Ho tra le mani il primo numero di questo nuovo corso. La grafica mi pare piacevole. Vedo alcuni paginoni di pubblicità (Poste, Eni, Enel, Banco San Paolo) che un tempo l'Unità, anche e soprattutto quando era un grande giornale e vendeva tante copie, non poteva avere, ovviamente per ostracismo politico. Ma i tempi sono cambiati, la pubblicità serve per vivere, soprattutto ora che l'Unità non ha più finanziamento pubblico. Naturalmente, in attesa che si sappia quale sarà l'impatto in termini di vendite e di immagine, aiuta il fatto che adesso l'Unità sia il giornale di riferimento del maggior partito di governo.
Quanto ai contenuti, è presto per dare giudizi perentori. Una cosa sembra scontata, ma si poteva facilmente immaginare anche prima di ritrovarla in edicola: la nuova Unità sarà fortemente di partito (nel senso di renziana) e fortemente governativa (nello stesso senso) . Ne danno una indicazione precisa gli editoriali di Matteo Renzi (ovviamente) e del direttore Erasmo De Angelis , che dal governo arriva direttamente , essendo stato con Letta sottosegretario ai trasporti e in seguito con Renzi coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico. Il governo è ulteriormente rappresentato, nel numero odierno, da interventi del ministro degli esteri Paolo Gentiloni sul contrasto al terrorismo globale e del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina sul diritto al cibo.
"Avremo gli occhi ben puntati sul governo nazionale e il suo ambizioso pacchetto riformista , cruciale per la nostra modernità - chiarisce l'editoriale schieratissimo di De Angelis - Racconteremo l'Italia che cambia dal punto di vista privilegiato di chi la vuole cambiare e la sta cambiando ... Racconteremo anche il Pd visto da vicino e mai così centrale, perchè nonabbiamo idea di quanta passione, freschezza, serbatoio di storie positive, emozioni, risultati di buon governo, sacrifici quotidiani e volontariato riesce a contenere.... il Pd è come il Pianeta Terra. E' l'unico che abbiamo. E' l'unica speranza a portata di mano... ". E fuori dal Pd? Soltanto "gli errori madornali di una fetta di sinistra che ama da morire la vittoria della sconfitta, alla quale cercheremo di dare buoni motivi pe r liberarsi della maledizione delle divisioni". Insomma: nulla salus extra Ecclesiam. Non v'è salvezza fuori dalla Chiesa.
Nella mia seconda fase a l'Unità - dal 1987, quando c'era ancora il Pci, fino al 2000 - considerammo un grande passo avanti, giornalistico ma anche politico, il progressivo distacco dal ruolo blindato di "organo del Partito". E dopo la prima chiusura, il giornale riaprì, io ripresi la collaborazione e, per un certo periodo, con le direzioni di Furio Colombo e Antonio Padellaro, ritrovò smalto e lettori proprio lungo la strada di una certa autonomia dal Partito, allora Pds-Ds. Poi ci furono uno stop e anche una certa retromarcia. Le cose volsero di nuovo al peggio. La mia opinione è che, ritornando indietro al vecchio "organo di Partito", l'Unità non farebbe un buon servizio ai lettori e nemmeno a se stessa. Non lo dico perchè il Partito, adesso è il Pd, verso il quale non ho alcuna simpatia politica. Lo avrei detto - infatti lo dicevo - anche quando il Partito era altra e assai diversa cosa. Vedremo.