Due domande ad Alessandri
"Ho ascoltato il recente comizio di Alessandri in Piazza Prampolini, egli ha mostrato la lucente stella di sceriffo e sindaco di Reggio una volta eletto. Avrebbe percorso le strade notturne della paura per dedicarsi alla soluzione dei problemi della sicurezza dei cittadini e reprimere coloro che la minacciano: sopratutto immigrati clandestini e nomadi. E' stato tanto convincente da prendere il 18% dei voti. Adesso però c'è da capire quale logica esista tra la promessa di risolvere i problemi da lui indicati e il suo voto, che immagino favorevole, al decreto legge Alfano. In primo luogo, per intercettare le telefonate necessarie alle indagini, i pubblici ministeri possono farne richiesta solo avendo sufficienti indizi di reato, cosa a cui servono proprio le intecettazioni, poi la domanda la dovranno fare ad un Gip distrettuale, come dire che i Pm di Reggio dovranno rivolgersi a Bologna. Così tra le pastoie burocratiche la magistratura verrà fortemente limitata nella sua azione e chi delinque avrà un ulteriore vantaggio. Ammesso e non concesso che i delinquenti siano sopratutto immigrati clandestini e nomadi, come sostiene Alessandri, perchè mai gli vuole dare questo vantaggio? Oppure ci sono altri da avvantaggiare come quelli che non compaiono nei discorsi ma che in fatto di delinquenza sono organizzati come vere e proprie imprese?". Gian Franco Riccò (Sinistra e Verdi)
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