Martedì sera, al Fuori Orario, c'era Nichi Vendola. Non ha urlato, non ha insultato, non ha promesso la luna. Non ha partecipato al teatrino delle alleanze, che oggi apre a Tizio e chiude a Caio, ma domani apre a Caio e chiude a Tizio.
Ha parlato di questioni concrete, che riguardano la vita dei normali cittadini - lavoro, scuola, sanità, ambiente, legalità, diritti civili - senza nemmeno indulgere a un linguaggio troppo alato, come a volte gli capita. Ha detto le cose normali di una normale sinistra riformista, che solo in un paese politicamente anormale come l'Italia possono essere considerate "radicali". E che però, proprio per l'anomalia del contesto italiano, in un certo senso "rivoluzionarie" lo sono davvero.
A chi lo critica perchè si batterebbe "solo" per un po' di giustizia sociale, Vendola ha risposto che sì, un po' di giustizia sociale è un ottimo motivo perla sinistra di cimentarsi finalmente al governo, invece di testimoniare eternamente all'opposizione.
Si può essere più o meno d'accordo con le opinioni di Vendola. Ma ce ne fossero, in Italia, di leader politici come lui.
Stefano Morselli