Ho partecipato anche io all'incontro organizzato dalla Cgil al cinema di via Ferrari Bonini con i candidati reggiani al parlamento. Devo dire che in quella assemblea sono stati toccati molti dei punti che anche Lei solleva nell'editoriale di domenica. A questa campagna, anche a Reggio, manca qualcosa: in particolare manca la consapevolezza tra gravità della crisi economica del paese e ricadute sul piano territoriale in particolare per una realtà come la nostra passata da una lunga fase di espansione ad una rapido declino come si evince dai dati drammatici della cassa integrazione e dagli iscritti alle liste di disoccupazione. Tutto ciò rende necessario, dopo le elezioni, uno sforzo di sistema, che deve chiamare in causa la politica, le associazioni, le istituzioni e i cittadini, per fare uscire il tessuto economico e sociale di Reggio Emilia dalla crisi, su questo impegno si dovranno misurare le coerenze tra programmi elettorali e fatti concreti perché il lavoro e la politica possano incontrarsi in un rapporto di fiducia e di ritrovata credibilità, altrimenti a rimetterci ancora più pesantemente saranno i lavoratori e le aziende.
Nel caso dell'assemblea con i delegati sindacali lavoratori della Cgil, si è trattato di un incontro segnato dalla gravità dei dati della crisi e dalla necessità di riavvicinare lavoro e politica, un incontro animato e intenso, come tutte le assemblee sindacali, dal quale sono emersi chiaramente sia il disagio dei tanti lavoratori in sala, che più in generale è anche il disagio del mondo del lavoro in Italia, che la speranza e la voglia di dare una sterzata, di dare un cambiamento a questo Paese che da 20 anni si arrabatta negli illusionismi del berlusconismo. Tra i punti emersi nel dibattito, la necessità di difendere l'art.18: non è rendendo ancora più precario il posto di lavoro a chi ancora ce l'ha che l'Italia potrà uscire dalla crisi, la manomissione dell'art.18 non la chiedono neppure le imprese. Devo dire che a quella appassionata assemblea fischi non ne ho sentiti. E anzi, se un messaggio forte è uscito dall'assemblea, è che da questa crisi drammatica, che colpisce duro anche a Reggio Emilia, e non solo il sistema di welfare ma anche realtà aziendali che da sempre sembravano solidissime (grandi imprese cooperative, ma anche gruppi industriali di primaria importanza come Mariella Burani e Dallari, per citare solo i casi più clamorosi, assieme a una miriade di piccole e piccolissime imprese) non si esce con i fischi, nè con i vaffa nè tanto meno con le promesse irrealizzabili e mirabolanti. Se vogliamo uscire dalla crisi, se vogliamo che ai giovani non sia riservato un futuro fatto di precarietà e di emigrazione in territori dove il lavoro c'è, c'è una sola possibilità: un voto utile per modernizzare il paese, risanare l’economia, l’ambiente con il voto alla coalizione del progressisti e del centrosinistra.
Franco Ferretti