lunedì 1 giugno 2015

Arranca il Partito della Nazione, a sinistra c’è una potenzialità

Michele Bonforte

Renzi subisce la sua prima sconfitta. Il dato generale è un’ulteriore uscita di voti (-10% sulle europee) verso sinistra e M5S e verso l’astensione, confermando la tendenza all’allontanamento dalla partecipazione elettorale di parti importanti dello zoccolo duro del centrosinistra.
In Liguria il tentativo di emarginare la sinistra cercando di neutralizzarla con uno sfondamento a destra ed un’erosione del M5S, è naufragato clamorosamente. La sinistra di Pastorino c’è, ed allude ad uno spazio capace di cambiare gli equilibri nazionali. Il M5S si conferma in ottima salute.
I segnali di preoccupazione per Renzi arrivano paradossalemente anche dalle regioni dove il PD vince. La vittoria in Campania è uno sfregio all’immagine del rottamatore, che ora è invece un riciclatore di chi è maestro nel voto di scambio. Il prevedibile tormentone sulla non eleggibilità di De Luca ci accompagnerà per i prossimi mesi, producendo danni a Renzi che verrà associato al peggior stile democristiano di gestione del consenso.
Parimenti la vittoria di Emiliano in Puglia avviene su una agenda politica antirenziana (sulla scuola, sulle questioni energetiche,ecc), con la clamorosa proposta di aprire al M5S per il governo della regione e dell’italia.

Ma se Sparta piange, Atene non ride. Il centro destra non è scomparso, e persino Berlusconi sembra risorto. Ma il prezzo è quello di dare alla Lega Nord lo scettro della leadership. Il centro destra vince quando è unito, ma il peso della Lega Nord ormai preponderante, sposta il baricentro della coalizione a destra, su posizioni che difficilmente potranno essere accettate da Alfano, che verrebbe ributtato nelle braccia di Renzi a fare da combustibile elettorale per il motore ingolfato del partito della nazione.
A sinistra del PD la Liguria è un laboratorio. Il risultato buono di Pastorino del 9,4% si riduce quando si parla delle liste collegate (6,4%). A sinistra c’è una potenzialità. Lo si vede anche in Toscana (6,3%), nelle Marche (4%), in Puglia (6,4%), meno in Campania (2,2%). Ma per essere credibile agli occhi dell’elettorato deve darsi un profilo riconoscibile. Un simbolo, una piattaforma, una leadership. E’ quello a cui saremo chiamati a lavorare nelle prossime settimane. Se prevarrà la frantumazione personalistica o il progetto unitario dipende anche da noi.

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