di Katia Pizzetti
Ha aperto i battenti la Festa Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà a Calerno, con un programma di quattro giorni di dibattiti, incontri, confronti, su temi di estrema attualità, non solo per la città ma per tutto il Paese. Si parlerà di Acqua Pubblica, spreco di cibo, reddito minimo garantito e scuola.
Ieri sera 25 giugno, l’intervento del coordinatore provinciale Michele Bonforte, che afferma di aspettarsi da questa festa l’incipit per la nascita di una nuova, forte e radicata sinistra unita. – auspico che questa sia l’ultima festa di SEL, che la prossima sia davvero la festa della sinistra che si ritrova e cerca di dare risposte concrete ai bisogni delle persone, con politiche per l’uguaglianza, l’occupazione, l’ambiente, i diritti umani e civili. Il PD ha abbandonato questi temi e a noi spetta il compito di creare una forza di sinistra in grado di sfidare Renzi al governo del Paese. Siamo convinti di poterlo fare anche in virtù delle nuove forze che abbiamo in SEL, non solo anagraficamente, ma anche moralmente. E' una forte energia di cui ci avvaliamo, per portarci nella giusta direzione, quella di creare una sinistra in linea con quelle europee, che a loro si connetta per il bene di tutto il Paese che è sempre più portato da Renzi verso politiche di destra-.
La serata ha visto in primo piano il dibattito: “Alla fonte dell’acqua. Il percorso di ripubblicizzazione dell’acqua a Reggio Emilia”, con gli interventi di Giovanni Paglia deputato SEL, Mirko Tutino Assessore Comune di Reggio Emilia, Norberto Vaccari consigliere comunale M5S Reggio Emilia e Cesare Schieppati del Comitato Acqua Bene Comune RE.
Apre il dibattito il deputato Giovanni Paglia, con parole schiette e chiare, precisa la sua posizione sia all’interno del governo, sia come esponente di SEL. – Il Paese ha dato una risposta precisa al referendum del 2011, aprendo un grande tema di democrazia, di come la politica debba rispondere alla volontà della gente, inoltre si parla di bene comune, altro tema spesso dimenticato in questa legislatura di governo. Reggio Emilia è la città simbolo dell’acqua pubblica, il primo capoluogo di provincia a dare seguito ad un percorso razionale sulla base di una volontà espressa dai cittadini. Seguendo il dibattito reggiano, con gli ultimi sviluppi, resto incredulo, arrivati allo studio di fattibilità con risultati positivi sia dal lato finanziario, sia da quello di realizzazione, mi è difficile comprendere come non se ne applichino i criteri. Il pubblico è in grado di attuare i percorsi, di fare le cose, la nostra terra ne è un esempio, qui è il privato che ha preso esempio dal pubblico e non il contrario. Se ne evince che la questione si sposta sul piano politico, si deve decidere quale percorso intraprendere senza nascondersi dietro motivazioni pretestuose, come quella dell’alto rischio di far saltare i bilanci comunali. La partita dell’acqua pubblica ha riscontri sicuri negli investimenti da attuare, nessuno si opporrebbe nel fornire i capitali che sono garantiti nella totalità. per questo dico con fermezza che è una scelta politica che se fosse fatta, sarebbe un passo verso una democrazia nazionale un po’ traballante.
L’intervento successivo di Norberto Vaccari, sposta il piano della discussione sulle multi utility e i forti interessi economici che le governano, impedendo con ogni mezzo che il pubblico entri totalmente nella gestione di un patrimonio così grande come l’acqua. Vaccari senza mezzi termini afferma – Avendo partecipato come movimento ai tavoli di lavoro fin dal loro inizio, ho la certezza che tutto sia basato sugli interessi economici. La scelta che si andrà a compiere, non riguarda solo noi, è volta alle future generazioni, trattandosi di impegni per 25 anni a venire. Non possiamo lasciare nelle mani del privato ciò che può essere attuato dal pubblico al solo favore e alla crescita della comunità, del Paese. L’acqua è un bene troppo importante per essere delegato e rilegato a meri interessi economici a svantaggio dei cittadini.
L’espressione del Comitato Acqua Bene Comune, rappresentato da Cesare Schieppati, usa parole forti nell’esprimere tutta l’indignazione per il modo in cui si stanno comportando sia i partiti di maggioranza, sia i Sindaci, che hanno sottoscritto un patto e ora non intendono mantenerne fede. La rabbia di chi ha lavorato, si è speso per anni in un progetto a totale favore dei cittadini. – Ci sentiamo defraudati da questi amministratori il cui principale partito politico, il PD, continua a rinnegare gli impegni presi e sottoscritti in diverse occasioni nel corso degli ultimi tre anni. Voglio rimarcare che il PD scrisse una lettera ufficiale nel 2011, il cui titolo era: “si scrive acqua si legge democrazia”. Bene e ora è tutto ribaltato con adduzioni fittizie. Leggendo lo studio di fattibilità, appare chiaro che l’operazione sia non solo attuabile ma che non presenta falle. Inoltre si nota che l’indebitamento rientrerebbe in soli 16 anni, per poi portare guadagno, liquidità al pubblico. Qui voglio di nuovo sottolineare che sia avrebbero due tipi di guadagno, quello economico e quello sociale. Quello che sta accadendo è la totale mancanza di credibilità della politica a tutti i livelli.
Con parole precise sul tema sia a livello politico che amministrativo, l’Assessore Mirko Tutino, non risparmia critiche al suo partito e difende il lavoro di anni sul tema dell’acqua pubblica. Arriva, a ragione a smentire le voci che affermano la negazione della Cassa Depositi e Prestiti nel finanziare l’operazione, così come crede sia necessario portare i soggetti interessati, qualora abbiano dubbi, attorno ad un tavolo di confronto vagliando tutte le ipotesi in essere. Afferma – Il mandato conferitomi per gli studi di fattibilità, i tanti incontri con gli amministratori, i rappresentanti di categoria, i sindacati, i movimenti e gli altri soggetti in causa, è una cosa che rivendico come modello di condivisione delle informazioni, da cui ne è uscita e ne esce la capacità di governare i beni comuni e le politiche di pubblicizzazione, nel miglior modo. Analizzando il progetto in essere, le mie valutazioni non sono dissimili da quelle espressa da Paglia e mi farò carico di portare il dialogo sui binari giusti, non sottovalutando tutte le problematiche che questo comporta. occorre guardare attentamente a tutte le dinamiche in campo, in primo luogo non si deve sottovalutare il debito pubblico che questa scelta comporta, ciò per le politiche economiche già in essere in IREN. L’impatto ambientale e tutto il discorso della manutenzione degli impianti, della capacità di far fronte alle emergenze. La verifica che non vi siano impedimenti giuridico-amministrativi, e da ultimo la reperibilità e la gestione dei fondi economici. come detto prima del mio intervento, sviscerata la parte tecnico- attuativa, tutto si riversa sulla scelta politica che si vuole compiere.
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