Michele Bonforte
Il compagno Matteo Sassi, vicesindaco di Reggio Emilia, a suggello di una discontinuità nella sua e nella nostra vita politica, ha rilasciato un’intervista alla rubrica Decoder di Telereggio il 16-12-2016, dopo alcune anticipazioni a mezzo stampa.
L’intervista è ampia e dai toni pacati, ed annuncia la sua sostanziale adesione al progetto di Pisapia, che intende formare un nuovo partito a sinistra che punti strategicamente ad allearsi con il PD di Renzi.
Diversamente da Pisapia, Matteo si è battuto convintamente per il NO al referendum costituzionale. E’ stato dunque compagno di strada della sinistra del NO, mentre Pisapia sosteneva il SI. E dagli argomenti avanzati durante l’intervista si capisce che qualora si votasse per i referendum sul lavoro promossi dalla cgil, sarebbe dalla parte della cancellazione dei provvedimenti del governo renzi su jobs act e voucher.
Appare dunque stridente la contraddizione logica del ragionamento di Matteo: pur sostenendo che la parte dolente della società ha difeso la costituzione come tutela estrema dal suo impoverimento e dal suo arretramento sociale, indica l’alleanza con Renzi come unico orizzonte politico della sinistra per tutelare la democrazia che, qui come in Europa, viene messa in discussione dai populismi.
Una analisi acefala, dove la mano sinistra non deve sapere cosa fa la mano destra. Si indica il pericolo che la crisi sociale e culturale del paese e le angosce e pulsioni che ne discendono, sfocino in una domanda di autoritarismo e favoriscano un disegno di destra. Ma non se ne vede la causa, come se la crisi in Italia non avesse nelle politiche neoliberiste del PD una sua causa prima. In un deficit di quella che dovrebbe essere la cultura di chi pensa sia utile e possibile governare nei flutti di questa crisi, non si vede e non si indica una possibile alternativa, quasi che il compito della sinistra sia quello di lenire le sofferenze inflitte al corpo sociale da politiche neoliberiste senza alternativa.
Performando la realtà ai propri desideri, si descrive una situazione paradossale: il PD di Renzi, che ha aggredito la costituzione, i sindacati, il lavoro, la scuola ed i diritti sociali è un alleato del “campo democratico”, Il M5S che ha difeso la costituzione, che propone il reddito di cittadinanza e l’acqua pubblica, che dice di sostenere i referendum contro il jobs act, sarebbe il nemico nel “campo populista”.
Citando Civati “Verrà il giorno in cui ci si renderà conto che non si può essere per una riforma dei voucher e sostenere un governo che i voucher non li riforma. Anzi. Che ne fa una bandiera. Il giorno in cui ci si accorgerà che non si può parlare di disuguaglianze nei comizi e nei convegni (che andrebbero aboliti, questi convegni) e non votare nulla di 'simile' in Parlamento. Anzi. Il giorno in cui si prenderà coscienza del fatto che la deriva è iniziata troppo tempo fa e che troppe cose sono successe, per poter anche solo pensare di poter riavvolgere il nastro. Non si può volere il reddito minimo, sostenendo chi è contrario alla sua introduzione. Non si può volere un modello di sviluppo diverso, dopo aver visto sostenere dal proprio governo (e con il proprio voto) Sblocca Italia, Ponte e trivelle.
Verrà il giorno in cui si prenderà atto che sostenere o allearsi con il contrario di ciò che si pensa è una follia. Perdente, oltretutto. Verrà il giorno in cui, dopo aver scritto millemila pagine su come dovrebbe essere il Pd, ci si accorge di com'è, da anni, il Pd e qual è la cultura politica che lo ispira. E di come le cose siano andate inesorabilmente peggiorando.”
Auguro a Matteo di riuscire nel suo intento, anche se tutto fa pensare il contrario. Lo attendo all’azione comune. A giorni vedremo come il governo Gentiloni cercherà di fare carte false per evitare che sui referendum della Cgil si voti. Per loro sarebbe un voto da KO. Per la sinistra e le classi sociali più fragili sarebbe invece un’occasione per cambiare l’agenda delle politiche economiche e sociali. Come e forse più che nel caso della Costituzione ci saranno due campi. Non saranno la destra e la sinistra del ‘900. Ma quello che queste parole potranno significare nel nuovo secolo.
Per adesso prendiamo atto che le nostre strade si separano. Nulla di grave, anche se il nostro intento è di unire strade e percorsi. Lo faremo con Sinistra Italiana e con quanti saranno dalla parte giusta della barricata. Per quanto riguarda Reggio Emilia, siamo perfettamente consapevoli che nella giunta comunale vi sono molti compagni di sinistra. Con loro tutti discuteremo, se vorranno, delle politiche per la città. Avendo perfettamente chiaro che chi opera nelle istituzioni o si isola o rappresenta un percorso collettivo. Noi faremo riferimento in consiglio comunale a Lucia Lusenti, che ha aderito a Sinistra Italiana. Ed in consiglio comunale valuteremo i provvedimenti della giunta nel merito. Così sapremo apprezzare lo sforzo di mantenere in ambito pubblico le ASP, come sapremo misurare la distanza fra il progetto di società mista di gestione del servizio idrico, dalla lettera e lo spirito del programma che la coalizione presentò agli elettori nel 2014.