venerdì 13 settembre 2013

Domenica 7/9 alla festa Giusta: COSTRUIRE L’ALTERNATIVA PER IL GOVERNO DELLE CITTA’ E DELL’ITALIA

L’ultima serata della Festa Regionale di SEL si è chiusa con un dibattito in vista delle future elezioni amministrative, che riguardano molti comuni della provincia e in modo particolare il Comune di Reggio Emilia. Abbiamo voluto creare un momento di discussione su questo tema che da ora vede i partiti protagonisti di discussioni, incontri e di un’imminente campagna elettorale concentrata su temi sociali e economici, sulle problematiche, sulle necessità primarie dei cittadini e della società, sull’impresa e i lavoratori, su tutto ciò che ogni comune deve affrontare nella prossima legislatura. Nell’incontro, moderato dal giornalista e direttore di quotidiani Online e Reggioonline Paolo Pergolizzi, si sono confrontati Michele Bonforte coordinatore SEL Reggio Emilia, Matteo Olivieri Capogruppo M5S consigliere comunale Reggio Emilia e Luca Vecchi capogruppo PD consigliere comunale Reggio Emilia.


Quali sono e come è possibile attuare prospettive di cambiamento?
Luca Vecchi: sono per un cambiamento in cui le forze di sinistra possano condividere la storia degli ultimi 10 anni, le scelte politiche nel territorio, non solo in città, che si possano aprire nei prossimi mesi ad un confronto, ad una discussione sui temi principali e urgenti della città e della provincia. Che lo facciano forti delle proprie idee e convinzioni, ma anche con la modestia di chi si vuole mettere in ascolto e capire per amministrare bene in futuro. Il progetto di governo che vogliamo essere il più partecipato possibile, sia nei contenuti, sia nelle linee programmatiche, non può che nascere da una discussione allargata, in modo particolare al centro-sinistra, che considero il punto di partenza, estendendola ai movimenti, alle associazioni, alle liste civiche e a chiunque abbia idee di contributo. Ritengo necessario un confronto con i cittadini attraverso le primarie di coalizione. Fatto importante per la città memore di una storia in cui le decisioni sono sempre state calate dai partiti, ora i soggetti politici devono essere coinvolti in un percorso democratico, che spero abbia larga partecipazione.
Matteo Olivieri: escludendo la mia intenzione di riproporre la candidatura, continuerò a fare politica da cittadino, perché anche i cittadini hanno il loro peso nella vita politica del territorio, dire cosa pensano, agire con strutture non istituzionali per farsi sentire, muoversi attraverso i meccanismi dei comitati, dei movimenti e di qualsiasi ente dia loro la possibilità di interagire con le sedi istituzionali. Noi del M5S, abbiamo sempre creduto ed attuato un percorso partecipato, continueremo anche in futuro.
Michele Bonforte: l’alternativa è come si guarda alla città e al luogo in cui si vive. C’è stata una fase troppo lunga in cui si è usato il territorio per “far cassa”, che deve concludersi. Così come deve concludersi il metodo di compiere le scelte dall’alto e farle ricadere, già confezionate, sui cittadini. L’alternativa sta nel modo in cui ci si pone alla città, cioè con la costruzione partecipata del programma di governo. Fino ad oggi le decisioni programmatiche si sono prese nei luoghi decretati dai partiti a tale funzione, abbiamo visto e vediamo che non funziona più questo modello.
Ritengo che la cosa più importante che il centrosinistra debba fare, sia di confrontarsi sugli elementi di criticità che ci sono stati fino ad oggi, tra chi governa e chi viene governato. Noi come SEL ragioniamo in quest’ottica, e abbiamo creato, nel nostro piccolo, “areggiovorrei.it”, un modo partecipato per raccogliere suggerimenti, opinioni, necessità. Si deve trovare il modo di valutare non solo chi governerà alle prossime elezioni amministrative, ma prendere seria consapevolezza delle criticità della città e della provincia. Per far questo occorre parlare con tutti, avere un dialogo chiaro e trasparente e, se il M5S volesse partecipasse con noi alla discussione futura,  sarebbe un elemento interessante e produttivo.

Una crisi economica come quella in atto, condizionerà inevitabilmente la prossima campagna elettorale, cosa significa politicamente?
Olivieri: significa che in termini di discussione con temi così grandi, difficilmente ci porteranno a discutere solo su temi locali. I politici devono fare un ragionamento più ampio e tenendo ben presente le diverse peculiarità e criticità della società in tutte le sue sfaccettature. Concordo con il discorso fatto da Bonforte e, mi fa piacere che anche SEL si ponga in un discorso partecipato. Noi del M5S non siamo stati i primi ad attuare questo modello, il quale è in atto da oltre cinquant’anni, nella politica mondiale. La politica partecipata è l’unico metodo di fare politica che abbia senso logico. Credo in una campagna elettorale che vada nel profondo, con un dibattito incentrato sui temi di base. In questo SEL si pone come noi, adottando lo schema della politica partecipata. Più siamo, più possiamo avere voci in capitolo unendo le forze.
Vecchi: noi non siamo ancora in campagna elettorale. Interpreto il discorso di stasera come un confronto tra forze politiche sulla città. Non esistono città senza problemi e l’approccio di un pubblico amministratore verso il luogo e i cittadini, deve essere consapevole e responsabile, tenendo conto che ogni giorno nascono nuovi problemi. Chi si appresta ad amministrare nei prossimi anni, deve dare una lettura nuova al modo di amministrare, mettendo in atto politiche economiche e del lavoro innovative, tutelare l’ambiente e ponendo attenzione ai beni comuni.
Bonforte:  le prossime elezioni amministrative sono per noi l’occasione di proporre una nuova visione del futuro, con scelte che saranno le linee guida di chi amministra per i prossimi anni. In questo contesto vorrei esprimere il mio pensiero su un tema che considero esemplare a livello economico e di impatto urbanistico: la nuova stazione Mediopadana. Reggio Emilia è l’unica città che ha una stazione dell’alta velocità con il vuoto intorno, le altre sono inserite dentro la città, nel tessuto urbano. Non credo che questo “particolare” sia ignoto a chi ne ha deciso il collocamento, che siano i politici, gli enti pubblici e gli investitori privati. Il senso del’opera è valutare chi può avere interesse ad arrivare in città, non solo di chi ne parte. Se questo è un piano per il futuro, almeno per i prossimi vent’anni, non poteva non essere discusso in modo democratico e partecipato? Penso che questa, come la messa in cantiere di tante altre opere urbanistiche più o meno grandi, debba essere fonte di una discussione in cui si tenga conto delle eccellenze della nostra provincia. Non vogliamo “farci cadere addosso” scelte compiute dall’alto. Per questo la partecipazione allargata è prioritaria. Le cose cambiano e dobbiamo vedere in che modo possiamo influenzare il cambiamento discutendone non solo e sempre con gli esperti, ma aprendo il dialogo a tutti. Non è più possibile che siano solo gli esperti a decidere, e che gli altri siano educati con una pedagogia di massa. Noi abbiamo idee che vogliamo condividere il più largamente possibile, perché solo con il frutto della partecipazione di chi ha competenza, e di competenze diffuse ne abbiamo tante, possiamo dirigerci verso il cambiamento. Concordo con Vecchi che il futuro della città debba essere visto con un occhio alla sua storia, ma ora serve fare appello alle nostre forze mettendo l’energia, la capacità, l’impegno di vedere le cose con occhi nuovi per costruire il domani. Lo dico perché non siamo in presenza di un modello politico positivo. Anche il PD, che in questo frangente ha problemi con il proprio elettorato, non si è risparmiato l’incoerenza sulla questione dell’IMU. Non solo si toglie a chi ha meno per dare a chi ha di più, ma si toglie ancora una volta ai comuni.. E l’autore di questo scippo ai comuni è il Ministro Delrio, Presidente dell’Anci finoa pochi mesi fa.. A questo punto penso ci sia del “metodo” nell’attaccare i comuni: l’ha fatto Berlusconi, poi Monti e ora Letta.
In ultima analisi, il problema della democrazia nel Paese e nella nostra città, è legato all’esistenza di ambienti “riservati” in cui si prendono le decisioni che a loro volta vanno fortemente a pesare nei momenti decisionali pubblici. E’ un sistema totalmente sbagliato, vediamo ogni giorno dove ci ha portato e come ci costringe a subire gli effetti di quelle decisioni. La prossima consigliatura, se non assume il paradigma della democrazia partecipata, potrebbe portarci ad un crollo verticale della fiducia, ad una disillusione maggiore nei confronti della politica. Lo dico al M5S. Mi pare che Grillo lavori ad un crollo del sistema, per poi raccoglierne i risultati in termini di consenso. Ma poiché sotto il crollo ci finiremo noi tutti, non mi pare una prospettiva desiderabile. E soprattutto non è detto che non arrivi qualcun altro da destra, a raccogliere la rabbia e la delusione, come già sta accadendo in Europa. La strada giusta è quella di  uscire dai propri piccoli recinti, per condividere le idee per il futuro della città, per confrontarsi nel più capiente recinto della democrazia partecipata.
                                                                                           
Katia Pizzetti

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