venerdì 21 dicembre 2012

Gli "arancioni" al bivio

Ho letto il manifesto “Io ci sto”, che dovrebbe costituire la base per il varo della lista elettorale cosiddetta “arancione”.  E’ un testo sul quale, personalmente, troverei difficile esprimere un qualche disaccordo. Di più: troverei difficile individuare punti di disaccordo significativo con la sostanza dei contenuti sui quali Nichi Vendola ha caratterizzato la propria partecipazione alle recenti primarie del centrosinistra, e più in generale, con la sostanza dei contenuti che caratterizzano la presenza politica di Sinistra Ecologia Libertà.
C’era allora bisogno di far nascere un ulteriore polo elettorale? C’era bisogno – sostengono alcuni promotori – perché quei contenuti sono incompatibili con il Pd e quindi non è possibile una alleanza che comprenda il Pd. Poi, però, leggo sui giornali che altri promotori sarebbero invece al lavoro per verificare la possibilità di intese con il centrosinistra, in particolare con il Pd. “Questo processo aggregativo – dice ad esempio Oliviero Diliberto, segretario del Pdci - rappresenterà un valore aggiunto essenziale. Riteniamo essenziale costruire le condizioni per il confronto con la coalizione di centrosinistra: il campo dei progressisti deve allargarsi”. Lodevoli propositi, che – guarda un po’ – assomigliamo molto a quelli enunciati da Nichi Vendola quando ha deciso di presentarsi alle primarie, appunto per favorire una aggregazione a sinistra anche “competitiva” nei confronti del Pd, pur in una prospettiva di unità del centrosinistra.    
C’era allora bisogno di far nascere un nuovo polo elettorale? E se sì, per fare che cosa:  contrapporsi alla coalizione di centrosinistra perché non ci si può alleare con il Pd, o  al contrario confrontarsi con il centrosinistra per allargare il campo dei progressisti? Vedremo se domani, dall’incontro degli “arancioni” a Roma, uscirà qualche risposta chiara. Che non sia, meramente, il tentativo di strappare qualche frazione di punto a Sel per fare a gara su chi è “più di sinistra”, magari  dentro uno scenario di comune sconfitta. Se, invece, come è auspicabile, prevarrà l'idea di "allargare il campo dei progressisti", a me pare che ne uscirebbe una conferma sostanziale (ancorchè un po' paradossale) della scelta compiuta da Sel.

Stefano Morselli