mercoledì 22 gennaio 2014

Legge elettorale: Renzi si gioca tutto, anche quello che non è suo.

Michele Bonforte 

Renzi corre, e si fa fatica a stargli dietro. Ha fretta, e su questo raccoglie il consenso dei tanti stufi dello stallo uscito fuori dalle urne, che sembra bloccare ogni decisione. La velocità fa premio sul cosa poi si intenda fare. Anzi pare aver scambiato con Berlusconi la fretta con i contenuti.
Berlusconi ha ottenuto molto: la rottura del proprio isolamento dopo la condanna e la cacciata dal parlamento, una legge elettorale che recepisce tutti i desiderata del cavaliere, in cambio di un incerto doppio turno e di una ennesima promessa di riforme istituzionali.
Le liste sono bloccate come prima, così può costringere gli elettori a votare i candidati che vuole lui. Renzi dice che comunque il PD fa le primarie, ma in cuor suo pregusta quando potrà nominare i parlamentari per ricondurli ad una fedeltà che ad oggi non ha.



C’è un forte premio di maggioranza come prima, poiché basta il 35 % per prendere un premio del 20% di parlamentari. Certo, c’è l’eventuale doppio turno se non si supera il 35%, ma la probabilità che nessuna coalizione lo superi è remota, visto che in futuro nessuna lista avrà interesse ad essere fuori dalle coalizioni a causa degli sbarramenti proibitivi.
Anzi il premio di maggioranza è superiore a prima, perché il partito più grande usa anche i voti delle liste minori per eleggere propri parlamentari. 
Su questo la proposta di Renzi-Berlusconi fa impallidire il porcellum. Cosa succederebbe infatti se le liste minori, pur alleate, non superassero il 5%? A sinistra i voti di SEL verrebbero rubati dal PD per eleggere alcune decine di propri parlamentari. A destra idem, con Lega e Fratelli d’Italia che eleggerebbero deputati berlusconiani.
In linea di principio si potrebbe verificare il caso (non tanto limite) di un partito che con il 21% elegge il 55% dei parlamentari se in coalizione con tre liste sotto il 5%.
Renzi concede una legge elettorale super-porcellum, in cambio di un assenso alle riforme istituzionali, con il rischio che dopo l’approvazione della nuova legge elettorale a Aprile, Berlusconi mandi all’aria tutto per andare al voto in autunno, prima che la Corte Costituzionale abbia modo di giudicare una legge elettorale che aggrava i punti che hanno portato alla bocciatura del porcellum.
Renzi gioca a poker con la democrazia. Terremota il PD ed il centrosinistra, riconduce nel centro destra chi aveva cercato di smarcarsi. Si gioca tutto, anche quello che non è suo. Sia che vinca o che perda, il paese rischia di subirne le conseguenze.
Cos’altro deve succedere affinché la sinistra ovunque sia collocata, si ponga il compito di costruire un soggetto politico unitario e di dimensioni tali da non essere ininfluente sul quadro politico?

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