Cosimo Pederzoli
Fabiana Montanari
Il fenomeno della prostituzione a Reggio Emilia mette in evidenza come lo sfruttamento e la tratta di persone sia pericolosamente in atto nella nostra città. A questo va aggiunto un elemento che riteniamo possa peggiorare il quadro complessivo: l'Expo2015. La nostra preoccupazione è che nel periodo di apertura dell'esposizione, grazie al probabile flusso di turisti che arriveranno a Reggio utilizzando l'alta velocità, il numero di prostitute possa aumentare incrementando le criticità di una problematica complessa. Ma dietro a queste ragazze obbligate a vendere il proprio corpo, a volte anche minorenni, c'è sempre uno sfruttatore. E molti clienti. Il Comune deve sicuramente proseguire nei progetti già messi in campo in questi anni, come l'Unità di Strada e i percorsi di 'protezione sociale' rivolti alle vittime di sfruttamento. Solo riuscendo ad offrire un futuro migliore a queste donne sarà possibile contrastare la prostituzione. Troviamo preoccupanti le idee presenti nel programma del Movimento 5 stelle Reggio: “Una delibera Comunale che non tolleri la prostituzione e l’adescamento a una distanza inferiore a 300 metri dalle zone Residenziali. Nelle zone ora molto frequentate si propone di mettere telecamere di sorveglianza e relativi cartelli per dissuasione... Questo favorirebbe la concentrazione della prostituzione nei luoghi non nominati nell'ordinanza relativa. L’obbiettivo sarebbe di favorire la concentrazione del suddetto “traffico” in zone con meno concentrazione di zone residenziali, (es. le zone industriali). Quando il sistema iniziasse a funzionare sarebbero necessarie molte meno pattuglie delle forze dell'ordine per tenere sotto controllo le suddette zone "con una presenza discreta" che avrebbe il solo scopo di deterrenza dal verificarsi di vari reati di altro genere, e la possibilità di una auspicabile diminuzione di furti nelle zone indicate, spesso poco frequentate o in stato di abbandono. Inutili poi le pseudo crociate del tipo di mandare i pulmini del comune a portare il the caldo d’inverno alle prostitute con la pretesa di intavolare un rapporto sociale con l'obbiettivo di redimerle a una vita diversa”. Pur conoscendo la complessità della questione ricordiamo al Movimento 5 Stelle che spesso il dialogo, e anche un tè caldo, in questi anni hanno fatto sì che alcune ragazze scegliessero una vita diversa, grazie al progetto comunale Rosemary (oltre al tè è in atto una collaborazione con la Questura di Reggio Emilia Squadra Mobile - Ufficio stranieri , Carabinieri di Reggio Emilia e Polizia Municipale). Creare un sistema di tolleranza allo sfruttamento nelle zone industriali, solo per allontanare il problema dalla vista dei cittadini e non cercare di contrastarlo tramite piani di ascolto e prevenzione, non porterebbe di certo ad alcun risultato reale. Al fondamentale lavoro svolto dalle forze dell'ordine il Comune dovrà parallelamente perseguire la via del dialogo e dell'ascolto delle tante donne che oggi vengono sfruttate sul nostro territorio.
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