venerdì 31 luglio 2009

Reggio e il comune senso del pudore: multe ai clienti delle prostitute

"1976, Alberto Sordi mette alla berlina il “comune senso del pudore” in un film memorabile con Claudia Cardinale e Philippe Noiret. 2009, l’Italia ormai succube di ideologia leghista e sconfinamenti vaticani ripristina in pompa magna il comune senso del pudore.Adesso anche a Reggio Emilia. 400 euro di multa per i clienti delle prostitute di strada. Così l’ordinanza del sindaco Pd (già democristiano) Graziano Delrio. "I comportamenti messi in atto sia dalle prostitute che dai clienti - spiega il sindaco nelle motivazioni dell'ordinanza - sono offensivi della pubblica decenza e del comune sentimento di pudore".L’ordinanza è stata resa possibile grazie al decreto del ministro dell'Interno leghista Roberto Maroni del 5 agosto 2008 "per tutelare la sicurezza e la convivenza civile". Come spiega una nota del Comune, l'ordinanza entrerà in vigore dopo la pubblicazione per 30 giorni dall'Albo pretorio comunale e prevede la sanzione per chi contratta e concorda prestazioni sessuali a pagamento o si intrattiene (anche con la scusa di chiedere informazioni) con prostitute o persone che "a causa dei loro atteggiamenti e comportamenti inequivocabili, manifestano l'intenzione" di prostituirsi.
LA FOGLIA DI FICO - Come da copione, per tutelare il comune senso del pudore (in questo caso del pudore politico), arriva anche la classica foglia di fico. I 400 euro non li intascherà direttamente la cassa del Comune ma andranno ai progetti aderenti alla rete regionale 'Oltre la strada'. Ciliegina sulla torta: le forze dell'ordine che accerteranno violazioni dell'ordinanza dovranno informare le prostitute (in che lingua? italiano? romeno? brasiliano? reggiano? l’ordinanza non specifica) dell'esistenza e delle attività svolte dagli operatori aderenti a 'Oltre la strada'. Insomma appostamento, multa e alla fine lezioncina informativa: il comune senso del pudore è salvo". (Da viaemilianet.it, Marco Sotgiu).

lunedì 27 luglio 2009

"La mia giovinezza è finita lì"

"La mattina del 28 luglio 1943 i lavoratori delle Reggiane entrano in sciopero e decidono di andare in corteo nel centro della città di Reggio Emilia, per manifestare contro la guerra e per la pace. Immediatamente dopo la caduta di Mussolini, il 25 luglio, e nei giorni successivi i lavoratori avevano manifestato, chiedendo la fine della guerra, come obiettivo che assumeva una priorità decisiva. Il 28 luglio si muovono per primi gli operai del reparto Avio, il settore nuovo delle Reggiane, dove si concentrava la produzione bellica degli aerei da combattimento. Ma presto sono tutti i lavoratori della fabbrica che si affollano lungo il viale che porta all’uscita. Sui cancelli è schierato un reparto dell’esercito, che apre il fuoco con la mitraglia, insieme con le guardie fasciste che sparano dai tetti della portineria. L’eccidio costò la vita a nove lavoratori, tra loro una donna incinta; numerosi furono i feriti. Sono passati 66 anni, la memoria si riapre, lungo un percorso storico, domande attuali, che interrogano il presente. Dall’autobiografia di Silvano Consolini, operaio delle Reggiane presente quel giorno davanti ai cancelli: “Avevo 18 anni, era la prima volta che vedevo il sangue, la morte…Avevi sentito gli spari, capivi la tragedia, sapevi che avevano ucciso, ti dicevano «hanno ucciso, hanno ucciso anche la donna incinta». La mia giovinezza è finita lì"(Camera del Lavoro di Reggio Emilia e Centro R60).

domenica 26 luglio 2009

Eppur si muove

Giovedì 23 luglio, una lunga riunione. Vi hanno partecipato 60 persone, le segreterie delle forze politiche e dei movimenti che hanno promosso il progetto politico di Sinistra e Libertà. Più volte ci siamo sentiti dire che l’esteriorità, la forma, la costruzione delle regole della politica senza una pratica politica è in se un esercizio di stile inutile. Nella riunione delle segreterie la pratica politica è diventata, innanzitutto, una proposta di 16 campagne da offrire alla discussione su internet che dovrà produrre una sintesi di 5 campagne da far partire subito, da far diventare leggi di iniziativa popolare. Abbiamo messo in vetrina il testo dei 16 brevi titoli che individuano alcuni dei tanti punti di impegno politico necessari. Credo sia importante che si sia offerta alla nostra comunità virtuale, che non è soltanto quella raccolta e raccontata dai gruppi dirigenti, la possibilità di decidere essa stessa quali siano tra le sedici campagne le cinque sulle quali veramente Sinistra e Libertà può incidere, lavorando con uno strumento di democrazia essenziale ed elementare come una legge di iniziativa popolare. Si è deciso, inoltre, di avviare nell‘immediato, altre due campagne politiche: una sulla scuola e una sul nucleare sulle quali sono già al lavoro gruppi di compagne e compagni. Sul nucleare la vicenda è già esplosa. I tempi di gestazione e di gestione saranno lunghissimi ma lo scontro politico, la vertenza politica, si sono già aperti e si apriranno di più nei mesi successivi per la scelta dei siti. Al di là del fatto che se mai ci sarà una centrale nucleare, passeranno ancora degli anni, questo è il tempo e il momento in cui bisogna decidere come rispondere: un referendum, evitare il referendum, richiamare le ragioni che erano già dentro un referendum che abbiamo votato e fatto approvare dagli italiani? C’è poi il tema della scuola. Non è un appuntamento lontano. Tra qualche settimana la scuola diventerà un’altra vertenza che in modo automatico esploderà nel Paese. Faremo come l’anno scorso tifando per qualcuno dei protagonisti di questa vertenza o proveremo ad anticiparne le ragioni per costruire una proposta politica sulla scuola che passi anche attraverso Sinistra e Libertà? L’altro punto discusso sono state le forme organizzative, le strutture, l’organizzazione della politica. E’ un punto estremamente politico, cioè di merito. Le cose che sono state proposte e che dovranno essere assunte nella Assemblea Nazionale del 19 settembre a Napoli, se conservate con questa loro intenzione, rappresentano un grande passo avanti. Il primo di questi è che il 19 settembre deve essere legittimato un organismo che non sia più la conferenza periodica dei cinque segretari, ma un organismo politico nuovo, non pletorico, provvisorio, che abbia la funzione di dirigere il processo politico di costituzione di Sinistra e Libertà fino alle elezioni regionali, ma anche la funzione e la responsabilità di fare politica, di dirigere la politica. Un organismo in cui Sinistra e Libertà definisce ed esprime se stessa. E’ un organismo che - e questo è un punto fondamentale - non può essere formato solo dalla selezione dei gruppi dirigenti attuali ma che almeno la metà di questo organismo non venga dagli organismi di direzione delle componenti di Sinistra e Libertà. Ci sono molte ipotesi su come questo organismo possa essere definito. Se ne dovrà discutere. E’ stato proposto, inoltre, che questo organismo si dia un Portavoce, affiancato nel lavoro da un coordinatore. Sarebbe un passaggio di forma ma anche di grande sostanza che potrebbe essere esteso anche alla dimensione locale. Una ulteriore proposta uscita dalla riunione è quella di un “Albo delle adesioni” che consenta anche a chi non è iscritto a nessuno dei partiti promotori di SL, di stare, contando a pieno titolo e non solo come elettore, dentro la costruzione di Sinistra e Libertà. Infine è stato ribadito, dopo quanto stabilito nel seminario del 3 luglio scorso , che il simbolo di Sinistra e Libertà è quello con il quale si andrà alle elezioni regionali e amministrative. Dovrà cadere quel meccanismo di veto che ha impedito la presentazione della lista di Sinistra e Libertà nel caso in cui una sola componente decidesse di presentarsi in forma autonoma. Su questo c’è un impegno dei segretari nazionali, ribadito nella riunione di ieri. Non ci deve essere, cioè, eccezione alcuna alla presenza del simbolo di Sinistra e Libertà alle prossime consultazioni regionali e amministrative. Il 7 settembre ci sarà un’altra riunione per organizzare questi criteri con una proposta compiuta da presentare il 19 settembre alla Assemblea Nazionale (da sinistraelibertà.it)

sabato 25 luglio 2009

Monducci: Scarpati, scelta grottesca

All’indomani della decisione del Pd reggiano di accettare la richiesta di iscrizione al partito dell’avvocato Marco Scarpati, la lista civica Gente di Reggio, a capo della quale Scarpati si candidò durante le scorse elezioni amministrative, "non nasconde la propria sorpresa e ribadisce fermamente i principi del programma, nato come progetto alternativo alla posizione di Delrio". Sono le parole di Mario Monducci, esponente di spicco della lista civica, a commentare l’iscrizione di Scarpati nelle fila del Partito democratico. "La notizia pubblicata dalla stampa locale dell’accoglimento della domanda d’iscrizione al Partito democratico da parte di Marco Scarpati candidato sindaco della lista Gente di Reggio da parte della Commissione di Garanzia, a fronte della sottoscrizione di un impegno dello stesso Scarpati a un ’leale’ appoggio al sindaco Delrio, se confermata, aprirebbe scenari grotteschi" scrive Monducci. "La lista civica Gente di Reggio - continua la nota di Monducci - ribadisce la propria posizione alternativa a quella della giunta Delrio, sulla base del programma con il quale si è presentata alle ultime elezioni comunali. Programma alla cui redazione ha collaborato Marco Scarpati". Conclude il comunicato: "Per quanto ci riguarda intendiamo perseguire con determinazione e coerenza gli impegni assunti con il nostro elettorato".
Fonte: Reggio24ore

Una Provincia più snella, seduta incandescente a palazzo Allende

La giunta provinciale ha approvato la riorganizzazione dell’ente, secondo i criteri definiti dal Consiglio provinciale. Punti chiave sono la maggiore flessibilità della struttura e il contenimento della spesa pubblica, particolarmente importante in questo grave frangente di crisi economica che colpisce numerosissime famiglie, imprese e lavoratori.
La struttura della Provincia risulta quindi essere costituita di 8 Servizi Provinciali: Affari generali, dirigente Angela Ficarelli; Bilancio, dirigente Claudia Delrio; Appalti e contenzioso, dirigente Domenico Savastano; Sviluppo ecomomico, agricoltura e promozione del territorio, dirigente Francesco Capuano; Lavoro e formazione professionale, dirigente Loredana Dolci; Programmazione scolastica, educativa ed interventi per la sicurezza sociale, dirigente Paola Canova; Pianificazione territoriale, ambiente e politiche culturali, dirigente Anna Maria Campeol; Infrastrutture, mobilità sostenibile, edilizia e patrimonio, dirigente Valerio Bussei. Questi i dirigenti esperti: Marco Orlandini (contenzioso); Mariapia Tedeschi (commercio); Andrea Chiari (turismo); Giovanni Iemmi (benessere animale); Verter Eletti (edilizia scolastica); Stenio Melani (mobilità).
La seduta di approvazione è stata però davvero incandescente: solo alla fine di una giornata tumultuosa, che ha visto i gruppi di opposizione di Pdl, Lega Nord e Udc abbandonare l’aula per protesta, è arrivato il via libera alla proposta della maggioranza con 17 voti favorevoli e il non-voto di Alberto Ferrigno (Partito di rifondazione comunista).
La presidente Sonia Masini ha condannato il gesto dell’opposizione: "Sulla riorganizzazione dell’ente e la riduzione di assessori e dirigenti le opposizioni di centrodestra, abbandonando l’aula del consiglio provinciale, hanno dimostrato un’incapacità di misurarsi con il cambiamento che è necessario. Di fronte a proposte precise e forti si sono nascosti dietro inesistenti mancanze procedurali per non partecipare nè alla discussione, nè al voto su indirizzi che sono di competenza del consiglio provinciale. Comportamenti di questo tipo, gravi e incoerenti, dimostrano quanta distanza esista nel centrodestra reggiano dalle parole ai fatti. "Accuse rimandate al mittente da Massimiliano Camurani, consigliere del Pdl, che spiega come la bagarre abbia avuto la sua causa scatenante nell’eccessiva fretta di approvare il procedimento di riorganizzazione della Provincia: "E’ comprensibile che l’ente abbia bisogno di acquisire velocemente una strutturazione ben definita, ma sarebbe quantomeno prassi che i capigruppo in sede di Conferenza discutano l’ordine del giorno del consiglio. Nel caso per alcuni punti specifici non vi fosse poi il tempo o la possibilità di fare delle commissioni ad hoc, se ne dovrebbe parlare in sede di conferenza di capigruppo, facendo avere loro una copia degli atti almeno per mail. "Duro anche il consigliere leghista Paolo Roggero, che affonda il colpo sul metodo con il quale è stata gestita questa situazione: "Gli atti relativi al consiglio non sono stati trasmessi dal presidente Chierici con la dovuta tempestività e con l’utilizzo dei mezzi informatici, cioè la posta elettronica che sono ormai utilizzati a tutti i livelli. I gruppi consiliari più rilevanti hanno avuto difficoltà ad intervenire in modo puntuale e approfondito sugli emendamenti al programma della Masini presentati dall’Udc e da Rifondazione comunista, in quanto gli stessi sono stati loro consegnati solo in sala consiliare. Noi chiediamo al presidente Chierici che tutti gli atti relativi al consiglio vengano trasmessi per e-mail al momento in cui vengono depositati." La maggioranza, invece, si schiera compatta a difesa del comportamento della giunta provinciale: il consigliere Umberto Beltrami, eletto nelle liste del Partito Democratico, non capisce "perché vi sia la pretesa da parte di alcuni consiglieri ad incidere sul merito di questioni, che sono attribuite in maniera chiara ai diversi organi dalla legge". Sulla stessa linea di pensiero il capogruppo Pd, Ilenia Malavasi: "L’iter procedurale è stato rispettato. Il materiale relativo al punto all’ordine del giorno era, come prevede il regolamento, a disposizione di tutti i consiglieri dalle 48 ore precedenti la seduta. Se li abbiamo ritirati noi del Pd, potevano farlo anche gli altri gruppi. Il presidente del consiglio provinciale, Gianluca Chierici, tirato direttamente in causa dal Carroccio, ha replicato infine alle accuse dei leghisti: "La funzione del presidente del consiglio non è quella di fare da balia ai consiglieri, ma di offrire loro gli strumenti per svolgere al meglio la propria funzione. Se i consiglieri dell’opposizione in aula hanno dichiarato di non aver ricevuto gli atti ufficiali inerenti i punti iscritti all’ordine del giorno è perché non li hanno precedentemente ritirati o consultati, essendo gli stessi regolarmente depositati. Non c’è stata alcuna mancanza procedurale. La convocazione del consiglio è stata spedita in data 16 luglio, esattamente una settimana prima della discussione, se qualcuno non ha adempiuto al proprio dovere non è certo il presidente del consiglio provinciale."
Fonte: Reggio24ore

venerdì 24 luglio 2009

Patto anti-crisi: aderisce anche Confindustria

Sono circa 40 mila i licenziamenti evitati in Emilia-Romagna nei primi sei mesi del 2009 grazie agli accordi stipulati in Regione per le imprese industrali e per quelle che utilizzano gli ammortizzatori in deroga. E' stato l'assessore alle attività produttive Duccio Campagnoli (nella foto) a fornire le cifre sulle intese raggiunte ai tavoli attivati da Regione e Province.Da gennaio sono stati sottoscritti 276 accordi per le imprese industriali per la cig alternativa ai licenziamenti per 17.000 lavoratori mentre il ricorso alla mobilità ,o volontaria o riferita a dipendenti pensionabili, ha riguardato 3.300 lavoratori. Il tavolo della Regione ha attivato invece per gli altri sttori 1.368 intese per la cig in deroga e altri 1.000 sono in via di conclusione per circa 10.000 lavoratori fra imprese del commercio, coop e turismo. Ci sono poi 2.700 imprese artigiane che in questi mesi hanno definito insieme agli enti bilaterali accordi con sospensione di attività.La stima globale si aggira quindi attorno ai 40 mila licenziamenti evitati con strumenti alternativi per mantenere il posto di lavoro. L'assessore ha aggiunto che la riduzione dell'attività produttiva è attorno al 15-20% mentre il tasso di disoccupazione è salito dal 3,5% al 4,1%. La cig per oltre il 60% riguarda imprese del settore metalmeccanico. Nel complesso però l'Emilia-Romagna si colloca al 5,5% del totale nazionale, contro il 26% della Lombardia, il 24% del Piemonte ed il 6,5% del Veneto.Un segnale negativo viene da riavviamenti al lavoro che sono calati del 20%, spesso con la formula del contratto a tempo determinato, non più indeterminato. Da parte sua l'assessore regionale alla formazione Giovanni Sedioli, che coordina le politiche attive per il lavoro, ha spiegato che è stata messa a punto una griglia di unità formative sommabili e utilizzabili per le diverse situazioni che "ci troviamo ad affrontare" con i lavoratori che vanno in cig. E' stato anche costituito un gruppo tecnico fra Regione, Province e parti sociali per monitorare la situazione, in particolare sulla qualità dei servizi erogati e sulla spesa (da linformazione.com)

mercoledì 22 luglio 2009

Congresso Pd: questo o quello per noi pari sono

"La stagione congressuale del Pd è entrata nel vivo. Dopo la presentazione dei programmi dei due candidati principali, sono scesi in campo i due leader più “pesanti” di quel partito, Veltroni e D’Alema, gli eterni dioscuri, oggi come ieri impegnati su fronti interni contrapposti. L’ex segretario apertamente a sostegno di Dario Franceschini e l’ex premier impegnatissimo a delineare il profilo, il campo di gara e la prospettiva politica di Pierluigi Bersani. Proverò a non cedere alla tentazione, non solo provocata dai giornali, di leggere lo scontro congressuale come la prosecuzione di una contesa per interposti candidati, un po’ perché ciò darebbe fastidio a chiunque fosse direttamente coinvolto in vicende analoghe, un po’ perché effettivamente i due candidati sono in grado di proporsi in piena autonomia. Tuttavia, le opzioni politiche presentate nelle due interviste apparse sul Corriere della sera, a Veltroni, e sull’Unità, a D’Alema, hanno un peso rilevante. Dentro il Pd e fuori di esso. Veltroni, riaprendo la strada di un suo personale impegno diretto, rimodella il concetto di “vocazione maggioritaria” del Pd. Dice che, in prospettiva, una moderna alleanza di riformisti si basa su un doppio livello di interazione: il primo con le forze che fanno riferimento a Vendola, ai socialisti e ai radicali; il secondo, previa verifica programmatica, con l’Udc e Di Pietro. Vorrei dire, prima ancora di elaborare una lettura più articolata, che considero positiva questa apertura di ragionamento. In primo luogo perché non ammicca a generici “uomini e donne di sinistra”, ma si prende la briga di nominarli e di riconoscerli come soggetti organizzati. In secondo luogo perché si mette fine alla stagione dell’autosufficienza, derubricando la “vocazione maggioritaria” a una più comprensibile e ragionevole idea di alleanze per il governo del paese. Il fulcro del ragionamento è che il Pd non può essere di sinistra, ma può certamente essere più radicale nelle scelte etiche e ambientali (credo che Veltroni stia amaramente riflettendo sul carattere ondivago della sua direzione dopo la sconfitta delle politiche), e che quindi necessita di una alleanza con la sinistra. Ricordo bene il mantra della campagna del 2008: il Pd esaurisce gli spazi a sinistra e, al più, deve allearsi con una parte di elettorato che si ritrova nelle campagne dipietriste (confltto d’interessi, questione morale). Lo schema è cambiato. Il nucleo della proposta di Veltroni è quello di riassorbire quell’elettorato che, in misura consistente, ha scelto proprio Di Pietro sui temi del conflitto d’interesse e della questione morale, riconoscendo l’esistenza di una soggettività politica della sinistra. E’ senza dubbio un ragionamento moderato, che si propone di rintracciare una versione inedita di quel ”nuovismo” che ha sempre caratterizzato l’azione politica di Veltroni. D’Alema fa certamente un discorso più “di sinistra”. Ancora più nettamente lo fa Bersani, come è apparso chiaramente nell’ultimo intervento alla conferenza programmatica della Cgil, dove ha parlato di insediamento sociale, della fine dell’idea che dalla crisi si possa uscire con un “pensiero unico”, della necessità di restituire dignità al confronto tra le parti sociali, in primo luogo con il sindacato dei lavoratori. Si tratta di categorie che, per tanti di noi, sono più note e, come osservava su queste pagine Rina Gagliardi, più riconoscibili. Eppure, nell’intervista all’Unità ho scorto una propensione di D’Alema a concepire il Pd come una forza che incorpora la sinistra. Non, ovviamente, le sue forme organizzate, ma la sua storia (i 150 anni di storia alle spalle) e la sua funzione sociale. La partita del governo si può giocare in un paese, afferma D’Alema, che, anche nelle ultime elezioni europee, non ha dato la maggioranza assoluta alle forze al governo. Si può rivincere sulla base di nuove alleanze, con l’Udc che allarga lo schema del più recente centrosinistra (quello dell’Unione n.d.r.), in una condizione di urgente accelerazione dell’alternanza. Ritengo che entrambi gli approcci contengano, per quanto ci riguarda, lezioni interessanti. La prima è che il Pd è ben lungi dall’essere una forza stabile, non tanto per il confronto aspro tra gruppi dirigenti e nella propria base, quanto per la funzione che esso dovrà necessariamente assolvere nella politica italiana. La seconda è che, per le forze della sinistra, nessuna delle due opzioni è ostativa al dispiegarsi di una piena e compiuta iniziativa politica (poiché nessuno propone annessioni o steccati pregiudiziali) nel campo della ricerca di un’alternativa a Berlusconi. La terza è che, nonostante le autorevoli argomentazioni che vanno in senso opposto, non sia per niente utile (qualora fosse possibile) ragionare sull’opportunità di entrare nel Pd. E ancora più inutile, aggiungerei, è lo stare fuori da quel partito facendo il tifo per l’una o l’altra opzione. Ma vi immaginate, al di là delle suggestioni, quale sarebbe l’agibilità politica reale dentro un’organizzazione siffatta? Credo invece che il congresso del Pd ci ponga ancora di più davanti alle nostre responsabilità. Non possiamo invocare più l’errore altrui. Occorre che ci si dia da fare per costruire una sinistra tale da rappresentare una valida opzione politica ed elettorale. Una sinistra piena di persone che partecipano direttamente. Un a sinistra popolare. Una sinistra che non si faccia ipnotizzare da ciò che accade al di fuori di essa, come quando, più o meno coscientemente, propone di aspettare di vedere come finirà il congresso del Pd per decidere da che parte andare. Bisogna definire il nostro profilo, la nostra personalità politica, i nostri strumenti di rappresentanza. Bisogna, insomma, decidere di fare la nostra parte. E di farla presto" (Gennaro Migliore, Sinistra e Libertà, da sinistraelibertà.it)

sabato 18 luglio 2009

Nuova giunta, le deleghe del sindaco

Oggi il sindaco Graziano Delrio ha firmato l’atto ufficiale con cui ha incaricato formalmente gli assessori delle relative deleghe: Liana Barbati, vicesindaco e assessore a Bilancio, Tributi, si occuperà anche dei Servizi demografici e dello Stato civile. Giovanni Catellani, assessore a Cultura e Università, si occuperà anche di Educazione alla pace. Franco Corradini, assessore alla Coesione e Sicurezza sociale, si occuperà anche di Centri sociali e Immigrazione. Mauro Del Bue è assessore allo Sport. Ugo Ferrari, assessore alle Risorse del Territorio: che include Urbanistica, Edilizia, Casa, Sviluppo sostenibile del territorio. Paolo Gandolfi, assessore a Mobilità, Infrastrutture e Lavori pubblici. Graziano Grasselli, assessore a Sviluppo economico e Innovazione ovvero con Politiche di sviluppo economico, Semplificazione amministrativa, Nuove tecnologie. Natalia Maramotti, assessore alla Cura della comunità che significa: Decentramento amministrativo, Commercio, Pari opportunità, Conciliazione dei tempi di vita. Iuna Sassi, assessore alla Educazione, che riguarda le deleghe a Scuola, Giovani e Officina educativa.Matteo Sassi, assessore alle Politiche sociali, lavoro e salute. Uberto Spadoni, assessore ai Progetti urbani, con delega anche al Patrimonio.

venerdì 17 luglio 2009

La scure della Masini: dirigenti dimezzati

Provincia, sui dirigenti si abbatte la scure di Sonia Masini. In ossequio al principio che bisogna risparmiare in tempi di crisi, dopo aver ridotto gli assessori a sei, adesso la presidente della Provincia mette in cura dimagrante i dirigenti. Ecco le novità: sparisce la figura del direttore generale, via i tre dirigenti d'area, calano da 24 a 14 i dirigenti e solo otto avranno il potere di firma. La rivoluzione di Sonia Masini disegna la nuova "macchina" di Palazzo Allende. Il risultato: un risparmio di centinaia di migliaia di euro, da destinare al sostegno di famiglie e imprese in questo periodo di crisi. I tagli partono dall'alto. Scompare la figura del direttore generale, con Francesco Capuano che passerà a un ruolo di dirigente, con stipendio dimezzato. La nuova organizzazione elimina poi i dirigenti d'area. Erano tre e di questi Andrea Tagliavini ha già lasciato la Provincia (è stato eletto sindaco di Quattro Castella). Ivana Nicolai tornerà al Comune di Reggio, da dove proveniva (come dirigente). Angela Ficarelli invece resterà dirigente (non più d'area) in Provincia.
Solo otto dirigenti avranno la "responsabilità" della firma, compresa la Ficarelli (dovrebbe seguire politiche comunitarie, comunicazione, rapporti col consiglio, archivio, protocollo, personale e informatica). Secondo le attuali indiscrezioni, a Capuano andrà l'economia(agricoltura, attività produttive, turismo e partecipate). A Claudia Del Rio il bilancio. A Domenico Savastano appalti, contratti, patrimonio ed espropri. A Paola Canova scuola, sanità e sociale. Ad Anna Maria Campeol pianificazione territoriale (Ptcp). A Valerio Bussei infrastrutture ed edilizia con manutenzione:e progettazione. Infine rientrerà tra i dirigenti Loredana Dolci, che ha concluso a sua esperienza da assessore (per lei dovrebbe esserci il settore del lavoro) .
Saranno sei i "dirigenti esperti", senza responsabilità di firma. Alcuni lo sono già, come Andrea Chiari (turismo), Stenio Melani (progettazione strade), Verter Eletti (edilizia scolastica); Marco Orlandini (ufficio legale); e Giovanni Iemmi (caccia e pesca). Dovrebbe passare invece da dirigente a "esperto" Mariapia Tedeschi (si occupava di attività produttive e turismo). Per altri dirigenti c'è invece il ritorno al precedente ruolo di "ottavo livello". Dovrebbe essere questo il futuro di Paola Panciroli, Riccardo Valeriani, Maria Lodovica Fratti e Fiorenzo Basenghi . Stesso itinerario potrebbe percorrere Annalisa Sansone, che tornerebbe però al Comune di Reggio. Massimo Bonacini dovrebbe lasciare invece il ruolo di dirigente per entrare nello staff dell'assessore Roberta Rivi. Avevano infine già lasciato in passato la Provincia per altri incarichi Antonio Tamelli ed Ermenigildo Deolmi.
Fonte: Il Resto del Carlino

giovedì 16 luglio 2009

Partecipate, "spaggiariani" verso l'epurazione

Finito il walzer della Giunta, inizia quello delle partecipate. Secondo le prime indiscrezioni, la nuova ondata di nomine potrebbe avere sul rovescio della medaglia una vera e propria epurazione: quella degli "spaggiariani". A mettere su questo sentiero i rumors di piazza Prampolini, il tentativo in extremis di fare fuori dalla giunta Delrio l'assessore Franco Corradini, riconfermato poche ore prima del primo consiglio comunale. Ora Delrio avrebbe però le mani libere sugli enti di secondo grado, roccaforte degli "spaggiariani". Per questo una delle ipotesi è che la componente venga azzerata dai vertici delle partecipate : in questo caso dovrebbero fare le valigie Angelo Malagoli (Act), MariellaZanichelli (Farmacie Comunali) e Sandra Piccinini (Istituzione Nidi e Scuole dell'Infanzia). C'è da dire che la Zanichelli aveva preannunciato la sua intenzione di lasciare le Farmacie, mentre per quel che riguarda Act, negli ultimi mesi si è rivelata una sempre più marcata distanza tra le linee dell'assessore alla mobilità Paolo Gandolfi e l'operato del presidente Angelo Malagoli. Un ricambio, in questo senso, potrebbe essere fisiologico. Tra i nomi in ballo per le Farmacie quello di Franco Colosimo, ma se dovesse prevalere la linea rosa, potrebbe essere l'ex assessore Gina Pedroni ad avere la meglio.
Fonte: L'Informazione

Sala Tricolore, stop ai lavori per due mesi. Vecchi (Pd): "C'è bisogno di ferie, i nostri consiglieri sono stanchi"

Il consiglio comunale speciale contro la crisi? Tra poco meno di due mesi. E' appena stata eletta, ma Sala del Tricolore va in vacanza dopo due sedute e si può aspettare di trattare l 'argomento. Perchè? Il capogruppo del Pd, Luca Vecchi , alla richiesta del collega Liborio Cataliotti (Pdl) di svolgere la seduta in luglio. «I nostri consiglieri sono reduci da una campagna elettorale pesante», ha spiegato Vecchi agli altri capigruppo, riuniti ieri per la prima volta.
Fonte: Il Resto del Carlino

mercoledì 15 luglio 2009

Fava: condannare l'aborto è ipocrisia

"Condannare l'aborto anzichè riconoscere e promuovere la liberta di scelta delle donne in materia di maternità è un imbroglio e un'ipocrisia". Lo dichiara Claudio Fava di Sinistra e Libertà. "Delude, ma non stupisce, l'astensione di PD e IDV. Una neutralità irricevibile - prosegue - su un tema che investe la dignità di ogni donna e che è diventato una logora bandiera ideologica della destra italiana". "In quel voto di astensione di tutta l'opposizione istituzionale - conclude Fava - c'è l'opacità politica di un Parlamento in cui non trova spazio alcuna voce di sinistra".

Dopo Grillo "niet" del Pd anche per Scarpati

Mentre il Pd nazionale è alle prese con Beppe Grillo, il Pd reggiano non vuol essere da meno e si inventa il caso Scarpati. La dirigenza locale del partito retto da Dario Franceschini ha respinto la richiesta di Marco Scarpati, legale reggiano recentemente candidatosi a sindaco con la lista Gente di Reggio e storico esponente dell’area radicale reggiana. Una nota diffusa dall’unione provinciale del Pd recita: "Marco Scarpati, come del resto aveva annunciato sulla stampa, ha presentato ufficialmente richiesta di iscrizione al Partito Democratico, versando la relativa quota. Come è noto, l’avvocato Scarpati si è candidato a sindaco con una lista civica alternativa alla lista del Pd nelle recenti elezioni amministrative: in relazione alla sua posizione ed a quelle, più in generale, dei candidati di liste avversarie del Pd nell’ultima tornata elettorale, l’Unione Provinciale, ritenendo incongrua la richiesta di iscrizione in base al comma 8 art.2 dello statuto nazionale che stabilisce i criteri di esclusione dall’Anagrafe degli Iscritti, ha provveduto a inoltrare richiesta di interpretazione autentica alla Commissione Regionale per il Congresso. "E’ comunque la Commissione Provinciale di Garanzia - continua la nota - che si riunirà il 22 giugno (testuale, ndr), l’unico organismo titolato a certificare l’Anagrafe degli Iscritti e quindi, in presenza di cause ostative, a cancellare coloro che non hanno diritto ad esservi registrati. Lo spirito è quello di garantire la piena regolarità dello svolgimento delle vicinissime scadenze congressuali, verificando a pieno titolo se sia ricevibile l’iscrizione e a quali poteri di elettorato attivo e passivo dia corso". Iscrizione congelata, dunque. Ma Scarpati non l’ha presa bene: "Non sono stato io a dare la notizia ai giornali. Mi è stata proposta l’iscrizione da un autorevole esponente del Pd locale e vi ho aderito, anche in seguito all’appello lanciato da Ignazio Marino. Sono molto dispiaciuto. Non volevo creare problemi a nessuno, non amo stare in chiesa a dispetto dei santi. Mi dispiace perché tra l’altro, dopo che la notizia è stata fatta uscire, molte persone del Pd mi hanno avvicinato per esprimermi consenso e approvazione". Scarpati precisa di non essere iscritto ad alcun altro partito: "L’ultima, anzi le ultime due tessere che presi risalgono a diciassette anni fa: la tessera radicale e quella socialista. Poi ho sostenuto Barack Obama lo scorso anno, inviando una somma a sostegno della sua candidatura via internet. E quel contributo fu accettato".
Fonte: Reggio24ore

martedì 14 luglio 2009

"Serve un nuovo patto per il welfare". Parla Matteo Sassi

In una Giunta che tutti hanno definito ”anni ’80”, per segnalare il lungo corso di molti suoi esponenti, c’è chi in quella decade è nato e si presenta come l’unico volto fresco proposto da Delrio per l’amministrazione cittadina. Stiamo parlando di Matteo Sassi,28 anni,il nuovo responsabile del welfare dopo i cinque anni di guida di Gina Pedroni. Sassi, dopo le promesse della campagna elettorale è arrivata l’ora di passare alla fase fattuale. Quale sarà il suo primo impegno?"Il mio assessorato si farà promotore di un Patto per il welfare in cui si stabiliranno delle linee d’azione il più condivise possibili dai vari attori sociali.Ci sembra un’azione urgente visto che a fronte della perdita del lavoro da parte di numerosi cittadini vogliamo mantenere un livello alto dei diritti di cittadinanza". Qual è la logica del patto? "Rimettere in relazione il welfare con la democrazia visto che storicamente i progressi dello stato sociale hanno accompagnato lo sviluppo democratico." Dopo l’assessorato della Pedroni lei si pone come elemento di rottura o proseguirà sul percorso già tracciato? "Agirò il più possibile in continuità con quanto realizzato dall’assessore Pedroni, ma metterò l’accento in particolare sulla partecipazione dei cittadini e sull’estensione dei diritti". Lei viene da Rifondazione e ora è esponente di Sinistra e Verdi. Dovrà mettersi in relazione con un sindaco più spostato verso il centro, restando fedele ai suoi valori: medierà tra il suo partito e il Pd? "Tutti gli amministratori rappresentano il partito di cui sono espres sione ma è mio compito anche mediare con le posizioni espresse dal Pd". Ieri Franco Ferretti, leader di Sinistra e Verdi, ha dichiarato che la Giunta Delrio ha pochi giovani, con lei come eccezione. Cosa ne pensa? "Ferretti con le sue parole ha rivolto un auspicio alla Giunta,quello del rinnovamento dell’azione politica nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi che ci siamo preposti. Da Ferretti sono venuti benevoli consigli per migliorare il profilo democratico e progressista della Giunta". In generale il risultato del voto dà al Pd una maggioranza in consiglio comunale che pare solida." Il clima è buono ed effettivamente la maggioranza è più coesa rispetto al passato". Nel corso della campagna elettorale sia Delrio che la Masini hanno posto l’attenzione su alcuni temi, tra cui una rimodulazione del welfare che preveda un ruolo sempre più importante del privato sociale. Sarà così? "Il problema è questo:scrivere un nuovo patto per il welfare significa chiamare a raccolta tutti i soggetti interessati e con loro discutere su come estendere il sistema delle garanzie e delle protezioni sociali. In questo quadro,il privato sociale ha un ruolo di rilievo ma la responsabilità politica è in capo all’amministrazione. "Il che in parole povere significa? "Che noi ci comporteremo in modo differente da quanto avviene all’interno del modello ”lombardo”del centrodestra. Nel modello che intende seguire l’amministrazione Delrio,la programmazione e la pianificazione sarà in mano pubblica. Non ci sarà, quindi,spazio per una pura e semplice logica di mercato nel campo dei servizi alla persona". Il centrodestra e in particolar modo la Lega parlano di ingiustificati favori per gli stranieri nella stesura delle liste d’accesso a servizi. Cosa risponde? "I dati dimostrano che si tratta di una menzogna.Prendiamo ad esempio il settore delle case popolari. Ebbene,i numeri dicono che la percentuale di stranieri che hanno l’accesso sul totale è del 17 - 18%,percentuale appena al di sopra del dato delle presenza straniera sul totale della popolazione, che si attesta intorno al 13%. Quella del centrodestra è una campagna irresponsabile,volta solo a creare facile consenso. Le graduatorie non sono stilate in base a principi razziali,ma ad algoritmi che tengono conto della condizione socioeconomica". ( L'Informazione, a cura di Simone Russo)

domenica 12 luglio 2009

Il dream team di Graziano: Liana Barbati

Liana Barbati, "nuovo" vicesindaco IdV con delega al Bilancio del dream team di Graziano Delrio, dice che sarà un vicesindaco "diverso", anche se non specifica nè da chi nè da cosa. In un'intervista a L'Informazione ha infatti dichiarato: «Cercherò di essere un vicesindaco un po’diverso, voglio stare a contatto con i cittadini. Anzi,lo dico subito:il mio ufficio sarà aperto a tutti,voglio fare l’assessore al bilancio in mezzo alla gente, non chiusa nell’ufficio a far di conto». C'è da presumere quindi che cambierà registro rispetto a ciò che ha fatto negli ultimi 5 anni, visto che alle elezioni comunali del 6-7 giugno ha raccolto solo 24 (ventiquattro) preferenze. La Barbati è già stata assessore alla cultura, in quota Psi, nel 1990 nella prima giunta Spaggiari. In quell'incarico è ricordata anche per la proposta, che alla fine non passò per le proteste che sollevò in città, di chiudere il cinema comunale Rosebud, oggi una delle sale di film d'essai più importanti in Italia. Pare che per la Barbati la gestione del Rosebud costasse troppo. Speriamo che abbia cambiato idea.

Il segretario del Pd di Cavriago si vergogna di essere del Pd

Mirko Tutino, segretario del Pd di Cavriago (nonchè assessore del Comune cavriaghese già al 2° mandato, nonostante i soli 26 anni di età) e sostenitore della candidatura Bersani, spara a zero sulla giunta Delrio. "Dove ci porteranno le scelte compiute in questi giorni nella nomina della Giunta comunale di Reggio? Il risultato risicato alle elezioni del 6 e 7 giugno doveva imporre una riflessione seria su quanto in questi cinque anni è stato sbagliato e produrre una reazione capace di rispondere agli argomenti sollevati dagli elettori. Il fatto che stesse per intraprendere un secondo mandato (e quindi senza problemi di rielezione) avrebbero permesso a Graziano Delrio di compiere scelte coraggiose, capaci di segnare la svolta necessaria per recuperare i consensi perduti.Invece no. Si è preferito fare scelte diverse. La Giunta ci ha fatto fare un balzo indietro di 25 anni (più o meno quando sono nato io), riportandoci agli anni ’80.Questo non solo per le persone scelte come Assessori, ma anche per le scelte da manuale Cencelli compiute:molte manovre da sottobosco politico e poca attenzione all’espressione degli elettori.E’stato scelto un Vicesindaco (Liana Barbati) che, per quanto possa essere persona valida e competente, esce dritta dalle giunte anni ’80 ed ha ottenuto 24 voti.Con 24 voti non si è diventa Vicesindaco nemmeno a Cavriago. La nomina di Mauro Del Bue ad Assessore allo Sport è semplicemente scandalosa.Non si può scegliere una figura che rappresenta in toto la Prima Repubblica e che, peraltro, per 5 anni (in realtà Del Bue è stato sottosegretario per circa 2 anni ndr) è stato Sottosegretario con Berlusconi. Quel Governo è stato contrastato da Delrio e dal PD in maniera molto dura:la gente non capisce questi trasformismi, soprattutto quando in Consiglio sono presenti validi esponenti del mondo dello sport che hanno raccolto centinaia di voti. Così come non è comprensibile il ripescaggio dell’Assessore Spadoni, che si è dimostrato un vero e proprio colabrodo di consenso. Infine c’è molto da dire su come sono stati trattati i giovani eletti del PD.I candidati under 30 hanno portato a casa centinaia di preferenze ed hanno dimostrato di essere riconosciuti dagli elettori come il presente del nostro Partito e non solo come un lontano e promettente futuro. Delrio alla Festa di Biasola subito dopo le elezioni ha ringraziato gli elettori che lo avevano votato ed ha detto che il merito della sua elezione era dei giovani che gli hanno fatto la campagna elettorale. Il vergognoso isolamento creato intorno a Sara Iori è un esempio di come si può essere valorizzati. Vedendo quello che è successo in Consiglio Comunale per un attimo mi sono vergognato di essere del PD. E’bene che ogni dirigente di questo Partito che ha a cuore il futuro di Reggio Emilia, soprattutto se giovane, inizi a dire chiaramente che non è d’accordo con queste dinamiche. In caso contrario,il rischio è che quando la nostra generazione o tutte le new entry del PD saranno chiamate in ruoli di responsabilità ci sia già qualche altro Partito a guidare la città. Dire queste cose non fa bene alla carriera politica nell’immediato, ma è utile che la gente sappia che nel PD esistono delle alternative e che qualcuno intende portarle avanti." Se il buon giorno si vede dal mattino...In ogni caso, dalla lista di assessori che hanno fatto politicamente "arrossire" il buon Tutino spicca l'assenza di Franco Corradini, in consiglio comunale a Reggio dal 1985 .

venerdì 10 luglio 2009

Luci e ombre nella giunta Delrio

“Voglio esprimere un augurio di buon lavoro ai rappresentanti di Sinistra e Verdi , Piero Nasuti, eletto in consiglio comunale, e Matteo Sassi, che nelle giunta di Graziano Delrio ha ricevuto una delega – welfare e politiche del lavoro - particolarmente importante in un periodo di grave crisi economica come l'attuale.Matteo Sassi rappresenta la continuità con le scelte che hanno caratterizzato la precedente consiglia tura, per l’impegno e le capacità che ha dimostrato nel sostegno alle scelte del governo locale basate su principi di giustizia , equità e solidarietà e a favore di un modello di sviluppo della città non più segnato dalla crescita quantitativa delle precedenti giunte Spaggiari. Nel contempo Sassi rappresenta il principale messaggio di rinnovamento di questa giunta, coerente con il segnale che io stesso ha voluto dare non ricandidandomi a un nuovo incarico di giunta, pur avendo un solo mandato alle spalle. Un esempio che avremmo voluto fosse seguito anche da esponenti di altri partiti e dalle scelte degli stessi partiti, in particolare dal PD,dove al contrario è prevalsa la logica dei veti incrociati e non da ultimo degli equilibri e dei riposizionamenti congressuali. Da qui la riproposizione, nella squadra di governo della città, di personalità che sono entrate in consiglio comunale 25 anni fa o avevano già rivestito importanti incarichi amministrativi negli anni ‘80-‘90, cosa che certo non rappresenta una scelta coerente con le istanze di rinnovamento che il voto dei cittadini ha indicato. Da qui anche la preoccupazione che ciò non porti la giunta a dare risposte vecchie a problemi che richiedono invece sforzi straordinari di cambiamento e innovazione. Fatte queste considerazioni, credo che andrà giudicata la nuova giunta innanzi tutto su come sarà in grado di affrontare i problemi sociali conseguenti alla drammatica crisi occupazionale che si profila da settembre in poi a Reggio a causa dell’esaurirsi della cassa integrazione ordinaria per migliaia di lavoratrici e lavoratori. Per affrontare con efficacia le sfide che attendono i reggiani, sia sul piano sociale che su quello economico, la giunta avrà bisogno della collaborazione dei sindacati e delle associazioni di impresa. Un buon modello per affrontare la crisi è rappresentato dal patto siglato a livello regionale, che subordina la concessione di aiuti alle imprese all'impegno a non licenziare i lavoratori. Preoccupa però il fatto che Assindustria non abbia aderito all'accordo. Va richiesto pertanto ai rappresentanti locali di Assindustria di Reggio di aderire a questo patto per attraversare e superare la crisi, e bisogna che enti locali, associazioni e sindacati lavorino a un nuovo modello di sviluppo basato su una politica industriale energetica e di redistribuzione della ricchezza che combatta lo scandaloso aumento delle disuguaglianze e sappia valorizzare il lavoro”. Franco Ferretti (Sinistra e Verdi).

venerdì 3 luglio 2009

Sinistra e libertà alle elezioni regionali

Sinistra e Libertà si presenterà come soggetto politico alle elezioni regionali e avvierà, subito dopo l'estate, iniziative politiche comuni: una festa nazionale che si terra a Torino; un'assemblea nazionale, sabato 12 settembre a Roma. Sono queste le novità emerse dal seminario nazionale che si è tenuto oggi in un hotel romano. "Il nostro obiettivo - si legge in un documento di Sinistra e Libertà - è quello di costruire un programma di lungo periodo, una 'carta di identità del nostro progetto che non è solo un accordo elettorale, ma un ampio processo popolare e democratico, uno strumento di iniziativa e di partecipazione politica". In una conferenza stampa Claudio Fava, Grazia Francescato, Riccardo Nencini, Umberto Guidoni e Nichi Vendola hanno confermato l'itinerario politico delineato nel seminario. "Nella crisi acuta della società italiana - ha detto Vendola - non nascondiamo le nostre diversità interne che giudichiamo invece una ricchezza".