Documento dell'Assemblea Provinciale del 12 Marzo 2015 di Sinistra Ecologia Libertà Reggio Emilia
Renzi ha archiviato il centro sinistra, e oggi governa con una maggioranza sostenuta in maniera implicita o esplicita dal centro destra. Ha fatto proprie le ricette della destra europea sulle questioni economiche e sociali, e ha assunto per gran parte il punto di vista della destra italiana in merito alle riforme costituzionali.
Per il Governo Renzi dalla crisi economica si esce con meno diritti e meno reddito per il lavoro. E dalla crisi della rappresentanza politica si esce con il rafforzamento dell’esecutivo, la marginalizzazione del parlamento, delle istituzioni locali e della rappresentanza sociale.
Anni di liberismo ci consegnano un paesaggio sociale devastato. Renzi è l’attuatore del memorandum della BCE in continuità con i governi di Berlusconi, Monti e Letta.
Per queste ragioni noi oggi ci opponiamo al PD di Renzi, e puntiamo a sfidarlo su una ipotesi di alternativa per il governo del paese.
Tale alternativa si alimenta anche dalle buone pratiche di governo del territorio. A Reggio Emilia noi siamo fortemente impegnati in una azione di governo che giudichiamo positivamente. Non è un caso che è qui (e forse solo da noi) che si discute seriamente del ritorno dell’acqua in mano pubblica, della chiusura della stagione dell’edilizia facile, del pieno riciclo dei rifiuti urbani, ecc. Certo affrontiamo anche incertezze come ad esempio sulla registrazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Qui sta lo spazio per la nostra azione politica: la costruzione di una egemonia politica e culturale sui temi del governo locale che va ben oltre SEL e che poggia sulla ricchezza sociale del nostro territorio.
La nostra esperienza a Reggio Emilia ci conferma l’intuizione che sta alla base dell’appuntamento di “Human Factor” a Milano: la risposta alla crisi di civiltà che attraversiamo è si a sinistra, ma è fuori dal cerchio della pura rappresentanza politica. L’accento va messo sulla coalizione sociale, sulla necessità di costruire un percorso di aggregazione di forze, dotandosi di una piattaforma, di iniziative e metodi di decisione democratici. Sono difatti grandi le resistenze suscitate dalle politiche di austerity, ma esse in Italia, diversamente che in altri paesi europei, non si esprimono immediatamente con un voto a sinistra. Anzi fuggono dal voto, o si rifugiano nel voto M5S. Ma il boom dell’astensione alle recenti elezioni regionali in emilia romagna va oltre la pura indifferenza alla politica, ma appare essere un gesto politico da parte di un buon 20% dell’elettorato, quasi sempre di sinistra, che ha voluto dare in questo modo un segnale al PD di Renzi, non trovando una offerta politica credibile, ne in noi ne nella lista “Altra Emilia”.
SEL a Reggio Emilia deve attrezzarsi ad una fase nuova che si apre. Il nostro ruolo è quello di connettere e stimolare la nascita di questo spazio politico e sociale a sinistra. Lo possiamo fare anche per la forza che abbiamo conquistato, sia istituzionale che di credibilità politica e democratica. Aver deciso di consegnare nelle mani dei nostri simpatizzanti ed iscritti la decisione sulle alleanze a livello regionale ci pone oggi nella posizione migliore. Ogni decisione di tale portata dovrà essere ricondotta ad una ampia platea democratica.
La promozione di campagne ed iniziative deve porsi sempre l’obbiettivo di allargare e coinvolgere: abbiamo cominciato a farlo sul TTIP, lo facciamo da tempo sull’acqua, lo dovremo fare sui fatti salienti del governo della città e del dibattito nazionale, a partire dalle iniziative sul jobs act e sulle riforme costituzionali.
La festa provinciale dovrà avere questo tema al suo centro: le idee della sinistra, la costruzione della coalizione sociale, il legame con le esperienze europee.
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