lunedì 27 gennaio 2014

Intervista all’On. CLAUDIO FAVA

di Katia Pizzetti
Nei giorni scorsi l’On. Claudio Fava era in città per la presentazione del suo libro “Mar del Plata”, già alla terza edizione. L’iniziativa è stata organizzata dal Circolo Cittadino di Sinistra Ecologia Libertà in collaborazione con la Libreria All'Arco.

"Mar del Plata" (ADD Editore, 2013) racconta la storia vera di una squadra di giovani rugbisti argentini che, per avere osservato 10 minuti di silenzio prima di un match in memoria di un loro compagno assassinato, furono perseguitati e sterminati dalle squadracce paramilitari della Tripla A (Alianza Anticomunista Argentina) e dal sanguinario regime di Videla. La storia del La Plata, che terminò il campionato malgrado le continue sparizioni dei suoi giocatori, e il rugby, uno sport duro basato sul collettivo, sul sacrificio personale e sul rispetto delle regole e degli avversari, diventano così il paradigma di ogni resistenza civile, quella necessaria per risorgere dalle macerie di un terremoto, ribellarsi a tutte le mafie e difendere la democrazia contro ogni tirannia.

Dopo l’incontro con l’autore, che nel raccontare il libro ha intrecciato storie, realtà e vicende del nostro Paese con quello Argentino. Con il modi gentili, la dote dell’ascolto e la voglia di condividere un percorso che ci accomuna in SEL, non ha esitato nel rispondere ad alcune domande.  Tanti sarebbero stati gli argomenti di interesse sui quali interfacciarsi, ma il tempo tiranno e i suoi tanti impegni, hanno permesso solo poche domande.

Il Parlamento sta per votare il decreto “svuota carceri”, così come è formulato appare come un regalo alle mafie. La tua opinione?
Si lo si può vedere in questo senso, poi vedremo come e se verrà modificato. Se si continuano a prevedere sconti di pena, anche per detenuti reclusi per associazione di stampo mafioso, è chiaro che il risultato è un vero regalo alle mafie. Se mettiamo insieme un percorso di sconto di pena, legato al rito abbreviato, richiamo di avere mafiosi che risultano aver scontato la pena solo dopo pochi anni di detenzione. Ad oggi sembra che questo punto di attenzione sia stato messo a posto dal Governo non solo dopo nostra sollecitazione come SEL, ma anche da componenti della maggioranza. Ora non ci resta che vederne gli sviluppi e il conseguente approdo in aula.


Il Ministro Cancellieri, è cronaca di questi ultimi giorni, non ha preso posizioni ne si è espressa in merito alle minacce di stampo mafioso ricevute da due magistrati siciliani. E’un fatto grave, tu in che modo vedi la vicenda?
Il Ministro ha ritenuto di non doversi esprimere non venendone  a conoscenza attraverso il DAP, cioè la sua amministrazione, ma apprendendolo dai giornali. Ha ritenuto di doverne parlare poco, cosa che le ho rimproverato in un dibattito in aula giorni fa.  E’ grave che nel rapporto sul semestre dell’attività del suo ministero, non abbia avuto una parola di attenzione su ciò che stava accadendo, ai molti magistrati che lavorando in prima linea sono nell’occhio del ciclone dell’attività mafiosa. La considero una deficienza grave, sia dal punto di vista umano, sia da quello politico e istituzionale. Ciò anche in virtù del comportamento di un Ministro che ha saputo far parlare di se, per fatti non sempre encomiabili, questa era l’occasione per ribaltare quell’immagine, invece ha scelto di ignorare la vicenda. In questo comportamento vedo una regressione del nostro paese sul fronte della lotta alla mafia, una sorta di omertà delle istituzioni in un momento storicamente delicato. Credo ci sia una temperatura troppo bassa nel Paese, occorre recuperare sensibilità, attenzione e urgenza nel considerare la lotta alle mafie e la conseguente questione morale, come priorità per la democrazia.
Altro argomento di attualità politica, la proposta la nuova proposta di legge elettorale. Così formulata, presenta lacune e incongruità. La tua posizione e quella di SEL in Parlamento.
SEL se verrà presentata così come è strutturata oggi, non la voterà. Personalmente la vedo come “un porcellum assistito”, una forma di suicidio. Una legge che consente ad un partito che ha poco più del 20% dei seggi, di poterne prendere il 55%, che consente un bipartitismo perfetto facendo strage di ogni forza politica che non sia allineata e robusta sul piano elettorale. E’ l’ennesimo deficit della democrazia. Se in questa versione dovesse passare positivamente alla consulta, sicuramente avrà lo stesso trattamento del porcellum.
Sempre in tema di elezioni, a Reggio Emilia e provincia, ci accingiamo a affrontare le campagne elettorali per le elezioni Amministrative. Il ruolo di SEL nel futuro della città e del territorio, cosa può portare e quale pensi debba essere?
Penso porti ciò che sta portando a livello nazionale. Reggio Emilia ha contraddizioni meno esposte, meno gravi di altre città. Il tema resta quello di una Nazione che soffre di una disuguaglianza nei fatti, nella vita materiale, nelle condizioni del vivere quotidiano, nei diritti, ciò non può essere taciuto nelle provincie più soddisfatte, con meno criticità. Il tema dei diritti, della ridistribuzione delle risorse, la lotta alle diseguaglianze sociali, alla precarietà esistenziale e a quella del lavoro, devono stare dentro ad ogni campagna elettorale amministrativa. Occorre collocare al centro dei temi politici un’idea di Paese il cui fulcro è la democrazia, una strada percorribile a prescindere dalle singole realtà locali, diverse, a volte distanti, presenti sul territorio nazionale. C’è un diverso tessuto che la politica deve riuscire a ricostruire, l’idea di un centrosinistra ben diverso da quello attuale, nelle funzioni, negli obiettivi, nella caratura civile. Diverso dal ruolo che il PD sta giocando da diversi anni. Lo stile di un partito si deve palesare e manifestare in ogni passaggio elettorale.

  Claudio Fava: scrittore, politico e giornalista, Deputato dI SEL della XVII
Legislatura, è VicePresidente della Commissione parlamentare antimafia.


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