venerdì 14 marzo 2014

L'incontro "L’EUROPA CHE VORREI"

Katia Pizzetti

Nell’incontro dell’11 marzo, si è discusso di come proporre ed attuare un nuovo progetto di politiche europee, sostenendo la lista di Alexis Tsipras, leader della sinistra greca. Negli interventi degli invitati al dibattito, Nicola Fratoianni nuovo Coordinatore Nazionale SEL, Elena Tagliani Coordinatrice SEL Emilia Romagna, Ivan Levrini docente di storia e filosofia e Giorgio Salsi Presidente di Iniziativa Laica, è emerso l’appoggio alla lista contro le politiche economiche di austerità imposte dall’Europa. Con forza si è lanciato il messaggio di coinvolgimento dei singoli cittadini nel partecipare attivamente al cambiamento radicale proposto dalla lista, uscendo dalle logiche dell’individualismo a fronte di un percorso comune. Ne esce anche la preoccupazione per l’affermazione delle forze politiche di destra, la cui linea xenofoba e antidemocratica mette a rischio la salvezza del nostro continente.
Michele Bonforte, Coordinatore Sel Reggio Emilia, ha aperto la serata portando la discussione sugli avvenimenti in corso, la cui gravità coinvolge tutto il continente, sulle politiche di austerity che aggravano la crisi e creano un divario sempre maggiore tra il nord e il sud dell’Europa.
Nicola Fratoianni ha iniziato l’intervento spiegando le ragioni per cui SEL ha aderito alla lista Tsipras. Sostegno alla democrazia mettendo in campo in Italia e in Europa un percorso capace di dare funzione, corpo e forza ad una sinistra nuova e moderna. Per evitare il declino della sinistra così come oggi la conosciamo, bisogna rifuggire ad ogni autoreferenzialità, riuscire a misurarsi con le altre forze politiche, costruendo elementi di avanzamento. Porre al centro il ruolo dell’individuo come parte attiva del cambiamento, basandosi su elementi di slancio e lavoro nel creare l’idea dell’Europa che vorremmo. Partendo dalla drammatica vicenda della Grecia, laboratorio in cui si sono sperimentate le politiche economiche più devastanti, la cui causa si trova nell’austerità imposta che ha generato l'impoverimento di una larga fascia della popolazione e l'impossibilità della tenuta di un corpo sociale. Il tutto sotto gli occhi di un’Europa silente e quasi infastidita. Si comprende che il punto focale è la riaffermazione della politica e non della finanza, come sta accadendo da quasi un decennio. Occorre tornare a discutere su come regolamentare il sistema economico e finanziario internazionale, arrivando ad un confronto politico la cui soluzione sta nel dialogo tra le diverse componenti dell’Unione. Per questo la campagna elettorale deve porre al centro le politiche del lavoro, dei diritti, dell’ambiente, della solidarietà tra e negli gli Stati membri. In conclusione, o siamo in grado di cambiare le politiche base, o non possiamo farcela.
Elena Tagliani da corpo all’incontro parlando di Europa non come scelta ideologica, ma logica in merito a disuguaglianze forti e più evidenti. Aprendosi e diventando sempre maggiore la forbice tra una grossa fetta della popolazione che ha sempre meno e una piccola che ha sempre di più, sia a livello economico, sia a livello di diritti. Dovuto a scelte politico-economiche ben precise, con ripercussioni sul sociale e sui diritti dei cittadini, ci troviamo in questa grave crisi europea. Le politiche liberali accurate e mal gestite, non permettono più il rispetto del 1° articolo della Dichiarazione Internazionale dei Diritti, il rispetto della dignità dell’individuo. Tra queste la globalizzazione del lavoro, con la mancanza di tutela e il rispetto dei lavoratori, lo smantellamento dello stato sociale, che nel populismo ha trovato il suo veicolo. Ora l’Europa deve rifondare uno stato sociale veramente europeo, in cui i cittadini ne siano parte attiva a tutti gli stadi e che se ne sentano parte. La lista Tsipras ha le soluzioni possibili, è un progetto straordinario sia per l’innovazione politica, sia per quella culturale, dandoci la possibilità di costruire una nuova classe politica, nuove proposte e idee, nella volontà di ricostruzione di un’Europa solida e solidale.
Ivan Levrini affronta il ragionamento storico e sociale analizzando il nostro modello di vita. Viviamo in un’epoca in cui si dimentica il passato, questo rende difficile intravedere il futuro. Non si può accantonare la storia dell’Europa, così come non è possibile pensare che i problemi vengano risolti da ogni singolo stato essendo parte di un’unione. Non è sostenibile il progetto di Nazione luogo in cui tutto si svolge, si recupera, sia attua. In tutti i Paesi, nell’ultimo decennio la distribuzione del reddito si è sviluppata verso pochi a causa di una politica monetaria sbagliata, ignorando una distribuzione equa della ricchezza prodotta. Per questo occorre uno Stato federale forte, un nuovo concetto di Europa nella dimensione del sistema finanziario. L’essere umano ha per sua natura la necessità di riconoscimento, che può soddisfare in diversi modi, quello che predomina in questo momento storico è attraverso gli status simbol, ossia essere per quello che si possiede. Questo si sostituisce al riconoscimento per mezzo della condivisione sociale, e porta ad un individualismo narsicista che sfocia in una solitudine disperata. Occorre tornare a pensare l’individuo che si relaziona e si riconosce nel collettivo.
Giorgio Salsi affronta i temi dei diritti e del libero pensiero, sottolineando l’incapacità del nostro Paese di uscire dallo stallo percorrendo la strada del cambiamento e dell’innovazione. Ciò ha causato l’insediamento di una cultura di privilegio del conformismo, dell’ipocrisia e dei luoghi comuni a scapito di una cultura che premia il libero pensiero, la critica e la curiosità. Quest’ultima è la direzione da seguire, ma occorrono strumenti come l’applicazione della Costituzione nei suoi punti in merito ai beni comuni, alla laicità, alla libertà di scelta. Questo percorso permette di riconquistare il pieno titolo di cittadini europei, non cadendo nella marginalità a cui siamo destinati con le politiche in atto. La lista Tsipras permette l’attuazione di questo percorso. Non va dimenticata anche l’altra causa della profonda crisi in cui ci troviamo, ossia la bolla speculativa che negli anni ’90 ha colpito il Paese, quella tra banche e assicurazioni verso i clienti. Da li si è arrivati a oggi con l’affermazione della grande finanza che ha determinato l’attuale situazione sociale e culturale.  

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