venerdì 26 febbraio 2010

Dobbiamo restituire dignità alle tante vittime della schiavitù

Intervista all'assessore al welfare Matteo Sassi alla vigilia della manifestazione del 1° marzo
Gazzetta di Reggio del 25/02/2010
Illegalità, sfruttamento, lavoro nero, schiavitù. Un fenomeno lontano anni luce dal nostro modo di pensare e che riguarda esclusivamente stranieri, mentre tra i datori di lavoro denunciati, ci sono anche italiani. I numeri ci dicono però che ci sono realtà, anche a Reggio, in cui il datore di lavoro in nero è a tutti gli effetti padrone della tua vita, ti minaccia e ti sottomette.

L'escalation dai 9 casi del 2006, agli 87 del 2009, emersi nella nostra provincia mostra come “legalità, lotta a mafia e 'ndrangheta, lavoro nero e le ultime vicende accadute a Rosarno e Milano siano tra loro legate”. “Così come lo sono le due manifestazioni in programma a Reggio e in Italia il 1° marzo, che affrontano temi di stretta attualità politica e sociale e dimostrano la gravità dell'assenza di un progetto di integrazione sociale da parte del Governo”, dice l'assessore comunale al Welfare Matteo Sassi. “Dobbiamo individuare aggiunge - nel territorio il luogo dove dar vita a un'azione politica di contrasto dei fenomeni e il tema del lavoro oggi è lo snodo fondamentale per il contrasto a illegalità e mafie e restituire dignità a chi è vittima di sfruttamento e schiavitù”.

C'è un aspetto etico morale e uno economico con cui fare i conti…
“Le organizzazioni malavitose utilizzano il lavoro nero, sottopagato, lo sfruttamento, come fonte di valore e ricchezza per sostenere un'economia illegale che va a svantaggio delle aziende sane e pulite. È un sistema che inquina interi settori e filiere economiche”.

Il Comune come si sta muovendo?
“All'interno del confronto avviato sul Patto per il welfare e sullo stato sociale in generale abbiamo inserito un focus specifico sul contrasto al lavoro nero e su questo abbiamo sottoscritto con le organizzazioni sindacali un verbale di intesa. L'obiettivo è di arrivare presto a un protocollo contro il lavoro nero sottoscritto da tutti i soggetti: istituzioni, sindacati, parti sociali”.

Perché questa crescita in 3 anni?
“Dal 2006, con il progetto Rosemary stiamo contrastando il fenomeno dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù e la crescita è dovuta a una maggiore efficacia dell'azione delle forze dell'ordine, Comune e sindacati e di una maggior consapevolezza nei lavoratori. Queste persone entrano in un percorso di protezione sociale, che tra l'altro nella quasi totalità dei casi si conclude positivamente, con un'autonomia abitativa e lavorativa e in condizioni di legalità”.

Qual è la mappa della schiavitù a Reggio?
“I settori nei quali sono emersi i numeri maggiori sono edilizia, laboratori artigiani tessile e in misura minore facchinaggio e autotrasporto. Si tratta perlopiù di magrebini, egiziani e moldavi nell'edilizia; di cinesi nel tessile e nell’artigianato”.

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