sabato 23 febbraio 2013

Un voto per la "nostra" piazza San Giovanni

Che i presenti fossero 800.000 (come sparano i promotori) o "quasi 100.000" (come pubblicava ieri sera Huftfington Post) la manifestazione grillina a piazza S. Giovanni è stata senz'altro imponente. Ora, però, in attesa di vedere il responso delle urne, bisognerebbe ricordare che Grillo non è il primo ad affollare piazza San Giovanni. Io, ad esempio, l'ho vista di persona piena o quasi piena varie volte. Lasciamo stare le manifestazioni di partito e di sindacato, cioè supportate da organizzazioni robuste e consolidate. Nell'ormai lontano 2002, a riempire la grande la piazza fu il movimento dei cosiddetti girotondi, Solo da Reggio, partì una decina di autobus. 

Era un popolo trasversale ai partiti, in buona parte anche fuori dai partiti, senza risorse economiche, senza organizzazione, senza leader che non fossero improvvisati. Un popolo che chiedeva rispetto della Costituzione, della moralità pubblica, della legge, del pluralismo dell'informazione. Il Banana aveva appena vinto le elezion nel 2001, Casini e Fini stavano allegramente con lui, il Vaticano e, la Confindustria lo sostenevano. I partiti della (fu) sinistra erano - non per la prima e purtroppo nemmeno per l'ultima volta - tramortiti, ondivaghi, divisi. I girotondi rappresentavano al tempo stesso una forte protesta civica contro il Bananismo imperante e una richiesta accorata e anche aspra alla (fu) sinistra perchè cambiasse, ricominciasse a fare il proprio mestiere, desse una sponda e a una prospettiva a quel movimento. 

Altri movimenti e altre grandi piazze seguirono, dai pacifisti alla Cgil di Cofferati per i diritti dei lavoratori). Di tempo ne è passato parecchio, in larga parte invano. Se adesso a piazza San Giovanni c'è un personaggio improbabile – voglio usare un eufemismo - come Grillo è anche e soprattutto perchè la (fu) sinistra per lunghissimi anni non ha dato una risposta alla gente, la "sua"" gente, che 'ha riempita quella piazza molte volte prima di Grillo. Ma è andata così ed è con questa situazione che bisogna fare i conti. Sperando che la storia di questi anni abbia insegnato qualcosa e che la (fu) sinistra e perfino un prudente centrosinistra provino finalmente a fare il proprio mestiere, con proprie idee e propri programmi. C’è bisogno di un cambiamento radicale. Altro che imbarcare i Calearo e le Binetti. Altro che pensare alle "grandi riforme istituzionali" con il Banana. Altro che rincorrere il Monti di turno. 

Io penso che Sinistra Ecologia Libertà, se otterrà un buon risultato, possa dare una speranza e una spinta in questo senso Per questo la voterò.

Stefano Morselli