mercoledì 31 marzo 2010

E' ora: Reggio istituisca il Registro per i testamenti biologici

Il Comitato AltaVoce, attraverso una nota inviata la scorsa settimana alla stampa, oltre a manifestare soddisfazione per l’impegno dichiarato dai consiglieri dei gruppi di maggioranza in consiglio comunale, Vecchi, Nasuti e Riva, a favorire l'istituzione in tempi rapidi del Registro dei testamenti biologici nel Comune di Reggio Emilia, ha chiesto con forza che dalle dichiarazioni si passi ai fatti e si giunga, senza più rinvii e procrastinazioni, all’approvazione della delibera di giunta istitutiva del registro.

Sinistra ecologia e libertà ha sempre sostenuto con forza e determinazione le ragioni e la battaglia del comitato (che ha presentato al consiglio comunale una petizione popolare firmata da 400 cittadini e, come testimoniano i tre consiglieri, si è misurato con competenza e senso di responsabilità su un tema così delicato e complesso) per la rivendicazione di questo fondamentale diritto all’autodeterminazione e per dotare anche il Comune di Reggio Emilia di un istituto adeguato all’esercizio di tale diritto.

La giunta, dopo essersi lasciata alle spalle la recente vicenda elettorale (che poteva costituire per qualcuno motivo di “prudenza” nell’affrontare una questione critica nel rapporto col proprio elettorato ), anche nella seduta post elezioni pur trattando diversi punti previsti dall’ordine del giorno non ha iscritto l’approvazione della delibera per l’istituzione del registro.

A questo punto riteniamo sia nostro dovere interrogarci sul perché si sia verificato questo ritardo nel varo di un atto deliberativo che ha alle spalle ben due mozioni approvate (in data 26 ottobre 2009) e un lungo lavoro di confronto e messa a punto di un testo di delibera su cui, è stato detto, si è determinato un sostanziale accordo di merito.

Chiediamo allora al sindaco di Reggio Emilia di rendere esplicite le ragioni di tutti questi rinvii perché crediamo sia una risposta dovuta a fronte di un atto “sacrosanto” che è stato al centro di un processo democratico esemplare.

Ci sono questioni fondamentali per la libertà e i diritti dei cittadini che non possono e non debbono soggiacere a mere logiche elettoralistiche e di convenienza politica spicciola.

Si ponga dunque fine a questo non più tollerabile gioco di proroghe e posticipi e si intraprenda immediatamente, come chiede AltaVoce insieme ai cittadini firmatari e tutti coloro che in questi mesi hanno appoggiato la battaglia per l’istituzione del Registro dei testamenti biologici a Reggio Emilia, il decisivo iter di attuazione.

Franco Ferretti e Carla Ruffini

Coordinatori di Sinistra ecologia e libertà Reggio

martedì 30 marzo 2010

Allarmante avanzata della Lega. Il successo di Vendola, invece, apre per il nostro movimento una prospettiva di innovazione politica

La massiccia astensione colpisce fortemente anche il centrosinistra. Di fronte ai dati è sempre più evidente il distacco della politica dalla gente, dai problemi generati dalla crisi, dai veri problemi del Paese. Si conferma, su contenuti di paura e pseudoidentitari, l’allarmante avanzata della Lega. Il successo di Vendola, invece, apre per il nostro movimento e a livello nazionale una prospettiva di innovazione politica, di buona politica capace di riconsiderare il sociale e i bisogni dei più deboli.

In Emilia-Romagna, nella nostra provincia e al Nord il risultato è certo al di sotto delle attese: Sinistra ecologia e libertà sconta un mancato radicamento sul territorio. Il dato è in linea con quello delle Europee: nessuna sorpresa dunque. Già nei prossimi mesi, da qui alla scadenza congressuale che farà nascere il partito, Sel dovrà affrontare con maggiore vigore tematiche importanti. Quelle del lavoro, dei diritti, dell’ambiente. E questo impegno deve fare i conti con i tempi di ricostruzione di un’iniziativa politica che cercherà la partecipazione e il confronto con i cittadini. Sel continuerà questo percorso per l’affermazione dei diritti, per la costruzione di un centrosinistra coeso e credibile, capace di opporsi al centrodestra in maniera organica e con un nuovo spirito di coalizione.

Sinistra ecologia e libertà si metterà di nuovo al lavoro nei prossimi giorni organizzando momenti di riflessione e continuando le battaglie sinora condotte. Un grazie va a tutti gli elettori che hanno sostenuto Sel-Idee Verdi e i candidati: il loro voto è un contributo concreto alla crescita del movimento e alla nascita di un partito che ha ancora l’ambizione di cambiare le regole del gioco.

I candidati di "Sinistra Ecologia Libertà"

Franco Ferretti, Marina Arrivabeni, Sara Cattini, Nevino Marani e Marco Bagni

venerdì 26 marzo 2010

Sel, che festa!


Nucleare? Non nel mio giardino

(da sinistra Nevino Marani, Gabriella Meo e Gianni Mattioli)












Nel 1978 gli Usa smettono di costruire centrali nucleari per evitare incidenti. Gli Stati Uniti continuano a produrre tecnologia, esportandola però, ovvero facendo crescere centrali nucleari ben lontano da casa: Brasile, Corea, Pakistan, Argentina. Insomma se il nucleare se ne sta lontano è meglio. Eccome. Lo sanno gli States, lo sanno tanti altri paesi come Francia, Spagna, Germania, Svezia, Danimarca. In molti hanno capito, tranne il governo italiano che dopo la bellezza di 22 anni pensa di ritornare al nucleare. Governo e Confindustria fanno propaganda sostenendo che il nucleare risolverà tutti i nostri problemi: ridurrà il costo della bolletta elettrica, ridurrà la dipendenza dall’estero per i combustibili fossili, risolverà il problema del cambiamento climatico e risolleverà la nostra economia scatenando, per usare le parole di Fulvio Conti, ad di Enel, “un rinascimento industriale”. E’ stato questo l’argomento affrontato giovedì all’incontro “Contro il nucleare” organizzato da Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi al centro sociale Primo maggio a Guastalla. L’evento conclusivo della campagna elettorale ha affrontato un tema al centro del programma e ha visto gli interventi di Gianni Mattioli, fisico e ambientalista del coordinamento nazionale Sel, di Gabriella Meo, assessore all’Ambiente della Provincia di Parma, e del candidato Sel-Idee Verdi alle regionali Nevino Marani. Dunque un secco no al nucleare: costruire una centrale nucleare comporta il consumo di una quantità talmente elevata di energia che occorrono anni di generazione di corrente per compensarla. A questo va aggiunto il fatto che l’estrazione e l’arricchimento dell’uranio sono attività complesse ed energivore. A conti fatti gli esperti valutano che ogni Kwh nucleare emetta una cifra variabile dai 96 ai 134 grammi di CO2 (Oxford Research Group). Insomma uno spreco e un danno concreto all’ambiente e alla salute. Gianni Mattioli, professore di fisica alla Sapienza, non usa mezzi termini: quella del nucleare è una storia abominevole “perché l’aggressione sanitaria è di routine”. Oggi però il governo pensa di riportare il nucleare in Italia e valuta la riattivazione di una centrale atomica che in Italia funzionava “benone” e che da quando è stata chiusa, nel 1987, non è stata ancora smontanta. Premier e consiglieri ripetono che con pochi lavori potrebbe essere riaccesa a costi ridotti e con grandi soddisfazioni. Parliamo di Caorso e guarda a caso è in Emilia Romagna, una delle 11 regioni da cui è partito il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto che vorrebbe catapultare l’Italia indietro di vent’anni (il referendum abolì il nucleare nell’87). Il problema ambientale esiste comunque, perché la centrale di Caorso è ancora lì, sulla riva destra del Po. Mattioli parla chiaro: per ora nel nucleare non c’è sicurezza e gli effetti, concreti, sono sulla salute pubblica. “Sono effetti somatici (tumori, leucemie…) – precisa il professore – e genetici, ovvero coinvolgeranno le generazioni future”. Poi siamo di fronte allo sconvolgimento climatico e non è uno scherzo: “E’ sempre più grave. Stiamo andando verso il caos imprevedibile”, ricorda Mattioli. Gli stati Ue si sono impegnati a ridurre del 20% il consumo di energia primaria entro il 2020. L’obiettivo è il “20-20-20”: riduzione del 20% del consumo di energia primaria dell’Ue e delle emissioni di gas serra, e introduzione nel consumo energetico di una quota del 20% di energie rinnovabili. “Il governo del nucleare – ha continuato Mattioli – ha tentato di boicottare in tutti i modi questa decisione dell’Europa e il ministro Scajola continua a non dire esattamente come stanno le cose. In ballo non c’è solo il nucleare che non vogliamo, bisogna fare ricerca e far decollare le energie alternative che non corrisponde ad un salto indietro nel Medioevo o a tornare al lume di candela. Il vivere bene è di tutti, non di alcuni”. Mattioli parla anche della necessità di riqualificare le città, della ristrutturazione dei trasporti, delle fonti rinnovabili, di una ristrutturazione della rete dei trasporti (420mila Km di strade!), di un miglioramento della mobilità che dovrebbe pensare ad utilizzare quanto già esiste. “Prendete un pezzo di carta – conclude il professore – fate un elenco con i nomi degli amici e parlate con tutti loro cercando di far capire le vostre ragioni per votare Sinistra ecologia e libertà”.

“Il più bel sorriso dei Verdi” (come dice Mattioli), l’assessore Gabriella Meo, già nel listino Errani, parla della necessità di “un ripensamento del modello dell’Emilia Romagna”. Un ripensamento necessario perché ci sono sofferenze e sono evidenti. “L’obiettivo – ricorda la Meo – è di fare della nostra regione la più solarizzata. Altro che nucleare... Bisogna fare come a Scansano, come quella gente che ha detto no al grande deposito di scorie. Questa gente ha detto e ripetuto con forza: “Non nel mio giardino”. Ebbene, anche noi ci dobbiamo ammalare della sindrome “Nimby” (Not in my back yard)”. “L’Emilia Romagna – aggiunge – deve dire non solo “non a casa mia”, ma anche non toccate più il Po, un fiume straordinario che però è considerato la fogna d’Italia. E sulla questione Po la Regione è un po’ mancata e ora bisogna mettersi al lavoro”.

Parlare senza stancarsi, parlare a tutti. Il candidato Sel alle regionali di domenica e lunedì Nevino Marani lancia un ultimo appello agli elettori prima del voto: “Adesso tocca a noi. Di fronte a tutto questo – ai rischi ambientali, alla distruzione del diritto al lavoro, al problema di democrazia economica – dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo andare a votare”.

(Tatiana Salsi)

giovedì 25 marzo 2010

Gli ultimi appuntamenti prima del voto


Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi conclude domani la campagna elettorale in vista dell’appuntamento alle urne di domenica e lunedì con nuovi appuntamenti informativi, a partire dalle 10, ai mercati di Bagnolo, Montecavolo, Rio Saliceto e Reggiolo. Sempre in mattinata, dalle 10 alle 12.30, i candidati e i sostenitori Sel saranno in piazza Del Monte a Reggio. Dalle 17 alle 19 i sostenitori un altro punto informativo Sel davanti al supermercato Conad Le Querce di Reggio. Sinistra ecologia e libertà di Reggio Emilia si presenta all’appuntamento elettorale delle regionali con cinque candidati. Sono, nell’ordine alfabetico con il quale compariranno sulla scheda elettorale, Marina Arrivabeni, insegnante di scuola elementare, tra le promotrici del comitato “Alta Voce” che si batte per una nuova legge sul testamento biologico; Marco Bagni, insegnante precario; Sara Cattini, studentessa universitaria; Franco Ferretti, ex vicesindaco di Reggio ed ex segretario provinciale della Camera del lavoro; Nevino Marani, operaio della Tecnogas, dirigente della Fiom Cgil. Alle elezioni regionali, Sel si presenterà con il proprio simbolo (nel quale appare anche un richiamo al leader nazionale Nichi Vendola) in abbinata con il “sole che ride” dei Verdi. Sosterrà la ricandidatura del presidente uscente Vasco Errani, insieme ad una ampia coalizione di centrosinistra. All’interno della coalizione, Sel intende rappresentare una sinistra plurale e innovativa, ma che non rinuncia alla propria storia e alla propria identità.

mercoledì 24 marzo 2010

La Primavera dei diritti: musica, spettacolo e "Rai per una notte" al Fuori Orario

La campagna elettorale di Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi si conclude con una grande festa tra musica, spettacolo e gnocco fritto. Non solo. Durante la serata-evento sarà trasmesso anche lo speciale Annozero, “Rai per una notte”, organizzato da Santoro al PalaDozza di Bologna. Domani a partire dalle 20, al Fuori Orario di Taneto, “per uscire dal lungo inverno della democrazia” le donne di Sel-Idee Verdi propongono “La Primavera dei diritti” con il “Live sinistro” di Fabrizio Tavernelli, l’assolo di Bruna Bertoni, la performance di Tarma e l’Insolito Trio, e Simonetta Checchia del Teatro no con “Voci contro voci”. La serata sarà aperta da una cena sobria – gnocco fritto e salumi – per mantenere la necessaria lucidità e non farsi sorprendere da cataclismi eversivi. Durante la festa sarà proiettato anche un video-appello di Nichi Vendola che si rivolge agli elettori dell’Emilia Romagna in vista dell’appuntamento elettorale del 28 e 29 marzo. “In Emilia Romagna – dice Vendola – c’è bisogno di Sinistra ecologia e libertà per bloccare l'avanzata del leghismo, della cultura del razzismo e l'intolleranza. Questo accade in una regione in cui il centrosinistra deve ridefinire le proprie strategie, la propria missione, il proprio riformismo. E proprio qui c'è bisogno di contenuti più netti e radicali. Noi siamo il cuore di un'alternativa. In Emilia Romagna c'è bisogno di Sinistra ecologia e libertà”. La videoproiezione di una parte di “Rai per una notte” è un modo per ribadire la necessità di difendere i diritti, anche quello all’informazione. “Questo - ha detto Santoro - è il primo sciopero bianco degli abbonati Rai, che non potendo seguire i loro programmi, ci riusciranno in mille modi. Bucheremo il filo spinato che ci è stato messo intorno".

martedì 23 marzo 2010

Cav. che abbaia

Nei Paesi normali, un capo del governo che urla a un’autorità dello Stato «fate schifo», «siete una barzelletta» e ordina di chiudere un programma del servizio pubblico sarebbe costretto ad andarsene nel giro di un’ora. Sempre in quei famosi Paesi, quando un’autorità dello Stato viene trattata dal capo del governo alla stregua di una cameriera, si dimette in un sussulto d’orgoglio oppure esegue l’ordine. Ma noi siamo nella terra degli arlecchini: più servili che servi. Tutti inchini e promesse, niente sostanza. Attraverso il sipario trasparente delle intercettazioni osserviamo questi funzionari mentre si sorbiscono le reprimende del Capo in silenzio (il silenzio degli Innocenzi). Cercano di ammansirlo con parole vaghe, alzano fumo, ma alla fine che fanno? Niente. Lasciano Santoro al suo posto (per fermarlo un misero mese hanno dovuto appiedare pure Vespa) e il Cav. in preda a un delirio di onni-impotenza. Poi, passata la tempesta telefonica, si sfogano con gli amici: «Aho’, quello me manda a fare in c. ogni tre ore!». E lo dicono senza dignità, ma anche senza paura, come se la loro essenza millenaria di burocrati li mettesse al riparo persino dalle ire del padrone. Montanelli sosteneva che durante il ventennio l’unica resistenza al fascismo la fecero gli impiegati pubblici, contro l’abolizione della pausa cappuccino. Chinavano il capo, allargavano le braccia. E continuavano ad andare al bar. Fu pensando a loro che Mussolini ammise: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Una grave iattura, certo, ma talvolta consente di evitarne di peggiori.

(Massimo Gramellini, il Buongiorno de La Stampa)

Tre donne à gauche: prendiamo spunto?

Tre donne, tre leader della gauche francese insieme per battere la destra: Martine Aubry, Marie-George Buffet e Cecile Duflot, la prima socialista, la seconda comunista, la terza ambientalista, si sono date appuntamento per un incontro al 100% femminile che vuole proporre ''un'alternativa'' alla destra di Nicolas Sarkozy. Come vecchie amiche, le tre donne si sono date appuntaemnto in un bistrot parigino alla moda, nel quartiere della Bastiglia, e davanti ad un caffè (e a decine di telecamere), hanno sfoggiato il sorriso della vittoria. Due di loro, la Aubry e la Buffet (entrambe ex ministre alla fine degli anni '90), possono auspicare di guidare la corsa all'Eliseo nel 2012. La terza, Cecile Duflot, 35 anni, è l'astro nascente dei Verdi, di cui è la segretaria nazionale. ''Che gioia essere qui insieme'', ha esultato la Aubry. Gli uomini dei loro partiti (compreso il leader del Front de gauche, Jean-Luc Melenchon) non sono stati invitati ed anche il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, passato a stringere loro la mano, è rimasto fuori dalla foto ricordo. Le tre donne hanno così voluto incarnare la nuova intesa rosa-rosso-verde, che punta a quello che in molti già definiscono il 'grande slam', vale a dire la conquista di tutte le regioni francesi. Dopo i sorrisi iniziali, i volti delle tre leader si sono fatti più seri. La leader socialista non intende cedere a trionfalismi: ''restiamo prudenti perché" il secondo turno sarà decisivo'', ha detto la Aubry. Le tre stelle dell'opposizione hanno anche lanciato un appello agli astensionisti: ''E' necessario che domenica prossima il messaggio sia più forte perché Sarkozy cambi politica''.

Aubry, Buffet e Duflot hanno inoltre garantito che il loro non è un accordo ''di circostanza'' quanto piuttosto ''l'inizio di un lavoro insieme''. Tutte hanno le presidenziali in testa, ma per ora nessuna affronta l'argomento. Conta invece per loro annunciare la futura ''eguaglianza uomo-donna in politica''.

La scuola che deve cambiare: la proposta di Sel

(Lorenzo Capitani, Pierino Nasuti e Sara Cattini)

Stati generali, scuole aperte e maggio costituzionale in difesa della scuola reggiana. Stamattina, durante una conferenza stampa al bar dell’Università di viale Allegri, Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi ha affrontato i problemi che oggi deve fronteggiare il mondo della scuola e presentato tre proposte per aiutare il sistema formativo ad uscire dalla difficoltà in cui si trova. Secondo Sel c’è una sottovalutazione del grave stato in cui la scuola versa. Per questo ci sarebbe bisogno di una nuova mobilitazione, di un altro senso di responsabilità, anche per evitare il prevalere di logiche corporative che rischiano di aggravare ulteriormente la qualità del sistema formativo oltreché offrire messaggi confusi e contraddittori a famiglie sempre più disorientate. Alla conferenza stampa ha partecipato la giovanissima candidata alle regionali del 28 e 29 marzo Sara Cattini, il consigliere comunale Pierino Nasuti e Lorenzo Capitani di Sel. “I problemi che si avvertono oggi nella scuola, le rivendicazioni, i disordini degli studenti che giustamente fanno sentire la loro voce di fronte al degrado del sistema educativo – ha detto Sara Cattini – devono essere affrontati in maniera costruttiva. E questo significa raccogliere i fatti concreti, prendere atto dei problemi per poi trovare soluzioni, perché soluzioni devono essere trovate: servono risposte che non arrivano. Il malcontento di chi vive la scuola, insegnanti e studenti in primo luogo, devono insomma necessariamente sollevare interrogativi nelle istituzioni”. “Le regole certo vanno rispettate – ha continuato Sara riferendosi ai recenti fatti di cronaca – ma devono essere tenuti aperti tutti i canali di comunicazione: le istituzioni devono essere dunque ricettive dei disagi giovanili e oggi la voglia di farsi ascoltare dei giovani si vede”.

Premessa

La deludente seduta dell’ultimo Consiglio provinciale ha confermato, e non ce n’era certo bisogno, la debolezza di un discorso pubblico sulle prospettive della scuola. Infatti, a parte le pur comprensibili schermaglie procedurali di tipo propagandistico, emerge con grande evidenza in tutti gli interlocutori, anche nei più sensibili, la sottovalutazione reale del grave stato in cui versa, anche nella nostra provincia l’insieme del sistema scolastico, pur nelle sue lodevoli eccellenze. Le responsabilità vanno sì considerate rispetto alla politica dei tagli davvero indiscriminati degli ultimi mesi, ma anche rispetto agli esiti per lo più fallimentari delle fragili riforme adottate nelle precedenti stagioni, anche dai governi più diversi.

Ci sarebbe bisogno di un altro clima, di un’altra mobilitazione, di un altro senso di responsabilità, anche per evitare il prevalere di logiche corporative o di piccolo cabotaggio, che rischiano di aggravare ulteriormente la qualità del nostro sistema formativo oltreché offrire messaggi confusi e contraddittori a famiglie sempre più disorientate.

Qualche nostra modesta proposta.

1. Vogliamo prendere per buone le parole di Sonia Masini, quando parla di decisioni puramente tecniche e provvisorie, a proposito del riordino delle Superiori, in vista di una riflessione più partecipata sulla riorganizzazione o razionalizzazione di tutto il sistema di Secondo grado. Ma non era possibile avviare prima questo processo, invece che accontentarsi di estenuanti pseudo-trattative con i “poveri” dirigenti scolastici, continuamente alle prese con notizie mutevoli e farraginose? Si proceda allora ad una grande consultazione democratica tra forze sociali e componenti istituzionali, in vista della convocazione di veri e propri Stati generali sulla scuola reggiana, in cui dare voce a tutti coloro che si sentono i grado di offrire contributi di analisi e di proposta, al di fuori dei consueti belletti propagandistici.

2. Sentiamo crescere, in modo sempre più diffuso, difficoltà e disagi riguardanti il normale funzionamento della scuola. Ogni giorno una notizia sulle tasse “illegittime” a cui sono costretti i vari istituti, ogni giorno una denuncia sulle cose elementari che vengono meno, dalla carta per le fotocopie alla carta igienica, ogni giorno una sconsolata constatazione sulla impossibilità di fare delle scuole un luogo pieno di accoglienza, specie per i più deboli. Perché non pensare allora, attraverso un coinvolgimento ampio di istituzioni, associazioni, famiglie, studenti, ad una campagna che potremo definire Scuole aperte, almeno per un periodo significativo della primavera, in cui prevedere molteplici iniziative di recupero, culturali, ricreative, aperte alla cittadinanza e che mettano in rilievo la grande potenzialità degli stessi edifici scolastici, se concepiti come luoghi attivi e non semplicemente come luoghi di una stanca trasmissione del sapere. Ogni scuola un luogo di accoglienza e di cultura. Un piccolo antidoto alla sfiducia e alla rassegnazione.

3. La scuola come bene comune, costituzionalmente garantito. Rappresenta proprio uno strano paradosso il fatto che si parli di una sperimentazione, per la verità sempre più contenuta, della nuova disciplina chiamata pomposamente “Cittadinanza e Costituzione”, quando della nostra bella Costituzione ogni giorno, ogni momento che passa si può dire, si fa scempio. Allora da Reggio, città costituente per eccellenza, la città di Meuccio Ruini, di Giuseppe Dossetti, di Nilde Iotti, venga un forte slancio a momenti sempre più importanti di Educazione costituzionale, si appoggino le numerose iniziative che hanno preso il via, anche con importanti riconoscimenti, si offra loro una degna cornice istituzionale ed operativa, senza nessuna retorica, senza nessun tricolore di troppo, ma con l’invito ad approfondire e verificare nel concreto la validità del nostro patrimonio costituzionale. Un maggio costituzionale, nelle forme più diverse, anche come risposta alla crisi di credibilità della scuola e dei suoi antichi messaggi.

Conclusione

Solo qualche suggerimento, qualche proposta, che siamo però disposti a discutere con tutti. E un invito a tutti gli insegnanti che stanno attraversando forse uno dei loro momenti più difficili, anche perché spesso assaliti da un odioso senso comune che ne vorrebbe continuamente offrire un immagine devastante, come se davvero si trattasse di una categoria “privilegiata”.

Non dividiamoci tra primi della classe e ossequienti impiegati dello Stato, non alimentiamo insensate guerre tra poveri, competizioni risibili e fuorvianti, ma sentiamoci tutti partecipi di un comune orizzonte che rischia di impoverirci e di impoverire la nostra comunità. E’ una battaglia di civiltà che dobbiamo condurre, anche superando pigrizie e pregiudizi, guardando in facci una realtà che quotidianamente ci propone problemi inediti, su cui dobbiamo misurare tutta la nostra capacità di esser educatori.

A Guastalla si parla di nucleare con Mattioli

(Gianni Mattioli)
Giovedì alle 17, al Centro sociale Primo Maggio di Guastalla, Sinistra ecologia e libertà organizza l’incontro “Contro il nucleare”. All’evento parteciperanno il capogruppo Sel della Regione Lombardia Mario Agostinelli, l’ambientalista e rappresentante della direzione nazionale Sel Gianni Mattioli, e il candidato Sel-Idee Verdi alle regionali del 28 e 29 marzo Nevino Marani. Il 15 agosto 2009, con l’entrata in vigore della legge manovra n.99/2009, è ricominciata l’avventura atomica italiana. Dopo 22 anni dai referendum che di fatto resero impossibile realizzare centrali nucleari nel nostro paese, sarà dunque nuovamente possibile farlo. E’ opinione comune che l’uscita dell’Italia dal nucleare sia stata a suo tempo determinata dall’emotività scatenata dall’incidente di Chernobyl. Di certo l’attuale rientro del nostro paese nel nucleare appare una scelta ideologica e giustificata con affermazioni fasulle. Governo e Confindustria fanno propaganda sostenendo che il nucleare risolverà tutti i nostri problemi: ridurrà il costo della bolletta elettrica, ridurrà la dipendenza dall’estero per i combustibili fossili, risolverà il problema del cambiamento climatico e risolleverà la nostra economia scatenando, per usare le parole di Fulvio Conti, ad di Enel, “un rinascimento industriale”. Ovunque si ripete in maniera ossessiva che in Italia l’energia costa cara (si dice il 30% in più che all’estero) facendo pensare al normale cittadino che la sua bolletta della luce si abbasserà grazie al ritorno al nucleare. In realtà l’energia elettrica per i consumi medio-bassi (fascia in cui rientra la maggior parte delle famiglie italiane) è sempre stata conveniente rispetto al resto d’Europa. Una centrale nucleare consuma combustibile prodotto a partire dall’uranio. In Italia non esistono giacimenti e neppure esistono impianti di riprocessamento. Pertanto col nucleare continueremo a dipendere dall’estero. Costruire un centrale nucleare comporta il consumo di una quantità talmente elevata di energia che occorrono anni di generazione di corrente per compensarla. Si aggiunga il fatto che l’estrazione e l’arricchimento dell’uranio sono attività complesse ed energivore. A conti fatti gli esperti valutano che ogni Kwh nucleare emetta una cifra variabile dai 96 ai 134 grammi di CO2 (Oxford Research Group). Enel ha dichiarato che ognuno dei quattro cantieri previsti impiegherà 2.500 persone per cinque anni ed in seguito in ogni centrale lavoreranno 500 persone, ovvero 2mila nuovi posti di lavoro dal 2018 in avanti. Per fare un confronto, l’università Bocconi stima che le politiche energetiche del pacchetto europeo Clima – Energia entro il 2020 potranno garantire un’opportunità di business e sviluppo occupazionale notevole. Il valore degli investimenti è stimato in 100 miliardi di euro nei prossimi dodici anni a fronte di un potenziale occupazionale di 250mila unità lavorative nel 2020. Duecentocinquantamila posti di lavoro che però potrebbero essere creati all’estero, avverte lo studio della Bocconi, se il sistema produttivo italiano non sarà in grado di sfruttare l’occasione. Peccato che il governo guardi indietro al nucleare piuttosto che guardare avanti verso la cosiddetta green revolution. Se davvero si vogliono ridurre le emissioni di gas serra vi sono altre strade: innanzitutto il risparmio energetico, universalmente riconosciuto come lo strumento più efficace. Secondariamente le fonti rinnovabili, che eccetto che per il fotovoltaico, già oggi costano meno del nucleare, sono disponibili da subito (una pala eolica non richiede dieci anni per entrare in funzione), non creano rifiuti tossici e depositi che costano milioni di euro. Oggi, mentre la Lega spinge per la realizzazione di una centrale in Emilia Romagna piuttosto che in Veneto, il problema del nucleare diventa sempre più attuale. Vasco Errani, candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna sostenuto da Sinistra ecologia e libertà-Idee Verdi, ha ribadito il suo no alla realizzazione di centrali in regione.
  • Gianni Mattioli, fisico e docente dell’Università “La Sapienza” e leader storico dell’ambientalismo italiano. Già nel 1978 fondava il Comitato per la scelta dell’energia con l’obiettivo di diffondere la ricerca e l’utilizzo di fonti pulite di energia. Nel 1981 fondò la rivista “Quale energia?” di cui fu direttore per sei anni, e nel 1987 venne eletto deputato nazionale tra le file della Federazione dei Verdi, dei Verdi fu anche presidente dal 1988 al 1992. Rieletto deputato alla Camera dopo le elezioni politiche del 1992, divenne vicepresidente della commissione parlamentare per l'ambiente, il territorio ed i lavori pubblici. In quegli anni si avvicinò al Movimento dei Cristiano sociali e ad Alleanza democratica, salvo poi tornare ad essere parlamentare dei Verdi nel 1994. Dopo aver conservato il suo seggio a Montecitorio nel 1996, fu sottosegretario ai lavori pubblici nel primo governo Prodi ed in quegli anni entrò nel comitato esecutivo di Legambiente. Nel 2000, durante la formazione del secondo governo Amato ebbe l'opportunità di diventare Ministro delle politiche europee dopo che un suo collega di partito, Edo Ronchi, aveva rifiutato tale incarico. Dal 20 dicembre 2009 nel Coordinamento nazionale e poi responsabile Politiche ambientali per Sinistra ecologia e libertà.
  • Mario Agostinelli, scienziato italiano (fisico e chimico) è uno dei responsabili delle tematiche riguardanti le energie alternative del Forum Social Mundial del 2009. Nel 1974 aderisce al Pci e diviene sindacalista a tempo pieno, prima organizzando per la Flm i corsi delle 150 ore, poi nel sindacato dei tessili, infine nella Cgil Lombardia di cui è stato segretario generale dal 1995 al 2002. Nel 1987 ha guidato il sindacato nella battaglia referendaria per il no al nucleare. Per un anno è stato responsabile della Cgil per le politiche comunitarie a Bruxelles. Nel dirigere la Cgil Lombardia si è scontrato con la politica sanitaria della giunta Formigoni, si è speso in difesa dell’occupazione, dei diritti sociali e del lavoro e per la riconversione produttiva, e ha stretto più intensi rapporti tra il sindacato e i movimenti per la pace, la tutela dell’ambiente e la solidarietà Nord-Sud. Nel 2002 è tornato all’Enea presso il Ccr di Ispra dove ha coordinato un gruppo di 36 ricercatori, quale responsabile di un progetto volto a introdurre sul territorio le energie rinnovabili e a creare occupazione nell’area dismessa dell’Alfa Romeo di Arese.
  • Nevino Marani, operaio metalmeccanico Tecnogas da anni impegnato nella Fiom-Cgil, ha deciso di mettersi in corsa per le regionali nella lista Sel. Oggi continua a difendere con passione il diritto al lavoro.

lunedì 22 marzo 2010

I candidati Sel rispondono all'appello dell'associazione Jaima Sahrawi

I candidati di Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi, Marina Arrivabeni, Marco Bagni, Sara Cattini, Franco Ferretti e Nevino Marani – rispondono all’appello dell’associazione Jaima Sahrawi di Reggio sostenendo la battaglia per i diritti del popolo del Sahara occidentale. Prima dell’appuntamento elettorale del 28 e 29 marzo l’associazione ha chiesto a tutti i candidati un impegno affinché le assemblee regionali si mobilitino per l’emancipazione del popolo sahrawi. Ancora oggi centinaia di migliaia di persone, costrette a fuggire dalla loro terra sono obbligate a vivere, in condizioni di estremo disagio, in campi profughi nel deserto di Tindouf in Algeria. La popolazione sahrawi rimasta nel territorio occupato dal Marocco è soggetta a feroci violazioni dei diritti umani. Il Marocco sfrutta illegalmente le risorse naturali del territorio e la pesca nelle acque territoriali del Sahara Occidentale. Da anni i sahrawi attendono di poter partecipare a un referendum, previsto dall’Onu fin dal 1992, per scegliere tra l’indipendenza, o l’integrazione nel regno del Marocco. Ancora una volta il movimento italiano di solidarietà col popolo sahrawi sollecita la liberazione di tutti i prigionieri politici sahrawi detenuti nelle carceri marocchine; il riconoscimento da parte del Governo italiano alla Rappresentanza del Fronte Polisario dello status diplomatico, come è stato fatto in passato per altri movimenti di liberazione riconosciuti dall’Onu come interlocutori ufficiali in processi di pace; il potenziamento dell’aiuto umanitario e di cooperazione nei confronti dei profughi sahrawi dei campi di Tindouf; l’impegno ad operare per la salvaguardia delle risorse naturali sahrawi, che oggi, in violazione delle convenzioni internazionali vengono sfruttate dal Marocco; tra queste lo sfruttamento dei giacimenti minerari (fosfati) ed i prodotti ittici (salvaguardando, le acque atlantiche di competenza del Sahara Occidentale). L’associazione Jaima Sahrawi collabora da anni con gli enti reggiani che in questi anni hanno sottoscritto patti di amicizia con tendopoli sahrawi, con le associazioni locali, con le ong e altri gruppi, organismi, associazioni che operano a favore della pace e dei diritti umani. Da tempo gruppi di bambini sahrawi trascorrono a Reggio Emilia e in Regione le loro vacanze ospiti di comuni, di associazioni, di famiglie; ogni anno vengono inviate carovane di mezzi di trasporto carichi di aiuti umanitari nei campi profughi sahrawi; si organizzano viaggi di conoscenza nei campi di rifugiati sahrawi e in Sahara Occidentale. Numerose regioni italiane, tra queste anche l’Emilia Romagna, svolgono da tempo una lodevole azione di aiuto umanitario ai profughi, finanziano progetti di sviluppo, sostengono l’azione di enti locali ed associazioni che ospitano i bambini nei mesi estivi e assumono iniziative a sostegno dell’autodeterminazione e dell’applicazione del piano di pace Onu.

Continuano gli appuntamenti informativi Sel - Idee Verdi


Domani, a partire dalle 10, in vista dell’appuntamento elettorale del 28 e 29 marzo Sinistra ecologia e libertà si presenta ai cittadini al mercato di Quattro Castella, mentre alle 12 candidati e sostenitori di Sel distribuiranno materiale informativo e il programma elettorale alla mensa Cir di Rubiera. Dalle 10 alle 13 un altro appuntamento lungo via Farini a Reggio e, nel pomeriggio dalle 17 alle 19, la distribuzione del materiale elettorale continuerà davanti alla Coop Canalina. Mercoledì Sel sarà ai mercati di Vezzano e Cavriago, sempre a partire dalle 10, mentre nel corso del pomeriggio i candidati distribuiranno materiale informativo nei centri sociali della città. Dalle 17 alle 19 un banchetto sarà poi allestito al Conad di via Maiella. Giovedì alle 10 Sinistra ecologia e libertà incontra i cittadini al mercato di Fabbrico e, dalle 16.30, sarà all’Ipercoop di Reggio. Gli ultimi appuntamenti della settimana saranno venerdì a Bagnolo, Rio Saliceto e in piazza Del Monte a Reggio dalle 10 alle 12.30. Dalle 17 alle 19 i sostenitori un punto informativo Sel sarà davanti al supermercato Conad Le Querce di Reggio.

Quando a cena spunta l'artista

Due immagini della cena di autofinanziamento alla Ctl di Bagnolo
Tra un bicchiere di lambrusco e un sostanzioso piatto di gramigna alla norcina la cena di autofinanziamento Sel è stata anche un'occasione per mettere a punto gli ultimi eventi della campagna elettorale. E quale occasione migliore se non quella di un appuntamento allargato a tutti i sostenitori? C'è di più. Quelli del comitato dicono che tra i commensali è spuntato pure un artista che... farà presumibilmente la sua comparsa al Fuori Orario per la "Primavera dei diritti". Per ora aleggia il mistero circa la sua identità.

Concerto Evento al Fuori Orario

Giovedì 25 Marzo ore 20,00 al Fuori Orario di Taneto di Gattatico

"La primavera dei diritti"
spettacolo evento organizzato dalle donne di SEL
con: Fabrizio Tavernelli, Bruna Bertoni, Tarma e l'insolito trio, Simonetta Checchia.
Verrà trasmesso un video appello di Nichi Vendola.
Nella serata sarà possibile cenare con gnocco fritto e salumi.

giovedì 18 marzo 2010

Déjà vu. Se è vero che il passato insegna e ritorna

Il capo del governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo ha tollerato e addirittura applaudito questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali, ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padrea dia famiglia a ma con numerose amanti, si a serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimoa abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.

Questo testo che da settimane circola sul web, è datato 1° maggio 1945.
Scritto da Elsa Morante, dedicato a Benito Mussolini, è pubblicato su
Paragone Letteratura. È un ritratto calzante di un altro personaggio a noi
contemporaneo.

No agli Ogm, no agli alimenti Frankenstein: Sel-Idee Verdi in piazza

No agli alimenti Frankenstein, sì alla coltura biologica nel rispetto della natura. Domani mattina, a partire dalle 10 in piazza Prampolini, Sinistra ecologia e libertà – Idee Verdi organizza un’iniziativa informativa sugli alimenti geneticamente modificati. Il no agli Ogm è tra i temi della campagna elettorale in vista dell’appuntamento alle urne del 28 e 29 marzo. Da pochi giorni la Commissione europea ha dato il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora brevettata dalla Basf. La decisione, che mette fine alla moratoria introdotta a partire dal 1998, è stata accompagnata dall'autorizzazione all'import e al commercio di tre nuove varietà di mais Ogm. Intanto l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Agenzia europea per i medicinali (Emea) hanno già messo in guardia sull' "importanza critica" degli antibiotici colpiti dall'Amflora (kanamicina e neomicina). L'immissione in ambiente di questa patata della Basf potrebbe scatenare una resistenza batterica verso medicinali salva vita, compresi i farmaci utilizzati anche per il trattamento della tubercolosi. Kanamicina e neomicina sono due antibiotici regolarmente in vendita nelle nostre farmacie. Domani i candidati e i sostenitori di Sel-Idee Verdi distribuiranno simbolicamente ai cittadini patate ogm-free, provenienti da coltivazioni bio a garanzia della sicurezza alimentare fortemente minacciata dai cibi geneticamente modificati. Durante l’iniziativa saranno anche disponibili, ad offerta libera, le t-shirt della campagna “Ogm? No grazie! A noi la patata piace bio”.

Gli altri appuntamenti del weekend

Sempre domani, venerdì 19 marzo, materiale informativo in vista delle elezioni regionali sarà distribuito in mattinata durante la fiera di San Giuseppe a Scandiano, al mercato di Gualtieri e davanti al supermercato Conad “Le Vele” di Reggio. Sabato, a partire dalle 10, appuntamento ai mercati di Sant’Ilario, Canossa, Guastalla e alla fiera di San Giuseppe a Scandiano. Nel pomeriggio, alle 16 lungo via Crispi a Reggio, un nuovo appuntamento con “Le donne scendono in piazza”. Questa volta l’iniziativa sarà dedicata alle risorse comuni come l’acqua. Le donne di Sel-Idee Verdi distribuiranno filtri frangigetto per ridurre il consumo domestico dell’acqua. Il frangigetto applicato ai rubinetti di casa può far risparmiare fino a 50 litri di acqua al giorno. La difesa delle risorse della terra rappresenta il primo passo per la convivenza e per la pace tra gli uomini e dell’uomo con l’ambiente.

PERCHE’ VOGLIAMO UN’EMILIA-ROMAGNA OGM FREE

Gli Ogm (Organismi geneticamente modificati) sono animali e piante che hanno un patrimonio genetico artificiale ottenuto in laboratorio e il cui Dna contiene un frammento proveniente da un altro organismo.

Gli Ogm non sono democratici - E’ legittimo che un agricoltore possa decidere se volere o no delle piante Ogm nel proprio campo ? Ovviamente la risposta è sì, ma coltivare Ogm in campo aperto significa di fatto causare una inevitabile contaminazione involontaria dei campi vicini.

Gli Ogm riducono la biodiversità - Tutte le piante di un campo Ogm sono identiche poiché i semi sono creati in laboratorio : l’uniformità distrugge la biodiversità e rende una coltivazione più esposta alle malattie. Se la base genetica è la stessa non c’è difesa contro un parassita inaspettato.

Gli Ogm non riducono l’utilizzo di fitofarmaci - L’inserimento di un gene di autodifesa nei confronti di alcuni parassiti può generare in questi fenomeni di resistenza e dunque in futuro il ricorso ai prodotti chimici potrebbe aumentare anziché diminuire.

Gli Ogm non sono innocui - Alcuni organismi Ogm hanno subito modifiche che conferiscono resistenza ad antibiotici: mangiarli significa per l’organismo umano diventare potenzialmente resistente all’azione di questi farmaci. Alimentarsi con prodotti in cui è stato inserito un gene proveniente da un altro organismo significa non riuscire ad evitare eventuali allergie e i danni conseguenti.

Gli Ogm creano dipendenza dai proprietari dei brevetti - Il sistema dei brevetti dei geni staccati dal Dna originario e della loro ricombinazione, applicato al livello agroalimentare, significa che chi gestisce la ricerca (in gran parte poche multinazionali) diventa proprietario dell’intera filiera agroalimentare.

Gli Ogm non sono una soluzione alla fame nel mondo - I brevetti costano e bisogna pagare per poter usare le sementi Ogm. Inoltre la maggior parte delle piante Ogm non sono in grado di produrre di più e la ricerca è concentrata sull’allungamento della conservabilità. La Fao rileva che la produzione agricola mondiale è sufficiente per fronteggiare i bisogni della popolazione anche in relazione alla prevista crescita : ciò che va risolto è l’iniqua distribuzione delle terre coltivabili e la marginalizzazione delle famiglie contadine.

Gli Ogm non servono all’agricoltura - La nostra agricoltura punta sui prodotti agricoli di qualità e sui prodotti a marchio, biologici e biodinamici. Questa agricoltura non ha bisogno di Ogm, ma di buone pratiche e di buona commercializzazione.

mercoledì 17 marzo 2010

Il voto degli amministratori di Bagnolo

Il nostro voto a Sinistra ecologia e libertà

Nelle elezioni regionali di domenica 28 e lunedì 29 marzo sosterremo Vasco Errani, ricandidato unitariamente dal centrosinistra alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Contemporaneamente, all’interno della coalizione capeggiata da Errani, il nostro voto andrà alla lista di Sinistra ecologia libertà, che sarà presente sulla scheda elettorale con il proprio simbolo (insieme a quello dei Verdi) e con i propri candidati.

In questi anni, Sinistra ecologia libertà ha partecipato al governo della nostra Regione, caratterizzandosi in particolare su alcuni temi: sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori colpiti dalla crisi, contrasto al precariato, promozione dei diritti civili e dei servizi sociali, difesa dell’ambiente, no al nucleare e agli ogm (organismi geneticamente modificati), lotta contro tutte le mafie e contro i razzismi. A partire dai traguardi finora raggiunti, ora si tratta andare più avanti, di contribuire al rinnovamento e al rilancio di quel “modello emiliano” che - pur in un quadro generale caratterizzato da pesanti difficoltà economiche, sociali, istituzionali - continua a rappresentare un punto avanzato di civiltà a livello nazionale ed anche europeo.

Con questo stesso spirito e con queste stesse finalità, stiamo impegnandoci anche come amministratori del Comune di Bagnolo. Siamo convinti che dalla nostra terra possa venire una grande spinta anche per costruire una alternativa nazionale al declino economico e morale, allo sfascio istituzionale, alla vera e propria emergenza democratica che il berlusconismo sta infliggendo all’Italia. Per questo è necessario che, dalle prossime elezioni, escano una sinistra più forte e un centrosinistra più unito. Il voto alla lista Sinistra ecologia libertà - Verdi ci pare il modo migliore per ottenere questo risultato.

Daniele Ferrari (vicesindaco di Bagnolo, assessore alla Scuola e alla cultura)

Mara Bertoldi (assessore comunale all’Ambiente e alle Attività produttive)

Katia Pizzetti (consigliere comunale, presidente della commissione Bilancio)

Il berlusconismo mostra le sue crepe: il Paese è smarrito. Vendola parla agli elettori dell'Emilia Romagna

Sono risorti i fantasmi dell'intolleranza, la xenofobia. Il lavoro è poco, sporco, precario. L'economia mutila gli escosistemi e una violenza subdola e nascosta ferisce il futuro, ferisce le giovani generazioni, ferisce coloro che hanno meno potere, chi vive nella non autosufficienza, i diversamente abili. Nichi Vendola non usa mezzi termini, parla con chiarezza: siamo di fronte al corto circuito del Paese. L'egemonia della culturale della destra ha disidentificato l'Italia civile, l'Italia dell'antifascismo, delle libertà democratiche costruite e difese dal movimento operaio. Enormi buchi neri lacerano la civiltà. Per tutto questo Vendola annuncia che il berlusconismo è morto e sepolto "sotto le macerie dell'Aquila". Ora c'è bisogno di sinistra, di ecologia e libertà. Sinistra significa costruire reti di solidarietà, ecologia è prendere coscienza del fatto che il mondo sta franando, libertà è vita, responsabilità e autodeterminazione. C'è libertà se si combatte la precarietà, lontano dall'individualismo proprietario e dalla sua violenza. In Emilia Romagna c'è bisogno di Sinistra ecologia e libertà per bloccare l'avanzata del leghismo, della cultura del razzismo e l'intolleranza. Questo accade in una regione in cui il centrosinistra deve ridefinire le proprie strategie, la propria missione, il proprio riformismo. E proprio qui c'è bisogno di contenuti più netti e radicali. "Noi siamo il cuore di un'alternativa. In Emilia Romagna c'è bisogno di Sinistra ecologia e libertà".

martedì 16 marzo 2010

Sinistra ecologia e libertà nei mercati

(sotto Piera Vitale, Daniele Lonidetti, Pierino Nasuti)
Anche questa settimana Sinistra ecologia e libertà si presenta ai cittadini nei punti informativi allestiti durante i mercati settimanali in provincia. Domani i candidati e i sostenitori di Sel saranno, a partire dalle 10, a Correggio, Cadelbosco Sopra e Cavriago. Giovedì, alla stessa ora, appuntamento a Casalgrande, Castellarano, San Polo, Praticello e Novellara. Nel pomeriggio, alle 16.30, le iniziative organizzate dal comitato elettorale e i temi al centro della campagna per le regionali del 28 e 29 marzo saranno proposte davanti all’Ipercoop Ariosto di Reggio. Questi, come prossimi incontri saranno un’occasione per conoscere le proposte politiche e i volti di Sel. I candidati Sel con Vendola – Verdi sono: Marina Arrivabeni, insegnante e rappresentante del Comitato Alta Voce; Marco Bagni, insegnante precario; Sara Cattini, studentessa universitaria; Franco Ferretti, già segretario della Cgil e vicesindaco di Reggio; Nevino Marani, operaio Tecnogas di Gualtieri e Fiom-Cgil.

Testamento biologico, le parole di Donatella

Manca ancora la delibera per dire sì al registro per il testamento biologico anche a Reggio. Sel continua a portare avanti la battaglia per il diritto all'autodeterminazione dell'individuo e il contributo di Donatella Chiossi, da sei anni malata di Sla, all'evento che a Bagnolo ha visto la partecipazione di Mina Welby, ideatrice e promotrice dell'istituzione del testamento biologico in Italia, lancia un nuovo appello alle istituzioni e ai cittadini.
Testamento biologico: l'intervento di Donatella Chiossi durante la serata organizzata a Bagnolo
Stasera noi stiamo vivendo un grande atto di democrazia capace di commuovermi anche perché attualmente sono così rari: il cittadino di Bagnolo oggi si sente tutelato e rappresentato ma soprattutto vive una condivisione di valori tradotti in atto pubblico. E non è cosa da poco credetemi e a chi replica che solo una legge può legittimare il testamento biologico noi ribadiamo che solo in parte è vero perché non è un atto simbolico istituire il registro dei testamenti biologici presso il proprio comune. Lo facciamo davanti al sindaco, diretta emanazione dello stato e soprattutto davanti alla giunta e al consiglio comunale che sono la prima istanza democratica più vicina al cittadino; anzi rovescio il ragionamento affermando che sono i nostri rappresentanti, scelti e votati da noi. Pensate che forza se 10, 100, 1000 città e comuni adottassero il registro dei testamenti biologici: sarebbe una dimostrazione della società' civile unica e che peserebbe nel momento in cui il parlamento riprendesse la discussione della vergognosa legge Calabrò. A questo proposito mi sono chiesta quanto lo Stato saprà essere laico riconoscendo il valore dell'unicità e singolarità della persona di fronte ai temi legati alla vita, al corpo, alla malattia, alla sofferenza, alla morte. È fondamentale per questo mettere al centro il diritto all’autodeterminazione terapeutica ed esigere che si traduca in atti concreti.

L'ambiente va difeso: Sel in piazza




(Luciana Caselli e le candidate Sara Cattini e Marina Arrivabeni)



Eccole le donne donne Sel in piazza per l'iniziativa di sabato scorso dedicata all'ambiente. Palloncini e girandole hanno colorato l'appuntamento informativo organizzato da Sinistra ecologia e libertà-Idee Verdi per affrontare i temi dell'ambiente e delle energie rinnovabili. Vi ricordiamo l'appuntamento di giovedì 25 marzo (ore 17) al centro sociale Primo maggio a Guastalla "Contro il nucleare". Durante l'incontro interverranno il capogruppo Sel della Regione Lombardia Mario Agostinelli, l'ambientalista del coordinamento nazionale Sel Gianni Mattioli e il candidato reggiano alle regionali Nevino Marani. Economico, sicuro, conveniente? Il nucleare non è nulla di tutto questo. Il nucleare non garantirebbe all'Italia l'autonomia energetica, poiché si basa su una risorsa scarsa: l'uranio. La maggior parte dell'uranio - indispensabile per la fissione - si trova infatti in Canada, Russia, Nigeria, Namibia, Stati Uniti e Australia: l'Italia dovrebbe comunque importarlo. Inoltre le riserve esistenti di uranio ci darebbero un'autonomia non superiore ai 60 anni. Sarebbe questa la soluzione? Il nucleare non è più economico delle altre forme di produzione dell'energia: nei costi per kwh vanno infatti inseriti i costi per lo smaltimento delle scorie e soprattutto i costi di smantellamento delle centrali al termine del loro ciclo produttivo. Senza contare i costi relativi ad eventuali malfunzionamenti e alla militarizzazione dell'area dove sorge l'impianto: una centrale nucleare è infatti un obiettivo sensibile. Il nucleare espone il territorio a rischi gravissimi in caso di incidente, in modo particolare nel caso di un paese sismico come l'Italia. Il nucleare cosiddetto "sicuro" sarà forse disponibile nel 2030. Per non parlare dell'impossibilità di avere standard di evacuazione davvero sicuri in un paese - come l'Italia - che ha zone ad altissima densità abitativa. Inoltre, non esiste un modo sperimentato di smaltire le scorie nucleari: alcuni isotopi dell'uranio restano radioattivi per centinaia di migliaia di anni.

lunedì 15 marzo 2010

Un odg contro il nucleare entra in consiglio comunale

Il gruppo consiliare “Sinistra e Verdi” ha presentato stamattina un ordine del giorno contro il nucleare nel nostro territorio e presto se ne discuterà in consiglio comunale. Sul nucleare si sta svolgendo una partita a più livelli Il primo è quello di unaltra ghiotta occasione per far grandi appalti. Non conta se l'eventuale realizzazione di centrali nucleari ci sarà solo fra 10 anni, mentre il buco energetico da coprire sarebbe di oggi, così come non conta che il nucleare, al netto di tutte le considerazioni su sicurezza ambiente, ci renderà dipendenti da chi può fornire il combustibile, che è, come il petrolio, di provenienza estera e a rischio esaurimento. Il pregio delle energie alternative, sempre al netto delle considerazioni ambientali è quello di usare risorse che abbiamo qui (sole, vento, ecc.) inesauribili. 

Metti una sera a cena con Sel


Domani ultimo giorno per prenotare la cena di autofinanziamento di Sinistra ecologia e libertà-Idee Verdi. L’appuntamento è per giovedì 18 marzo, alle ore 20, negli spazi della Coop Tempo libero di Bagnolo in piano. Accompagnati dalla musica e dalle canzoni di Vittorio Bonetti ai commensali sarà servito il menù che le resdore bagnolesi hanno preparato per l’appuntamento. Si comincia con gramigna alla norcina per poi passare all’arrosto di vitello o maiale con contorno di patate al forno e insalata mista. Per concludere la cena, inaffiata da lambrusco delle nostre terre o bianco in caraffa, un dolcissimo tiramisu solleticherà anche il palato dei più golosi. La cena costa 25 euro. Un posto a tavola può essere prenotato telefonando a Katia (333 1342590) o Pierpaolo (328 3136938).

Sel e lavoro: piena occupazione, lotta alla disoccupazione e dignità. Parla Betty Leone

Da sinistra Ferretti, Marani, Leone e Ragni
Betty Leone con Mirto Bassoli e Franco Ferretti

E’ stato il tema del lavoro al centro dei due incontri organizzati da Sinistra ecologia e libertà a Gualtieri e Sant’Ilario, alla vigilia della grande manifestazione Cgil in difesa dell’articolo 18. A Palazzo Bentivoglio, oltre alla dirigente nazionale Sel Betty Leone, sono intervenuti Enrico Ragni, coordinatore Sel a Gualtieri, e i candidati alle regionali del prossimo 28 e 29 marzo Nevino Marani e Franco Ferretti. Di fronte alla crisi e a come il governo italiano sta cercando di fronteggiarla serve un impegno per difendere il diritto al lavoro. Sì, perché l’ago della bilancia nel nostro Paese, come ha evidenziato Ragni durante la presentazione dell’incontro “Difendere il lavoro: il caso Tecnogas”, è spostato sugli interessi delle imprese. “La nostra – ricorda Ragni – è una repubblica fondata sul lavoro, eppure stiamo assistendo all’oscuramento dei diritti del lavoro. Ricordiamolo pure: se le conquiste cessano di essere tali ne va della democrazia. E la conseguenza è una sorta di “darwinismo sociale” in cui l’ultimo compete con il penultimo. Di fronte a tutto ciò la coscienza sociale è andata scemando e il lavoro ha perso il suo valore”. E allora che rimane?

sabato 13 marzo 2010

Beppe in piazza non c'era, noi sì...



Che delusione. Non solo Pagani non era in piazza, ma ha approfittato della giornata di sciopero per attaccare la Cgil piuttosto che il governo. Il peccato di cui si sarebbe macchiata la Cgil non è quello di scioperare per ragioni sbagliate o futili. Anzi, il nostro condivide appieno le critiche alla politica economica del governo e al decreto legge sul lavoro, che introducendo l'arbitrato, aggira di fatto l'applicazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori nei licenziamenti senza giusta causa. La Cgil pare aver commesso un peccato di lesa maestà: dichiarare sciopero senza la preventiva intesa con Cisl e Uil. Beppe non si da conto che Cisl e Uil non sono poi così sconvolti dall'operato del governo, a cui sembra non attribuiscano insufficienze tali da giustificare uno sciopero. Anzi Cisl e Uil si scandalizzano del fatto che si scioperi in periodo elettorale (cosa peraltro già accaduta). Dunque mentre il governo, in periodo elettorale e a colpi di decreti, smantella la contrattazione ed i diritti dei lavoratori, noi tutti dovremmo tacere?

A Beppe due consigli non richiesti: un (ex) sindacalista non dovrebbe mai criticare l'esercizio del diritto di sciopero, anche se non condivide i modi e gli argomenti della mobilitazione. E ogni tanto se non ci sei (sulle pagine dei giornali) è meglio.

Michele Bonforte

(Sinistra ecologia e libertà)