Il sistema integrato pubblico - privato, in vigore anche nel comune che amministro, è il risultato di una politica più che decennale sulla base della quale i comuni suppliscono, con fondi propri, ad una inadempienza dello Stato che dovrebbe provvedere ad istituire scuole dell'infanzia su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di una politica discutibile che talora " costringe" le famiglie a rivolgersi a scuole la cui offerta è sicuramente di qualità ma o più cara, o di tendenza, cioè orientata in senso religioso.
E' del tutto evidente che il referendum di Bologna- consuntivo- ha l'obiettivo non tanto di mettere in mezzo alla strada migliaia di bambini, né tantomeno quello di prendersela con questa o quella scuola, ma di costringere lo Stato a prendersi le proprie responsabilità e ad investire i fondi che da anni nega per coprire questo fondamentale segmento del ciclo prescolastico.
Per questa ragione, pur ritenendo che l'unica politica possibile, nel contesto dato, sia quella del sistema integrato che i comuni si dovrebbero sforzare di governare in modo un po' più coordinato e ordinato sia sul lato delle iscrizioni sia quello della proposta pedagogica complessiva, personalmente sono favorevole alla proposta A la cui affermazione:
- costringerebbe lo Stato ad occuparsi nuovamente del segmento 3-6 praticamente abbandonato negli ultimi anni.
- alleggerirebbe i bilanci dei comuni che sono costretti a stanziare somme, a volte considerevoli, per supplire a funzioni proprie dello Stato, il tutto, ovviamente, a fronte di tagli sempre più rilevanti.
- riaprirebbe uno spazio di discussione sul tema della laicità dell'istruzione.
Daniele Ferrari (Vicesindaco Comune di Bagnolo)
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