mercoledì 10 luglio 2013

Diciamo basta al femminicidio

E’ una vera cronaca di guerra.
Ancora oggi una giovane donna è stata ammazzata dall’ex compagno, dopo il suo no e 6 denuncie per stalking, alla fine un’altra  vittima. Come nei giorni scorsi.
Dopo la fine della relazione, la donna si era trasferita a casa dei genitori. Secondo gli investigatori la giovane avrebbe denunciato il presunto aggressore ben sei volte per stalking.
Ed è qui che questa mattina l'ha raggiunta l'ex convivente che non si era rassegnato alla separazione. L'uomo ha provato un'ennesima riconciliazione. La discussione è però presto degenerata e Rosi è stata raggiunta da diverse coltellate ed è morta sul colpo.
Solo nel 2012 sono state uccise 128 donne in Italia.
Tutto questo nonostante sia stata approvata alla Camera la Convenzione di Istanbul.
*c
on 545 voti a favore su 545, il ddl che prevede "prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", passa ora al Senato per l'approvazione. L'Italia è la quinta nazione a ratificarlo dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Perché sia applicato dovrà essere sottoscritto da almeno 10 Stati, di cui almeno 8 del Consiglio d'Europa*

La proclamazione del risultato è stata fatta dal presidente Laura Boldrini. Il ddl di ratifica passa ora al Senato per l'approvazione defintiva.
Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza, e che promuove "la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne".
Bisogna andare avanti anche al Senato, sollecitare altri Stati e soprattutto costruire tavoli di ascolto territoriali per evitare episodi così agghiaccianti.
Non possiamo essere ciechi e sordi a questi episodi che accadono sempre più spesso fra le mura domestiche e non sottovalutare le grida di aiuto che vengono dalle donne che spesso nemmeno la famiglia riesce ad intercettare. Salvo poi chiedersi e chiedere giustizia.
Nessun familiare può credere che si arrivi a tanto, togliere la vita, per amore. E’ possesso è rabbia è tante cose che sono inumane.
Solo ieri il grido di dolore dei familiari e amici di Tiziana di Rubiera, che vogliono giustizia ed rapido processo, a cui va il nostro appoggio ed il nostro incoraggiamento.

Teresa Debbi

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