mercoledì 5 dicembre 2012

Enti Locali e caccia F-35: l'unica penale è acquistarli

Il Presidente dell’ANCI e Sindaco di 
Reggio Emilia Graziano Delrio, nel chiedere con forza al Governo Monti di modificare la legge di stabilità, che prevede ulteriori tagli agli Enti Locali - “altrimenti il Paese perderà una barriera importante ad un fiume in piena che sta per straripare: il fiume della disperazione, della rabbia e della mancanza di coesione sociale” - indica di cercare le coperture necessarie attraverso alcune misure, tra le quali quella di “ridurre le spese militari”. 

Molto bene. Era proprio questa, del resto - la riduzione delle spese militari - la richiesta dell’ordine del giorno votato nel Consiglio Comunale di Reggio Emilia il 27 febbraio scorso, sull’onda di un ampio movimento popolare, rivolta al Governo, al Presidente della Repubblica ed allo stesso Sindaco Delrio al quale si chiedeva – nella sua funzione di Presidente dell’ANCI - di “farsi interprete” di quanto contenuto in quell’odg presso il Presidente del Consiglio.
Ma nell’odg consiliare si chiedeva anche, e più specificamente, di ridurre le spese militari “annullando almeno” l’acquisto dei cacciabombardieri d’attacco nucleari Joint Strike Fighter (detti F 35), azzerandone il programma - che da solo vale complessivamente circa 20 miliardi di euro, diluiti su più anni – sia perché offensivo della Costituzione italiana, sia per destinare le risorse al welfare municipale, alle politiche per il lavoro, al Servizio Civile Nazionale, “cioè a investimenti pace e di vera sicurezza”. Programmi di autentica difesa, “barriera” appunto, rispetto alle reali minacce alla nostra Patria di cui parla il Sindaco.
Eppure il Sindaco Delrio appare più dubbioso rispetto al taglio dei cacciabombardieri, perché – nell’intervista apparsa sulla Gazzetta di Reggio il 30 novembre (“Senatori con noi, o non chiedano voti”, a cura di Michela Scacchioli) - ne subordina la possibilità al poter “tornare indietro senza pagare penali, allora si potrebbe fare subito. Ma” aggiunge “non conosciamo i termini contrattuali. Che vanno verificati”
Vogliamo informare il Sindaco che – come ha ampiamente e ripetutamente dimostrato la Campagna “Taglia le ali alle armi”http://www.disarmo.org/nof35/ - la documentazione ufficiale dell’operazione dimostra che l’uscita del nostro Paese dal programma di acquisto dei caccia JSF non comporterebbe oneri ulteriori rispetto a quelli già stanziati e pagati per la fase di sviluppo e quella di pre-industrializzazione, tranne che per i pochissimi esemplari il cui ordine e contratto sono già stati finalizzati. Lo prevede il “Memorandum of Understanding” del Joint Strike Fighter (in pratica, l’accordo fra i Paesi compartecipanti) sottoscritto anche dall’Italia con la firma apposta il 7 febbraio del 2007. La sezione XIX del documento stabilisce che qualsiasi Stato partecipante possa “ritirarsi dall’accordo con un preavviso scritto di 90 giorni da notificarsi agli altri compartecipanti” (par 19.4).
Dunque, rassicuriamo il nostro Sindaco e Presidente dell’ANCI, invitandolo a ribadire, con ancora più energia, la richiesta al Governo di rinunciare all’acquisto dei cacciabombardieri – il più costoso programma di armamenti della storia – senza timore di incorrere in penali. Oltre 60 Enti Locali hanno votato mozioni e ordini del giorno in questo senso. L’unica vera penale sarebbe condannarci al loro acquisto.


Pasquale Pugliese

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