venerdì 12 luglio 2013

L’aereo Joint Strike Fighter (F35) è un cacciabombardiere di quinta generazione, capace di trasportare ordigni nucleari con caratteristiche stealth e net rilevabilità da parte dei sistemi radar e capacità di interazione
con tutti i sistemi di comunicazione presenti sullo scenario di guerra, che decolla ed atterra in verticale e viaggia a velocità supersoniche;
il progetto per la realizzazione di questo velivolo è frutto di un accordo tra gli Stati Uniti e 8 Paesi partner, tra cui l’Italia, che prevede la realizzazione di 3.173 velivoli per un costo complessivo stimato di 396 miliardi di dollari, anche se nessuno, allo stato attuale, è in grado di quantificare il costo finale dell’intero progetto e quindi di ogni singolo aereo, comunque oggi stimato intorno ai 190 milioni di dollari;
La mobilitazione della Rete Italiana Disarmo e della campagna “taglia le ali alle armi” ha costretto il Parlamento ad affrontare pubblicamente la spinosa questione degli F35. I partiti di maggioranza ne avrebbero fatto volentieri a meno, nascondendosi dietro a scelte già fatte nel passato ma
la mozione presentata dall’intergruppo parlamentare per la pace e il disarmo, primo firmatario il deputato Giulio Marcon di SEL, ha chiesto una chiara scelta di campo:
sì o no all’abolizione dell’intero progetto Joint Strike Fighter.
Il governo ha rinviato di 6 mesi la scelta, affidando alle commissioni parlamentari un’indagine conoscitiva che, peraltro, è già stata fatta in questi ultimi quattro anni dalla Rete Italiana Disarmo, supplendo alle negligenze e alle omertà dei vari governi e del Ministero della Difesa che hanno sempre tentato di nascondere cifre e verità. Le schede sugli F35 della campagna “Taglia le ali alle armi” sono a disposizione di chiunque le voglia consultare, deputati compresi”.
Tutto ciò mentre in una scuola italiana su 3 mancano i certificati di sicurezza, migliaia di italiani vivono su territori a rischio sismico o idrogeologico, gli Enti locali non hanno più i fondi per la manutenzione, gli effetti conseguenti ai cambiamenti climatici, sono tali che gli eventi estremi hanno subito un aumento esponenziale. Spendere 14 miliardi di euro per comprare aerei con funzioni d’attacco, capaci di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere.
I parlamentari di Sel hanno chiesto al Governo:
  • di sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma di realizzazione degli aerei F35.
  • di procedere in tempi rapidi ad una ridefinizione del modello di difesa nel rispetto della Costituzione italiana
  • di destinare le somme risparmiate per un programma di investimenti pubblici riguardanti la messa in sicurezza delle scuole, del territorio, a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro l’impoverimento dell’Italia e degli italiani
Nonostante le prese di posizione della maggioranza di governo e del Consiglio supremo di Difesa, l’obiettivo resta quello della rinuncia totale agli F35 per investire quel denaro in opere di difesa sociale e costruzione della pace.

Sinistra Ecologia Libertà - Reggio Emilia



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