Ieri
sera sono andato a sentire Guglielmo Epifani alla festa del Pd che si
tiene a Villalunga. La festa è bella e c'era un sacco di gente. Ma
l'incontro con Epifani era in tono minore, in uno spazio secondario e
poco visibile. E soprattutto poco affollato, per una serata con il
segretario nazionale del partito, in un momento politico così teso.
Il meno che si possa dire è che Epifani non scalda granchè
i cuori, non suscita grandi entusiasmi. L'incontro di ieri sera lo ha
confermato, perfino nello scarso calore degli applausi di circostanza.
E' pur vero che guidare il Pd, tanto più in questa fase e nella
condizione di reggente provvisorio, è praticamente una "mission
impossible". Ma Epifani, che, dopotutto, in precedenza è stato
segretario nazionale della Cgil, sembra invece uno appena tornato in
Italia dopo un lunghissimo soggiorno in qualche terra remota.
Si accorge, bontà sua, che il Pd è privo di una cultura politica
condivisa, di una identità riconoscibile, di un progetto chiaro. Spiega
che perfino lo statuto - ebbene sì, quel sacro testo che il cosiddetto
"Pd delle origini" presentò come la nuova bibbia della democrazia e
della modernità - non va affatto bene, andrebbe cestinato e riscritto
completamente. Ma cultura politica, identità, progetto, statuto sono le
fondamenta essenziali da definire PRIMA di inaugurare un partito.
Invece, sei anni dopo, non un passante distratto, ma il segretario di
quel partito ci dice che bisogna pensarci adesso, possibilmente al
prossimo congresso.
Intanto, Epifani in versione naif si
aggrappa al "senso ri responsabilità" del Pd - contraposto ovviamente
all'altrui "irresponsabilita" - per giustificare le larghe intese con il
Pdl. Si stupisce e quasi si indigna di fronte all'ipotesi che il
Banana, dopo la condanna in Cassazione, possa rivelarsi talmente
"irresponsabile" da rompere i"l patto con gli italiani per il governo di
servizio". Come se - al di là di ogni altra considerazione: quando mai
gli italiani lo hanno autorizzato e approvato? - il Banana avesse
rispettato in vita sua un qualsiasi "patto", se non coincidente con i
propri interessi ed affari.
Benvenuto nella realtà, segretario Epifani.
Stefano Morselli
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