venerdì 30 novembre 2012

Partecipiamo al secondo turno delle primarie perché il centrosinistra è la nostra casa e il suo futuro ci riguarda fino in fondo

Abbiamo partecipato alle primarie del centrosinistra, che hanno permesso a oltre 3 milioni di persone di vivere uno straordinario momento di partecipazione politica, appropriandosi del diritto a decidere il leader della coalizione. Al primo turno siamo fra quei 485.689 che hanno scelto di votare Nichi Vendola e di sostenere così un progetto di sinistra, che si proponeva e si propone di restituire all’Italia un futuro in cui i diritti del lavoro e delle persone abbiano piena cittadinanza, in cui la conversione ecologica dell’economia non sia solo uno slogan da convegno, in cui sia possibile restituire significato a parole come uguaglianza, libertà e solidarietà. Al primo turno abbiamo fatto la nostra parte e ringraziamo tutte le cittadine e i cittadini che hanno voluto collaborare con il loro impegno o anche solo con un voto. Al secondo vorremmo continuare a farla, perché il centrosinistra è la nostra casa e il suo futuro ci riguarda fino in fondo. Non voteremo Renzi, perchè l’abbiamo ascoltato, ma non ci ha convinto, mentre si allineava a Marchionne senza se e senza ma, votava no al referendum per l’acqua pubblica, adottava la proposta Ichino sul mercato del lavoro, bocciava la patrimoniale mentre cenava a porte chiuse con i finanzieri. A Bersani diciamo che ci deve convincere, e soprattutto deve avere la capacità di convincere le migliaia di donne e di uomini che con noi hanno votato Vendola al primo turno. Ma siamo certi che saprà farlo, con parole e impegni chiari e precisi. Matteo Sassi Michele Bonforte Anna Valcavi Lorenzo Capitani Giorgio Salsi Mirto Bassoli Franco Ferretti Daniele Ferrari Teresa Debbi Festa Antonella Pierino Nasuti Katia Pizzetti Sebastiano Milazzo Rino Soragni Barbara Vigilante Ernestina Bazzi Atos Cattini Vilder Corradi Massimiliano Meloni Angelo Giampietri Piera Vitale Luigi Salsi Renzo Testi Viller Masoni Paolo Borciani Enrico Grassi Luciana Caselli Valentina Trizzino
Erio Buffagni
Mila Lusetti
Gabriele Brizzi
Tommaso Minerva
Massimo Bagni
Catia Manfredi

Il mio voto al ballottaggio, senza certezze

Ho detto, nei giorni scorsi, che non avevo ancora deciso se andare a votare al ballottaggio. E che, nel caso fossi andato a votare, lo avrei fatto senza entusiasmo. Fossero state primarie “del Pd” - come hanno ripetuto ossessivamente in tanti, per scarsa informazione o per consapevole mistificazione – non sarei andato a votare nemmeno al primo turno, perché non sono un elettore del Pd. Ma queste primarie, nonostante tutto, non sono del Pd, sono del centrosinistra. E allora, il problema si pone. Ho riflettuto, ho parlato con diversi amici, credo che alla fine esprimerò il mio voto, pur non essendo cresciuto l’entusiasmo.
Che non sarebbe stato un voto per Renzi, lo sapevo già. Non per particolare astio verso di lui, come l’astio che provano molti “bersaniani” del Pd, quasi che scoprissero oggi la presenza nel loro partito di Renzi e, soprattutto, della cultura politica che esprime. E’ fin dalla nascita che il Pd “scopre” di avere al proprio interno tutto e il contrario di tutto, e ogni volta molti – invece di chiedersi se il problema non sia proprio nella filosofia originaria del Pd - si “meravigliano” delle Binetti, dei Rutelli, dei Calearo, di tutti quelli che se ne sono andati ,e anche di alcuni che sono restati. Demonizzare adesso Renzi è quindi molto bizzarro, oltre che inutile, anche perché paradossalmente il fenomeno Renzi deriva proprio dalle mancate scelte e dal mancato rinnovamento del Pd. Anzi, a me pare che Renzi rappresenti una versione riveduta e aggiornata del veltronismo, cioè del cosiddetto “Pd delle origini”, quello che Veltroni definiva con orgoglio “non di sinistra”, quello che “andava da solo” (e inanellava una sconfitta elettorale dietro l’altra, per altro insieme a tutto il resto della fu sinistra che al Pd non aveva aderito).  All’epoca, ho radicalmente dissentito da quella filosofia, continuo a dissentire oggi. Inoltre, dissento dalle posizioni che Renzi rappresenta, soprattutto in materia di politiche economiche, come l’esplicita condivisione delle riforme Fornero sulle pensioni e sul mercato del lavoro, più in generale della cosiddetta “agenda Monti”. E’ singolare, però frequente, che molti sostenitori di Renzi non considerino, o ignorino del tutto, queste posizioni, e anzi – se interpellati nello specifico – dicano peste e corna della Fornero e di Monti.  Ma tant’è: il fumo dell’abilità mediatica e la ostentata contrapposizione ai “vecchi politici” oscurano largamente l’arrosto delle proposte concrete.
Veniamo a Bersani. Io conservo delle perplessità, che non riguardano tanto lui personalmente, quanto piuttosto le tante contraddizioni e ambiguità politiche del partito di cui è segretario. Mi rimane il forte dubbio che, se anche vincerà il ballottaggio, possa poi ricominciare il consueto tormentone sulla collocazione e sulle scelte del Pd, una parte del quale continuerà a strattonare verso Casini, magari Montezemolo, comunque verso la continuità con il governo Monti (con o senza la presenza di Monti). Però, anche questo si sapeva da prima. Come si sapeva che, dopo aver sostenuto Vendola al primo turno, si sarebbe probabilmente arrivati a un ballottaggio di questo genere al secondo turno. Io non ho certezze su quello che accadrà in caso di vittoria di Bersani, non dò nulla per scontato, però penso possa rimanere maggiore spazio per una presenza e un peso,  all’interno di una coalizione di centrosinistra, dei temi che Vendola ha posto con forza in queste primarie, Diciamo: lo spazio per continuare la nostra battaglia politica. E’ poco, è abbastanza? Ripeto: non ho e non propagando certezze. Se non quella “al contrario”, cioè che non rimanga alcuno spazio nel caso di vittoria di Renzi, il quale ha già spiegato esplicitamente che, a lui, per filosofia generale e per contenuti concreti, la coalizione interessa poco o nulla.  
Per questo ragionamento, domenica segnerò la mia crocetta sul nome di Bersani. Considerandola un auspicio, non la firma su una cambiale in bianco.

Stefano Morselli.  

giovedì 29 novembre 2012

Dalla trasmissione Habitat di TeleReggio del 27-11-2012


Dalla trasmissione Habitat di TeleReggio del 27-11-2012 
(interamente visibile al link), alcuni estratti ...



Introduzione ...


Le conseguenze sul centro sinistra ..

Cosa cambia adesso?

Divergenze con Pagani ..

DIAMO FORZA ALL'ALLEANZA BERSANI-VENDOLA

Nel passaggio tra il primo e il secondo turno delle primarie, l'auspicio che innanzitutto ci sentiamo di formulare è che si confermi quella straordinaria prova di partecipazione democratica che si è registrata il 25 novembre. La migliore manifestazione della volontà di cambiare la politica dal basso e, insieme, una risposta al populismo, dai tratti spesso antidemocratici, di tante delle espressioni attuali dell'antipolitica.

Ora sono in campo due soli candidati per le primarie del centrosinistra. Abbiamo già avuto modo di esprimere nell'appello "Ripartire dal lavoro per ricostruire il paese", sottoscritto da 129 dirigenti, funzionari, operatori, donne e uomini della Cgil dell'Emilia Romagna a sostegno della candidatura di Vendola, che la discriminante di fondo per determinare un vero cambiamento sociale e politico nel nostro paese è il tema del lavoro.
Il lavoro, il modello sociale che ne consegue, i diritti delle persone, la lotta alle disuguaglianze, il ruolo dell'istruzione pubblica, la giustizia fiscale.
A noi sembra evidente che le proposte programmatiche, la cultura e i valori di riferimento dei due candidati registrino su questo una notevole divaricazione.
Cambiare questo paese, per costruirne uno migliore, richiede una svolta a sinistra, l'abbandono di una subordinazione alla cultura liberista, assunta con nettezza e senza compromessi con i poteri forti dell'economia e della finanza che rappresentano la condizione che vogliamo superare.
C'e' un patrimonio dato dalla candidatura di Vendola, e dai contenuti programmatici della alleanza tra democratici e progressisti, che non dobbiamo disperdere e che, viceversa, debbono continuare a rappresentare il nucleo portante della coalizione di centro-sinistra. Per questa ragione, domenica 2 dicembre, voteremo Bersani.


Antonio Mattioli - Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna 
Mirto Bassoli - Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna 
Cesare Melloni - Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna 
Marina Balestrieri - Segretario Generale FP-Cgil Emilia Romagna 
Veronica Tagliati - Segretario Generale Filcams-Cgil Emilia Romagna
Ivano Gualerzi - Segretario Generale Flai-Cgil Emilia Romagna 
Raffaella Morsia - Segretario Generale Flc-Cgil Emilia Romagna 
Paolo Montalti - Segretario Regionale Filcams-Cgil Emilia Romagna
Raffaele Atti - Segretario Regionale Flai-Cgil Emilia Romagna
Pasquale Casadio - Cgil Emilia Romagna
Cristina Liverani - Cgil Emilia Romagna
Maurizio Frigeri - Segreteria Regionale FP-Cgil Emilia Romagna
Mayda Guerzoni - Cgil Emilia Romagna 
Gino Rubini - Cgil Emilia Romagna
Anna Valcavi - Cgil Emilia Romagna

Bologna, 29 novembre 2012

Non voteremo Renzi, e Bersani ci deve convincere


Noi di SEL Emilia Romagna siamo orgogliosi di aver partecipato alle primarie del centrosinistra, che hanno permesso nella nostra regione a oltre 440 mila persone di vivere uno straordinario momento di partecipazione politica, appropriandosi del diritto a decidere il leader della coalizione.
43.110 di queste hanno scelto di votare Nichi Vendola e di sostenere così un progetto di sinistra, che si proponeva e si propone di restituire all’Italia un futuro in cui i diritti del lavoro e delle persone abbiano piena cittadinanza, in cui la conversione ecologica dell’economia non sia solo uno slogan da convegno, in cui sia possibile restituire significato a parole come uguaglianza, libertà e solidarietà. Al primo turno abbiamo fatto la nostra parte e ringraziamo tutte le cittadine e i cittadini emiliano-romagnoli che hanno voluto collaborare con il loro impegno o anche solo con un voto.
Al secondo vorremmo continuare a farla, perchè il centrosinistra è la nostra casa e il suo futuro ci riguarda fino in fondo.
Non voteremo Renzi, perchè l’abbiamo ascoltato, ma non ci ha convinto, mentre si allineava a Marchionne senza se e senza ma, votava no al referendum per l’acqua pubblica, adottava la proposta Ichino sul mercato del lavoro, bocciava la patrimoniale mentre cenava a porte chiuse con i finanzieri. A Bersani diciamo che ci deve convincere, e soprattutto deve avere la capacità di convincere le migliaia di donne e di uomini che in Emilia Romagna e in Italia con noi hanno votato Vendola al primo turno. Ma siamo certi che saprà farlo, con parole e impegni chiari e precisi.
Poi, a partire dal 3 dicembre, sarà anche il momento di mettere in discussione scelte e metodi di governo che in questa regione e nelle sue amministrazioni locali sono ormai criticati dalla maggioranza del nostro elettorato, come il voto a Renzi non manca di segnalare.

Giovanni Paglia (coord. reg. SEL Emilia Romagna)

mercoledì 28 novembre 2012

Lettera senza inchiostro


Sulla mia candidatura si sono concentrate molte aspettative, passioni, speranze. Voglio farle vivere, avere cura di loro, adoperarmi sin da subito perché abbiano piena cittadinanza nella coalizione di centrosinistra. I temi sollevati e l’agenda raccolta in lungo e in largo nel Paese, in una campagna elettorale che per me è stata come scalare la montagna più alta nelle condizioni più difficili, meritano attenzione e risposta. Sono note le mie distanze da Matteo Renzi, perché sarà anche un innovatore ma, nella sostanza, riproduce gli slogan conservatori della società liberista.
A Bersani scrivo una lettera senza inchiostro ma fatta di immagini e parole. Con lui voglio discutere e mi aspetto risposte sui temi legati alla crisi dell’Europa che sta crepando sotto i colpi dell’austerity frutto dell’ideologia liberista e delle sue superstizioni culturali. Pensiamo che inginocchiarsi ai totem e ai tabù dell’Europa liberista sia un suicidio per l’Europa. Non mettiamo in dubbio la necessità di contenere il debito pubblico ma pensiamo che non si possa guadagnare questo risultato al prezzo dello strangolamento dell’economia reale e dell’impoverimento secco di porzioni crescenti di società. Caro Bersani, non potremo costruire un’agenda del cambiamento se non avremo la bussola della giustizia sociale intesa anche come rottura del destino di precarietà delle giovani generazioni, politiche keynesiani, apertura di cantieri. O se non avremo occhi e orecchie per i giovani che hanno riempito le strade di Roma, se non ci preoccuperemo dell’omicidio premeditato della scuola pubblica. Se non avremo come meta la pace che può liberare risorse oggi incredibilmente occupate nell’acquisto di micidiali armi, come gli F35, la cui cancellazione non può essere il tema poetico di minoranze di utopisti. Né si possono investire risorse nella fatalistica continuità con un modello di crescita anche subordinato agli interessi degli apparati militari industriali e non vedere la necessità di un piano straordinario per la messa in sicurezza e la manutenzione del nostro territorio.
Confido anche nel fatto, caro Bersani, che la tua agenda possa diventare la nostra nella misura in cui sia l’agenda dei diritti delle persone, di libertà, dei diritti dei bambini che nascono in Italia, anche se da genitori stranieri, di essere cittadini italiani. Dei diritti di tutte le coppie di vedere riconosciuti i propri diritti civili. Noi confidiamo nella saggezza di Pier Luigi Bersani e nella sua capacità di interloquire non con SEL, non con uno dei candidati al primo turno delle primarie, Vendola, ma con tutti i soggetti cui abbiamo tentato di dare voce in questa guerra lampo.

Nichi Vendola

lunedì 26 novembre 2012

Con le primarie la sinistra ha ritrovato il suo popolo. Si tratta ora di non deluderlo.

Una straordinaria partecipazione al voto che va ben al di là dell’insieme degli iscritti ai partiti che hanno promosso le primarie. Un nuovo soggetto politico, che si pone a fianco dei partiti di centro sinistra, con una sua precisa identità e richiesta: la partecipazione e la determinazione degli orientamenti dell’agenda politica.
Referendum sui beni comuni prima, primarie ora: questo è stato offerto al popolo di sinistra per dargli voce. E questi strumenti sono stati pienamente utilizzati per dire che da oggi c’è un cantiere aperto dove la rappresentanza politica deve confrontarsi con l’attenta partecipazione di una nuova cittadinanza politica attiva, consapevole, informata.
Per non deludere questa aspettativa chi vincerà le primarie ha un preciso dovere: mettersi in ascolto del popolo di centro sinistra, dargli fiducia e potere di decisione. Solo così potremo contrastare il fenomeno speculare della fuga dalla politica, dell’astensione o del voto di pura protesta.
Questa straordinaria partecipazione conferma la coalizione di centro sinistra così come è stata proposta agli elettori.
Il risultato del voto ci consegna un esito atteso.
Bersani raccoglie sia la capacità di organizzare il voto da parte del PD (questo ci dicono i risultati di alcune regioni come l’Emilia Romagna) che quello di aver indicato la necessità di un cambiamento dopo il governo Monti. Renzi raccoglie i risultati di una martellante campagna mediatica basata sull’idea di rappresentare il nuovo, e oggi dovrà fare i conti con una domanda di senso e di contenuti.
Vendola raccoglie la voglia di cambiamento che consapevolmente indica il superamento del liberismo. A Reggio Emilia scontiamo la sproporzione di risorse ed insediamento territoriale con il PD, e dove siamo maggiormente presenti otteniamo risultati migliori.
Oggi è stato seminato il campo del centro sinistra con idee che per decenni sono state tenute ai margini. Queste idee sono essenziali per affrontare la crisi di civiltà che ci sta di fronte.
C’è un tempo per ogni cosa,  i risultati di questa semina arriveranno.
All secondo turno guarderemo verso chi sosterrà con maggior coerenza gli elementi innovativi su lavoro e questione sociale contenuti nella  “Carta degli intenti”. A chi indicherà cioè la via di uscita dal disastro sociale ed economico a cui ci hanno portato le politiche liberiste.
26/11/2012                                         Michele Bonforte

sabato 24 novembre 2012

APPELLO PER NICHI VENDOLA

Io non sono una commentatrice della politica, nella mia vita ho insegnato senza mai però perdere di vista l’impegno sociale e politico e infatti ora mi trovo qui a difendere le mie idee,  e a dare un contributo a questo Paese che ha bisogno di tutti noi per ritornare ad essere il gran bel paese in cui siamo nati o in cui siamo cresciuti, un Paese che tutti ci invidiavano per le bellezze naturali, per la libertà di idee che si respiravano, per la forza della creatività, dell’arte, della voglia di fare, per l’ottimismo, l’entusiasmo dei giovani,  la speranza nel futuro che ognuno di noi trasmetteva soprattutto ai propri figli.
In pochi anni tutto ciò è svanito, siamo diventati un paese vecchio, pessimista, oscuro, un paese in cui non si ha  più fiducia in nessuno, dove i nostri giovani non hanno più la speranza del  futuro.
Basta! Questa situazione deve finire!. Questo paese non se lo merita! Non se lo merita prima per chi ha contribuito nel passato a renderlo grande (dai  rivoluzionari che hanno costruito l’Unità d’Italia  ai  partigiani) e non se lo merita per le giovani generazioni che hanno diritto al loro futuro!
Oggi io sono in SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ che apparentemente è un partito piccolo e giovane ma che invece ha radici antiche, forti, coerenti con un  passato fatto di gente che pur di non tradire i propri ideali, ha rinunciato a posti di prestigio, a ricchezze e in nome della propria coerenza ha preferito ritornare daccapo con l’intento preciso di ricostruire con le proprie idee un partito di sinistra nuovo, depurato dalle storture della storia della nostra sinistra, un partito pulito, innovativo, plurale, aperto a tutte le esperienze del territorio e alle integrazioni, proiettato verso la ricerca del mondo nuovo che ci stiamo preparando a vivere, un mondo ecologico, ecosostenibile,  libero dalle schiavitù del mercato, mi sento una merce di scambio quando sento parlare di MERCATO del lavoro, un mondo in cui tutti gli esseri umani possano godere dei diritti cosiddetti UMANI.
Un partito che ambisce ad un’Europa unita non solo dall’euro ma, pur  con le proprie diversità, da interessi comuni, da una cultura comune, da idee comuni, un’ Europa che con tutte le sue risorse possa garantire  diritti e doveri in nome della sua lunga  storia di ricerca, di formazione, di innovazione, di rivoluzioni fondamentali e che cancelli definitivamente dalla sua agenda parole come guerra  e sopraffazione.
Io credo che domenica 25 novembre  votare per Nichi Vendola sia l’unica speranza per ritornare ad essere un Paese civile, pulito, uguale, libero e democratico.

Antonella Festa

Don Gallo membro "ad honorem" del comitato Bagnolo per Vendola

Don Andrea Gallo è venuto a Bagnolo in Piano per una manifestazione sui diritti umani. Dopo la manifestazione  abbiamo parlato anche delle primarie del centrosinistra. Ci ha confermato che lui andrà a votare per Nichi Vendola. "Conosco Nichi da tanti anni - ha spiegato - è importante che ottenga molti voti, perchè rappresenta gli ideali e i temi della sinistra. Se Nichi avrà un consenso largo alle primarie, quegli ideali e quei temi avranno maggiore forza". Allora gli abbiamo chiesto di aderire "ad honorem" al nostro comitato Bagnolo per Vendola. "Va bene - ha risposto - tanto lo sanno tutti come la penso". Benvenuto, don Andrea

APPELLO PER IL VOTO A NICHI VENDOLA
Il 25 novembre si terranno le primarie del centrosinistra. Tra i candidati in lizza, noi cittadini bagnolesi abbiamo deciso di votare Nichi Vendola,. Per i suoi ideali, per la sua integrità morale, per la sua positiva esperienza di presidente di Regione, per le sue proposte concrete, Vendola merita il sostegno di chi vuole un cambiamento vero e profondo, nel cam
po del centrosinistra e nel futuro governo dell’Italia. Il 25 novembre abbiamo l’occasione per dare forza a chi si impegna con tenacia per rendere l’Italia più giusta, più pulita, più moderna. Non sprechiamola. 



Don Andrea Gallo, prete di strada
Daniele Ferrari, vicesindaco Bagnolo, assessore alla scuola e alla cultura
Mara Bertoldi, assessore ambiente, ag
ricoltura e attività produttive
Katia Pizzetti, consigliere comunale, presidente commissione bilancio
Mila Lusetti, coordinatrice circolo Sel Bagnolo in Piano
Stefano Morselli, giornalista
Auro Franzoni, attore e regista teatrale
Rossano Piccinini, consulente finanziario
Luciano Barilli, dipendente Coop Nordest
Mauro Rasori, dipendente Act
Francesco Polito, dipendente Alubel
Eliana Carretta, operaia Emak
Simone Canovi, dipendente Ognibene
Gloria Piccinini, studentessa
Fabio “Peppo” Pezzi, educatore
Katia Capiluppi, dipendente comunale
Franco Camparini, dipendente comunale
Angela Giandomenico, insegnante
Paola Revelli, insegnante
Ivo Lugli, Spi-Cgil
Renzo Giannoccolo, dirigente Cgil
Marco Barilli, dirigente Cgil
Silvia Di Santo, artigiana
Fabio Bonini, istruttore di nuoto
Luigi Messori, dirigente cooperazione
Stefano Messori, medico
Francesco Cattini. agronomo
Luca Bolognesi, operatore cooperativa sociale

Quelli che è il problema è sempre un altro. Oppure vendola

In questi giorni mi è capitato di discutere spesso, anche sul web, delle primarie del centrosinistra. Le posizioni sono tante e diverse tra loro, come è normale e legittimo che accada. Immancabilmente, c'è anche la posizione di coloro salgono su qualche cattedra auto-assegnata per fare lezione di "vera sinistra". Quelli che non veniamo alle primarie perchè c'è anche il Pd. Quelli che nella Carta di intenti manca la riga 14 del capitolo 2 del Libro I del Capitale di Carlo Marx. Quelli che il problema è, come sempre, ben altro. Quelli che vogliono invece fare il millesimo nuovo soggetto politico, anzi, questa volta addirittura un soggetto politico nuovo, perchè la collocazione dell'aggettivo "nuovo" fa la differenza. Quelli che, se e quando nascerà il soggetto politico nuovo, il problema sarà comunque ben altro. Quelli che Vendola, se perde ma anche se vince, non potrà cambiare le politiche liberiste. Quelli che la rivoluzione oggi no, domani neanche, ma dopodomani... Il gruppo napoletano 99 Posse risponde così: "Cari rivoluzionari da tastiera, in attesa della rivoluzione d’ottobre, Nichi Vendola premier non sarebbe affatto male. Preferite Renzi?".
Stefano Morselli
 
http://www.youtube.com/watch?v=uTDBBZK1peo

Domani andrò a votare, per l'art. 11

Lo dico subito: non sono tra quelli che credono che lo strumento delle primarie rappresenti un surplus di democrazia, penso anzi che favorisca un’idea leaderistica e delegante della politica, oltre ad essere poco coerente con il modello organizzativo del nostro Stato, parlamentare e non presidenziale.
Aggiungo che non considero l’esercizio del voto l’unico strumento di partecipazione, anzi ritengo che le forme della partecipazione debbano moltiplicarsi e agire ben oltre, prima e dopo, le scadenze elettorali per rinforzare il “potere senza governo” – secondo l’insegnamento di Aldo Capitini – della società civile, capace anche di orientare dal basso l’attività dei partiti.
Infine, non mi sento pienamente rappresentato dai 10 punti della Carta d’Intenti per l’Italia Bene Comune, sottoscritta dai Segretari dei tre partiti che hanno indetto le elezioni primarie. Soprattutto perché prive di un punto fondamentale – corrispondente all’art. 11, “principio fondamentale” della Costituzione italiana – relativo al “ripudio della guerra”, cioè oggi alla drastica riduzione delle spese militari, alla rinuncia ai caccia F-35, al ritiro delle truppe d’occupazione italiane dall’Afghanistan, nel rispetto – appunto – del dettato costituzionale.
Eppure, nonostante ciò (e non è poco) ho deciso che domani andrò a votare. Per un solo motivo, perché mi convincono le proposte programmatiche di uno dei cinque candidati: Nichi Vendola. Se non ci fossero, me ne starei a casa. Ma ci sono e sono nettamente differenti e definite, in particolare, proprio sul punto mancante nella Carta d’Intenti. Un dato di realtà che non posso ignorare.
Nichi Vendola è l’unico tra i destinatari della lettera aperta che il Movimento Nonviolento ha inviato ai Segretari del centro-sinistra ad aver esplicitamente risposto dicendosi d’accordo su tutte le richieste, indicando anzi nella ”opzione nonviolenta il fondamento della mission internazionale del nostro Paese.” Aggiungendo che “non ci sono alternative. Vogliamo essere protagonisti di nuovi strumenti per raggiungere l’obiettivo della pace tra i popoli: dal sostegno attivo alla prevenzione dei conflitti alle mediazioni politico-diplomatiche, fino all’interposizione nonviolenta dei corpi civili di pace” ( intervista integrale).
Programma che trova riscontro nel quarto documento programmatico per “Vendola presidente” – Il risiko dei potenti, oppure nonviolenza, pace e solidarietà internazionale - nel quale Nichi Vendola  assume un “principio di responsabilità” di fronte alle tragedie del nostro tempo attraverso “il caratterizzare le proprie forme di partecipazione a iniziative autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sostenendo la diplomazia popolare e nonviolenta”. Dentro questo quadro c’è un impegno, tra le altre cose, “per il rientro immediato delle truppe dall’Afghanistan” e quello per la “riduzione drastica delle spese militari nel nostro paese e di quelle a livello internazionale a partire dalla cancellazione del programma per la costruzione del cacciabombardiere di ultima generazione Joint Strike Fighter”. Sul piano del disarmo nucleare, inoltre, il documento programmatico sostiene che “l’Italia seguirà l’esempio di altri paesi NATO che hanno deciso di non ospitare sul loro territorio nazionale ordigni nucleari tattici USA”, ritenendo “urgente aprire un processo di ridiscussione della presenza di basi militari statunitensi sul territorio nazionale e di revisione partecipata del sistema delle servitù militari”. Ancora, Vendola s’impegna a “ridurre drasticamente le spese del comparto difesa e di riconvertire l’industria bellica”, dotando il Paese “di strumenti incisivi per il controllo, regolamentazione e monitoraggio del commercio di armi, sulla base della legge 185/90”, negli anni depotenziata. Infine annuncia “la creazione di un’Agenzia Euromediterranea per la pace e la solidarietà internazionale che possa operare in supporto a processi di peace-building, mediazione e interposizione nonviolenta in zone di conflitto, prevenzione dei conflitti e promozione e tutela dei diritti umani delle popolazioni civili”.
Insomma, un programma impegnativo e ampiamente condivisibile, scritto nero su bianco per la prima volta – a mia memoria – sull’agenda politica di un potenziale candidato alla presidenza del consiglio. Certo, perché questi impegni entrino anche nel programma del futuro governo bisognerà convincere gli alleati sottoscrittori della Carta d’Intenti, lontanissimi da queste affermazioni e dalla cultura di cui sono espressione – e delle quali non a caso nella Carta d’Intenti non c’è traccia – ma la capacità di persuasione passa anche attraverso la quantità di voti che Vendola avrà alle elezioni primarie. Per questo, domani andrò a votare.
Poi, da lunedì, decideremo il da farsi.

Pasquale Pugliese

giovedì 22 novembre 2012

Nuove adesioni da Reggio Emilia


Nuove adesioni da Reggio Emilia all'appello di sostegno alla candidatura di Vendola.




"RIPARTIRE DAL LAVORO PER RICOSTRUIRE IL PAESE"



MILAZZO SEBASTIANO, Delegato RSU/CGIL Comune di Reggio
VIGILANTE BARBARA, FP CGIL – Reggio Emilia
CODA SALVATORE, FP CGIL – Reggio Emilia
BAZZI ERNESTINA, Dipendente Comune di Reggio
BENEVENTI GIUSEPPE, Dipendente Comune di Reggio
BERTANI RENZO, Dipendente Comune di Reggio
BERTOLINI ANNALISA, Dipendente Comune di Reggio
CADOPPI ELIO, Dipendente Comune di Reggio
COPPOLA GIUSEPPE, Operaio, Fiom – Imovilli Pompe
DI SILVESTRO ANTONIO, Coopsociale Elfo
FABBRIS ANTONIO, Dipendente Comune di Reggio
FARINA MAURIZIO, Delegato Fiom - Frigor box
FRIGGERI DANIELA, Delegata RSU/CGIL Comune di Reggio
MARTORANA ROSARIO, Delegato Fiom - Brevini
MARAUCCI LUCA, Delegato Fiom – Ognibene Power
MORRA TERESA, Commessa Ipersidis
PELLICCIARI SILVANA, Delegata RSU/CGIL Comune di Reggio
RAGNI ENRICO, Dipendente CoopNordest
ROSSI PAOLO, Insegnante, delegato RSU/FLC CGIL
RINALDI CINZIA, Dipendente Comune di Reggio
Alcuni lavoratori della RCF
SASSI ARNO, Delegato Filctem,
SORAGNI RINO, CGIL Reggio Emilia
TRIZZINO VALENTINA, Dipendente Ministero Giustizia
VELOTTI GIOVANNI, FLAI CGIL – Reggio Emilia
ZYDATE AZIZ, Delegato Fiom - Bell 

martedì 20 novembre 2012

Le mozioni di iniziativa popolare sono l'occasione per segnare la strada su come gestire il servizio idrico nella nostra provincia.

Le mozioni di iniziativa popolare sull’acqua bene comune, sono l’occasione per la maggioranza che sostiene la giunta Del Rio, per aprire un dibattito trasparente, pubblico ed esplicito sulle decisioni che si intendono prendere nelle prossime settimane in merito alla gestione del servizio idrico.
I maldestri tentativi di invalidare la discussione in consiglio comunale con motivazioni capziose, umiliano non solo l’impegno dei cittadini che hanno sostenuto le richieste, ma la stessa credibilità politica del centro sinistra, delle Istituzioni e la sua capacità di dare risposte di governo alle richieste pressanti che vengono a sostegno della gestione dell’acqua come bene comune.
Sinistra Ecologia Libertà ha sostenuto già dalla prima ora, con determinazione e convinzione sia il referendum che le tre mozioni di iniziativa popolare: a sostegno di una gestione pubblica del ciclo idrico, per modificare lo statuto comunale inserendo l’acqua come bene comune e la sua gestione priva di rilevanza economica e per contrastare la creazione di una grande multiutility del nord.
Questi strumenti di democrazia diretta sono i mezzi di cui si è avvalso il movimento per sostenere una battaglia decisiva che ha conquistato il consenso della maggioranza del paese.
Oggi è il momento di segnare la strada su come gestire il servizio idrico integrato nei prossimi decenni nella nostra provincia.
Noi pensiamo che la giunta comunale di Reggio Emilia sia chiamata a dare un contributo essenziale nell’individuare sia gli strumenti gestionali pubblici, che il percorso amministrativo per concretizzarli.
Sinistra Ecologia Libertà opererà affinché il dibattito in consiglio comunale sulle mozioni d’iniziativa popolare sia l’occasione per decisioni impegnative per il futuro della nostra comunità.

Michele Bonforte

RIPARTIRE DAL LAVORO PER RICOSTRUIRE IL PAESE

Appello/sostegno alla candidatura di Nichi Vendola nelle primarie del centro-sinistra

Noi sottoscrittori del presente appello riteniamo che la costruzione di una reale alternativa politica nel nostro paese, nel quadro di un altrettanto radicale cambiamento delle politiche dell'Europa, sia una esigenza improcrastinabile.
La Carta d'intenti “Italia bene comune”, alla base della alleanza tra democratici e progressisti, può finalmente dare corpo a questa esigenza di cambiamento. Dopo la sciagura dei Governi di destra, tale esigenza è confermata anche dalla esperienza del “Governo dei tecnici”.
L'Italia e L'Europa debbono abbandonare le fallimentari politiche di austerità che, figlie dell'ideologia liberista, stanno trascinando verso la povertà milioni di persone, nel paese come nel continente, mettendo a rischio l'intera costruzione europea.
Oggi in discussione è il modello sociale, l'idea che si possa costruire e consolidare una società più giusta, che fondi la propria visione di prospettiva e di progresso sul principio dell'uguaglianza, sul riconoscimento e sulla estensione dei diritti civili e sociali.
Alcuni decenni di politiche liberiste hanno prodotto la crisi più grave del dopoguerra. Oggi la prospettiva, in assenza di una svolta, continua ad essere quella di una crescita della disoccupazione, già oggi a livelli insostenibili, una costante riduzione dei redditi, la cancellazione di parti consistenti del welfare, allontanando sia l'Italia che l'Europa dalla loro stessa storia.
La Costituzione italiana e la stessa Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, sono viceversa fondati su principi opposti. E' giunto il momento di invertire una rotta che rischia di portarci, inesorabilmente, verso il declino economico e sociale, rilanciando obiettivi, valori di riferimento e parole d'ordine, che danno sostanza alla nostra idea di democrazia.
E' a partire da queste considerazioni di fondo che condividiamo, tra le altre, l'affermazione contenuta nella Carta d'intenti che dice: “La nostra visione assume il lavoro come parametro di tutte le politiche. Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa”.
Oggi è necessario ripartire da qui, dalla ricostruzione di un percorso di riconoscimento del valore del lavoro, del significato che esso assume per la dignità, le condizioni di vita e la qualità stessa dell'esistenza delle persone, per disegnare una società nuova e più giusta, nella quale i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, l'obiettivo della piena e buona occupazione, la democrazia nei rapporti sociali, siano considerati effettivamente un cardine.
Democrazia nei rapporti sociali significa anche, come affermato nella Carta d'intenti, conquistare al più presto una “legge sulla rappresentanza” e, aggiungiamo noi, sulla “democrazia sindacale”, superando l'attuale imbarbarimento delle relazioni sindacali, che si spinge fino alla lesione di fondamentali diritti Costituzionali.
La concezione stessa del diritto alla partecipazione democratica, delle lavoratrici e dei lavoratori, alla crescita sociale, in ogni sua istanza, richiede di essere riaffermata.
Lavoro, beni comuni e beni sociali, uguaglianza, diritti sociali e civili, democrazia, sono i pilastri del modello sociale che abbiamo bisogno di ricostruire. Questo Paese ne ha la necessità assoluta.
Non si può prescindere da questo ed, anzi, abbiamo bisogno di ribadire la forza e il carattere “costituente” del valore del lavoro, e da questo declinare le proposte che attengono l'insieme del modello economico e sociale. Partendo anche da un altro pilastro fondamentale: il significato e il valore che attribuiamo al welfare universalistico, alla riaffermazione del suo carattere inclusivo, al tema dei diritti di cittadinanza.
E' sulla base di questi convincimenti che riteniamo la candidatura di Nichi Vendola, nell'ambito della fondamentale proposta politica di alleanza tra democratici e progressisti, utile a rappresentare concretamente questi obiettivi, contribuendo a dare corpo alla costruzione di una vera alternativa di progresso sociale e civile.
Perciò lo sosterremo in occasione delle primarie del centro-sinistra.


Antonio Mattioli (Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna), Mirto Bassoli  (Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna), Cesare Melloni (Segreteria Regionale Cgil Emilia Romagna), Marina Balestrieri (Segretario Generale FP Emilia Romagna), Veronica Tagliati (Segretario Generale Filcams Emilia Romagna), Ivano Gualerzi  (Segretario Generale Flai Emilia Romagna), Raffaella Morsia (Segretario Generale Flc Emilia Romagna), Paolo Montalti (Segretario Regionale Filcams Emilia Romagna), Raffaele Atti (Segretario Regionale Flai Emilia Romagna), Pasquale Casadio (Cgil Emilia Romagna), Cristina Liverani (Cgil Emilia Romagna), Maurizio Frigeri (Segreteria Regionale FP Emilia Romagna), Mayda Guerzoni (Cgil Emilia Romagna) Gino Rubini (Cgil Emilia Romagna), Luca Ferrari (Segretario Generale Flai Cgil Parma), Giordano Fiorani (Segretario Generale Fiom Bologna), Maria Rita Agnello (Cgil Forlì), Antonino Leone (Fillea Cgil Parma), Liviana Giannotti (Cgil Imola), Idilio Galeotti (Nidil Ravenna), Paolo Balestra (Cgil Ravenna), Claudio Riso (Segreteria Cgil Modena), Algo Ferrari (Fp Cgil Reggio Emilia), Anna Valcavi (Cgil Reggio Emilia), Renzo Giannoccolo (Cgil Reggio Emilia), Giovanni Velotti (Flai Cgil Reggio Emilia), Cesare Galantini (Cgil Modena), Ornella Bonacina (Cgil Modena), Matteo Rampini (Flai Cgil Parma), Nicola Farina (Cgil Ravenna), Michele Larini (Filcams Cgil Parma), Silvia Zoli (Segreteria Cgil Rimini), Rita Soccorsi (Cgil Bologna), Bruno Carrà (Cgil Piacenza), Savio Ruggeri (Cgil Reggio Emilia), Erio Buffagni (Spi Cgil Reggio Emilia), Franco Di Giangirolamo (Presidente Auser EmiliaRomagna), Silla Bucci (Flai Cgil Cesena), Vito Rorro (Segretario Generale Flai Bologna), Andrea Rizzi (Filcams Cgil Parma), Enrico Folloni (Cgil Reggio Emilia), Antonella Gavaudan (Avvocato), Gaetano Alessi (Cgil Bologna), Vincenza Cozzolino (Filctem Cgil Modena), Primo Sacchetti (Fiom Cgil Bologna), Eugenio Martelli (Fiom Cgil Bologna), Cristina Pattarozzi (Fiom Cgil Bologna), Amos Vezzali (Fiom Cgil Bologna), Fausto Fantuzzi (Fiom Cgil Bologna), Roberta Bedetti (Fiom Cgil Bologna), Gianni Bortolini (Fiom Cgil Bologna), Barbara Vigilante (Fp Cgil Reggio Emilia), Sebastiano Milazzo (Rsu Cgil Comune di Reggio Emilia), Salvatore Coda (Fp Cgil Reggio Emilia), Catia Manfredi (Spi Cgil Reggio Emilia), Mauro Rossi (Segretario Generale Flai Cgil Rimini), Isabella Pavolucci (Segretario Generale Filcams Cgil Rimini), Alberto Baldazzi (Rsu Cgil Unione dei Comuni Valmarecchia), Renato Socci (Segretario Generale Slc Cgil Rimini), Maurizio Mazza (Spi Cgil Rimini), Angela Alvisi (Segreteria Cgil Ferrara), Sandro Arnofi (Cgil Ferrara), Franco Cattabriga (Spi Cgil Cento), Fausto Chiarioni (Segretario Generale Flc Cgil Ferrara), Marco Corazzari (Segreteria Filcams Cgil Ferrara), Massimiliano Diolaiti (Segretario Nidil Ferrara), Glauco Melandri (Segretario Generale Slc Ferrara), Claudio Minelli (Cgil Ferrara), Claudio Veronesi (Segretario Generale Filt Cgil Ferrara), Cristiano Zagatti (Segretario Generale Fp Cgil Ferrara).

Bologna, 19 Novembre 2012

giovedì 15 novembre 2012

Comitato NOI CON NICHI a sostegno di Nichi Vendola Premier





Non vogliamo che il nostro Paese sia rappresentato dalla vergogna dei malati di SLA costretti a fare lo sciopero della fame per vedere riconosciuto il loro diritto alla cura e alla dignità personale. Mentre i signori della guerra fanno affari con il Governo vendendo flottiglie di cacciabombardieri F35 al costo di una finanziaria e i signori della politica organizzano feste trimalcionesche pagandole con soldi pubblici.
Non vogliamo che il nostro Paese sia rappresentato dall’ignominia dell’indifferenza di fronte a chi si dà fuoco davanti al Parlamento o al Quirinale perché licenziato e disperato. Mentre a Bruxelles e a Berlino si negoziano le condizioni della resa dei popoli alle logiche del liberismo e alla tirannia della finanza globale.
La trama depressiva del Governo Monti è apparsa via via in tutta la sua drammatica evidenza. Le misure adottate e le riforme varate (non a caso definite controriforme), in perfetta coerenza con il codice stilistico berlusconiano, hanno perseguito sistematicamente obiettivi recessivi e antipopolari: mortificare e umiliare il mondo del lavoro a favore delle rendite e della speculazione finanziaria; inasprire le condizioni di lavoro e di vita delle persone fino al limite della sopportabilità; sacrificare alle logiche rigoriste la vita dei cittadini italiani e persino il dettato costituzionale, ratificando il fiscal compact e introducendo il pareggio di bilancio in Costituzione; aumentare le disuguaglianze e condannare intere generazioni alla precarietà e alla mancanza di futuro; minare la coesione sociale e il sistema di rappresentanza sindacale e sociale; ignorare la situazione di avvilente arretratezza in cui versano i diritti civili nel nostro Paese.
In Italia è necessario un profondo cambiamento, una decisa inversione di rotta verso un futuro a misura di persone e non di finanza, verso un modello di sviluppo e di democrazia radicalmente alternativo a quello attuale, a partire dalla fondazione di una nuova Europa democratica che sia capace di dotarsi di strumenti partecipati di governo dell’economia e della politica: gli Stati Uniti d’Europa.
L’entusiasmante esperienza dei referendum sui beni comuni e contro il nucleare, con quella strabiliante partecipazione democratica e mobilitazione di un vasto e variegato arcipelago di associazioni, movimenti, donne e uomini, impressa in modo indelebile nella memoria collettiva, ha dimostrato che è possibile contrastare e sconfiggere le politiche neoliberiste e preservare i beni comuni da logiche di espropriazione e profitto, affidandone la gestione alla collettività e promuovendo una nuova concezione del pubblico.
Oggi si presenta un’altra occasione straordinaria per indicare in maniera netta la via da percorrere per uscire dalla crisi, attraverso il contrasto alla disuguaglianza e il recupero del valore e della dignità del lavoro: il sostegno ai referendum per il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e per l’abrogazione dell’articolo 8 dell’ultima manovra del Governo Berlusconi sui contratti integrativi aziendali in deroga a quelli nazionali, quale primo passo verso una riaffermazione piena del sistema dei diritti del lavoro e nel lavoro e una revisione profonda del sistema produttivo e delle sue finalità. Un sistema produttivo ripensato alle radici, alla luce di un apporto della ricerca e dell’innovazione tecnologica, ecosostenibile e in grado di promuovere la qualità, la responsabilità sociale e l’utilità pubblica del lavoro.

Siamo convinti della necessità di avviare al più presto un percorso di partecipazione che sappia valorizzare le spinte provenienti dalla società civile, dai movimenti sociali e da tutte le istanze di partecipazione democratica dei cittadini alla vita del Paese.
E su questa base, raccogliendo e interpretando le voci della sofferenza e della protesta sociale, siamo convinti che si debba mettere in archivio l’agenda Monti indicando con chiarezza gli appuntamenti programmatici di un’ALTRA agenda. La centralità del lavoro e le problematiche del non lavoro, la riconversione ecologica dell’economia, i diritti civili (testamento biologico, unioni civili e matrimoni gay, fecondazione assistita, interruzione di gravidanza), la legalità e la moralità, il diritto alla salute e alla tutela sociale, l’istruzione pubblica e la cultura come patrimonio diffuso e diritto esigibile, il trasporto sostenibile, le città intelligenti, la difesa del territorio, i beni comuni, il diritto di cittadinanza, la laicità in tutte le sue manifestazioni e articolazioni, l’attenzione precipua e non estemporanea alle questioni di genere, il ripudio della guerra e la cultura della pace: questi alcuni dei temi che sosteniamo e chiediamo con forza di sostenere attraverso la candidatura di Nichi Vendola.
Le primarie sono un’occasione importante per una discussione pubblica sul futuro e per un programma di governo del Paese alternativo alle scellerate politiche neoliberiste. Un’occasione per fare della sinistra e del nuovo centrosinistra una costruzione collegiale e partecipata e non un accordo di vertice.
Insieme a Nichi guardiamo a questo momento come preziosa occasione per raccogliere attorno a un progetto di alternativa e cambiamento radicale le migliori forze ed energie del Paese.
  
Prime adesioni

Donatella Chiossi   Coordinatrice Comitato AltaVoce, Comitato scientifico SEL
Atos Cattini   Coordinatore CAAD Comune Reggio Emilia e CRIBA Regione Emilia Romagna
Carla Ruffini   Docente Università di Bologna e formatrice, Assemblea nazionale SEL
Stefano Daolio   Insegnante e architetto  
Maura Bondavalli   Impiegata, Comitato Consultivo Misto e Comitato Etico ASL Reggio Emilia 
Giulia Rinaldini   Operatrice Auser
Alessandro Scillitani   Regista, direttore artistico Reggio Film Festival
Giordano Montorsi   Artista, docente Accademia Belle Arti Brera
Flavia Marconi   Insegnante, Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia
Sara Cattini   Studentessa universitaria 
Pietro Mussini   Artista, progettista della comunicazione visiva
Marta Ascari   Musicista e compositrice
Federico Salsi   Educatore e ricercatore in antropologia
Marina Arrivabeni   Insegnante
Roberto Daolio   Docente Accademia Belle Arti Bologna, critico d’arte
Antonio Pascarella   Pensionato
Cesare Schieppati   Disoccupato, Comitato Acqua Bene Comune
Silvia Cattini   Studentessa universitaria, volontaria Croce Verde 
Vlad Croitor   Studente
Betty Codeluppi   Operatrice scuola dell’infanzia, volontaria Protezione Civile e Libera Terra
Claudia Andreoli   Precaria
Marina Lisciuc   Assistente familiare 
Giovanna Fontanesi   Impiegata
Federico Buffagni   Studente universitario e musicista
Beppe Pellicciari   Progettista del suono
Luisa Gazzetti   Operatrice Officina Educativa Comune di Reggio Emilia
Iames Buffagni   Libero professionista Studio consulenza industriale
Viviana Ferretti   Insegnante, volontaria Croce Verde
Monja Benevelli  Disoccupata - Casina
Gabriele Brizzi  Fattorino GGIL Reggio E.
Alessandro Carciola Insegnante
Monica Bonvicini  Impiegata cooperativa
Vincenzo Cavandoli  Libraio


Per aderire inviare una mail a: noixnichi@gmail.com
Puoi venirci a trovare su facebook e su twitter

Per il lavoro, per la democrazia, alle primarie del centrosinistra stiamo con Vendola


Siamo un gruppo di delegati e funzionari sindacali che operano nella zona della Val d'Enza e vogliamo esprimere il nostro sostegno alla candidatura di Nichi Vendola alle primarie del Centro-Sinistra.

Pur nella consapevolezza che le primarie personalizzano eccessivamente il confronto politico a discapito dei contenuti (vedi la campagna mediatica per Renzi, fatta solo di slogan e luoghi comuni), riteniamo tuttavia che le primarie possano essere un'occasione per far sentire la voce  di chi opera e si batte ogni giorno in difesa della democrazia e dei diritti nei luoghi di lavoro.  Consideriamo il lavoro, infatti,  lo snodo cruciale tra questione sociale e questione democratica.

La candidatura di Vendola alle primarie del Centro-Sinistra, rappresenta la possibilità di proporre una nuova narrativa in una sinistra da riformare profondamente. Una proposta che ponga  al centro il lavoro quale riferimento ancora fondamentale ed utile. La necessità storica a cui oggi una soggettività innovativa a sinistra deve dare risposta, è quella di colmare il vuoto di rappresentanza politica del lavoro, ponendosi nello stesso tempo l’obiettivo della  costruzione di una grande alleanza democratica di governo per una vera alternativa in Italia.

Con il sostegno a Vendola,  vogliamo contribuire a restituire piena dignità al lavoro, sia quello pubblico, così ingiustamente bistrattato negli ultimi anni, sia quello privato, sempre più destrutturato e frammentato, secondo un'ideologia dominante che vede le regole, i contratti e la democrazia nei luoghi di lavoro solo come ostacoli alla più completa arbitrietà da parte delle imprese e della classe dirigente.

Solamente  ponendo nuovamente al centro il  lavoro e una più ampia democrazia nel lavoro sarà possibile la ricostruzione di un sistema produttivo e di un sistema universalistico di welfare in Italia. Non si può più consentire che si discriminino o si licenzino lavoratori in modo arbitrario e anti-democratico,  nè che si continui a cancellare o a svuotare il contratto nazionale o a privare i lavoratori di un reale potere di contrattazione.

Solo con il sostegno a Vendola nelle primarie del Centro-Sinistra si potrà determinare un forte ancoraggio a sinistra dello schieramento democratico, sconfiggendo quelle forze che puntano sempre più a spostare l'asse del Centro-Sinistra verso l'area di centro.

Savio Ruggeri  (coordinatore CdL S. Ilario d'Enza); Algo Ferrari  (sindacalista Fp Cgil); Fabrizia Sereni (CdL S. Ilario d'Enza); Fabio Tinterri ( RSU Crown Imballaggi); Maurizia Maramotti (RSU Comune di Montecchio Emilia); Ivano Montanari (RSU Coopbox); Alfonso Noviello (RSU Comune di Cavriago); Catia Manfredi (SPI - zona Val d'Enza); Vania Zanichelli (RSU Comune di Bibbiano); Bruno Aloisio (RSU Interpump); Erio Buffagni (SPI San Polo d'Enza); Iacomino Pasquale (RSU Interpump); Elisabetta Artioli (RSU Comune di Bibbiano)

martedì 13 novembre 2012

Quale SCUOLA?


Il tentato aumento da 18 a 24 ore (a parità di salario) per i docenti di scuola secondaria, rappresenta l’ultimo “sacrificio” chiesto al mondo della Scuola pubblica, depauperata di risorse e delegittimata del suo ruolo. Ricordiamo: il reiterato tentativo di riforma dei cicli; un’autonomia sfociata nella progressiva aziendalizzazione delle istituzioni educative; l’acritico allineamento del sistema d’istruzione italiano a quello di altri Paesi europei; la depauperazione del sistema pubblico d’istruzione a favore di quello privato; la spinta progressiva verso un’idea confessionale dell’educazione (non solo religiosa, ma talvolta anche pericolosamente “etnico-politica”); l’attribuzione di competenze concorrenti tra Stato e Regioni che ha aperto la strada a finanziamenti surrettizi alle scuole private e a modalità improprie di reclutamento su base territoriale.
La SCUOLA è una comunità complessa dove si riflettono le tensioni che attraversano la società. Tensioni alle quali la scuola ha saputo rispondere con l’impegno di tutto il personale scolastico e l’aiuto delle famiglie. Grande assente è stata invece la politica che, priva di orizzonti socioeconomici e culturali, ha voluto imporre riforme scolastiche senza saper prefigurare un modello di società e il ruolo strategico da assegnare in esso al sistema d’istruzione. La SCUOLA non necessita di nuove riforme, bensì di vedersi restituire le conquiste maturate nel corso di decenni con le migliori sperimentazioni didattiche e innovazioni metodologiche; semi di un cambiamento che i decisori politici non hanno saputo coltivare e far crescere. La SCUOLA necessita di strumenti per sviluppare un’autentica autonomia progettuale, di valorizzare le proprie risorse nel sostegno concreto alle strutture che vanno ammodernate secondo criteri architettonici di funzionalità, impatto estetico ed efficienza energetica.La Scuola concepita quale SPAZIO POLIFUNZIONALE CULTURALE può divenire SPAZIO di una SOCIALITÀ che affida alla CONOSCENZA e alla ricerca un ruolo strategico di progresso e di sviluppo anche economico, favorendo il rapporto con il territorio, con le famiglie e gli studenti; creando ponti tra educazione formalizzata e non. L’integrazione dell’offerta formativa deve poter contare su professionalità educative anche “extrascolastiche”, purché ne sia garantita qualità formativa e ne sia tutelato il profilo professionale (per evitare che terzo settore e volontariato siano utilizzati per l‘ulteriore precarizzazione del lavoro).
I GENITORI devono farsi carico di un progetto formativo condividendo le  RESPONSABILITÀ
EDUCATIVE con la scuola. Vanno messe in campo politiche a favore della famiglia, sulla quale non può gravare una dimensione lavorativa socialmente disgregativa ed alienante. La progressiva riduzione dell’orario di lavoro di ogni categoria professionale (e la generalizzata riqualificazione in termini di utilità sociale) rappresenta il principale strumento di riequilibrio di un tempo liberato a favore della riaggregazione sociale e di un nuovo tempo-scuola pianificato su basi qualitative.
Va restituita motivazione alla PROFESSIONE DOCENTE:  non solo attraverso l’adeguata retribuzione stipendiale (da portare a livelli europei), ma soprattutto individuando opportunità di progressioni di carriera diversificate, nella differenziazione di ruoli e competenze della funzione docente. L’ipotesi di una verifica periodica delle competenze (o della creazione di un curricolo professionale progressivamente aggiornato) va vista in ottica riqualificante, e non avversata in modo corporativo.
A livello delle RELAZIONI SINDACALI va ripudiata la visione impiegatizia della docenza. La giusta rivendicazione di stabilizzazione del precariato, non sempre ha preservato la professionalità da discutibili sanatorie basate sulla quantità del servizio prestato più che sulla sua qualità. Va considerata la richiesta di una progressione di carriera sganciata dal mero automatismo dell’anzianità di servizio e dall’unico sbocco offerto dalla carriera dirigenziale. Si devono prevedere azioni di protesta più incisive rispetto allo sciopero.
Per tutte queste ragioni, oltre al mantenimento delle 18 ore d’insegnamento per i docenti di scuola secondaria e, piuttosto, la riconduzione a 18 ore anche della scuola d’infanzia e primaria, vogliamo  perseguire i seguenti obiettivi:
• diminuzione del numero di studenti a massimo 20 per classe
• reintroduzione della possibile organizzazione modulare e di attività condotte in compresenza
• conversione dell’insegnamento di Religione Cattolica in storia dei miti e delle credenze religiose
• investimenti prioritari nella Scuola Pubblica
• investimenti per un’edilizia scolastica di alta qualità, efficienza energetica e impatto estetico
• differenziazione di ruoli nella professionalità docente anche ai fini dell’avanzamento di carriera

Circolo Sapere/Saperi
SEL Reggio emilia

Partecipare alle primarie, una scelta giusta

Sono convinto- anche dopo il confronto televisivo di ieri sera - che Nichi Vendola abbia fatto bene a partecipare alle primarie, consentendo con la sua presenza che le primarie siano del centrosinistra e non del solo Pd. 

Da parecchie settimane, e ancora adesso, c'è in giro - il quotidiano Repubblica in testa, - un giochino farlocco, che con finta approssimazione tende a presentare  le primarie come affare interno al Pd. Lo scopo, naturalmente, è dare l'immagine che il centrosinistra coincida con il Pd. E che, tutt'al più, la questione da risolvere sia Bersani o Renzi.  Se Vendola ("oppure Vendola") non avesse partecipato, il giochino sarebbe passato in cavalleria: da una parte il Grande Pd (rappresentativo di tutto il centrosinistra), dall'altra il solito pulviscolo di gruppettini e leaderini che rompono le scatole, contano nulla e si apprestano a restare di nuovo fuori dal Parlamento. Se poi invece, tra questi ultimi, qualcuno volesse mendicare qualche posto nelle liste del Grande Pd, dovrebbe presentarsi con il cappello in mano e fare, al massimo, il portatore d'acqua. 
Vendola, se non altro, ha avuto il coraggio di cimentarsi in campo aperto e dare un punto di riferimento alla sinistra che sta fuori dal Pd: il suo peso all'interno della coalizione dipenderà dal consenso che ottiene, non da grazia ricevuta. Lo votano in pochi? Peserà poco. Lo votano in molti? Peserà di più. In politica contano i numeri. La questione, dunque, non coalizione sì - coalizione no con il Pd, bensì la certezza che nella coalizione non si debba recitare la parte dell'appendice subalterna. 
Infine, a me pare infondata l'obiezione che alcuni muovono nei confronti del "vincolo" che Vendola, partecipando alle primarie, avrebbe assunto in ogni caso e per qualsiasi esito.Vendola (e Sel) NON sono "vincolati" a prescindere. Sono vincolati a una alleanza e a un progetto che si muovano lungo una strada DIVERSA da quella della cosiddetta "agenda Monti". Per fare un esempio facile: se Renzi vincesse e volesse riproporre quella agenda, dunque in contraddizione con lo spirito della carta di intenti, è chiaro che non esisterebbe più alcun vincolo di coalizione. Per il momento, si tratta comunque di una discussione astratta e alquanto pretestuosa. Intanto, il modo per contrastarla è una forte affermazione di Vendola alle primarie. Gli assenti, si usa dire, hanno sempre torto. 

Stefano Morselli

domenica 4 novembre 2012

Lo sbriciolamento dei "soggetti politici". Oppure Vendola

Dunque, per stare solo alle cronache giornalistiche degli ultimissimi giorni. Si sbriciola la Federazione della Sinistra e Ferrero che fa? Lancia l'ennesima proposta – sai che fantasia – di una "nuovo soggetto politico” di opposizione. Il prof. Revelli, dalla cattedra di Alba. illustra invece le magnifiche sorti e progressive di un "soggetto politico nuovo", avvertendo che non va confuso con un "nuovo soggetto politico", perché la collocazione dell'aggettivo "nuovo" fa una radicale differenza. Si sbriciola anche l’Idv: mentre Di Pietro cinguetta con Grillo, De Magistris, sindaco di Napoli, rilancia la "lista dei sindaci" più o meno arancione; Orlando, sindaco di Palermo, ci informa invece che lui fa una sua nuova "Rete".  Ecco, ci mancava.

Purtroppo, non siamo su “Scherzi a parte” e nemmeno si può dare la colpa a una qualche festa di Halloween, dove ci si mette in maschera e si fa caciara.  Allora, che senso ha questo sbriciolamento impazzito? L’unico senso che io vedo è una ulteriore, plateale conferma dello stato confusionale in cui, purtroppo, vaga la fu sinistra italiana. L'eterna puzza sotto il naso, l'eterno spaccare in sedici il capello, l'eterna ricerca della purezza più pura degli altri, l’eterno conflitto tra orticelli e personalismi.  Da molto tempo io penso che, fino a quando non si dedicherà alla ri-costruzione di una robusta forza politica di profilo chiaramente e dichiaratamente socialista – diciamo un equivalente di quello che accadde in Francia  ad Epinay quaranta e più anni fa – la fu sinistra italiana continuerà a girovagare nella nebbia, picchiando la testa contro tutti i muri.

Ma lasciamo perdere gli orizzonti più o meno lontani. Qui ed ora, non sarebbe almeno il caso di dare una mano a chi sta cercando di dare voce e peso ad alcuni temi essenziali davanti ai milioni di persone del “popolo della sinistra” che – lo si voglia o no, piaccia o non piaccia – presumibilmente parteciperanno alle primarie del 25 novembre? Non è questo un modo per cercare di contrastare la prospettiva di un Monti bis, tris e nei secoli dei secoli?   Non piace Vendola? Va bene, non è mica è Gesù Cristo. Ma è meglio essere “choosy”, chiamarsi fuori e lasciare che a quei milioni parlino solo Bersani e Renzi? E magari – in attesa di decidere se sia meglio un soggetto politico nuovo oppure un nuovo soggetto politico - chiamarsi fuori anche dalle prossime elezioni? Poi, però. non lamentiamoci se i voti li prende Grillo e la fu sinistra continua a rimanere fuori dal Parlamento.

Nanni Moretti, in uno dei suoi film, diceva: “Avanti così, continuiamo a farci del male”.  La battuta è facile, ma la dico lo stesso: oppure Vendola.

Stefano Morselli