venerdì 29 gennaio 2016

Da Arcore o dal Chiapas. la grande ammucchiata

 Stefano Morselli

Stavo leggendo i nomi dei nuovi sottosegretari e viceministri nominati nel governo Renzi. Federica Chiavaroli ex Popolo della Libertà (Pdl, entra nel ministero della giustizia in quota Nuovo Centro Destra (Ncd) divertente ossimoro in un governo cosiddetto "di centrosinistra". La signora Dorina Bianchi arriva invece ai Rapporti con il Parlamento, anche lei in quota Ncd, ma dopo uno spericolato percorso che dal Ccd (all'epoca centrodestra) l'ha portata alla Margherita e al Pd (allora centrosinistra), poi all'Udc e poi al Pdl (allora centrodestra). 

In quota a sigle estinte, o addirittura mai esistite se non nelle aule parlamentari, diventa viceministro degli esteri Mario Giro, eletto nel 2013 con Scelta Civica (Sc), poi passato ai Popolari per l'Italia, poi (secondo Wilkipedia) a una non meglio identificata Democrazia Solidale Mantiene invece la targa Sc, essendone addirittura segretario nazionale (anche se è molto dubbio che ci sia ancora il partito) il più noto Enrico Zanetti, spesso in televisione come sottosegretario e ora promosso viceministro all'economia e alle finanze. Di lui, in precedenza, si ricordano solo fugaci apparizioni in una sigla Verso Nord e nella Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Un recente passato in Italia Futura e un provvisorio presente in Sc vanta anche Antimo Cesaro, neo sottosegretario ai beni culturali. Il nuovo ministro agli affari regionali sarà Enrico Costa, anche lui in quota Ncd, nel cui curriculum spiccano però indiscutibili referenze precedenti di parlamentare di Forza Italia e del Pdl, a suo tempo strenuo sostenitore delle celebri leggi ad Bananam.

A questo punto, voi che siete i soliti gufi rompicoglioni, vi chiederete: ma proprio tutti di destra, in questo rimpasto? Sbagliato. Dopo alcuni mesi di apprendistato - con incarichi minori di partito e candidature regionali fulmineamente revocate - fa il suo trionfale ingresso al ministero della giustizia anche un (ex) comunista rivoluzionario: Gennaro Migliore, già Rifondazione poi Sel, poi traslocato direttamente nella maggioranza renziana del Pd. Un tempo, incontrava il sub-comandante Marcos nel Chiapas, ora incontrerà Alfano a Palazzo Chigi. E magari, al prossimo rimpasto, anche Verdini. Sono soddisfazioni.

Nessun commento:

Posta un commento

L'inserimento dei commenti su questo blog implica l'accettazione della policy.