venerdì 24 luglio 2009

Patto anti-crisi: aderisce anche Confindustria

Sono circa 40 mila i licenziamenti evitati in Emilia-Romagna nei primi sei mesi del 2009 grazie agli accordi stipulati in Regione per le imprese industrali e per quelle che utilizzano gli ammortizzatori in deroga. E' stato l'assessore alle attività produttive Duccio Campagnoli (nella foto) a fornire le cifre sulle intese raggiunte ai tavoli attivati da Regione e Province.Da gennaio sono stati sottoscritti 276 accordi per le imprese industriali per la cig alternativa ai licenziamenti per 17.000 lavoratori mentre il ricorso alla mobilità ,o volontaria o riferita a dipendenti pensionabili, ha riguardato 3.300 lavoratori. Il tavolo della Regione ha attivato invece per gli altri sttori 1.368 intese per la cig in deroga e altri 1.000 sono in via di conclusione per circa 10.000 lavoratori fra imprese del commercio, coop e turismo. Ci sono poi 2.700 imprese artigiane che in questi mesi hanno definito insieme agli enti bilaterali accordi con sospensione di attività.La stima globale si aggira quindi attorno ai 40 mila licenziamenti evitati con strumenti alternativi per mantenere il posto di lavoro. L'assessore ha aggiunto che la riduzione dell'attività produttiva è attorno al 15-20% mentre il tasso di disoccupazione è salito dal 3,5% al 4,1%. La cig per oltre il 60% riguarda imprese del settore metalmeccanico. Nel complesso però l'Emilia-Romagna si colloca al 5,5% del totale nazionale, contro il 26% della Lombardia, il 24% del Piemonte ed il 6,5% del Veneto.Un segnale negativo viene da riavviamenti al lavoro che sono calati del 20%, spesso con la formula del contratto a tempo determinato, non più indeterminato. Da parte sua l'assessore regionale alla formazione Giovanni Sedioli, che coordina le politiche attive per il lavoro, ha spiegato che è stata messa a punto una griglia di unità formative sommabili e utilizzabili per le diverse situazioni che "ci troviamo ad affrontare" con i lavoratori che vanno in cig. E' stato anche costituito un gruppo tecnico fra Regione, Province e parti sociali per monitorare la situazione, in particolare sulla qualità dei servizi erogati e sulla spesa (da linformazione.com)

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