lunedì 11 marzo 2013
L'alleanza di centrosinistra è stata e resta una scelta giusta. Ma anche un terreno di battaglia politica
Sul Manifesto, è uscito un articolo di Fulvia Bandoli che ha il pregio di stimolare la riflessione sul recente risultato elettorale, in particolare di Sel. Per quanto mi riguarda, ne condivido alcune parti, altre meno. Non mi convince la tesi secondo la quale Sel ha ottenuto un risultato modesto perchè si è "consegnata" al Pd. In realtà, l'alleanza di centrosinistra (come ammette anche Bandoli) era una scelta giusta, ma era al tempo stesso un terreno di confronto e anche di conflitto politico con il Pd. Un terreno molto difficile per Sel: per la propria debolezza soggettiva - organizzazione fragile, risorse economiche quasi inesistenti, profilo politico tuttora sconosciuto a gran parte dei cittadini, se non per la figura di Nichi Vendola - ma anche perchè quel terreno era minato da parecchie insidie.
Alcune di queste insidie erano ben visibili e prevedibili: il fuoco di sbarramento esterno delle residue sigle sedicenti di "vera sinistra", malamente travisate dietro il sedicente rappresentante della "società civile" Ingroia e accanitamente impegnate a contendere qualche briciola di elettorato a Sel. Altre insidie, secondo me più grandi e dannose, sono venute da quello che potremmo definire fuoco (non tanto) amico. Non mi riferisco solo alle quotidiane giravolte del Pd sulle intese post-elettorali con Monti , che pure hanno danneggiato lo stesso Pd e tutto il centrosinistra. Mi riferisco al metodico e micidiale oscuramento operato da molti mass media - alcuni per sconfortante pressapochismo, altri per consapevole strategia e influenza di ambienti economici retrostanti - nei confronti delle ragioni e della stessa presenza di Sel.
Esemplari, a questo proposito, i tanti titoli titoli che per mesi sono comparsi sulle "primarie del Pd", o sulla "coalizione del Pd",. E da ultimo sulle risicate maggioranze "ottenute dal Pd" nella consultazione elettorale; maggioranze che sarebbero state non risicate, bensì del tutto inesistenti se non avessero avuto - guarda caso - il contributo di Sel (e perfino la piccola dote della lista Tabacci). Naturalmente, dietro questa insistente manipolazione della realtà, c'era e c'è un obiettivo: rendere irrilevanti i temi e il peso di Sel - diciamo, più in generale, di una sinistra che vuole governare senza rinunciare ad essere sinistra - e favorire invece l'ipotesi di un Pd autosufficiente "riformista ma non di sinistra", secondo l'indimenticato slogan veltroniano. O comunque, l'ipotesi di un Pd che persegue intese non a sinistra, ma con le mitiche "forze moderate". .
Ecco, credo che tutto questo abbia influito molto nel determinare il risultato di Sel, al di là dei limiti soggettivi di un partito che è nato da pochi anni e che ancora non è riuscito a consolidarsi. Forse, anche non aver previsto con chiarezza le dimensioni e la pervasività del rischio di oscuramente e di mistificazione è un aspetto sul quale riflettere criticamente. Ma, certo, non era facile per un piccolo partito mettere in campo adeguate contromisure. Bisognerà sforzarsi di farlo, perchè la questione della visibilità e della riconoscibilità di Sinistra Ecologia Libertà rimane aperta, nei confronti degli avversari politici e anche degli alleati .
Quanto al resto, sono invece pienamente d'accordo - e non da oggi - con la conclusione di Fulvia Bandoli. "L'Italia è l'unico paese d'Europa a non avere una grande forza politica di sinistra popolare. Negli altri paesi questa sinistra riesce a vincere. Potrebbe vincere anche in Italia? I primi a esserne persuasi dovremmo essere noi". Dubito che Sel, da sola, possa mai riempire come "partito" questo vuoto enorme. Però, con tenacia e con coraggio, deve cercare di tenere aperta la "partita"
Stefano Morselli
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http://www.facebook.com/notes/toni-matteacci/alleati-al-pd-non-consegnati-e-con-renzi-non-si-pu%C3%B2-fare-di-fulvia-bandoli/10151365718778074
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