La giunta provinciale ha approvato la riorganizzazione dell’ente, secondo i criteri definiti dal Consiglio provinciale. Punti chiave sono la maggiore flessibilità della struttura e il contenimento della spesa pubblica, particolarmente importante in questo grave frangente di crisi economica che colpisce numerosissime famiglie, imprese e lavoratori.La struttura della Provincia risulta quindi essere costituita di 8 Servizi Provinciali: Affari generali, dirigente Angela Ficarelli; Bilancio, dirigente Claudia Delrio; Appalti e contenzioso, dirigente Domenico Savastano; Sviluppo ecomomico, agricoltura e promozione del territorio, dirigente Francesco Capuano; Lavoro e formazione professionale, dirigente Loredana Dolci; Programmazione scolastica, educativa ed interventi per la sicurezza sociale, dirigente Paola Canova; Pianificazione territoriale, ambiente e politiche culturali, dirigente Anna Maria Campeol; Infrastrutture, mobilità sostenibile, edilizia e patrimonio, dirigente Valerio Bussei. Questi i dirigenti esperti: Marco Orlandini (contenzioso); Mariapia Tedeschi (commercio); Andrea Chiari (turismo); Giovanni Iemmi (benessere animale); Verter Eletti (edilizia scolastica); Stenio Melani (mobilità).
La seduta di approvazione è stata però davvero incandescente: solo alla fine di una giornata tumultuosa, che ha visto i gruppi di opposizione di Pdl, Lega Nord e Udc abbandonare l’aula per protesta, è arrivato il via libera alla proposta della maggioranza con 17 voti favorevoli e il non-voto di Alberto Ferrigno (Partito di rifondazione comunista).
La presidente Sonia Masini ha condannato il gesto dell’opposizione: "Sulla riorganizzazione dell’ente e la riduzione di assessori e dirigenti le opposizioni di centrodestra, abbandonando l’aula del consiglio provinciale, hanno dimostrato un’incapacità di misurarsi con il cambiamento che è necessario. Di fronte a proposte precise e forti si sono nascosti dietro inesistenti mancanze procedurali per non partecipare nè alla discussione, nè al voto su indirizzi che sono di competenza del consiglio provinciale. Comportamenti di questo tipo, gravi e incoerenti, dimostrano quanta distanza esista nel centrodestra reggiano dalle parole ai fatti. "Accuse rimandate al mittente da Massimiliano Camurani, consigliere del Pdl, che spiega come la bagarre abbia avuto la sua causa scatenante nell’eccessiva fretta di approvare il procedimento di riorganizzazione della Provincia: "E’ comprensibile che l’ente abbia bisogno di acquisire velocemente una strutturazione ben definita, ma sarebbe quantomeno prassi che i capigruppo in sede di Conferenza discutano l’ordine del giorno del consiglio. Nel caso per alcuni punti specifici non vi fosse poi il tempo o la possibilità di fare delle commissioni ad hoc, se ne dovrebbe parlare in sede di conferenza di capigruppo, facendo avere loro una copia degli atti almeno per mail. "Duro anche il consigliere leghista Paolo Roggero, che affonda il colpo sul metodo con il quale è stata gestita questa situazione: "Gli atti relativi al consiglio non sono stati trasmessi dal presidente Chierici con la dovuta tempestività e con l’utilizzo dei mezzi informatici, cioè la posta elettronica che sono ormai utilizzati a tutti i livelli. I gruppi consiliari più rilevanti hanno avuto difficoltà ad intervenire in modo puntuale e approfondito sugli emendamenti al programma della Masini presentati dall’Udc e da Rifondazione comunista, in quanto gli stessi sono stati loro consegnati solo in sala consiliare. Noi chiediamo al presidente Chierici che tutti gli atti relativi al consiglio vengano trasmessi per e-mail al momento in cui vengono depositati." La maggioranza, invece, si schiera compatta a difesa del comportamento della giunta provinciale: il consigliere Umberto Beltrami, eletto nelle liste del Partito Democratico, non capisce "perché vi sia la pretesa da parte di alcuni consiglieri ad incidere sul merito di questioni, che sono attribuite in maniera chiara ai diversi organi dalla legge". Sulla stessa linea di pensiero il capogruppo Pd, Ilenia Malavasi: "L’iter procedurale è stato rispettato. Il materiale relativo al punto all’ordine del giorno era, come prevede il regolamento, a disposizione di tutti i consiglieri dalle 48 ore precedenti la seduta. Se li abbiamo ritirati noi del Pd, potevano farlo anche gli altri gruppi. Il presidente del consiglio provinciale, Gianluca Chierici, tirato direttamente in causa dal Carroccio, ha replicato infine alle accuse dei leghisti: "La funzione del presidente del consiglio non è quella di fare da balia ai consiglieri, ma di offrire loro gli strumenti per svolgere al meglio la propria funzione. Se i consiglieri dell’opposizione in aula hanno dichiarato di non aver ricevuto gli atti ufficiali inerenti i punti iscritti all’ordine del giorno è perché non li hanno precedentemente ritirati o consultati, essendo gli stessi regolarmente depositati. Non c’è stata alcuna mancanza procedurale. La convocazione del consiglio è stata spedita in data 16 luglio, esattamente una settimana prima della discussione, se qualcuno non ha adempiuto al proprio dovere non è certo il presidente del consiglio provinciale."
Fonte: Reggio24ore