Michele Bonforte
La vittoria di Tzipras in Grecia non è stata affatto digerita dalla tecnocrazia europea. Dopo le dichiarazioni di facciata, è cominciato un lavoro concertato per isolare, sterilizzare e sconfiggere le speranze del popolo greco. La tecnocrazia europea ha aiutato la destra greca, prima al governo, ad occultare lo stato disastrato dei conti pubblici. Invece di appoggiare Syriza che ha cacciato i politici che hanno truffato e rubato, la Germania della Merkel cerca di stringere Tsipras con le spalle al muro, non concedendogli nessun margine di tempo per risanare una situazione che ha bisogno di tempo e fiducia.
La chiusura degli spazi finanziari e la rigidità sui termini di pagamento del debito hanno un solo nome: ricatto.
Non il ricatto del creditore ansioso di riavere il suo capitale, ma all'opposto quello politico di chi è pronto anche alla catastrofe, anche a rimetterci dei soldi, pur di dimostrare che non esistono alternative al liberismo e all'austerity.
E gli altri Governi europei? Zitti, tutti zitti e il nostro in testa, per vantaggio, vigliaccheria e opportunismo.
Ma per i circoli internazionali della finanza, la Grecia può essere solo un antipasto. Una volta sedutasi a tavola ed assaporato il gusto di una incrinatura nell’euro, i piatti forti saranno l’Italia e la Spagna.
Se la Grecia affonda, cui prodest?
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