Katia
Pizzetti
Nell’incontro
dell’11 marzo, si è discusso di come proporre ed attuare un nuovo
progetto di politiche europee, sostenendo la lista di Alexis
Tsipras, leader della sinistra greca. Negli interventi degli invitati
al dibattito, Nicola Fratoianni nuovo Coordinatore Nazionale
SEL, Elena Tagliani Coordinatrice SEL Emilia Romagna, Ivan Levrini
docente di storia e filosofia e Giorgio Salsi Presidente di
Iniziativa Laica, è emerso l’appoggio alla lista contro le
politiche economiche di austerità imposte dall’Europa. Con forza
si è lanciato il messaggio di coinvolgimento dei singoli cittadini
nel partecipare attivamente al cambiamento radicale proposto dalla
lista, uscendo dalle logiche dell’individualismo a fronte di un
percorso comune. Ne esce anche la preoccupazione per l’affermazione
delle forze politiche di destra, la cui linea xenofoba e
antidemocratica mette a rischio la salvezza del nostro continente.
Michele
Bonforte, Coordinatore Sel Reggio Emilia, ha aperto la serata
portando la discussione sugli avvenimenti in corso, la cui gravità
coinvolge tutto il continente, sulle politiche di austerity che
aggravano la crisi e creano un divario sempre maggiore tra il nord e
il sud dell’Europa.
Nicola
Fratoianni ha iniziato l’intervento spiegando le ragioni per
cui SEL ha aderito alla lista Tsipras. Sostegno alla democrazia
mettendo in campo in Italia e in Europa un percorso capace di dare
funzione, corpo e forza ad una sinistra nuova e moderna. Per evitare
il declino della sinistra così come oggi la conosciamo, bisogna
rifuggire ad ogni autoreferenzialità, riuscire a misurarsi con le
altre forze politiche, costruendo elementi di avanzamento. Porre al
centro il ruolo dell’individuo come parte attiva del cambiamento,
basandosi su elementi di slancio e lavoro nel creare l’idea
dell’Europa che vorremmo. Partendo dalla drammatica vicenda della
Grecia, laboratorio in cui si sono sperimentate le politiche
economiche più devastanti, la cui causa si trova nell’austerità
imposta che ha generato l'impoverimento di una larga fascia della
popolazione e l'impossibilità della tenuta di un corpo sociale. Il
tutto sotto gli occhi di un’Europa silente e quasi infastidita. Si
comprende che il punto focale è la riaffermazione della politica e
non della finanza, come sta accadendo da quasi un decennio. Occorre
tornare a discutere su come regolamentare il sistema economico e
finanziario internazionale, arrivando ad un confronto politico la cui
soluzione sta nel dialogo tra le diverse componenti dell’Unione.
Per questo la campagna elettorale deve porre al centro le politiche
del lavoro, dei diritti, dell’ambiente, della solidarietà tra e
negli gli Stati membri. In conclusione, o siamo in grado di cambiare
le politiche base, o non possiamo farcela.
Elena
Tagliani da corpo all’incontro parlando di Europa non come
scelta ideologica, ma logica in merito a disuguaglianze forti e più
evidenti. Aprendosi e diventando sempre maggiore la forbice tra una
grossa fetta della popolazione che ha sempre meno e una piccola che
ha sempre di più, sia a livello economico, sia a livello di diritti.
Dovuto a scelte politico-economiche ben precise, con ripercussioni
sul sociale e sui diritti dei cittadini, ci troviamo in questa grave
crisi europea. Le politiche liberali accurate e mal gestite, non
permettono più il rispetto del 1° articolo della Dichiarazione
Internazionale dei Diritti, il rispetto della dignità
dell’individuo. Tra queste la globalizzazione del lavoro, con la
mancanza di tutela e il rispetto dei lavoratori, lo smantellamento
dello stato sociale, che nel populismo ha trovato il suo veicolo. Ora
l’Europa deve rifondare uno stato sociale veramente europeo, in cui
i cittadini ne siano parte attiva a tutti gli stadi e che se ne
sentano parte. La lista Tsipras ha le soluzioni possibili, è un
progetto straordinario sia per l’innovazione politica, sia per
quella culturale, dandoci la possibilità di costruire una nuova
classe politica, nuove proposte e idee, nella volontà di
ricostruzione di un’Europa solida e solidale.
Ivan
Levrini affronta il ragionamento storico e sociale analizzando il
nostro modello di vita. Viviamo in un’epoca in cui si dimentica il
passato, questo rende difficile intravedere il futuro. Non si può
accantonare la storia dell’Europa, così come non è possibile
pensare che i problemi vengano risolti da ogni singolo stato essendo
parte di un’unione. Non è sostenibile il progetto di Nazione luogo
in cui tutto si svolge, si recupera, sia attua. In tutti i Paesi,
nell’ultimo decennio la distribuzione del reddito si è sviluppata
verso pochi a causa di una politica monetaria sbagliata, ignorando
una distribuzione equa della ricchezza prodotta. Per questo occorre
uno Stato federale forte, un nuovo concetto di Europa nella
dimensione del sistema finanziario. L’essere umano ha per sua
natura la necessità di riconoscimento, che può soddisfare in
diversi modi, quello che predomina in questo momento storico è
attraverso gli status simbol, ossia essere per quello che si
possiede. Questo si sostituisce al riconoscimento per mezzo della
condivisione sociale, e porta ad un individualismo narsicista che
sfocia in una solitudine disperata. Occorre tornare a pensare
l’individuo che si relaziona e si riconosce nel collettivo.
Giorgio
Salsi affronta i temi dei diritti e del libero pensiero,
sottolineando l’incapacità del nostro Paese di uscire dallo stallo
percorrendo la strada del cambiamento e dell’innovazione. Ciò ha
causato l’insediamento di una cultura di privilegio del
conformismo, dell’ipocrisia e dei luoghi comuni a scapito di una
cultura che premia il libero pensiero, la critica e la curiosità.
Quest’ultima è la direzione da seguire, ma occorrono strumenti
come l’applicazione della Costituzione nei suoi punti in merito ai
beni comuni, alla laicità, alla libertà di scelta. Questo percorso
permette di riconquistare il pieno titolo di cittadini europei, non
cadendo nella marginalità a cui siamo destinati con le politiche in
atto. La lista Tsipras permette l’attuazione di questo percorso.
Non va dimenticata anche l’altra causa della profonda crisi in cui
ci troviamo, ossia la bolla speculativa che negli anni ’90 ha
colpito il Paese, quella tra banche e assicurazioni verso i clienti.
Da li si è arrivati a oggi con l’affermazione della grande finanza
che ha determinato l’attuale situazione sociale e culturale.
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