mercoledì 22 gennaio 2014

Cuperlo, Civati e l'Organismo Politico Geneticamente Modificato

Stefano Morselli

Gianni Cuperlo è una persona per bene, colta e (fin troppo) mite, che si è immolata sul fronte di primarie il cui esito era ampiamente scontato. Dopo la sconfitta, non avrebbe nemmeno dovuto accettare la presidenza del Pd, che in tutta evidenza gli è stata offerta per neutralizzarne l'eventuale e pur flebile opposizione interna. Conservando dignità personale, dopo l'ultimo sbeffeggiamento di Renzi, ha deciso di dimettersi.
Comprensibile e anche giusto, sul piano personale. Ma la questione politica non cambia di una virgola. Il Pd a trazione Renzi sta proseguendo la sua lunga trasformazione in un OPGM (organismo politico geneticamente modificato) nel quale si fondono antiche tracce di astuzia democristiana, segni riconoscibili di baldanza craxiana, grotteschi residui di vetero-comunismo (culto del Caro Leader, e del "centralismo democratico", insofferenza verso i dissidenti) e moderne tecniche di propaganda 2.0. Il tutto all'insegna di un vago e vacuo "cambiamento" che è più o meno come l'araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove (e cosa) sia nessun lo sa.
In questo OPGM sarà prevista e tollerata una "sinistra di sua Maestà", sostanzialmente inoffensiva, utile come richiamo più o meno subliminale per una certa parte dell'elettorato. Presidente o non presidente, Cuperlo - ma il discorso vale anche per Civati, anzi ancora di più - può decidere se farsi inghiottire, digerire e metabolizzare in questa funzione. O se provare una strada diversa, molto tardiva e molto difficile.

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