
Nella ricorrenza della Liberazione, il mancato rispetto della separazione dei poteri da parte del governo Berlusconi, che si appropria del potere legislativo attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza, rende più che mai attuale la riflessione sulla deriva autoritaria della nostra democrazia. La libertà d’informazione rappresenta il “4°potere”, che ha come compito quello di controllare e bilanciare la giusta distribuzione di tutti i poteri, rappresentando un contrappeso fondamentale della democrazia. Per questo l’articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. George Orwell scriveva “La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire “, Silvio Berlusconi è chiaramente di pensiero opposto.
Il conflitto d’interessi che lo vede protagonista non è mai stato risolto. Con il risultato che nelle sue mani si concentra la proprietà e il controllo di un gigantesco impero editoriale privato con tre reti televisive in prima fila e il controllo della televisione pubblica attraverso nomine che in barba alla Costituzione vengono decise, senza che ciò susciti un grande scandalo, nelle stanze di casa sua.
Nel luglio 2004 venne approvata una finta legge sul conflitto di interessi, per risolvere le contraddizioni tra la posizione di Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio e quella di proprietario dei media. Finta perché non stabiliva l’incompatibilità tra l’essere proprietario di mezzi di informazione e il ricoprire cariche politiche di governo. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti basta andare al sito dell’Autorità garante per le comunicazioni e leggere i dati relativi al monitoraggio delle TV pubbliche e private per scoprire la straripante presenza di Berlusconi e della sua maggioranza sugli schermi televisivi. Ma non si tratta solo di questo. Ricorrenti sono i tentativi di mettere a tacere voci scomode, voci di quanti pretendono di fare liberamente informazione. Da Anno zero di Santoro, alla satira di Vauro, alle inchieste di Report fino a “che tempo che fa” di Fabio Fazio.
Noi scendiamo in piazza il 25 Aprile per celebrare la Libertà ma soprattutto per non dimenticare la storia. Per questo vi invitiamo a riflettere e lottare per il diritto, di tutti, ad un’informazione libera e pluralista.
Il conflitto d’interessi che lo vede protagonista non è mai stato risolto. Con il risultato che nelle sue mani si concentra la proprietà e il controllo di un gigantesco impero editoriale privato con tre reti televisive in prima fila e il controllo della televisione pubblica attraverso nomine che in barba alla Costituzione vengono decise, senza che ciò susciti un grande scandalo, nelle stanze di casa sua.
Nel luglio 2004 venne approvata una finta legge sul conflitto di interessi, per risolvere le contraddizioni tra la posizione di Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio e quella di proprietario dei media. Finta perché non stabiliva l’incompatibilità tra l’essere proprietario di mezzi di informazione e il ricoprire cariche politiche di governo. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti basta andare al sito dell’Autorità garante per le comunicazioni e leggere i dati relativi al monitoraggio delle TV pubbliche e private per scoprire la straripante presenza di Berlusconi e della sua maggioranza sugli schermi televisivi. Ma non si tratta solo di questo. Ricorrenti sono i tentativi di mettere a tacere voci scomode, voci di quanti pretendono di fare liberamente informazione. Da Anno zero di Santoro, alla satira di Vauro, alle inchieste di Report fino a “che tempo che fa” di Fabio Fazio.
Noi scendiamo in piazza il 25 Aprile per celebrare la Libertà ma soprattutto per non dimenticare la storia. Per questo vi invitiamo a riflettere e lottare per il diritto, di tutti, ad un’informazione libera e pluralista.
Fonte: sito di Sinistra e Libertà
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