Michele Bonforte
Dopo anni di studi e verifiche, alla fine sono bastate poche righe nella legge di stabilità 2015 per affossare ogni progetto di ripubblicizzazione dell’acqua. Una norma voluta 6 mesi fa dal governo Renzi favorisce le società miste contro le gestioni pubbliche. Di fatto i comuni sarebbero costretti a conteggiare i debiti delle società di gestione sole se esse sono pubbliche, come se i debiti delle società partecipate non fossero comunque proquota dei comuni medesimi. E’ il classico gioco delle tre carte: oggi Iren ha contratto dei debiti per gli investimenti. Tali debiti ovviamente sono degli azionisti, e quindi anche dei comuni che ne detengono le azioni. Ma se lo stesso debito viene semplicemente spostato in una azienda pubblica, i comuni sarebbero costretti dal governo Renzi, a conteggiarlo nel proprio bilancio, rendendolo praticamente ingestibile.
Sulla base di queste considerazioni il PD di Reggio Emilia ha deciso di non poter più mantenere l’impegno per la creazione di una società pubblica per la gestione dell’acqua a Reggio Emilia.
Si tratta di una plateale violazione degli impegni elettorali ribaditi poche settimane fa dallo stesso segretario PD Andrea Costa, neoeletto sindaco di Luzzara.
La colpa è evidentemente del governo.
Ma siccome non è il governo Berlusconi, ma quello del segretario nazionale del PD Renzi, alcune domande sorgono spontanee: perché i sindaci promettono cose che il loro partito in parlamento osteggia? Non sono informati su quale indirizzo il loro partito intende dare ai governi locali? E’ possibile che per ben tre anni un Assessore di quel partito (Tutino) gestisca un percorso per verificare le modalità di gestione pubblica dell’acqua, senza sapere cosa stesse facendo il PD in parlamento su quei temi? E’ pensabile che Vecchi fosse all’oscuro di tutto? Dove erano i parlamentari locali quando veniva votata questa norma delle legge di stabilità e gli emendamenti presentati da SEL? Dopo anni di consulenze a società specializzate, dobbiamo rimettere la valutazione sull’impatto della legge di stabilità 2015 sulle società in house al direttivo provinciale del PD, che tutto d’un tratto appare essere non un organo politico ma una adunata di dottori commercialisti?
A me pare con plastica evidenza che il PD di reggio ha cambiato idea per allinearsi al vento di destra che spira da Roma. I programmi locali votati dagli elettori sono carta straccia di fronte all’agenda delle riforme liberiste di Renzi (finora votata da nessuno).
Il Sindaco Vecchi deve avere solo la compiacenza di dircelo. A noi, che siamo partner del governo locale, ed ai cittadini che lo hanno votato.
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