martedì 12 febbraio 2013

Pd, il fallimento di "andare da solo" e il rischio di andare con troppi

n questi giorni ho letto, su l'Unità, un articolo di Alfredo Reichlin, che fu un autorevole dirigente del Pci e che adesso è un fervente sostenitore del Pd. Reichlin spiega perchè, secondo lui, è necessario che il Pd sia alleato con Sel, ma cerchi accordi anche con i "centristi". Io la la penso diversamente, ma non è questo il punto che mi pare più rilevante nell'articolo. Il punto è la "teoria"generale che viene affermata: è sbagliato e perdente andare da soli. Esattamente il contrario della teoria - è giusto e vincente andare da soli - sulla quale il Pd è nato e ha vissuto la sua prima fase. Ricordo molto bene l'insistenza con la quale, allora, si predicavano le magnifiche sorti e progressive di un partito che, pretendendo di inglobare tutto al proprio interno, avrebbe spazzato via le "vecchie" categorie della politica. In breve tempo, questo schema puramente ideologico ha provocato l'effetto paradossale di moltiplicare - a sinistra, al centro, sopra, sotto... - i soggetti politici con i quali il Pd si trova a discutere di alleanze e di accordi. Con il rischio di passare da un estremo (andare da soli) all'altro (andare con troppi e troppo diversi). Entrambi sbagliati.

Stefano Morselli