giovedì 16 aprile 2009

La truffa del referendum

"Il Pd sponsorizza, di fatto, un referendum sulla legge elettorale il cui esito regalerà, assegnando il premio di maggioranza non alla coalizione ma al partito più grande, l’assicurazione sulla vita al PdL. Ci vuole tanto a capirlo? Perché si deve fare questo regalo ad una destra che di regali ne ha ricevuti già non pochi da quelli che dovrebbero essere i suoi avversari?". E' quanto afferma Carlo Leoni in un articolo sul sito di Sinistra Democratica. Continua Leoni: "Non vogliamo entrare nella diatriba sulla data nella quale dovrà svolgersi questa consultazione referendaria soprattutto perché questa contesa ha tutte le caratteristiche di una fiera delle ipocrisie. I promotori – e il PD con loro – sollevano un problema di costi . Forse quando raccoglievano le firme per indire il referendum pensavano sarebbe stato gratis? In realtà stanno cercando il marchingegno, anche purtroppo usando il dramma delle popolazioni abruzzesi, per evitare la figuraccia di un quorum mancato. Figuraccia inevitabile visto che gli italiani a tutto stanno pensando di questi tempi tranne che alla legge elettorale. Gli altri, come la Lega, invocano la Costituzione in modo un po’ acrobatico solo per trovare il modo migliore per essere sicuri che il quorum non si raggiungerà.
Ci rifiutiamo di partecipare a questo balletto indegno sulle date. Vogliamo che si parli di merito.
Il PD e i referendari stanno prendendo in giro gli italiani pensando di avere di fronte un popolo di ignoranti. Questo è evidente quando dicono che si tratta di un referendum contro il “porcellum”. Falso. La legge elettorale, se passasse il referendum abrogativo, rimarrebbe la stessa soprattutto nei suoi aspetti più gravi e maggiormente criticati dall’opinione pubblica. Tanto per dirne una le liste sarebbero comunque bloccate, senza voto di preferenza, con i parlamentari nominati dalle segreterie di partito e non eletti dai cittadini. Questa è la verità>.
Attacca Leoni: "Il vero e unico cambiamento di rilievo sarebbe quello che assegna il premio di maggioranza non alla coalizione ma alla lista che ottiene i maggiori consensi. E’ un effetto da scongiurare non solo perché sembra ritagliato su misura per il neonato PdL, ma soprattutto perché antidemocratico. Basterebbe ad esempio che un partito si piazzasse primo con il 30% per ottenere la maggioranza dei seggi in Parlamento". E conclude: "Si vuole introdurre con la forza dei numeri ( che tuttavia non ci saranno ) un sistema bipartitico in un Paese che esprime una ricchezza di culture politiche non comprimibile in schemi così rigidi. La frammentazione eccessiva va certamente contrastata e Sinistra e Libertà è un contributo concreto in questa direzione. Ma questo nostro Paese ha bisogno di respirare, non di essere ulteriormente ingabbiato. Ha bisogno di libertà, di spazio pubblico, di partecipazione vera. Per questo diciamo subito che qualunque sia la data che il governo sceglierà, noi quella scheda non la ritireremo".
Fonte: sito di Sinistra Democratica

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