di Katia Pizzetti

"Mar
del Plata" (ADD Editore, 2013) racconta la storia vera di una squadra di
giovani rugbisti argentini che, per avere osservato 10 minuti di silenzio prima
di un match in memoria di un loro compagno assassinato, furono perseguitati e
sterminati dalle squadracce paramilitari della Tripla A (Alianza Anticomunista
Argentina) e dal sanguinario regime di Videla. La storia del La Plata, che
terminò il campionato malgrado le continue sparizioni dei suoi giocatori, e il
rugby, uno sport duro basato sul collettivo, sul sacrificio personale e sul
rispetto delle regole e degli avversari, diventano così il paradigma di ogni resistenza
civile, quella necessaria per risorgere dalle macerie di un terremoto,
ribellarsi a tutte le mafie e difendere la democrazia contro ogni tirannia.
Dopo l’incontro con l’autore, che nel raccontare il libro
ha intrecciato storie, realtà e vicende del nostro Paese con quello Argentino.
Con il modi gentili, la dote dell’ascolto e la voglia di condividere un
percorso che ci accomuna in SEL, non ha esitato nel rispondere ad alcune
domande. Tanti sarebbero stati gli
argomenti di interesse sui quali interfacciarsi, ma il tempo tiranno e i suoi
tanti impegni, hanno permesso solo poche domande.
Il Parlamento sta
per votare il decreto “svuota carceri”, così come è formulato appare come un
regalo alle mafie. La tua opinione?
Si lo si può vedere
in questo senso, poi vedremo come e se verrà modificato. Se si continuano a
prevedere sconti di pena, anche per detenuti reclusi per associazione di stampo
mafioso, è chiaro che il risultato è un vero regalo alle mafie. Se mettiamo
insieme un percorso di sconto di pena, legato al rito abbreviato, richiamo di
avere mafiosi che risultano aver scontato la pena solo dopo pochi anni di
detenzione. Ad oggi sembra che questo punto di attenzione sia stato messo a
posto dal Governo non solo dopo nostra sollecitazione come SEL, ma anche da
componenti della maggioranza. Ora non ci resta che vederne gli sviluppi e il
conseguente approdo in aula.
Il Ministro
Cancellieri, è cronaca di questi ultimi giorni, non ha preso posizioni ne si è
espressa in merito alle minacce di stampo mafioso ricevute da due magistrati siciliani.
E’un fatto grave, tu in che modo vedi la vicenda?
Il Ministro ha
ritenuto di non doversi esprimere non venendone
a conoscenza attraverso il DAP, cioè la sua amministrazione, ma
apprendendolo dai giornali. Ha ritenuto di doverne parlare poco, cosa che le ho
rimproverato in un dibattito in aula giorni fa.
E’ grave che nel rapporto sul semestre dell’attività del suo ministero,
non abbia avuto una parola di attenzione su ciò che stava accadendo, ai molti
magistrati che lavorando in prima linea sono nell’occhio del ciclone dell’attività
mafiosa. La considero una deficienza grave, sia dal punto di vista umano, sia
da quello politico e istituzionale. Ciò anche in virtù del comportamento di un
Ministro che ha saputo far parlare di se, per fatti non sempre encomiabili,
questa era l’occasione per ribaltare quell’immagine, invece ha scelto di
ignorare la vicenda. In questo comportamento vedo una regressione del nostro
paese sul fronte della lotta alla mafia, una sorta di omertà delle istituzioni
in un momento storicamente delicato. Credo ci sia una temperatura troppo bassa
nel Paese, occorre recuperare sensibilità, attenzione e urgenza nel considerare
la lotta alle mafie e la conseguente questione morale, come priorità per la
democrazia.
Altro argomento di
attualità politica, la proposta la nuova proposta di legge elettorale. Così
formulata, presenta lacune e incongruità. La tua posizione e quella di SEL in
Parlamento.
SEL se verrà
presentata così come è strutturata oggi, non la voterà. Personalmente la vedo
come “un porcellum assistito”, una forma di suicidio. Una legge che consente ad
un partito che ha poco più del 20% dei seggi, di poterne prendere il 55%, che
consente un bipartitismo perfetto facendo strage di ogni forza politica che non
sia allineata e robusta sul piano elettorale. E’ l’ennesimo deficit della
democrazia. Se in questa versione dovesse passare positivamente alla consulta,
sicuramente avrà lo stesso trattamento del porcellum.
Sempre in tema di
elezioni, a Reggio Emilia e provincia, ci accingiamo a affrontare le campagne
elettorali per le elezioni Amministrative. Il ruolo di SEL nel futuro della
città e del territorio, cosa può portare e quale pensi debba essere?
Penso porti ciò che
sta portando a livello nazionale. Reggio Emilia ha contraddizioni meno esposte,
meno gravi di altre città. Il tema resta quello di una Nazione che soffre di
una disuguaglianza nei fatti, nella vita materiale, nelle condizioni del vivere
quotidiano, nei diritti, ciò non può essere taciuto nelle provincie più
soddisfatte, con meno criticità. Il tema dei diritti, della ridistribuzione
delle risorse, la lotta alle diseguaglianze sociali, alla precarietà
esistenziale e a quella del lavoro, devono stare dentro ad ogni campagna
elettorale amministrativa. Occorre collocare al centro dei temi politici
un’idea di Paese il cui fulcro è la democrazia, una strada percorribile a
prescindere dalle singole realtà locali, diverse, a volte distanti, presenti
sul territorio nazionale. C’è un diverso tessuto che la politica deve riuscire
a ricostruire, l’idea di un centrosinistra ben diverso da quello attuale, nelle
funzioni, negli obiettivi, nella caratura civile. Diverso dal ruolo che il PD sta
giocando da diversi anni. Lo stile di un
partito si deve palesare e manifestare in ogni passaggio elettorale.
Claudio
Fava: scrittore,
politico e giornalista, Deputato dI SEL della XVII
Legislatura, è
VicePresidente della Commissione parlamentare antimafia.
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