lunedì 31 agosto 2009

Ma che c'azzecca la Masini ai festeggiamenti di Gheddafi?


"E' necessaria un'operazione trasparenza sulla partecipazione di Sonia Masini alle celebrazioni per il trattato di amicizia italo-libico, che di fatto coincidono con i festeggiamenti per il 40° anniversario della presa del potere da parte di Gheddafi, visto che i due eventi si tengono a poche ore di distanza l'uno dall'altro. I cittadini reggiani, in un periodo in cui le risorse pubbliche dovrebbero essere usate in maniera particolarmente oculata e indirizzate a contrastare gli effetti della pesante crisi economica in atto, sono interessati a conoscere il carattere della missione svolta dalla presidente della Provincia in un Paese, la Libia, governato da un despota specializzato in violazioni dei diritti umani. Se c'è andata per sostenere l'export delle imprese reggiane in Libia, la presidente poteva risparmiare ai contribuenti reggiani l'inutile spreco, sia perchè le imprese sono dotate di efficienti uffici commerciali, sia perchè non si vede quali altri servizi per l'export in più Sonia Masini possa offrire rispetto a ICE, Ambasciate, Consolati, Camere di Commercio, sportelli per l'internazionalizzazione, associazioni imprenditoriali, banche, società di consulenza e Ministero Affari Esteri. Sinistra e Verdi considera la visita politicamente del tutto inopportuna, anche perchè avviene pochi giorni dopo che il dittatore libico ha suscitato l'indignazione del mondo accogliendo come un eroe al rientro in patria il terrorista Al Megrahi, condannato a molti anni di carcere come responsabile dell'attentato di Lockerbie che nel 1988 costò la vita a 270 innocenti. Non è un caso che a questi festeggiamenti, per marcare la loro doverosa presa di distanza dal dittatore libico, abbiano dato forfait tutti i capi di governo mondiali: tutti tranne uno, Silvio Berlusconi" (Sinistra e Verdi per Reggio)

Un presidio di Sinistra e Verdi per i lavoratori e le lavoratrici della Sachman


"A conclusione del dibattito sulla crisi economica svoltosi alla festa per l´unità della sinistra di Taneto è stato assunto l´impegno di far vivere e sviluppare le 16 campagne promosse dal coordinamento nazionale di Sinistra e Libertà, 16 idee, 16 proposte per altrettante iniziative popolari. Selezionando insieme le prime 5 da trasformare magari in 5 proposte di legge di iniziativa popolare su cui cominciare dal prossimo autunno a raccogliere le firme. Con la ripresa post feriale, con oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione, la difesa del posto di lavoro con la richiesta di moratoria dei licenziamenti assume una priorità assoluta tra le 16 iniziative proposte.Sono numerose le aziende della nostra provincia con in pericolo il posto di lavoro, tra queste la Sachman, storica azienda del settore macchine utensili della nostra città, che la proprietà ha messo in liquidazione, lasciando i lavoratori senza salario dadue mesi. Alla risposta di lotta e di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Sachman è necessario far seguire la solidarietà e il sostegno della comunità reggiana, evitando quell'isolamento diffuso per cui "con la crisi" che una fabbrica chiuda è perfino normale. Per questo è importante portare il nostro sostegno a questo conflitto sociale perché la crisi ancorché acuta non abbia effetti pesanti sulla vita delle persone. Nei giorni scorsi ho portato ai lavoratori della Sachman la mia solidarietà, mi lega a loro il vissuto della mia esperienza sindacale,discutendo delle iniziative da sviluppare per salvare l´azienda e il posto di lavoro, oltre a quelle programmate con il sindacato, abbiamo valutato l´importanza di accompagnare alla loro lotta il sostegno di movimenti, associazioni, partiti ecc. Martedì 1 Sett.saranno di nuovo in presidio davanti ai cancelli, propongo di fare una delegazione di Sinistra e Verdi, rappresentata dal consigliere comunale con l´invito a tutti quanti potranno partecipare dalle 10,30 in poi , per portare la nostra solidarietà e discutere le iniziative da sviluppare a sostegno della loro lotta" (Franco Ferretti). Nella foto, operai e delegati sindacali della Insse di Milano.

domenica 30 agosto 2009

Il dittatore


"Le libertà di espressione, associazione e riunione sono rimaste soggette a stringenti limitazioni, in un clima caratterizzato dalla repressione del dissenso e dall'essenza di ONG indipendenti a difesa dei diritti umani. Rifugiati, richiedenti asilo e migranti hanno continuato a essere detenuti a tempo indefinito e maltrattati. Almeno otto cittadini stranieri sono stati messi a morte. L'eredità delle passate violazioni dei diritti umani è rimasta inaffrontata" (Dal Rapporto di Amnesty International sui diritti umani in Libia). Nelle foto, Gheddafi a Roma con Berlusconi e all'aereoporto di Tripoli con Al-Megrahi, il terrorista condannato per la strage di Lockerbie costata la vita a 270 persone.

"La Fondazione Manodori e il manuale Cencelli"

Nell'editoriale di Francesca Chilloni viene pubblicato per la prima volta, oltre a quello di "Zarina", l'altro soprannome di Antonella Spaggiari, fino a oggi off limits per i media reggiani.

Feccia tricolore

"Silvio Berlusconi ha vissuto ieri una delle giornate più nere della sua vita politica (e non). La cosiddetta opposizione naturalmente non c’entra nulla: il Pd è troppo impegnato a farsi le pippe sulle primarie e il congresso, nonché a inseguire la Carfagna dopo la ferale notizia che la ministra delle Troppe Opportunità diserterà il Democratic Party di Genova, per pensare di opporsi. No, il venerdì nero di Al Pappone è tutto interno al suo mondo. E’ in casa sua che si annidano ormai da mesi i più temibili oppositori. La sua signora, la sua diciottenne preferita (con famiglia al seguito), la sua escort ufficiale, il suo presidente della Camera che si dissocia su tutto, il senatore Guzzanti che svela ogni particolare della Mignottocrazia arcoriana, l’amico Bossi che ne combina una al giorno e ora perfino l’amico Putin che s’è sfilato all’ultimo momento dalla festa di Gheddafi lasciando Silvio solo col beduino e le frecce tricolori (...)". Marco Travaglio - Leggi tutto l'articolo su Antefatto.it.

sabato 29 agosto 2009

Si infiamma il dibattito etico sul testamento biologico

"Un registro per la vita - Nati comitati per la creazione di un albo.
Sinistra Democratica e Movimento per la Sinistra di Reggio nei prossimi giorni daranno vita a Comitati che chiederanno a tutti i Consigli Comunali della provincia l'istituzione di Registri contenenti i nominativi di cittadini che hanno lasciato il proprio testamento biologico.Giovedì scorso è stata, infatti,presentata la mozione di iniziativa popolare promossa dal comitato "Altavoce" per l’istituzione del registro del testamento biologico nella nostra città.«Non chiediamo nulla che non sia ammissibile dal punto di vista legale - precisa il consigliere comunale, il socialista Roberto Pierfederici - Semplicemente chiediamo che il Comune,essendo nella possibilità giuridica e amministrativa, si faccia promotore di atti amministrativi per introdurre il riconoscimento formale ed etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario». Dunque Pierfederici interpella la Giunta Delrio per chiedere se non ritenga opportuno e necessario istituire un registro dei testamenti biologici,così come è stato predisposto in alcuni comuni del nostro Paese. Con tale registro si darebbe la possibilità pratica ai nostri concittadini di registrare un testamento biologico e di nominare un fiduciario,indicando la propria volontà su un argomento così personale ed importante come la propria vita. In pratica il Comune dovrebbe predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica, nel quale ogni cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari,sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine e sistemi artificiali che impediscano la normale vita di relazione. Il Comune dovrebbe raccogliere tutte le dichiarazioni, fatte con apposito modulo, in un registro per definirne poi il regolamento di accesso. Sempre al Comune spetterebbe l’obbligo di trasmettere periodicamente le dichiarazioni raccolte ai soggetti istituzionali delegati per legge alla loro pubblicazione, nelle more dell’entrata in vigore di una normativa nazionale che regolamenti la materia. Ovvero al Ministero della Salute per far inserire la dichiarazione nella tessera sanitaria personale del dichiarante, all’Assessorato Regionale alla Sanità per il registro regionale,all’Asl competente e al medico di famiglia. Detto questo si preannuncia uno scontro diretto con le associazioni pro-life della città. L’autunno caldo dei temi etici è cominciato"(Giulio Serri, L'Informazione).

martedì 25 agosto 2009

"I soliti comunisti"

"Le dichiarazioni di monsignor Marchetto (Responsabile dei migranti per la Santa Sede ndr) sono a titolo personale - ribatte il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota - espressione di un pregiudizio politico e non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti e che in realtà hanno perso il 'catto' e sono comunisti. Del resto, con tutto il rispetto, monsignor Marchetto si sta esercitando nell'invenzione di comandamenti senza averne l'autorita" (Da Repubblica.it).

sabato 22 agosto 2009

Scompare a 39 anni Anna Maria Costetti

E' improvvisamente mancata all'affetto dei suoi cari, a soli 39 anni, la professoressa Anna Maria Costetti. Molto attiva nel mondo del volontariato, Anna Maria, che insegnava lingue all'istituto superiore religioso Itapse di Traversetolo, si era prodigata come pochi altri durante la guerra nella ex-Jugoslavia per portare aiuto a quelle martoriate popolazioni, in particolare nella città di Mostar. Lascia due figli in tenera età. Ai genitori, ai famigliari e al marito Davide Vasconi, funzionario della Filcem-Cgil di Reggio Emilia, le più sentite condoglianze di Sinistra e Verdi.

mercoledì 19 agosto 2009

Prodi fa autocritica e liquida il riformismo

"Il dibattito sulla crisi del riformismo in Europa ha tenuto banco per qualche settimana dopo le elezioni europee. Poi è sparito nel nulla senza aver prodotto alcun apparente risultato. Lontano dalle polemiche elettorali e favoriti dalla quiete estiva conviene ritornare sull’argomento. Che i partiti riformisti siano in profonda crisi non è contestabile: il centro-sinistra è stato sconfitto nella maggioranza dei paesi europei proprio durante una crisi economica che ha rivalutato molte delle proposte che erano tipiche di questi partiti. Per spiegare questo paradosso conviene fare qualche passo indietro e ritornare al momento in cui, dopo un lungo periodo in cui la politica mondiale era stata dominata dal binomio Reagan-Thatcher, la situazione si rovesciò con la vittoria di Blair che sembrava in grado di cambiare i destini europei con il new labour, la terza via che avrebbe dovuto rinnovare il riformismo europeo e lo schema politico mondiale collegandosi con le novità che Clinton proponeva negli Stati Uniti. Con un pizzico di esagerazione, ma anche per esaltare il ruolo italiano in questo processo, si era arrivati perfino a parlare di “ulivo mondiale”. La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l’ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio. Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti. Il messaggio lanciato all’elettore era il più delle volte dedicato a dimostrare che il modo di governare sarebbe stato migliore. Nel frattempo il cambiamento della società continuava secondo le linee precedenti: una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale. Vent’anni fa una mia semplice osservazione che la differenza di remunerazione da uno a quaranta tra il direttore e gli operai di una stessa azienda era eccessiva, aveva causato scandali e discussioni a non finire. Oggi nessuno si stupisce del fatto che questa differenza sia in molti casi da uno a quattrocento. Durante il momento più acuto della presente crisi abbiamo assistito a una breve fase di sdegno nei confronti della remunerazione di alcuni dirigenti, ma poi tutto è stato dimenticato. Come se vivessimo in una società immutabile, come se la realtà esistente e le convinzioni dell’opinione pubblica fossero così forti da non essere riformabili. Il riformismo ha cioè perso la fiducia in se stesso e preferisce inseguire le piattaforme e i programmi degli altri, pensando che, per rovesciare le fortune elettorali, sia sufficiente criticare gli errori e i comportamenti dei governanti. A cambiare gli equilibri politici tutto ciò non basta, anche perché la rapidità con cui gli “estremisti” del mercato si sono impadroniti del linguaggio dei riformisti è davvero degna di un premio Nobel. Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito. Approfondendo i modi e gli strumenti attraverso i quali i cittadini abbiano uguali prospettive di fronte alla vita. Rinnovando il funzionamento del sistema scolastico, della ricerca scientifica e del sistema sanitario. Ripensando al grande processo di superamento del nuovo nazionalismo politico ed economico con una forte adesione agli obiettivi di coesione europea e di solidarietà internazionale. Non avendo paura di denunciare i tanti aspetti riguardo ai quali il capitalismo deve profondamente riformarsi. Non accontentandosi di mostrare un giorno la faccia feroce e il giorno dopo un viso sorridente verso gli immigrati, ma preparando una organica politica di legalità ed accoglienza. Mi rendo conto che tutto ciò significa avere il coraggio di scontentare molti e aver la forza di scomporre e ricomporre il proprio elettorato.Mi rendo conto che nessun politico affronta a cuor leggero questa azione di scomposizione e ricomposizione, ma mi rendo anche conto che la crisi economica sta cambiando percezioni e mentalità. Essa rende più accettabili le proposte innovative e coraggiose che il centro-sinistra deve elaborare per essere ritenuto in grado di governare la nostra società. Un compito difficile, tutto in salita e, in una prima fase, addirittura contro corrente. Tuttavia chi non è capace di nuotare contro corrente non sarà mai in grado di risalire un fiume". (Romano Prodi, Il Messaggero 14-8-2009)

martedì 18 agosto 2009

Manodori, la destra l'è propria ingasèda. Anca Alessandri sta col vèscov e coi padròun.

«Una parte di Reggio si ribella a una politica decadente». Angelo Alessandri della Lega Nord interviene in merito alla Fondazione Manodori e al rinnovo delle cariche.«Qual è il suo scopo? Difendere il proprio patrimonio e creare utili da distribuire in scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico per la nostra Comunità» si chiede e spiega l’onorevole.«Se è così mi pare che le reazioni isteriche delle tante voci del Pd levatesi in questi giorni dopo l’elezione dei nuovi vertici dell’Ente,siano come il pianto di un bimbo privato delle agognate caramelle» aggiunge. «Vogliamo pensare che le scelte effettuate dai componenti del Consiglio Generale della Fondazione siano frutto di un ragionamento e non ascritte alla difesa di interessi o poteri più o meno forti, più o meno occulti:o qualcuno nel Pd pensa forse che il libero voto espresso dal membro scelto dalla Curia abbia questo intento?» si domanda.Secondo Alessandri c’è una parte della città «si ribella e non si piega al volere o alle convenienze partitiche,c’è una Reggio che si dimostra più pragmatica e saggia di una certa politica decadente ed “arraffona”». «Bisognerebbe che quel 2,4% dei reggiani che hanno salvato il sindaco da un rovinoso ballottaggio si interrogassero su quale utilità vi sia nel continuare a governare con arroganza:alla Lega Nord interessa costruire non raccogliere macerie» conclude. (Da L'Informazione). Nella foto, il leghista Borghezio, deputato collega di partito di Alessandri.

lunedì 17 agosto 2009

A Gattatico torna la Festa dell'Unità della Sinistra

Da giovedì 27 a sabato 29 agosto Taneto di Gattatico (RE) ospiterà la Festa dell’Unità della Sinistra, promossa da Sinistra Democratica e dal Movimento per la Sinistra di Parma e Reggio Emilia. Tre giorni per riprendere l'iniziativa politica della sinistra. Più che una festa di partito, uno spazio di incontro e confronto tra tutte le componenti della sinistra. Nelle giornate di giovedì 27 e venerdì 28 si terranno incontri e dibattiti politici di particolare rilevanza. Della crisi economica e di come affrontarla si discuterà giovedì 27 agosto alle ore 21.30, alle ore 21 sarà presentata la mozione di iniziativa popolare promossa dal comitato "Altavoce" per l’istituzione del registro del testamento biologico a Reggio E. e Parma. Del percorso di “Sinistra e Libertà” si discuterà venerdì 28 agosto, sempre alle 21.30. In coda alla festa, il lunedì 31 agosto alle ore 21,30, si terrà una riunione sulle esperienze delle liste civiche di sinistra che si sono presentate nei comuni del reggiano.

domenica 16 agosto 2009

Accordi trasversali e poteri forti: voilà, ecco la nuova Manodori, così simile alla vecchia.

"Ancora una volta la presidenza della Manodori è assegnata in base ad accordi trasversali, che rispondono agli interessi particolari della precedente gestione a cui si aggiunge la novità dell’asse Confindustria-Api in assenza, al momento, di unconcreto programma di rinnovamento. Con l’asse Confindustria-Api al governo della Manodori si rafforza un sistema di poteri e di interessi in grado di scompaginare altri equilibri e si produce una grave frattura con la cooperazione e altre associazioni. Forse il presidente della Camera di Commercio Enrico Bini dovrà prendere atto che il problema va oltre l’etica nel ruolo che ha avuto la consigliera dell’Api. Quel che è avvenuto in Manodori rischia di consegnare il futuro dell’Api nelle mani di Confindustria: del resto della prospettiva della unificazione l’associazione di via Toschi non ha mai fatto mistero. Questa ipotesi andrebbe a cancellare la storia di un'associazione che ha fatto dell’autonomia e del pluralismo della rappresentanza imprenditoriale la sua forza. Per ora c’è da augurarsi che la nuova governance della Manodori non ripeta le “brillanti” operazioni del recente passato, prestito per la quotazione in borsa di Coopservice e investimenti in azioni Unicredit della maggior parte del patrimonio della Fondazione in primo luogo. Auspichiamo invece che parte delle risorse della Fondazione siano destinate a fronteggiare gli effetti della crisi ecomomica e a contribuire a sostenere gli investimenti per le opere e le spesa sociale della nostra comunità, visto che attualmente la Fondazione reggiana è agli ultimi posti in Regione per questo tipo di erogazioni. Temiamo però che queste siano speranze vane, visto che la nuova governance assomiglia molto alla vecchia.
 Noi continuieremo con forza a chiedere una revisione dello statuto della Fondazione, insieme a un cambiamento nei meccanismi di nomina dei membri della governance, dove siedono rappresentanti dei gruppi di interesse più disparati ma dove non siedono i rappresentanti delle organizzazioni più rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra provincia che sicuramente saprebbero come orientare gli interventi a favore dei più poveri e più bisognosi. E’ infine grave che l’accordo tra gli enti locali, Comune, Provincia e Camera di commercio non abbia trovato il necessario sostegno come nell'ipotesi di proposta presentata ieri: ancora una volta la non coesione di intenti e le ambiguità della presidente della provincia hanno portato alla sconfitta. Una pratica di contrapposizione tra enti e personalismi che ha già prodotto esiti negativi per il centrosinistra reggiano non ha prospettive future. Anche per questo si conferma la validità della scelta che Sinistra e Verdi ha compiuto nelle recenti elezioni per una provincia più a sinistra nei programmi di governo e nel rapporto democratico con i lavoratori e i cittadini" (Franco Ferretti, Sinistra e Verdi). Nella foto, il nuovo presidente della Manodori Gianni Borghi con il ministro berlusconiano Sacconi.

Ferretti dice no alle ronde di Corradini

"Con l'entrata in vigore del decreto sicurezza regolamentato dal Ministro dell'Interno Maroni anche Reggio deve affrontare la questione delle ronde. Pareri contrapposti arrivano dall'amministrazione comunale: se il sindaco Delrio si è detto per lo più contrario, e così pure l'assessore Corradini, da tempo in città sono attivi i gruppi City Angels che si avvicinano in qualche modo - seppur con attività diversificate - alle formazioni introdotte dal decreto ministeriale. Chiede chiarezza su questo punto il consigliere comunale Roberto Pieferderici, che giudicando "meritorio il ruolo di aiuto ai concittadini in difficoltà finora svolto" desidera sapere dalla giunta "se, come auspicabile, meritorie associazioni di sicurezza solidale come i City Angels potranno continuare ad operare in città e se verranno stipulate convenzioni con loro." Parere decisamente opposto invece da parte di Franco Ferretti, che a nome di Sinistra e Verdi parla di "un provvedimento che avrebbe come conseguenza solo un maggior controllo militarizzato del territorio, una visione razzista e xenofoba della società e un ridisegno dei poteri verso una democrazia sempre più autoritaria.""Non esistono ronde cattive e ronde buone - afferma l'ex vicesindaco di Reggio - esistono solo ronde inutili e pericolose. Il tema della sicurezza dei cittadini è molto delicato, e proprio per questo va sottratto ai politici in cerca di facile pubblicità, e in particolare a quelli del governo Berlusconi che fanno della demagogia lo strumento migliore per cancellare i fallimenti da loro stessi prodotti. La sicurezza va affidata agli organi dello Stato. Trovo perciò intollerabile che, mentre si istituiscono le ronde, il governo tagli i fondi alle forze di pubblica sicurezza e blocchi le spese dei Comuni con il cosidetto patto di stabilità.""E' necessario esprimere la più totale contrarietà a tutte le ronde - conclude Ferretti - siano esse con la maglietta verde, con la maglietta nera o con la maglietta rossa dei City Angels, e invito pertanto l'assessore alla sicurezza Corradini (che pare avere individuato nei City Angels le ronde buone) a spiegarci le differenze tra queste e le altre ronde. In mancanza di una convicente spiegazione, lo invito a non affidare incarichi di presidio del territorio nè ai City Angels nè ad altre formazioni di cosidetti 'volontari per la sicurezza'." (Da reggio24ore.com)

venerdì 7 agosto 2009

Durissimi e purissimi. Il nemico ovviamente è sempre a sinistra, il Prc attacca Matteo Sassi

"Polemiche nella sinistra dopo la decisione della giunta e dell’assessore al Welfare Matteo Sassi di sgomberare la famiglia sinti Lucchesi dal campo di transito in cui sostava. La dura critica all’assessore, ora esponente di Sinistra e Libertà ma già parte del Prc, arriva proprio da Rifondazione Comunista, che «condanna fermamente la scelta di sgomberare con la forza la famiglia. Il sindaco Delrio da buon cattolico ha da alcuni anni “battezzato” il mese di agosto per fare le sue battaglie contro “gli ultimi”. La famiglia Lucchesi aveva chiesto solo un mese di proroga per consentire a un familiare malato di fare tutti gli accertamenti necessari». «Le leggi e i regolamenti -prosegue il Prc - vanno applicati con buonsenso e umanità tenendo conto che ogni legge prevede deroghe, attenuanti, eccezioni da valutarsi caso per caso. Siamo davvero stufi di un’amministrazione che si dice di centro-sinistra e proclama il dialogo e l’inclusione sociale e poi, nei suoi comportamenti, è sorda e cieca ai bisogni e ai problemi dei più emarginati. (...) Quando Sassi dichiara che “non si tratta nemmeno di giostrai” sembra quasi che voglia lasciare intendere che la famiglia sia dedita ad attività poco chiare: i Lucchesi, tutti incensurati, possono dimostrare tutto quello che hanno sempre detto. Non aiuta certo la comunità dei sinti lasciare intendere che sono i soliti bugiardi, dediti a elemosinare raccontando storie fasulle». Concludono: «L’associazione da tempo sta aspettando un incontro con Sassi, ma è arrivato prima lo sgombero»(Dal "Giornale di Reggio").

I big della mozione Franceschini litigano e fanno i pasticci, la Manodori si incarta

"Fumata nera alla prima riunione del conclave-Manodori.Il consiglio generale non ha trovato l'accordo sui nuovi vertici e ha rinviato la decisione alla riunione fissata per il pomeriggio di giovedì 13 agosto: per quei consiglieri che avessero in previsione ferie o vacanze nell'imminenza del Ferragosto, si prospetta la riorganizzazione del calendario.Il rinvio della decisione è stato reso necessario dalla spaccatura all'interno del consiglio tra due gruppi: uno che fa capo all'area Spaggiari-Bonferroni, l'asse che ha governato la Fondazione negli ultimi anni, che ha come obiettivo la disegnazione del capo di Confindustria Gianni Borghi alla presidenza e della stessa Spaggiari alla vicepresidenza (con dimissioni dal consiglio comunale); e un secondo gradito agli enti locali e alla Camera di commercio, enti che esprimono due consiglieri a testa, i quali propongono il ticket Gianni Vezzani (Confartigianato) e Ildo Cigarini (presidente Legacoop).Su queste proposte, l'orientamento dei consiglieri è rimasto ondivago.Qualora si fosse proceduto alla votazione, ago della bilancia sarebbero probabilmente stati i due consiglieri indicati dalla Provincia, Bocedi e Grisendi, ai quali la Masini avrebbe dato libertà di coscienza: uno solo dei loro voti, aggiunto a quello dei tre fedelissimi della Spaggiari (Ielo, Bussi Bonferroni e Veroni), avrebbe potuto permettere l'elezione di Borghi.Ma secondo voci lo stesso Borghi avrebbe espresso perplessità a far parte di un disegno che avrebbe posto l'associazione che presiede, e lui stesso personalmente, in una posizione di diretta conflittualità con gli enti locali, sindaco Delrio in testa. Senza Borghi, il disegno dell'asse Spaggiari-Bonferroni è rimasto sulla carta.Da definire sono rimaste le posizioni del rappresentante del vescovo (Riccardo Simonini) e dell'esponente del volontariato, Rosanna Gandolfi.Il rinvio al 13 agosto apre un'altra settimane di incontri, trattative, pressioni. E non è detto che il fattore-Ferragosto non incida: basterà infatti che un solo consigliere preferisca restarsene in vacanza per far pendere la decisione dall'una o dall'altra parte. Ma nella settimana che si apre, tutti i giochi di riaprono. Anche all'interno del Pd, dove le relazioni non facili tra Graziano Delrio e Giulio Fantuzzi da una parte e Sonia Masini dall'altra mettono a repentaglio qualsiasi ipotesi di accordo". (Reggio 24ore)

martedì 4 agosto 2009

Stampa e potere: "Il Manifesto" celebra Umberto Pizzi.

Umberto Pizzi «da Zagarolo», come aggiunge sempre il sito Dagospia che ha dato gran popolarità ai suoi ritratti di politici nuovi, nuovissimi e vecchio generone romano, tutti orrendi e deformati peggio di un Grozs de noantri, è un fotoreporter di lungo corso e di sani principi. Parliamo con lui dell'intreccio tra gossip e politica che con la saga di Berlusconi e delle escort, quest'estate sembra aver definitivamente eclissato tutto il resto: attori, attrici, calciatori... Dove sono finiti? «Mah - riflette Pizzi al telefono - Noi con Dagospia, con i nostri Cafonal da tempo puntiamo al vero potere e non a questa minutaglia, attori e attrici, anche perché negli ultimi anni i grandi personaggi, i grandi attori sono scomparsi e quelle che stanno continuamente sui rotocalchi sono piccole cose che si organizzano con la complicità di qualche direttore, falsi scoop. I veri personaggi per me sono sempre stati quelli al potere. E con l'avvento dell'internet sono usciti fuori, perché negli anni passati i potenti riuscivano a bloccare attraverso gli editori o attraverso i direttori l'uscita di certe loro foto compromettenti. Adesso no perché con tutti i blog che ci sono esce tanto di quel materiale che spesso è anche materiale prezioso. In altri tempi, le foto di Berlusconi in Sardegna non sarebbero mai uscite". Ai tempi di Agnelli?"Agnelli se le comprava le foto. Gli editori avevano le foto, telefonavano all'avvocato, le foto non uscivano e aumentavano la pubblicità sui giornali e sulle riviste. Ma insomma Agnelli sapeva far sparire bene le sue cose, raramente sono uscite cose compromettenti". Cioè stai dicendo che adesso non spariscono più le foto?" Ci provano a farle sparire. Ci provano con le varie authority, però l'informazione è globalizzata per cui possono anche bloccare l'uscita qui in Italia ma poi nel resto del mondo... adesso con internet il materiale può girare in qualsiasi paese. Per esempio che la Bolivia compri le foto di Berlusconi mi pare assurdo, la Bolivia sarebbe l'ultimo paese che possa essere interessato..." Ma sei sicuro che poi l'effetto di queste foto sia necessariamente negativo per il pubblico?Vabbè negli ultimi tempi la morale del nostro paese è più cotica che etica, e c'è tanta gente che vorrebbe essere come Berlusconi, ricco, con le donne, con il potere... però esiste ancora una grossa fetta di gente che guarda quasi con orrore a queste cose. Le foto della villa in Sardegna le ho trovate terribili... Il capo del governo non può scendere a questi livelli da compari di merende, inviti uno e gli fai trovare un sacco di gnocca... la gente che ha una certa morale, non dico bacchettona, guarda con un grosso schifo queste cose..." Berlusconi però è l'editore di Chi. Come giudichi la sua messa in scena del gossip?"La sua grandiosità è avere un sacco di lecchini intorno i quali per mantenere anche loro un certo potere si comportano così. Per me un editore non dovrebbe mai farsi pubblicare sui propri giornali... A Berlusconi evidentemente piace questa cosa perché lo tiene sempre in primo piano. E poi Chi è un giornale molto visto, è un bibbia del gossip riccone..." Ma i lettori ci credono veramente, anche quando le storie sono palesemente finte?Non gliene frega niente... Tipo l'ultima storia: Clooney e Canalis..."Mah... C'è un sacco di gente che proprio non gli va di pensare. Apre il giornale, guarda le foto e non si pone il problema se la storia è vera o non è vera". Ma il gossip era più finto prima o più adesso? "È stato sempre finto. Queste storie servono al fotografo per fare i soldi, all'editore per fare i soldi, al direttore per mantenersi il posto. Qual è il problema? In questo paese abbiamo una morale molto ballerina..." Parli di morale e mi viene in mente la «questione morale». Ci tieni spesso a dire che sei uno di sinistra..."Forse Berlinguer è stato un dei più grandi leader che siano mai esistiti. Io ho una foto che mi porto dietro... non m'ha dato una lira, però secondo me è la più bella foto di Berlinguer che c'è: lui a piazza Augusto Imperatore fermo a parlare con gli operai che stanno mangiando... sai? quelli col cappello in testa fatto con la carta de L'Unità... però adesso non lo so... anche la sinistra è in crisi su questa roba..." Diavolo di un fotoreporter. Su Berlinguer avrei giurato di sentirci un po' di commozione (Alberto Piccinini, "Il Manifesto"). Nella foto, tratta da "Dagospia", Vittorio Feltri ritratto a tavola da Umberto Pizzi.

lunedì 3 agosto 2009

"Sex and the Silvio"

«Se un uomo di 72 anni, sposato, nonno, può rifiutarsi di chiarire una sua relazione con una ragazza di 18 anni e riesce a sopravvivere alla disseminazione di registrazioni in cui discute di orgasmi e masturbazioni nel letto con una prostituta, allora bisogna chiedersi cosa potrebbe metterlo al tappeto» (John Hooper, Guardian-Observer). Nella foto, il dettaglio di una recente copertina de l'Espresso.

domenica 2 agosto 2009

Ru486: parte la crociata della Chiesa.

"Una crepa nella civiltà", "La libertà di scelta finisce per affermare solo il diritto del più forte". Continua, feroce, la polemica sulla Ru486, la pillola abortiva ammessa anche in Italia dalla decisione dell'Aifa. La Chiesa non dà tregua e scende in campo, con un'intervista sull'Avvenire, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei che invita anche i medici a far crescere l'obiezione di coscienza. Gli risponde, indirettamente, il presidente del Consiglio regionale della Toscana (e segretario nazionale del Ps), Riccardo Nencini: "Le donne sanno decidere sulla gravidanza e non c'è bisogno di mettere in discussione la 194. Al di là di ogni discussione - aggiunge Nencini - un dato di fatto viene dalla Toscana, regione che già applica l'uso della RU486 e dove non si è registrato alcun aumento di aborti". Sullo sfondo, molti interventi di parte cattolica che, ormai, puntano direttamente alla modifica della legge 194. Il più significativo è quello del ministro per l'Attuazione del Programma, Giovanni Rotondi: "Politici cattolici e laici - afferma in una nota - devono impegnarsi per il nuovo obiettivo di progresso di una civiltà senza aborto. In italia il tema è rafforzare la prevenzione prevista nella 194 e mai attivata" (Da Repubblica.it)