Un gruppo di deputati del Pd ha messo a punto un disegno
di legge che modifica la vecchia legge del 1957 sulle cause di
ineleggibilità al Parlamento, della quale si parla molto in questo 2013 (
a soli 56 annidi distanza dalla approvazione) per capire se riguardi
oppure no il caso di Berlusconi (nel frattempo eletto in Parlamento solo da
una ventina di anni, che volete che sia). Nel
dubbio, questo gruppo di deputati Pd vorrebbe sostituire il principio
della "ineleggibilità" con quello della "incompatibilità", cucito su
misura di Berlusconi, per evitare altri venti anni di incertezze e diatribe
interpretative.
L'iniziativa ha provocato divisioni e
polemiche all'interno del Pd, come avviene regolarmente su ogni materia
dello scibile umano. Qualcuno sospetta che si tratti di uno strattagemma
per superare le precedenti divisioni e polemiche interne al Pd sulla
"ineleggibilità" di Berlusconi. Se non addirittura di un sostanziale favore
al Banana, che - invece di una eventuale decadenza immediata -
otterrebbe un anno di tempo per scegliere tra il Parlamento e le proprie
aziende.
Ma, secondo me, il punto non è quello: fosse davvero
questione di un anno, ce ne potremmo fare una ragione. Perfino per
cacciare dal Parlamento il pluricondannato sotto-banana Previti c'è
voluto di più. Il punto è che, dopo decenni di polemiche contro le leggi
ad personam in favore del Banana, ora si ricorrerebbe a una legge ad
personam per sbarazzarsi del Banana. E in ogni caso, come sarebbe mai
possibile che un provvedimento comunque mirato aBerlusconi - un "esproprio
proletario", lo hanno già definito alcuni seguaci di Berlusconi - venisse
approvato dalla maggioranza che sostiene il governo delle "larghe
intese", cioè anche da Berlusconi medesimo?
Presumibilmente, non se ne farà nulla. Tanto per cambiare.
Stefano Morselli
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