Casini e Fini vanno dicendo da alcuni giorni quella che sembrerebbe un’ovvietà: per vincere Bersani deve prevalere sia alla Camera che al Senato. Ma questa ovvia regola della democrazia varrebbe solo per la coalizione di centrosinistra. Difatti loro pensano di vincere anche se vengono battuti alla Camera e arrivano terzi o quarti al Senato.
In questo caso vorrebbero di nuovo Monti come premier, che così passerebbe alla storia come l’unico divenuto capo del governo dapprima per nomina regia, e poi per essere arrivato buon ultimo alle urne.
L’ideale della democrazia per Casini e soci, è prendere tutti i voti che si può raccontando qualsiasi cosa all’elettorato, per decidere dopo chi governerà e che cosa farà, liberi dall’impaccio di un preciso mandato democratico. L’avversario da battere non è dunque il centrosinistra in se, ma la sua natura democratica e partecipata, quello della carta d’intenti e dei 3 milioni di partecipanti alle primarie.
E’ stata questa spinta popolare che ha spostato il centrosinistra a sinistra, vicino ai disagi ed al dramma sociale di chi la crisi la sta pagando tutta in prima persona. Monti vuole tagliare le ali e ridurre al silenzio Fassina e Vendola, per impedire al centrosinistra di volare, per togliere la parola al suo popolo.
Sara bene esserne consapevoli: il giorno dopo le elezioni quello che sarà decisivo è se il centrosinistra avrà vinto anche al Senato, ed anche se “Sinistra Ecologia Libertà” avrà avuto un buon risultato. Tutto il resto (quanti grillini andranno in parlamento, quanti voti Ingroia sarà riuscito ad attrarre, quanti si asterranno) andrà in secondo piano. In queste elezioni si decide se il paese può avere un’alternativa al liberismo, o se dobbiamo rimanere sotto tutela, impossibilitati a scegliere che direzione prendere.
Certo, chi è arrabbiato per tutto quello che il PD ha votato in quest’ultimo anno è ampiamente giustificato se accarezza l’idea dell’astensione, o del voto di protesta. Ma si tratta di pensare che, dopo, con un centrosinistra sotto ricatto di Casini e Fini le cose andranno peggio. Per la condizione di ognuno di noi certamente, ma purtroppo anche per chi verrà dopo di noi, per i nostri figli o nipoti.
Perché il liberismo farà un deserto dei diritti e della dignità delle persone. Conterà solo quanti soldi hai e di che classe sociale sei. Il liberismo ha creato questa crisi inneggiando alla diseguaglianza come motore del progresso. Non è capace di tornare indietro da questa strada. La percorrerà fino in fondo, fino alla estreme conseguenze per la nostra civiltà.
Contro la possibilità di un governo di centrosinistra autonomo, si stanno mobilitando le retrovie dei poteri forti. Oggi fa più paura una sinistra che vuole governare che una rassegnata all’opposizione.
Anzi il liberismo ha bisogno di una opposizione incapace di incidere, per darsi così una parvenza di democraticità.
Oggi possiamo vincere e cambiare le sorti del paese. Non facciamoci sfuggire questa occasione, rischiamo di rimpiangerla in futuro.
Michele Bonforte