire reti famigliari solide e non ha nemmeno impedito la crisi nonostante le imprese si siano "abbuffate" di personale precario. Ora ritorna l'attacco subdolo all'articolo 18 con la certificazione dei rapporti di lavoro e l'arbitrato secondo "equità". Un modo subdolo per aggirare l'art. 18 e i vincoli per rendere più facili le deroghe sui diritti dei lavoratori. Insomma un altro modo per colpire il lavoro. Come quando si sostiene che licenziare i padri più facilmente aiuterà i figli a trovare lavoro. Un lavoratore perso non si recupera più. Mentre le ristrutturazioni escludono i 50enni, agli anziani si dice al tempo stesso che bisogna lavorare più a lungo.
Quante volte dobbiamo pagare! Noi che abbiamo una busta paga che è del 30% inferiore ad altri lavoratori dei paesi europei, che ha un carico fiscale ingiustificato come il fiscal drag. Noi subiamo la crisi e paghiamo prezzi al consumo fuori controllo (ad esempio la pasta +30% quando il prezzo del grano nel 2009 è crollato). Oppure il petrolio e la benzina che continuano a crescere mentre si firmano accordi separati, nei quali i nostri salari non devono contemplare i costi energetici dell'inflazione importata.
A noi non viene concesso nessun sconto mentre ad altri si concede tutto. Compresi quello ai corrotti che in Italia vale circa 2-3 punti di Pil. Insomma i ricchi diventano sempre più ricchi, i furbi riescono a eludere le leggi e i poveri, coloro che vivono del proprio lavoro, sono costretti a scendere verso il basso nella scala sociale. Si innestano in questo contesto anche fenomeni preoccupanti come Rosano e scontri tra poveri in situazioni sociali degenerate.
La sicurezza di tutti risiede in primo luogo nella capacità dello Stato di rimuovere gli ostacoli che impediscono la promozione umana e nella società stessa di offrire a tutti le possibilità di riscatto sociale. Oggi in Italia non è così: esiste nei fatti una violazione palese dei principi costituzionali.
Per queste ragioni è indispensabile lottare contro i poteri forti, gli speculatori, gli evasori, i mafiosi, i corrotti. Per queste ragioni è fondamentale riconquistare il diritto concreto che "la legge deve essere uguale per tutti", il principio secondo cui le regole non cambiano sulla base del potente di turno. Questi sono presupposti fondanti della convivenza civile, ma sono anche i presupposti minimi per poter avere condizioni migliori di coesione sociale.
Il lavoro e il diritto ad un lavoro stabile, la lotta ai licenziamenti insieme ad una riforma degli ammortizzatori sociali più forti e per tutti i tipi di rapporti di lavoro costituiscono il secondo terreno di lotta sociale. Il terzo riguarda il modello di sviluppo che va ripensato in un ottica di difesa e non di super-sfruttamento del territorio e delle sue limitate risorse. Un modello che pensa all'ambiente pulito con energie rinnovabili e non con il nucleare. Con la difesa strenua di quel bene vitale, l'acqua, che deve rimanere un bene pubblico.
Questi per me sono i tre pilastri che sostengono una comunità solidale, coesa socialmente e rendono un paese sicuro. Mentre tutto ciò accade dove sta la nostra sinistra? Quella di Guido Rossa, di Pio la Torre e di tutti quei compagni che hanno lottato per difendere la democrazia e la libertà-antifascista, pacifista. Io vorrei parlare a loro e a voi tenendo alta questa bandiera, questi valori. Si tratta di riaccendere la speranza tra la nostra gente. Si tratta del fare politica diversamente con la gente in mezzo alla gente, vivere e combattere le contraddizioni profonde di questa società. Solo se sapremo spezzare la Babele che ci divide, se insieme sapremo riaffermare il valore dell'uguaglianza potremo costruire un mondo migliore! In questo è fondamentale il ruolo di una nuova sinistra solidale, libera e onesta!
Insieme a voi, uno di voi.
Nevino Marani
(candidato di Sinistra ecologia e libertà alle regionali)
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