mercoledì 4 settembre 2013

Intervista Michele Bonforte a ReggioNelWeb


del lavoro e della
 Resistenza - il perno del cambiamento”







ReggioNelWeb.it 4/9/2013
Oggi si inaugura la festa regionale di “Sinistra Ecologia Libertà”. Quali sono le vostre aspettative?
Di rilanciare la comunicazione a sinistra. Abbiamo scelto il Fuori Orario perché è un luogo che da anni favorisce l'incontro fra chi vuole cambiare una situazione sociale ed economica insopportabile ai più.
Per noi la sinistra è cambiamento, è prospettiva.

La vostra kermesse termina con un incontro dove vi confronterete insieme al PD e ai grillini locali. Interlocutori amici o avversari?
Questi anni di crisi, questi decenni di egemonia del liberismo, ci consegnano un dolore sociale a cui bisogna dare risposta qui ed ora. O rischiamo di vedercelo ritorto contro dal primo populismo che risulti essere credibile. Noi intendiamo porre domande. Al PD se vuole semplicemente gestire questa sofferenza sociale o se sa indicare un percorso di cambiamento forte. Al M5S se credono che bisogna cambiare ora, o se pensano di aspettare un crollo del sistema di cui difficilmente si possono prevedere gli esiti politici e sociali.

Che tipo di consenso intercetta oggi Sel?
Lo definirei un consenso politicamente informato, che cerca un orizzonte. Di chi sostiene che questo non è l’unico nè il migliore dei mondi possibili. Di chi vede nella sinistra, ancorata ai valori del lavoro e della Resistenza, il perno del cambiamento.

Cosa pensa dell'attuale situazione politica nazionale?
Nelle ultime elezioni politiche vi è stata una forte mobilità elettorale. Per la prima volta da decenni la destra è minoranza e non supera il 35%. Un’occasione irripetibile per avviare l’alternativa. C’è nel Pd e nel M5S chi porta la responsabilità di aver sprecato questa occasione, per interessi miopi di parte. Certamente i 101 parlamentari del Pd che hanno votato contro Prodi sono fra questi. Ma anche la chiusura del M5S ha favorito una situazione che nessuno, nell’elettorato di Pd, Sel e M5S, voleva.

E del governo insieme alla destra?
Il governo Letta non sta toccando la causa principale della crisi, che è la forte disuguaglianza sociale che da ai più ricchi sempre più soldi per speculare e toglie ai più poveri che sono costretti a spendere sempre meno. Il caso dell’IMU è esemplare: per toglierla anche ai ceti benestanti, non solo non avremo risorse per politiche di sviluppo, ma da subito dovremo pagare la nuova Service Tax. Per cui chi pagava molto di IMU ci guadagna, chi era già esentato o ne pagava poca ci rimetterà. Un bel caso di Robin Hood al contrario. Tutto ciò avviene perché se si chiude il dialogo a sinistra, ci si consegna legati ai ricatti di Berlusconi, che si sta preparando per una nuova campagna elettorale dove recuperare i 6 milioni di voti persi l’ultima volta.

Amministrative reggiane 2013: se fosse necessario, preferireste una coalizione alleata con i Berlusconiani o con i grillini per il governo della città?
Io vorrei una alleanza di sinistra la più larga possibile, ma soprattuto vorrei una alleanza fra politica e coscienza civile del popolo di sinistra. Oggi non è possibile governare le città dall’alto. Ci sono competenze ed energia civile diffuse senza le quali non si può affrontare creativamente il governo del territorio. Il Pd poi ha un problema di credibilità: a Roma con il PdL che taglia le risorse ai Comuni, e nelle città se ne lamenta. Per questo la prossima stagione politica deve essere basata sulla partecipazione e sulla decisione dal basso.
Dobbiamo chiedere al popolo di sinistra, a chi vuole il cambiamento, non solo di scegliere il Sindaco con le primarie, ma anche di dare la direzione e l’agenda delle scelte politiche da fare. Se poi fossi costretto a scegliere fra una coalizione Pd-PdL e M5S non avrei dubbi. Come è già avvenuto pochi mesi fa a Ragusa sceglierei la coalizione alternativa con il M5S.

Tre punti fondamentali di distinzione fra Sel e il PD.
Le differenze stanno tutte dentro il progetto che ha fatto nascere il Pd come contenitore politico. Alla sua base c’è la convinzione che per governare il paese bisogna conquistare il cosiddetto centro moderato. Da ciò deriva la totale cedevolezza sui contenuti. Da quando è nato, il Pd cerca o si inventa un interlocutore di centro a cui poi sacrificare le posizioni della sinistra su diritti civili, diritti del lavoro, ecc.
Quello che è successo nel referendum su acqua e nucleare e alle ultime elezioni politiche è una clamorosa smentita di questa assunto di base. La destra si sconfigge con il coraggio di posizioni nette e conseguenti.

Alla Festa regionale di Sel parteciperà anche il leader della Fiom Maurizio Landini. Non vedrebbe bene la sua discesa in politica?
Non sta a me dirlo. Certo oggi ci vorrebbero dei politici che abbiano la freschezza e la nettezza di Landini. Ma anche di sindacalisti che facciano il loro mestiere di difendere i ceti popolari senza guardare in faccia nessuno. Landini e la FIOM lo fanno egregiamente e prima di privarmene ci rifletterei.

Marina Bortolani

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