giovedì 8 agosto 2013

Tutti pazzi per Renzi? Prima vedere cammello

Le cronache giornalistiche riferiscono che Matteo Renzi ha ottenuto un grande successo di pubblico alla festa del Pd in quel di Villalunga. Qualcuno scrive che ad ascoltarlo c'erano dieci volte le persone richiamate da Bersani, per non parlare dello scarso drappello messo insieme da Guglielmo Epifani, che sarebbe pur sempre il segretario nazionale, ancorchè pro tempore. Di Cuperlo, pure passato in questi giorni da Villalunga, non so, mentre oggi pomeriggio tocca a Civati e staremo a vedere. In ogni caso, la sensazione è che Renzi, salvo sorprese, sia il favorito per il congresso del Pd

Io verso Renzi non ho avversioni aprioristiche. Quando dice che "bisogna inventare un Pd diverso da quello attuale" mi viene anzi da pensare: meglio tardi che mai, benvenuto tra coloro che lo dicono da quando è nato il Pd e anche da prima. Ma questo, ormai, lo dicono tutti e quando lo dicono tutti c'è il rischio che diventi un tormentone del tipo: cambiare tutto per non cambiare nulla di sostanziale. Sul piano personale, Renzi non mi entusiasma, ma qui stiamo parlando di politica, quindi contano le posizioni e le scelte politiche, rispetto alle quali rimangono molti punti interrogativi. Rimango in attesa di conoscerle con precisione, perchè non mi basta affatto sapere che Renzi "può vincere". Vincere, direbbe Catalano, è sempre meglio che perdere: ma vincere per fare che cosa?.

Non mi pare una domanda oziosa e penso che dovrebbe interessare anche i tanti che si apprestano a saltare sul carro del (presunto) vincitore. Non parlo di quelli che si accoderanno per opportunismo, nè di quelli - ce ne sono parecchi, tra i sostenitori - che puntando su Renzi avevano e hanno tuttora in mente un partito ricollocato non "a sinistra", ma al contrario un partito definitivamente "fuori dalla sinistra" . Parlo, piuttosto, di coloro che, in perfetta buona fede, da tanti anni assecondano ogni genere di svolta, per eccesso di fiducia, per difetto di conoscenza e di attenzione ai contenuti, per inconsapevole trascinamento di bolle mediatiche create ad arte. Un esempio, quello più clamoroso: il plebiscito che consacrò - a prescindere da qualsiasi valutazione delle sue posizioni reali, che pure lui espresse con chiarezza fin dal primo momento - Walter Veltroni primo segretario del Pd e, addirittura, "uomo nuovo" (!!!!!) della politica italiana. Da tempo Veltroni non se lo fila più (quasi) nessuno, ma il meccanismo che lo ha prodotto è sempre in agguato.

Io segurò con doverosa attenzione il congresso del Pd, ma non vi parteciperò, quali che siano le tuttora nebbiose regole di svolgimento, per il semplicissimo motivo che non sono iscritto nè elettore di quel partto. Mi auguro che i partecipanti, al momento di eleggere il segretario e il gruppo dirigente, questa volta vogliano capire davvero e pronunciarsi sui contenuti concreti e sulle diverse opzioni dei candidati. Come si dice: prima vedere cammello.


Stefano Morselli

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