martedì 15 settembre 2009

Ore decisive per Mariella Burani

"La storia di Mariella Burani è costellata dai debiti. Fin dalla quotazione che risale al luglio 2000, il gruppo ha sempre avuto passività molto superiori alla propria capacità di produrre cassa. Fatta eccezione per il 2006, anno in cui l’azienda ha registrato utili record (55 milioni) anche grazie alla quotazione della controllata Antichi Pellettieri, Mariella Burani ha sempre avuto una situazione finanziaria fragile. Nel 2007 e nel 2008, nonostante fatturati record, il gruppo ha accumulato oltre 80 milioni di perdite. Nell’ultimo biennio la società ha quindi bruciato più della somma di tutti i profitti che aveva generato nei sei esercizi successivi alla quotazione. I problemi di Mariella Burani sono andati acuendosi nel tempo, e questo a prescindere dall’andamento dei beni di lusso e del cosiddetto lusso accessibile. Ma se l’azienda emiliana non è stata capace di generare utili nei momenti d’oro, non si capisce perché dovrebbe riuscire a farlo ora che il settore sta vivendo una crisi senza precedenti. Nel primo semestre 2009 Mariella Burani, gravata da 478 milioni di debiti, ha registrato una perdita di 142 milioni, creando così un buco da 51,3 milioni nel patrimonio netto. L’aumento di capitale da 100 milioni che la società si appresta a portare avanti, già a fine anno potrebbe non essere sufficiente a coprire adeguatamente il patrimonio. Per questo gli advisor Mediobanca e Kpmg stanno lavorando anche a un piano di dismissioni, a un piano di riscadenzamento dei debiti (le cui garanzie sono state disattese) e parallelamente sono alla ricerca di un partner industriale (si fa il nome del fondo di private equity Gem) che affianchi la famiglia emiliana in questo processo di ristrutturazione. Se Mariella Burani è in grave difficoltà, neppure la controllata Antichi Pellettieri gode di buona salute. L’azienda che possiede marchi come Mandarina Duck, a fine giugno aveva un patrimonio di 205 milioni, che per tre quarti è rappresentato da «asset intangibili». I 158 milioni iscritti a patrimonio che rappresentano il valore dei marchi, rischiano di essere ulteriormente svalutati. Tuttavia, a differenza che per Mariella Burani, per alcuni marchi di Antichi Pellettieri ci sono diversi possibili pretendenti. Nei giorni scorsi anche Piquadro si sarebbe fatto avanti, ma al momento la sua offerta a rilevare alcuni brand di Antichi Pellettieri non è stata presa in considerazione. Secondo fonti finanziarie, Coccinelle è il vero gioiello del gruppo: la griffe a dispetto della crisi continua infatti a dare risultati positivi. Ma Antichi Pellettieri controlla indirettamente solo il 26% di Coccinelle. Il 51% del marchio è posseduto attraverso Apbags, joint venture tra Antichi Pellettieri (51%) e il fondo di private equity 3i (49%). E se lo stallo su Mariella Burani dovesse protrarsi a lungo, 3i potrebbe chiedere di essere liquidato (opzione poco probabile), oppure passare in maggioranza e gestire direttamente Abpbags". (Sara Bennewitz, Repubblica.it e Affari&Finanza). Nella foto, Giovanni Burani.

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